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Il piano del ministro 'tech' per battere Putin: "Uccidono i nostri figli, ora uccidiamo i loro account"

Il piano del ministro 'tech' per battere Putin: "Uccidono i nostri figli, ora uccidiamo i loro account"
Su Twitter il giovane ucraino Mykhailo Fedorov sta combattendo una guerra che può rivelarsi decisiva per le sorti del conflitto. Tra i ministri europei per il digitale a cui Fedorov ha chiesto aiuto, c'è l'italiano Vittorio Colao
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Mykhailo Fedorov ha 31 anni, è il più giovane ministro nella storia dell’Ucraina. Nel 2019 ha ricevuto l’incarico di guidare la trasformazione digitale. Tre anni dopo si è ritrovato in guerra. E ha capito che, usando le nuove tecnolgie, avrebbe potuto difendere il suo Paese come il più astuto dei generali.

Nel suo cannone, Fedorov, infila dei tweet. Il giovane ministro ha capito che armi e soldati non bastano per respingere la Russia. Per mettere fine all’invasione, il regime di Putin deve essere rovesciato dai suoi stessi connazionali.

Affinché questo accada, scriveva Fedorov lo scorso 2 marzo, servono almeno due cose: “Innanzitutto Visa e MasterCard devono lasciare la Russia. Poi serve un blocco completo dell’Apple Store e di tutte le app scaricabili da Google Play. Questo sarebbe un colpo irrecuperabile”.


Proprio a Tim Cook, che in sostegno dell’Ucraina ha deciso di sospendere la vendita dei prodotti Apple in Russia, Fedorov su Twitter scrive: “Ora finisci il lavoro e blocca l’Apple Store in Russia. Loro uccidono i nostri figli, ora uccidiamo i loro accessi”. Il piano, insomma, è quello di negare l'accesso ai servizi digitali più richiesti, bloccando gli account indispensabili per accedervi. In Paesi come Russia e Cina molti diritti umani sono negati, la libertà d'espressione sul web è spesso limitata, ma l'intrattenimento è centrale nella vita di molte persone.

Queste sanzioni digitali possono davvero essere più efficaci di bombe e proiettili? Fedorov ne è convinto, al punto da chiedere aiuto anche a Xbox e PlayStation, destinatari di una lettera indirizzata a tutte le aziende che sviluppano videogiochi e alle piattaforme di eSport: “Tutti sapete cosa sta accadendo in Ucraina - scrive Fedorov - Se sostenete i diritti umani, dovreste abbandonare il mercato russo”.

Non è così sbagliato puntare agli umori dei videogiocatori. Stando ai dati di Statista, il 16% dei videogiocatori russi usa una console. Tenendo conto anche di chi per giocare usa Pc o smartphone, il mercato dei videogame russo è il più grande d’Europa e uno dei dieci più ampi al mondo. Basti pensare che nell’industria del gaming il russo è diventata la lingua più popolare dopo l’inglese e il cinese. Proprio per questo, d’altro canto, una risposta da parte delle aziende è più complicata. C’è molto denaro in ballo: i ricavi previsti per il 2022 ammontano a  2,444 miliardi di dollari.

“Siamo sicuri che il blocco temporaneo degli account e l’espulsione dei team russi da qualsiasi competizione o evento di eSport motiverà i cittadini russi a chiedere attivamente la fine della vergognosa aggressione militare” scrive nella sua lettera Fedorov.

Il Washington Post sostiene che “Fedorov ha chiesto aiuto finora a circa 50 aziende, mentre il suo staff lavora dietro le quinte con una rete di espatriati ucraini e autorità degli altri Paese, per convincere queste aziende ad agire”.


La strategia del ministro ucraino si è rivelata vincente: Facebook e YouTube, per esempio, hanno deciso di bloccare i canali tv russi che veicolano la propaganda di Putin. Tim Cook ha sospeso la vendita dei prodotti Apple in Russia. Elon Musk ha attivato il suo servizio di internet a banda larga satellitare, Starlink, in Ucraina.

Proprio internet era al centro dei pensieri di Fedorov prima che la Russia invadesse l’Ucraina. Il suo ministero, per cui lavorano circa 250 persone, si era promesso di connettere più ucraini possibili. E nel frattempo di creare più posti di lavoro nel settore high-tech, invitando le aziende a investire in Ucraina.

Poi è arrivata la guerra, appunto. E Fedorov ha pensato velocemente a una controffensiva digitale. La sua strategia non si esaurisce nelle richieste d’aiuto su Twitter, rivolte principalmente alle Big Tech. Il ministro ucraino sostiene apertamente, infatti, un esercito di hacker volontari - chiamata "IT Army" - che da alcuni giorni sta prendendo di mira i siti di istituzioni e aziende russe, con l’obiettivo di renderli irraggiungibili o di modificarli con messaggi contro la guerra. “Ci saranno compiti per tutti - ha scritto Fedorov invitando i volontari a iscriversi al gruppo Telegram dell’armata - Continuiamo a combattere sul fronte cyber”.

Nel frattempo Fedorov si muove, per quanto concerne le sue comptenze, anche nel territorio della diplomazia: "Ho avuto una telefonata con i ministri del digitale dei paesi dell'UE - scrive su Twitter -. Condanna unanime dell'aggressione e sostegno all'Ucraina bloccando i canali televisivi russi e le società informatiche e garantendo la fornitura di apparecchiature all'Ucraina". Nella lista dei ministri taggati da Fedorov c'è anche l'italiano Vittorio Colao.