Dormono male, respirano male, russano, si agitano. E il giorno dopo a scuola non si concentrano, hanno mal di testa, sono irritabili e iperattivi, o tutto questo insieme. Potrebbe essere colpa dei denti. Sì, perché nonostante l'associazione denti-sonno possa sembrare ardita, ardita non è affatto, visto che la sindrome delle apnee ostruttive del sonno, e cioè la difficoltà di respirare correttamente durante la notte, può dipendere da una ostruzione delle vie aeree dovuta a malocclusione, cioè a una chiusura non corretta delle arcate dentali.
Quanti sono
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (o Osa, dall'inglese Obstructive sleep apnea) in genere compare tra due e sei anni e riguarda dal 2 al 6% dei bambini e degli adolescenti, "da un'analisi pubblicata su European journal of paediatrics dentistry - su 300 ragazzi italiani, maschi e femmine con una età media di 10 anni, circa la metà presenta un problema di malocclusione. E di questi, il 7,5% manifesta anche apnee notturne - dice Valerio Maccagnola, odontoiatra ortodontista presidente di Facexp, un'associazione nazionale senza fini di lucro di dentisti dedicati all'ortodonzia (l'ortodonzia è la branca dell'odontoiatria che si occupa della diagnosi e della cura delle posizioni anomale dei denti) - numeri di un certo rilevo".
Ma, aggiunge Maccagnola, "un altro studio su Sleep Medicine dimostra che il trattamento ortodontico di una malocclusione dentale può contribuire a risolvere i problemi di respirazione durante il sonno, in questo caso su un campione di circa 200 bambini con malocclusione associata ad apnee notturne, 94 hanno migliorato significativamente il problema dopo 9 mesi di trattamento ortodontico mentre per gli altri 113, che non erano stati sottoposti a trattamento, non c'è stato alcun miglioramento nella qualità del sonno. Una cura ortodontica - conclude lo specialista - può intercettare precocemente i segnali d'allarme e risolvere il problema nei bambini"
Palati piccoli mandibole arretrate
Le malocclusioni che si associano alle alterazioni della funzione respiratoria sono soprattutto la contrazione del mascellare (o del palato, sostanzialmente la presenza di un palato stretto) e la retrusione mandibolare (semplificando: l'arcata inferiore si trova più indietro rispetto a quella superiore). "esatto, ifatto entrambe le condizioni riducono la pervietà del primo tratto delle vie aeree - dice Nicola Laffi, direttore dell'Unità operativa complessa di Odontostomatologia e ortodonzia pediatrica dell'ospedale Gaslini di Genova -. Nel primo caso, la maggior parte delle volte si applica un apparecchio che si chiama espansore rapido del palato e che dà risultati già in 15-20 giorni. L'espansore va tenuto per sei mesi e si può applicare già a 5-6 anni".
Per intervenire sull'arcata inferiore si possono utilizzare dei dispositivi cosiddetti funzionali che tengono la mandibola in posizione più avanzata e che nella maggior parte vengono utilizzati dopo l'espansione palatale "l'inizio e la durata del trattamento dipendono dal singolo paziente ma - riprende Laffi - la terapia in questi casi dura di più, almeno un anno. Entrambi dispositivi liberano le prime vie respiratorie e la scelta dell'uno o dell'altro naturalmente dipende dalla situazione clinica del piccolo paziente".
Consigli per i genitori: dal dentista a 3 anni
I genitori non dovrebbero posticipare la prima visita dal dentista. "Il bambino, a prescindere dalla presenza o meno di difficoltà respiratorie o di altro tipo, andrebbe portato dal dentista nel corso del 3° anno di vita - riprende Laffi - . Questo per permettere all'odontoiatra di valutare non solo che la dentatura sia sana ma anche che i denti e le basi ossee stiano crescendo correttamente".
Attenzione ai bambini che russano
Per quanto riguarda invece la questione specifica della respirazione, "i genitori non dovrebbero mai sottovalutare il russamento: russare - conclude l'odontoiatra del Gaslini - è il primo stadio della problematica respiratoria".