Il tris di terapie funziona e apre per i pazienti con tumore della prostata ormonosensibile metastatico nuovi possibili scenari. La conferma dell’efficacia di darolutamide più terapia di deprivazione androgenica (Adt) e docetaxel arriva dai nuovi dati dello studio di Fase III Arasens presentati alla sessione orale Game Changer all’European Association of Urology Congress 2022 (EAU22).
Lo studio
Lo studio Arasens è il solo studio randomizzato, di Fase III, multicentrico, in doppio cieco, che è stato disegnato prospetticamente per confrontare l’utilizzo di un inibitore orale del recettore degli androgeni (ARi) di seconda generazione, darolutamide, in combinazione con docetaxel più terapia di deprivazione androgenica (ADT) rispetto a docetaxel più ADT (uno standard di cura raccomandato dalle linee guida) nel tumore della prostata ormonosensibile metastatico (mHSPC). Lo studio mostra chiari benefici in termini di sopravvivenza globale di darolutamide più terapia di deprivazione androgenica (ADT) e docetaxel in pazienti con tumore della prostata ormonosensibile metastatico (mHSPC), in sottogruppi pre-specificati in base all’estensione della malattia metastatica (metastasi ossee o viscerali) e al valore della fosfatasi alcalina (ALP) al momento dell’ingresso nello studio, rispetto allo standard di cura corrente, cioè ADT più docetaxel. In particolare, i 1.306 pazienti sono stati randomizzati 1:1 a ricevere darolutamide più ADT e docetaxel o placebo più ADT e docetaxel. La randomizzazione è stata stratificata in base all’estensione della malattia metastatica in accordo con il sistema di stadiazione del tumore più utilizzato.
I risultati
Dei 1.306 pazienti con tumore della prostata ormonosensibile metastatico che sono stati randomizzati, il 79,5% aveva metastasi ossee (M1b) e il 17,5% aveva metastasi viscerali (M1c); il 55,5% aveva ALP ≥ alla norma. L’estensione della malattia metastatica e il valore di ALP sono noti fattori prognostici in pazienti con questo tipo di tumore. “I più recenti risultati dallo studio Arasens - ha affermato Karim Fizazi, ordinario di medicina all’Institute Gustave Roussy di Villejuif in Francia - riconfermano i benefici in termini di sopravvivenza globale di darolutamide più ADT e docetaxel in vari gruppi di pazienti con mHSPC, e fornisce ai clinici maggiori dettagli su coloro che potranno beneficiare di questa terapia, appena sarà disponibile”.
Riduzione del rischio di morte
Un beneficio di sopravvivenza globale uniforme (a parità di sicurezza) è stato osservato tra i sottogruppi con darolutamide più ADT e docetaxel rispetto a ADT più docetaxel, con una riduzione del rischio di morte del 33% per il sottogruppo con metastasi ossee e del 21% per quelli con metastatsi viscerali. Il sottogruppo con metastasi linfonodali non-regionali, invece, era troppo piccolo per un confronto significativo. Per i pazienti con il valore della fosfatasi alcalina inferiore alla norma la riduzione del rischio di morte è stata del 36% e del 31% per i pazienti che, invece, avevano questo valore al di sopra della soglia considerata normale. Questi risultati si aggiungono ai dati esistenti dalla popolazione complessiva nello studio Arasens, che dimostrano che darolutamide più ADT e docetaxel ha ridotto in maniera significativa il rischio di morte nei pazienti con mHSPC del 32,5% rispetto a ADT più docetaxel.
Il tumore della prostata ormonosensibile metastatico
Il carcinoma prostatico è il secondo tumore per incidenza nella popolazione maschile in tutto il mondo. Si stima che, nel 2020, nel mondo, 1,4 milioni di uomini abbiano ricevuto una diagnosi di tumore della prostata e circa 375.000 uomini siano deceduti a causa di questa patologia. Al momento della diagnosi la maggior parte degli uomini presenta un tumore localizzato, il che significa che la neoplasia è limitata alla ghiandola prostatica e può essere trattata con la chirurgia curativa o la radioterapia.
Le terapie
In caso di recidiva, quando la malattia si diffonde o diventa metastatica, la malattia è sensibile agli ormoni e la terapia di deprivazione androgenica (ADT) è il cardine del trattamento. Le attuali opzioni di trattamento per gli uomini con tumore della prostata ormonosensibile metastatico (mHSPC) prevedono terapia ormonale, come l’ADT, inibitori del recettore degli androgeni più ADT o una combinazione di chemioterapia con docetaxel e ADT. Nonostante il trattamento, la maggior parte dei pazienti con tumore della prostata ormonosensibile metastatico progredisce sviluppando un tumore resistente alla castrazione (mCRPC), una condizione di malattia caratterizzata da elevata morbilità e sopravvivenza limitata. Darolutamide, sviluppato da Bayer insieme a Orion Corporation, è un inibitore orale del recettore degli androgeni (ARi) con una struttura chimica peculiare che lega il recettore degli androgeni con un’elevata affinità e mostra una forte attività antagonista, inibendo quindi la funzione del recettore e la crescita delle cellule di carcinoma prostatico.