Sono cadute le stelle di San Lorenzo. Si sono illuminati i desideri, rarefatti i sogni. Sono le notti d’estate, sempre cariche d’inaspettato stupore, perché anche quello che non si pensa può accadere. Ci sono le lucciole (dove l’uomo non ha ancora rovinato la purezza dell’aria), c’è il vento caldo o tiepido, ci sono le cicale e gli splendidi colori del cielo che di notte e di giorno assumono toni sublimi e carichi di pathos.
È anche l’ora del possibile intreccio tra fortuna e destino; a guardare l’estate con passione, si tingono d’emozione tutti i pensieri che riguardano coloro che si aspettano un risultato quasi estremo, assoluto, abnorme, come la vincita dei 200 milioni e più milioni di euro del Superenalotto, non un eccesso o un’utopia ma realtà possibile e tangibile.
Vincere è un evento che costringe l’individuo a ricostruire se stesso, a stemperare la visione esistenziale. Nelle vincite si scompongono le relazioni, si precipita nell’euforia, nel delirio, nella confusione mentale. La vincita di denaro si porta già dentro inevitabili cambiamenti; il denaro è cupidigia, invidia, possesso, avidità, avarizia o prodigalità bulimica. Ciò che sogni se lo ottieni non è detto che alla fine ti appaghi. Saldati i bisogni, coperte le ansie, magari di una povertà costituzionale o momentanea, se la vita ti carica di denaro, benessere, fiume di possibilità, spesso nemmeno immaginate, la mente fatica a organizzarsi in un nuovo modo di essere. Carico di denaro rischi di rimpiangere la vita semplice del passato.
Sul destino delle grandi vincite di denaro qualcosa si sa: spesso si perdono in pochi anni, si sciolgono i legami e si diventa preda dell’ingordigia del grande mondo della finanza. La ricchezza non è un’esperienza, è da un lato uno status e dall’altro un modo di ragionare; non a caso i grandi accumulatori di denaro sono parsimoniosi, un po’ avari, attenti a ciò che danno, scarsi in generosità. E prodighi lo diventano solo alcuni, coloro che l’eccesso di ricchezza ha reso capaci di guardare il lato ingombrante del denaro. I grandi numeri isolano dal mondo reale.
C’è poco da scherzare su questi numeri così elevati di denaro; ti cambiano la vita e forse anche l’anima. In un’estate scarsa di eccessi le vincite sono ancora un baluardo e un miraggio soprattutto per chi ha smesso di sperare, d’imparare, di conoscere, e si è chiuso in una disperata ossessione: quella di giocare, grattare, sperare. Ecco, le stelle cadono una volta all’anno, i desideri (spesso) anche. Chi vincerà la tonnellata di euro dovrà rimanere saldo con la mente e riuscire a capire che la fortuna, se arriva, bisogna accettarla ma anche guardarla con sospetto, cercando di mantenere la propria dignità. —
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