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Oughourlian, spesi 22 milioni in 4 anni. Ma per il Padova la B è un miraggio

A luglio la società esaurisce tutte le pendenze economiche ereditate dal primo ciclo tecnico: programmare è più facile

Stefano Volpe
2 minuti di lettura
Joseph Oughourlian, 51 anni 

Comunque vada questo campionato, al termine della stagione Joseph Oughourlian si troverà davanti a un bivio e dovrà scegliere la strada da intraprendere. Continuare da solo o accogliere nuovi soci? Vendere o rilanciare? Proseguire nella strategia di contrazione dei costi o provare a investire maggiormente nel breve periodo?

Dal prossimo luglio, infatti, il Padova avrà esaurito tutte le pendenze ereditate dal primo ciclo tecnico del patron franco-armeno e potrà programmare il futuro secondo i dettami che arriveranno dalla proprietà.

Joseph Oughourlian, 51 anni, CEO e fondatore del fondo di investimento Amber Capital, è entrato nell’assetto societario del Padova nel dicembre 2017, acquistando il 20% delle quote e lasciando la maggioranza nelle mani del presidente dell’epoca Roberto Bonetto. Fu soltanto il primo passo di una scalata che lo portò a prendere il 40% nell'estate del 2018, a diventare l'azionista di maggioranza con il 51% nel maggio del 2019, fino ad assumere il controllo quasi totale con l'attuale 96%. Per la prima volta nella sua ultracentenaria storia il Padova è in mano a una proprietà straniera. Ma non solo. Per la prima volta nella sua storia, il Padova è in mano a una figura di spicco della finanza internazionale.

Oughourlian, oltre ad amministrare un fondo che nel 2019 dichiarava un portfolio investimenti per 1,6 miliardi di dollari, da anni ha allargato i propri orizzonti, sbarcando nel mondo del calcio. In Colombia guida i Millionarios di Bogotà, con i quali ha vinto anche un campionato, in Francia ha preso il Lens nel 2016, trascinando la squadra dalla Serie B fino all’attuale terzo posto in Ligue1. Lo scorso aprile, infine, è entrato a far parte di una cordata che detiene il pacchetto di maggioranza del Real Saragozza nella seconda divisione spagnola.

A Padova il suo intento iniziale era chiaro: rilevare una società di terza serie, immettere capitale fresco e scalare le categorie per aumentare esponenzialmente il valore del club. Per questo, dopo che ha assunto la maggioranza, ha stilato un piano a scadenza triennale con l’obiettivo di raggiungere la promozione in Serie B.

Ma nonostante i grandi investimenti (oltre 22 milioni di euro complessivi) il Padova è sempre arrivato a un soffio dal traguardo, senza mai raggiungerlo, ottenendo due secondi posti e perdendo due finali playoff.

A ciclo terminato, la scorsa estate, il patron ha deciso di cambiare strategia, contenendo i costi e cercando di valorizzare maggiormente i giovani. Nonostante tutto, il Padova attualmente ha il quinto monte ingaggi più alto di tutta la categoria, anche a causa di alcuni contratti pesanti sottoscritti all’epoca del ciclo triennale e che andranno in scadenza il prossimo giugno.

Per questo, da luglio in poi, si potrà impostare un nuovo ciclo senza troppi vincoli. Contemporaneamente, la gestione Ougohurlian ha portato a due delle cessioni più redditizie della storia del Padova. Nel 2020 Matteo Lovato è stato ceduto al Verona per una cifra che (complice la successiva rivendita all’Atalanta) è di poco inferiore ai due milioni di euro. Nel 2002, invece, Luca Moro è stato acquistato dal Sassuolo per 4 milioni più bonus, stabilendo la vendita più ricca di sempre per un club di Serie C. Per la prossima estate è già in vetrina il talento di Aljosa Vasic, valutato attualmente 2 milioni di euro.

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