Salto con l’asta, Molinarolo da record a 4.68. «Ora non mi pongo limiti, poi la meringa...»
Intervista all’atleta delle Fiamme Oro, da 18 anni a Padova, che ha centrato il suo nuovo personale
Diego Zilio
«Una cosa l’ho capita: adesso dobbiamo comprare qualche altra asta». Questa, magari, vale la pena di spiegarla ai profani dell’atletica leggera.
«Eh, a ogni misura è adatta un certo tipo di asta. E ho visto che, per provare i 4.73 metri che ho tentato dopo aver realizzato il mio personale a 4.68, non ne avevo di adeguate. Comunque ne ho già parlato con Sergio Baldo (il direttore tecnico delle Fiamme Oro, la sua società, ndr) e lui all’inizio non credeva che avessi sul serio raggiunto quella misura, ma poi mi ha detto subito “le compriamo, le compriamo”. Il problema, però, non è tanto acquistarne, ma trovarne con la flessibilità giusta per me».
Elisa Molinarolo lo rivela sorridendo. E che sorrida è comprensibile: nona al mondo a Budapest e prima italiana a raggiungere una finale iridata, l’allieva del tecnico Marco Chiarello lunedì sera ha portato il suo primato personale a quota 4.68 ai “Salti in piazza” di Chiari, dando vita assieme a Roberta Bruni alla più bella gara della storia azzurra, perché poi Bruni ha portato il record nazionale, che già le apparteneva, a 4.73, con Elisa che invece si è fermata alla misura precedente, migliorandosi comunque di 3 centimetri.
È evidente che ha raggiunto proprio un’altra dimensione dopo i Mondiali…
«Soltanto domenica ho gareggiato a Locarno (chiudendo a 4,58) facendo 13 salti, a Chiari ero preoccupata per il mio fisico, sottoposto a uno stress notevole nell’ultimo mese. Ma ho capito dal riscaldamento che stavo bene e così ho pensato solo a saltare ed è arrivata questa misura, che definirei come la ciliegina sulla torta della stagione».
Quanto vale Elisa Molinarolo oggi?
«Questo 4.68 è stato proprio sorpresa, ma non voglio pormi limiti. Diciamo che il prossimo obiettivo è superare i 4.73».
Com’è cambiata la sua vita dopo la finale in Ungheria?
«Sicuramente è diversa. Faccio un esempio banale: nel giro di pochi giorni sono passata da 7.200 a 12.500 followers su Instagram e un mio video in gara ha raggiunto il milione di visualizzazioni».
E lei quanto bada ai social?
«Qualcosina, anche se poi non sono una che negli allenamenti pensa a postare foto».
Ne ha fatta di strada da quanto a 17 anni, vedendo in un spot in tivù la primatista mondiale Elena Isinbaeva, si è detta: voglio provarci anch’io.
«Sono felice di andare a raccontare la mia storia quando mi invitano nelle scuole. Non molto tempo fa ero a un centro estivo di fronte a una sessantina di ragazzi che per metà non facevano sport e li ho tenuti attenti e in silenzio per venti minuti mentre parlavo. Ecco, lo dico con umiltà, ma spero di avere qualcosa da trasmettere ai bambini, un po’ come vedere Isinbaeva ha ispirato me. E comunque, ogni volta l’incontro si chiude dicendo loro di inseguire i propri sogni, non importa se diventeranno un campione o un medico o un avvocato. Bisogna crederci, come ci ho creduto io».
Prima faceva ginnastica artistica all’Ardor.
«E resta il mio primo amore. Pensate che oggi chiuderò la stagione in gara a Rovereto e giovedì avrò il mio primo giorno di vacanza, ma lo passerò facendo la giudice al Palaindoor di Padova ai campionati assoluti di ginnastica».
Ma alla fine, si sente più veronese o padovana?
«Ho 29 anni e da 18 sono a Padova, e penso che il mio futuro sarà qui. Ma la vera festa dopo i Mondiali sarà quando mangerò la meringa alle mandorle di mia mamma Antonietta a Soave».
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