La squadra di Zanardi alla Venice Marathon: «Siamo al mondo per dare il meglio di noi»
Correre con la carrozzina, o l’handibike, può voler dire felicità. Il campionissimo Alex ha selezionato 60 atleti: tre li porterà alle Paralimpiadi di Tokyo
Stefano Volpe
PADOVA. L’anno scorso erano in tre. E chiamarli eroici sembra quasi riduttivo, visto che pur di tagliare il traguardo si sono fatti arrivare l’acqua alla gola, considerata l’alta marea che ha condizionato la Venice Marathon. E acqua alla gola non è un modo di dire, ma un dato di fatto. Sì perché loro i 42 chilometri li corrono a bordo di un handbike o di una carrozzina.. Cambia poco, al posto delle gambe la spinta arriva dalle braccia ma soprattutto dall’enorme forza d’animo che hanno dimostrato di avere abbracciando un percorso speciale.
Sono i ragazzi di Obiettivo3, il progetto fondato nel 2017 da Alex Zanardi per avviare e sostenere persone disabili all’attività sportiva. Obiettivo3 è lo scopo stesso del progetto, visto che all’interno del gruppo di persone selezionate, lo staff punta a portarne almeno tre a conquistare la qualificazione alle Paralimpiadi di Tokyo.
Il progetto è cresciuto passo dopo passo, ha superato i 60 atleti reclutati, otto dei quali domenica saranno ai nastri di partenza della Venice Marathon.
IL FONDATORE.
Zanardi tra i mille impegni che scandiscono la sua carriera, non perde modo di curare la sua creatura: «Con Obiettivo3 abbiamo una bella comunità», sorride il campionissimo. «Lo sport per le persone disabili è costoso, acquistare un ausilio impone grandi sacrifici. Fortunatamente io riesco ad accedere a finanziamenti che per altri sono difficili da recuperare, per questo riusciamo a dare agli atleti delle attrezzature in comodato d’uso. E non siamo così lontani dal traguardo di Tokyo».
Ma il progetto non si esaurisce qui. «Obiettivo3 è soprattutto ispirazione, un messaggio che cerchiamo di condividere: tutti noi siamo al mondo per fare il massimo di quello che è possibile. I nostri ragazzi possono essere d’esempio per tante altre persone».
GLI ATLETI.
Gli otto in gara a Venezia rappresentano uno spaccato esemplare di quello che è Obiettivo3. C’è la “padrona di casa” Giulia Ruffato, 32enne di Pianiga, che nel 2013 è rimasta paralizzata dopo un’ischemia, ma una mail ricevuta dallo stesso Zanardi mentre era in ospedale l’ha spronata a reagire.
E Gabriele Scalise, di Piove di Sacco, affetto da tetraparesi spastica fin dalla nascita fin dalla nascita e che si serve dello sport come terapia. Per non parlare di Katia Aere, di Spilimbergo, che per combattere la sua malattia rara, scoperta alle soglie dei 30 anni, ha vinto la paura dell’acqua, è diventata campionessa di nuoto e ora si cimenta con l’handbike.
Pier Alberto Buccoliero è rimasto vittima di un incidente mentre era in accademia militare e ora trionfa nel triathlon, mentre Gioacchino Fittipaldi, il lucano, studiava a Milano quando due anni fa ha subito un incidente a bordo del suo scooter, dopo il quale si è rimesso in sella con il team di O3. Destino simile per i due romagnoli Davide Cortini e Alex Labindi, mentre l’unico che (al contrario degli altri handbiker) corre con la carrozzina olimpica, è Federico Rossi, di Schio, che quando non si allena canta musica country. —
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