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L’analisi più lucida, come al solito, arriva dal capitano. Manuel Iori non si tira indietro nei momenti più complicati del Cittadella. E questo è uno di quelli: la squadra granata sembrava essersi messa alle spalle un mese opaco con la vittoria sul Pordenone ed era addirittura risalita al secondo posto ed è ecco che, nello 0-3 interno contro la Reggiana, sono ricomparsi i difetti delle ultime settimane, per giunta amplificati. Uno su tutti: l’approccio “molle” alle partite. «Ultimamente abbiamo preso spesso gol nei primi minuti e non è un dettaglio ininfluente, perché non sempre è possibile rimontare», rimarca il regista granata. «A volte siamo stati capaci di farlo, come col Brescia, mentre con la Reggiana, onestamente, abbiamo fatto poco per riuscirci».
Ovvero?
«La nostra è l’unica squadra a non aver osservato la sosta invernale in questa stagione. Abbiamo dovuto stringere i denti nel periodo del Covid perché eravamo in pochi, chi ha giocato sempre non ha mai rifiatato e chi è rientrato dopo essere stato positivo ha poi avuto bisogno di tempo per recuperare la condizione. A mio avviso stiamo pagando soprattutto questo: gli otto giorni per staccare la spina e recuperare anche a livello mentale che, rispetto agli altri, noi non abbiamo avuto. Credo che anche i numerosi infortuni dell’ultimo periodo siano legati alla situazione che abbiamo vissuto. Attenzione: non lo dico per cercare un alibi, ma per dare una spiegazione a una fase poco brillante».
E come se ne esce?
«Ciò che conta, adesso, è recuperare le energie e rimanere sereni, cercando di “mascherare” quelli che in questo momento sono i nostri difetti. Siamo i primi a sapere che non stiamo facendo benissimo neanche nelle prestazioni individuali, ma credo serva equilibrio. Anche perché siamo comunque lì a giocarci tutto».
Effettivamente anche le altre stanno rallentando: la capolista Empoli, giusto per citare solo chi guida la compagnia, è al quarto pareggio consecutivo. E voi, che nelle 7 gare dell’ultimo mese ne avete vinta solo una, siete comunque a tre soli punti dal secondo posto.
«Il girone di ritorno da sempre è più complicato di quello d’andata. La classifica inizia a delinearsi, chi rischia la retrocessione ritrova uno spirito battagliero, diventa più difficile andare a vincere in campi in cui all’andata ti riusciva. Ma è proprio per questo che dico che non ha senso guardare più in là della prossima partita».
E la prossima è una di quelle più attese: in casa del Monza di Balotelli e Diaw (e Berlusconi e Galliani).
«Ci arriviamo con fame, sapendo che è uno scontro diretto. Serve la giusta voglia di ripartire, perché per rimanere in alto dobbiamo tornare a fare punti con continuità». —
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