Sarebbe un 28enne l'assassino che ha accoltellato a morte Brunilda Halla, 37 anni, sposata e madre di due figli, ieri a Vittoria, intorno alle 13, all'angolo tra via Firenze e via Tenente Alessandrello.
L'uomo ha confessato. Lo ha fatto davanti al pm di Ragusa Francesco Riccio e ai carabinieri della compagnia di Vittoria e dei nuclei specializzati di Ragusa e Vittoria (Radio mobile e investigativo), permettendo di ritrovare l'arma del delitto. Dalle prime informazioni pare che abbia problemi psichiatrici.
Le telecamere hanno ripreso l'assassino mentre cammina per strada, attraversa un incrocio, vede la donna e si blocca, torna indietro fa qualche passo e la aggredisce. Sei, sette coltellate nella parte alta della schiena, sulle spalle, vicino al collo e corre via.Bruna dava le spalle alla strada nell'atto, di chiudere il portoncino. Non ha potuto difendersi da quella aggressione improvvisa e immotivata. Lei e' stata vittima di un uomo che, secondo chi indaga, sembrerebbe avere ucciso la prima persona che gli e' capitata a tiro. Un coltello con una lama di una decina di centimetri impugnata con violenza.
Secondo la procura di Ragusa, che indaga sull'omicidio di Brunilda Halla, 37 anni, sposata e madre di due figli, commesso ieri a Vittoria, si tratterebbe di un delitto "casuale". Il 28enne fermato, che ha confessato e che dalle prime informazioni pare abbia problemi psichiatrici, sembrerebbe avere ucciso la prima persona che gli e' capitata a tiro, utilizzando un coltello con una lama di una decina di centimetri, impugnata con violenza e con la quale avrebbe inferto 6-7 coltellate.
«Apparentemente dovrebbe trattarsi di un omicidio casuale - dice il capo della procura di Ragusa Fabio D'Anna - non e' stato accertato alcun legame preesistente con la vittima».
Avrebbe ucciso a caso. Sarebbe rientrato a casa per cambiarsi e per nascondere l'arma che ha poi fatto ritrovare.
Serrato e incessante il lavoro investigativo dei militari dell'Arma.
La vicenda ricorda tristemente il delitto avvenuto a Torino nel 2019. Sul lungo Po dei Murazzi venne assassinato il 33enne biellese Stefano Leo. Colpito a morte da una coltellata alla gola infertagli da Said Mechaquat, 29 anni che poi spiegò di avere agito perché «aveva visto quel ragazzo felice».
L’omicida è stato processato e condannato a 30 anni di carcere nel 2020.
Subito dopo il suo arresto era emerso che era già stato condannato a un anno e sei mesi per maltrattamenti in famiglia con una sentenza, diventata definitiva, che però non è era mai stata eseguita.