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Cancro al pancreas: in futuro la diagnosi precoce con un test delle feci

Cancro al pancreas: in futuro la diagnosi precoce con un test delle feci
Alterazioni del microbioma sembrano avere un ruolo nello sviluppo e nella progressione del tipo di tumore del pancreas più comune. In futuro un test delle feci potrebbe aiutare a diagnosticarlo precocemente
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In futuro, per scoprire il tumore del pancreas potrebbe bastare un esame delle feci. L'ipotesi è stata avanzata da un gruppo internazionale di ricercatori che, in pazienti con il tipo più comune di cancro al pancreas (l'adenocarcinoma duttale pancreatico), hanno individuato delle alterazioni nella composizione del microbioma intestinale. Secondo quanto riportano su Gut, queste alterazioni, se confermate, potrebbero servire per sviluppare un test per la diagnosi precoce, attraverso l'esame delle feci.

Quello al pancreas è uno dei tumori più difficili da trattare, in buona parte perché, quando compaiono i sintomi, la malattia è già in stadio avanzato. La conferma della diagnosi, inoltre, prevede esami invasivi, che non sono adatti allo screening o al monitoraggio. Per questo la ricerca lavora per trovare dei biomarcatori sulla base dei quali sviluppare test che possano consentire di diagnosticare precocemente il tumore.

Proprio in questa direzione va il nuovo studio, condotto dal Centro nazionale spagnolo di ricerca sul cancro (Cnio) e del Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl) di Heidelberg (in Germania).

L’adenocarcinoma duttale pancreatico

Studi precedenti avevano già suggerito come i microrganismi che popolano il nostro corpo possano svolgere un ruolo nell’origine e nello sviluppo di alcune patologie, anche dei tumori. Così gli scienziati spagnoli e tedeschi hanno deciso di indagare più a fondo questa relazione, concentrandosi sull’adenocarcinoma duttale del pancreas, il tumore pancreatico più comune e anche una delle neoplasie con il più basso tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi.

Uno studio "senza precedenti"

I ricercatori hanno coinvolto nello studio 136 persone (57 pazienti con adenocarcinoma duttale, 50 controlli sani e 27 pazienti con pancreatite cronica) analizzando il microbioma di campioni di saliva, di feci e di tessuto pancreatico. Mentre i risultati dell’analisi della saliva non sono stati indicativi, quelli delle feci hanno permesso di individuare una firma genetica di 27 batteri (alcune specie diventano più abbondanti e altre quasi spariscono) che discrimina in modo abbastanza accurato i casi di cancro al pancreas dai controlli, indipendentemente dallo stadio della malattia. La precisione del test, poi, è stata ulteriormente aumentata combinando l’analisi del microbioma con quella dei livelli ematici di antigene carboidrato 19-9, una proteina utilizzata per monitorare il cancro al pancreas e unico test non invasivo approvato dalla Food and Drug Administration statunitense.

Il sistema è stato poi convalidato su altre 76 persone (44 pazienti con cancro del pancreas e 32 controlli) di un istituto tedesco. Inoltre, gli scienziati lo hanno applicato a 5.792 campioni raccolti in 25 diversi studi, che includevano persone anche con altri tipi di tumori e condizioni di salute, così da appurare che la firma genetica nel microbioma fosse associata proprio al cancro del pancreas e non anche ad altri tumori. "Questo livello di analisi - sostengono  i ricercatori - non ha precedenti negli studi sul metagenoma del cancro del pancreas".

Verso un test delle feci per la diagnosi di cancro del pancreas?

Secondo gli autori, un test delle feci per la ricerca di questa firma genetica avrebbe un alto valore predittivo: all’interno di popolazioni a rischio (e magari in futuro anche di screening più ampio), potrebbe consentire di diagnosticare precocemente il tumore al pancreas. Non solo, questa scoperta potrebbe essere rilevante anche in ottica di prevenzione e per un intervento terapeutico. "I nostri dati sono osservazionali - sottolineano i ricercatori - ma ci sono forti indicazioni che i cambiamenti del microbioma fecale identificati non siano semplicemente una conseguenza di una funzione pancreatica compromessa o dei suoi effetti sistemici, sebbene non possano essere esclusi effetti indiretti".

In un commento che accompagna la pubblicazione scientifica, però, Rachel Newsome e Christian Jobin dell'Università della Florida frenano gli entusiasmi. La ricerca è promettente, dà un contributo importante all’individuazione di marcatori predittivi e mette in evidenza il ruolo chiave del microbiota nella sorveglianza per il cancro. Tuttavia, “questi risultati hanno un valore clinico limitato a causa della natura trasversale dello studio, e quindi i marcatori predittivi dovranno essere testati utilizzando una coorte prospettica prima di giungere a una conclusione sul loro impatto clinico”. Anche la specificità del profilo microbico per il cancro del pancreas con altri tipi di tumori dovrò essere ulteriormente approfondita.