. Il tabù resta tale. Il Padova continua a uscire a mani vuote dal Tombolato, e con questo fanno 9 anni, perché ora il derby con i “cugini” granata chissà mai quando tornerà in scena. Finisce 3-0 per il Cittadella, meglio di com’era terminato l’unico precedente di Coppa Italia delle “grandi” (di A e B) fra le due squadre, nel 2009, un 2-0 firmato da Ardemagni e Cherubin, questa volta protagonista in negativo sul fronte biancoscudato. Per gli uomini di Venturato adesso si prospetta un nuovo appuntamento casalingo, di fronte al Carpi, che ha piegato in trasferta il Livorno per 1-0. Si giocherà domenica 18, in orario da definire.
Derby a senso unico, dunque, come farebbe pensare il risultato? Beh, non proprio, il Padova, che non era certamente favorito, ha retto il confronto dignitosamente per i primi 20’ della frazione iniziale, e poi, complici un errore individuale e una dormita generale della difesa, ha subìto il micidiale uno-due degli avversari, concretizzatosi in tre minuti. Poi nella ripresa la sfida si è fatta più equilibrata, con emozioni da entrambe le parti e i due portieri protagonisti, oltre a due pali colpiti. Sullo, al debutto come allenatore, si aspettava probabilmente di “bagnare” meglio la sua prima volta, ma il gruppo che si ritrova per le mani è ancora in fase di rodaggio, bisognoso di lavorare parecchio. Davanti, poi, la squadra punge poco, anche se Santini si è dannato l’anima per cercare il gol. Ma ci sono due settimane prima del via del campionato, un tempo sufficiente per puntare a presentarsi al derby di Verona con la Virtus Vecomp, il 25 agosto, con le carte in regola. Il Citta, pur privo di 5 potenziali titolari (Frare, Benedetti, Vita, Vrioni e De Marchi), è stato cinico e concreto, trascinato da un Diaw in grande condizione, sicuramente il migliore. Ha chiuso in 10, per l’espulsione (doppia ammonizione) di capitan Iori poco oltre la metà del secondo tempo, ma non ha patito l’inferiorità numerica, anzi è andato a bersaglio per la terza volta con il baby Celar (20 anni), ex bomber della Primavera della Roma. Se Marchetti e Venturato dovessero azzeccare l’ennesima scommessa, stavolta bisognerà far loro un monumento.
BIGLIETTI E ORSATO
Due note negative nella serata umida e afosa di metà agosto: i problemi registrati ai botteghini un’ora prima dell’inizio, con il sistema informatizzato di emissione dei tagliandi bloccatosi di colpo e poi andato a rilento, e decine e decine di tifosi arrivati all’ultimo momento costretti ad aspettare, se non a restare fuori, prima di aver accesso agli spalti. E poi la direzione di Orsato, arbitro di grande spessore, sembrato in diverse occasioni troppo fiscale nelle sue decisioni, con dieci cartellini gialli distribuiti sui due fronti, oltre al rosso a Iori per doppia ammonizione. Agonisticamente è stato, sì, un derby combattuto, ma mai cattivo, e il fischietto internazionale di Schio ha voluto gestirlo a modo suo, beccandosi diversi fischi.
DIAW E CELAR
In sintesi i gol. Al 24’ Diaw in area anticipa Cherubin, che lo tira giù. Rigore netto che Iori trasforma con un tiro forte e centrale (25’). Al 28’ punizione dalla destra di Mora, sponda aerea di Adorni e Diaw, sempre di testa, in tuffo beffa Minelli. Nella ripresa, dopo 41’, Celar ribatte in gol una palla respinta dall’estremo difensore biancoscudato su incornata di Proia. Da segnalare anche due pali, uno colpito da Panico (3’ della ripresa) e uno da Santini (13’, sempre della ripresa). —