I Calicanto e la ruota che gira «La musica è come la vita»
Inizia a Padova il tour del gruppo che ha riscoperto il filone etnico Veneto Un patrimonio di 120 brani, selezione e nuovi arrangiamenti in “Rosa dei Venti”
di Francesco Jori
Tutto cominciò alla rovescia: non a fine anno scolastico con i compiti per l’estate, ma a fine estate con i compiti per l’anno nuovo. Assegnati alla classe dei Calicanto (gruppo padovano nato nel 1981 per riscoprire il ricco filone etno-musicale del Veneto) dal suo leader e socio fondatore Roberto Tombesi: setacciare nell’ampio e variegato patrimonio di 120 brani portati in giro per il mondo in quasi quarant’anni, venti titoli attorno ai quali costruire lo spettacolo portante del 2018. Diligenti, gli alunni (Alessandro e Giancarlo Tombesi, Claudia Ferronato, Francesco Ganassin e Alessandro Arcolin), trainati dallo stesso Roberto che ha coinvolto ovviamente anche se stesso, si sono messi all’opera sfornando quella che con felice gioco di parole prende l’etichetta di “Rosa dei Venti”: una selezione dei brani più cari al gruppo, rivisitati con appositi arrangiamenti. Il debutto domani sera a Padova, alle 21, al teatro don Bosco di via San Camillo de Lellis; seguirà una tournée che varcherà anche i confini arrivando fino inFrancia.
Rispetto al passato, ci sarà una significativa novità: Alessandro Tombesi, figlio d’arte, che finora aveva dato il suo apporto al gruppo con l’arpa, si esibirà stavolta con l’oboe; strumento di cui si è letteralmente innamorato qualche anno fa, e che ben si adatta al contesto, in quanto risale all’antichità (se ne ha notizia in Egitto, Grecia, Arabia e Cina), ma da noi debutta in epoca barocca, ispirando tra l’altro compositori come Vivaldi, Albinoni e Marcello; e conosce strada facendo diverse varianti anche legate alla musica popolare: la ciaramella, ad esempio, si può considerare una sua sorella povera.
Una novità, per i Calicanto, che ha il sapore della riscoperta, inserendosi nella ricerca di un nuovo suono pastorale.
Da sottolineare tra l’altro che il concerto di domani sera avrà anche un ruolo di supporto per la mobilitazione promossa da Tutela Ambiente Salute Padova contro il traliccio da oltre 100 metri installato a Terranegra; battaglia che ha già catalizzato 7mila firme.
Ma poiché il calicanto è notoriamente una pianta che prospera in estate e fiorisce in inverno, i progetti per il 2018 non si esauriscono certo qui.
L’inventiva di Roberto Tombesi ha sfornato una seconda iniziativa, “GiroInGiro”, che ruota attorno a tre elementi: lui stesso, i suoi strumenti musicali, e due strani personaggi, vale a dire una ruota e una porta; la prima incastrata in uno sgabello per farlo girare, la seconda aperta per far entrare-e-uscire amici.
Il meccanismo è semplice: Tombesi si è sempre ritenuto non un solista ma un uomo del collettivo, il classico “una vita da mediano” spesa nella musica.
Ora ha deciso di tirare le somme del suo lungo percorso, con una scelta tra il surreale e il dadaista: ispirandosi alla celebre ruota di bicicletta di Duchamp ha preso appunto una ruota, sulla quale sono incisi 32 numeri; lo spettacolo si articola con una serie di ospiti che bussano alla porta, entrano in scena, e la girano. Il numero su cui si ferma corrisponde a una canzone del repertorio dei Calicanto; e Tombesi la esegue, coinvolgendo l’ospite in un intervento estemporaneo. Due burattini faranno da partner all’esibizione. Ma perché?
Spiega Roberto: “Per ri-girare, se possibile, questo benedetto mondo, stando assieme, raccontandoci storie, ascoltando le memorie che con i canti vengono da lontano, senza voler prevedere dove possono andare, rincorrendo, assieme, il Giroingiro, la vita”.
In estate il debutto; poi il tour, in Veneto e non soltanto.
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