La carica dei 101, Petrarca Calcio in festa Il secolo di storia sarà celebrato il 23 febbraio
PADOVA. Altri cento di questi anni. Ricorrenza storica per il Calcio Petrarca (Seconda categoria), che proprio in questi giorni festeggia il suo centunesimo compleanno. Un traguardo eccezionale per...

PADOVA. Altri cento di questi anni. Ricorrenza storica per il Calcio Petrarca (Seconda categoria), che proprio in questi giorni festeggia il suo centunesimo compleanno. Un traguardo eccezionale per la gloriosa società bianconera, fondata ufficialmente il primo novembre del 1910 dal padre gesuita Giulio Roi (già cofondatore del collegio universitario Antonianum) ma affiliatasi alla Federcalcio soltanto il 16 gennaio di due anni dopo. Più di un secolo di storia e di grandi emozioni, che saranno ricordate tra amarcord e aneddoti toccanti sabato 23 febbraio in occasione della festa che il club sta organizzando nell’attuale sede di via Vermigli, in zona Plebiscito. «Vogliamo vivere tutti insieme una giornata speciale per celebrare coloro che in un secolo di storia hanno contribuito a fare grande il nome e i colori del Petrarca», sottolinea il presidente Alessandro Morando, al timone della società dal 2001, «Stiamo lavorando da mesi per renderlo un evento davvero indimenticabile». La cerimonia scatterà alle 11 con una messa solenne presieduta da Padre Spartaco Galante, ex direttore dell’Antonianum per ben dieci anni, seguita dagli interventi del professor Angelo Ferro (presidente della “Fondazione Petrarca”) e dello stesso Morando. In programma anche una suggestiva premiazione delle vecchie glorie bianconere a cura dell’assessore comunale allo Sport Umberto Zampieri, che terminerà con il classico buffet collettivo impreziosito con l’esposizione delle felpe e delle polo celebrative volute e disegnate dalla società. Sarà l’occasione per rivedere le foto storiche degli anni d’oro della serie C, degli indimenticabili derby con il Padova e del mitico stadio “Tre Pini” in Prato della Valle, proprio all’ombra della Basilica di Santa Giustina, casa del Petrarca per tantissimi anni prima della sua demolizione. «L’orto botanico si è preso un pezzo del campo e i gesuiti hanno rimesso a nuovo un’altra ala del campo sportivo per realizzarci una scuola religiosa», spiega Morando, «Ora siamo in via Vermigli ma il nostro cuore rimarrà lì per sempre. Il Tre Pini è e resterà la storia del Petrarca, un tesoro da trasmettere anche alle future generazioni».
Matteo Lunardi
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