È un nucleo di opere realmente importanti del Novecento italiano quella che entra a far parte, di fatto, della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, con il deposito a lungo termine da parte di un collezionista privato italiano - non se n’è voluto fare il nome - che è stato presentato ieri con l’inaugurazione dell’esposizione dei trentadue tesori che lo compongono e la loro presentazione da parte della direttrice della Fondazione Musei Civici Gabriella Belli, che è l’artefice dell’operazione.
L’acquisizione
Un’acquisizione in linea con quelle già compiute quando era alla guida del Mart di Rovereto e che ora prosegue anche a Venezia e in particolare a Ca’ Pesaro, aggiungendo questo nuovo tassello a quelli già compiuti con depositi di opere come quelle della Collezione Sonnabend e Carraro. Si tratta in questo caso di dipinti e sculture di alcuni dei massimi artisti del Novecento italiano, presentati sotto il titolo “Una raccolta d’arte italiana”. Da Massimo Campigli a Carlo Carrà, Giacomo Manzù, Ottone Rosai, Scipione e Mario Sironi. I lavori provengono da note e importanti collezioni di arte italiana, come quelle della scrittrice e mecenate Margherita Sarfatti, dell’editore Pietro Vallecchi, del critico d’arte Raffaele Carrieri, dell’avvocato e presidente dell’Accademia di Brera Rino Valdameri, dell’ingegnere Alberto Della Ragione, dell’avvocato Pietro Feroldi, dell’industriale Carlo Frua De Angeli, dell’editore e critico Giampiero Giani, del commerciante Gianni Mattioli.
Dipinti e scultu re
Le opere giunte a Ca’ Pesaro in comodato a lungo termine da una collezione privata annoverano significativi capolavori, in parte presentati nel 1953 a palazzo Strozzi a Firenze in una mostra sulla collezione di Gianni Mattioli a cura di Carlo Ludovico Ragghianti, alla rassegna inaugurale della Galleria d’Arte Moderna di Torino nel 1959 e nel tour internazionale della stessa collezione Mattioli attraverso Stati Uniti, Europa e Giappone dal 1967 al 1972. Di particolare importanza sono soprattutto i nuclei che fanno riferimento a Mario Sironi e a Scipione. Quest’ultimo, tra l’altro - come ha sottolineato Belli, presentando la raccolta con la curatrice di Ca’ Pesaro Elisabetta Barisoni - finora assente nelle collezioni capesarine. A Sironi è dedicata una grande sala con otto opere, tra cui uno stupendo “Nudo di schiena” del ’27, e altre memorabili come “Il Bevitore”, già appartenuto a Margherita Sarfatti, “Pandora” e soprattutto “Composizione con cavaliere”, del ’57, una delle opere più importanti dell’ultimo periodo “murale” dell’artista. Colpisce anche la figurazione espressionista di Scipione con uno splendido e inedito “Bozzetto per il ritratto del Cardinal Decano”.
l’allestimento
Ad accogliere il visitatore in questo viaggio attraverso l’arte italiana tra le due guerre sono cinque opere di Massimo Campigli, tra cui le celebri tele “Le Amazzoni” del 1928 e “Donna ingioiellata” del 1942, opera realizzata a Venezia, dove il pittore si trasferì allo scoppio della guerra e dove fu esposta, nell’autunno 1945, alla personale nella galleria del Cavallino. Di rilievo anche la pittura di paesaggio rappresentata in questo caso della tele dei primi anni Venti di Carlo Carrà, con le sue marine e i suoi paesi lacustri, presente con cinque opere. E poi la nitida forte e essenziale pittura realistica di Ottone Rosai, con i suoi squarci di toscanità dolente. Di rilievo anche la piccola ma preziosa selezione di sculture e disegni di Giacomo Manzù, tra i massimi interpreti della scultura figurativa del secolo scorso. Le opere rimarranno insieme per qualche mese per essere ammirate in modo unitario e poi entreranno a far parte a tutti gli effetti delle collezioni di Ca’ Pesaro, anche mettendole vicino a dipinti degli stessi autori. In attesa che Ca’ Pesaro, recuperando il terzo piano, possa far uscire dai suoi depositi altri “pezzi” della sua collezione permanente. —