PADOVA. Quattro luoghi che raccontano le mura cinquecentesche cittadine, tutti visitabili con guida venerdì sera. È la proposta de il mattino insieme all’assessorato alla cultura e al Comitato Mura. Due turni, massimo 25 persone per visita, uno alle 21 e l’altro alle 22, prenotabili QUI.
Padova vanta la cinta bastionaria rinascimentale più estesa d’Europa (11 km), conservata quasi interamente, anche se non sempre in condizioni ideali. È un patrimonio conosciuto da pochi, spesso invisibile, nascosto da vegetazione ed edifici sorti nel tempo. Venerdì sarà un’occasione unica per visitare Bastione Impossibile, Torrione Alicorno, Porta Ognissanti e Castelnuovo.
«Il Bastione Impossibile», rivela Ugo Fadini, del Comitato Mura, «in via Raggio di Sole, fu caparbiamente voluto dal generale Bartolomeo d’Alviano contro il parere di tutti, tal'è detto “impossibile” perché sembrava impossibile fosse completato per tempo, invece ci riuscirono. Nasce per usi difensivi, nel 1944 è stato diventato rifugio antiaereo e rappresenta un triste luogo della memoria perché vi morirono 200 persone. C’è uno stretto legame con la città, rappresentato anche dall’edificio subito fuori, la scuola Randi che agli inizi del ’ 900 fu un sanatorio per i bimbi malati di tubercolosi».
«L’Alicorno, il cui ingresso è in piazzale Santa Croce», continua Fadini, «è la sentinella sul Bacchiglione della cinta rinascimentale veneziana. Il nome è una dedica a Bartolomeo d’Alviano che aveva proprio l’unicorno come simbolo delle sue imprese. È il torrione a dare il nome al canale e non viceversa come pensano in tanti. Senza dimenticare che è il bastione con la struttura interna più complessa e affascinante, utilizzata in tempi recenti come spazio teatrale. Speriamo che questo uso sia ripristinato perché è in ottime condizioni e vivere i luoghi risponde al nostro progetto di “museo narrante”: far raccontare alle mura cosa sono».
Porta Portello è per ogni padovano un luogo simbolo, il cuore della città.
«La porta in sé è la più scenografica», osserva Fadini, «posizionata sull’acqua, ritratta dal Canaletto, è espressione architettonica che plaude alla bellezza e alla forza padovana sotto Leonardo Lorendan che aveva fatto della città luogo di accoglienza delle più belle menti del mondo. È stata restaurata questa primavera e potremo vedere anche la sala superiore, dedicata a Lidia Kobal, era la terrazza della porta quando non aveva il tetto».
Il Castelnuovo si trova nella golena San Massimo e mostra le tracce della grande fortezza mai completata. «Una grande fortezza mancata», chiude Fadini, «un progetto originale e temerario che immaginava una sorta di isola dell’estrema difesa».
Per partecipare alle visite dovete collegarvi QUI
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