PIOVE DI SACCO. La reunion, la partecipazione a Sanremo, un nuovo album e tantissimi concerti. Si potrebbe riassumere così l’ultimo anno di Le Vibrazioni, il gruppo capitanato da Francesco Sarcina, tornato insieme dopo 5 anni di stop. «Siamo felicemente stanchi», ci dice il batterista Alessandro Deidda. «I dischi, per noi, sono sempre stati una scusa per andare in giro a suonare e infatti abbiamo già fatto 34 concerti. Il tour sta andando benissimo, ma siamo a metà. Poi ci fermeremo, per non tediare la gente, ma torneremo».

Tre le date in Veneto: stasera a Piove di Sacco, il 21 a Marostica e il 29 agosto all’Home Festival di Treviso. «Abbiamo un pubblico molto eterogeneo. È una soddisfazione enorme vedere che ci sono tanto i nostri coetanei che ci hanno “aspettato”, quanto ragazzini che cantano pezzi che abbiamo scritto quando non erano ancora nati». D’altra parte, Le Vibrazioni sono una delle pochissime rock band italiane “sopravvissute”: «In Italia il rock funziona poco. Certo, c’è Vasco, che può fare quello che vuole: persino i concerti metal. Ci sono Afterhours, Marlene Kuntz, i Ministri. Ma a metà tra rock e pop siamo rimasti solo noi. Ricominciare è stata una sfida». Vinta: «Col senno di poi, mi sono reso conto che questa pausa è servita sia a noi che al pubblico per far decantare il nostro progetto. La band per me è come una famiglia e ora abbiamo un entusiasmo enorme, dettato anche dalle tante esperienze individuali che ognuno di noi ha fatto in questi anni. Pensare che io non ero neanche d’accordo con lo scioglimento». Ultimo capitolo in studio è “Amore zen”, il nuovo singolo: «Faceva parte delle session di “V”, ma era stato accantonato perché non ancora pronto. E poi mica potevamo pubblicarlo in inverno. Ci abbiamo rimesso su le mani et voilà la hit estiva. Musica nuova all’orizzonte? Io e Sàrcina scriviamo sempre e ci confrontiamo, però al momento vorremmo continuare a dare vita a “V”». —

LA.BE. .