PADOVA. Quando ti avvicini ad una finale, tornano alla mente molte cose: per esempio quella dell’anno scorso.
Dentro ognuno di noi convivono ricordi, immagini e parole, che si traducono in emozioni. Ci sono emozioni “positive” e ci sono emozioni “negative”: convivono dentro di noi, e combattono tra di loro.
È normale provare rabbia per quel rigore della finale di Alessandria e paura che la storia si ripeta, che per un episodio si perda anche stavolta. E’ normale provare risentimento per questa o quella scelta di mercato, oppure recriminare su questo campionato che non siamo riusciti a vincere subito. Tuttavia il punto è che quando sentiamo emozioni di questo tipo, che ci fanno sentire a disagio, la cosa che si deve fare è riconoscerle, accettarle perchè sono la nostra storia, e poi lasciarle andare. Soprattutto è importante evitare di nutrirle.
In questi giorni tutti abbiamo provato anche emozioni positive: come il divertimento per il finale di campionato del Padova di Oddo, la serenità e la consapevolezza di avere una squadra forte e decisa, la gioia per un gol (tipo la gioia immensa di tutti dopo la punizione di Chiricò), e poi l’amore ritrovato per questa maglia da tanta gente che in questi giorni è andata a rispolverare dagli armadi casacche biancoscudate di ogni tipo e colore. E sono queste le emozioni che adesso vanno alimentate, accarezzate, ricordate e potenziate andandole a cercare ogni giorno nei nostri pensieri, nei nostro sogni, nel nostro desiderio collettivo: quello di una città che vuole volare.
Ci sono sensazioni buone e sensazioni cattive dentro ognuno di noi: quelle che nutri cambiano il tuo modo di affrontare l a sfida. Prepariamoci allora ad uno stadio che trasuda di bella energia positiva. Per non smettere mai di crederci. —
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