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Padova uccide anche di più, ma lasciamo lavorare questo mister

leandro barsotti
1 minuto di lettura
AFP-AgenziaFotograficaPiran 

Padova uccide più di Milano solo nella canzone della bassanese Michielin (che ha in passato ha cantato di meglio). Di sicuro c’è che oggi Padova uccide più di Novara, per quanto la sfida tra le due deluse del campionato non sia stato esente da errori e leggerezza. Immaginate due pistoleri al duello finale: uno colpisce due volte l’altro che stramazza a terra ma da terra e sanguinante spara pure lui e sembra poter fare uno di quei miracoli alla Gringo: però gli arriva un’altra pallottola stavolta in fronte, e lì finisce la storia.

Il Padova di Novara ha vinto con merito nonostante qualche fantasma sia apparso a metterci un po’ di apprensione. Ma ha vinto bene, questo conta: e quello che conta ancor di più è che questa vittoria forse non è nata in campo, è nata in settimana. Il mister lo ha rivelato sabato: è stata una settimana nuova, in cui è stato adottato un cambiamento importante nel comportamento del gruppo: «Ci siamo ritrovati la mattina per fare colazione e passare la giornata insieme, per parlarci», ha detto. Quando vuoi rompere con il passato (qualunque sia il motivo), devi adottare comportamenti nuovi. Questo ti aiuta a liberarti da schiavitù emotive e ti aiuta a consapevolizzare il senso “buddista” dell’impermanenza. Ovvero: tutto cambia. Anche se non lo vorresti, tutto è destinato a trasformarsi. E la tua forza sta nel gestire il cambiamento perenne: stare sull’onda, sapere dove vuoi andare.

Lasciamolo lavorare questo allenatore, non è facile ricostruire le relazioni di un gruppo giovane, non è facile farlo quando questo gruppo ha già subito degli strappi, delle divisioni imposte dall’alto, in alcuni casi delle mortificazioni. Torrente è un uomo che sa mettersi nei panni di un calciatore in difficoltà. Sa che cosa vuol dire perdere, essere fischiati da un pubblico, essere messi in discussione da chi ti paga, sa quanto può scottare il pallone quando dentro di te sparisce la gioia di giocare.

Torrente sta recuperando uomini che altri non volevano più vedere, sta ricostruendo pazientemente un gruppo di lavoro che vuole ritrovare il sorriso. Lo sta facendo parlando con tutti, dando fiducia a tutti, facendo sentire tutti nella stessa barca, uniti e con obiettivi ben definiti. Il proprietario Oughourlian è arrivato, ha ascoltato la piazza e i tifosi, ha capito cosa non possiamo più sopportare di vedere con i colori biancoscudati. E se ha capito, allora farà quel che si deve.

Ora teniamoci questi ragazzi, la loro voglia di dimostrare chi sono, e questo mister che sa scegliere da solo come guidarli. E poi vediamo se Padova, come nella canzone della Michielin, uccide anche di più. —

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