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Dipendenza da fentanyl e non solo: come evitare che la strage americana arrivi anche in Italia

Un sequestro di capsule contenenti fentanyl
Un sequestro di capsule contenenti fentanyl 
Dagli esperti Servizi delle Dipendenze pubblici, i SerD, l'allarme: "Trecentomila giovani ogni anno si rivolgono a noi, ma il settore è regolato da una legge di 30 anni fa"
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Più di centomila morti di overdose negli Stati Uniti l'anno scorso. Due morti su tre sono causate dal fentanyl. E non è una questione soltanto americana. Che sia da sostanze come tabacco, alcol, droghe (comprese le nuove sostanze psicoattive) oppure di tipo comportamentale (gioco d'azzardo, cibo, internet e nuove tecnologie, doping), anche in Italia le dipendenze sono, purtroppo, in costante aumento, probabilmente anche come effetto della pandemia, creando preoccupazione e a volte problemi concreti alle famiglie e alla società. Eppure, mentre il fenomeno del consumo di sostanze e delle dipendenze cambia ogni giorno con l'arrivo di nuove sostanze dannose, il sistema di intervento in Italia è regolato da norme risalenti agli anni Novanta che ormai non funzionano più in modo efficace. Temi al centro del congresso Nazionale FeDerSerD, società scientifica leader tra i professionisti dei Servizi delle Dipendenze italiani che celebra quest'anno i suoi vent'anni di attività.

Le dipendenze in Italia

Secondo il rapporto del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, quasi uno studente su cinque tra i 15 e i 19 anni ha riportato di avere assunto sostanze psicoattive illegali nel corso dell'ultimo anno: cannabis in prevalenza, ma anche molto altro e in primo piano il micidiale crack. Secondo lo stesso rapporto, un quinto degli studenti utilizzatori ha già abitudini di consumo a rischio di sviluppare dipendenza. E il consumo di crack è in forte aumento anche tra adolescenti di 14 - 15 anni con danni cerebrali immediati e in gran parte non reversibili.

Una legge vecchia

Trecentomila giovani e meno giovani ogni anno si rivolgono ai quasi seicento Servizi delle Dipendenze pubblici, i SerD, per affrontare percorsi di cura e risocializzazione. Purtroppo, il settore è regolato in Italia da una legge (la 309/90) vecchia di oltre trent'anni, che tutti chiedono di aggiornare, ma resta ancora lì mostrando tutta la sua inadeguatezza. "In questo momento storico, scosso ancora da una drammatica pandemia e da una guerra che ferisce profondamente in modi diversi - dichiara Guido Faillace, presidente nazionale di FeDerSerD - il Pnrr, in un'ottica di superamento del distacco tra ospedale e territorio, può offrire un'opportunità di rinnovamento del Servizio sanitario nazionale, avviando proprio una riprogettazione di sistema che ci auguriamo e ci impegniamo perché possa includere nel modo corretto ed auspicabile anche il sistema delle dipendenze".

La dipendenza dagli oppiacei

Uno dei problemi che preoccupano maggiormente, anche in considerazione del fatto che la popolazione italiana invecchia sempre di più, riguarda la dipendenza dagli oppiacei (tra cui il metadone, il fentanyl e l'idromorfone ma anche l'eroina, la buprenorfina e la morfina), utilizzati nella gestione del dolore cronico e nelle cure palliative per i malati terminali. Purtroppo, i farmaci oppioidi sono caratterizzati dal problema della dipendenza e dell'abuso, ossia dallo sviluppo di un comportamento che induce alla continua ricerca del farmaco anche quando non sarebbe più necessario dal punto di vista medico.

Lo stigma del trattamento con farmaci agonisti

Una delle strategie mediche utilizzata per questo tipo di dipendenza si basa sull'utilizzo di farmaci agonisti oppioidi. In pratica, i tossicodipendenti da oppioidi sono trattati con un farmaco agonista che simula la droga stessa. Al Congresso di FeDerSerD si parlerà anche di questo con un focus sul fatto che il trattamento degli oppiacei con farmaci agonisti paga ancora, seppure in misura minore del passato, il costo dello stigma e della riprovazione che hanno sempre accompagnato queste patologie e questi pazienti. "Si tratta di una situazione che porta all'emarginazione dei malati con difficoltà nel poter accedere a trattamenti adeguati ed erogati da personale competente", fanno notare gli esperti della Federazione che aggiungono: "In un panorama in continua evoluzione scientifica la disponibilità di nuove formulazioni farmaceutiche per il Disturbo da Uso di Oppiacei, dà la possibilità di modificare in meglio le traiettorie terapeutiche di alcune tipologie di pazienti rendendo possibile il loro accesso alle terapie. Uno sforzo per migliorare ulteriormente la sicurezza e la personalizzazione delle cure a cui i professionisti mirano in Italia".

L'epidemia di overdose da oppioidi sintetici

A destare preoccupazione è quanto accade negli Stati Uniti dove secondo i dati forniti dai Cdc, i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, nel corso del 2021, le morti stimate per overdose sono state in tutto il paese 107.622. Un tema toccato anche nel documentario All the beauty and the bloodshed di Laura Poitras che ha vinto il Leone d'Oro alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia e che include anche una recente campagna pubblica per denunciare le centinaia di migliaia di morti per overdose da oppiacei legali negli USA.

Maledetto fentanyl

Il fentanyl, secondo il Cdc, è il vero problema: l'oppioide sintetico, utilizzato in origine come analgesico, sarebbe infatti responsabile di oltre 70mila morti per overdose, praticamente i due terzi del totale. Molto più economico dell'eroina e dieci volte più potente, il fentanyl oggi viene reperito non tramite i canali legali, ma attraverso il contrabbando dal Messico, dall'India e dalla Cina, e viene utilizzato anche per tagliare altre sostanze stupefacenti. Nora Volkow, direttrice del National institute on drug abuse (Nidra) che sarà ospite del Congresso di FeDerSerD, ha definito gli ultimi numeri "davvero sbalorditivi", impennatisi "poco prima dell'inizio della pandemia di Covid-19" che, evidentemente, ha agito da acceleratore di un disagio già fortemente presente nella società americana, dal momento che "questa non è che la continuazione di una tendenza terribile in aumento da decenni".

L'appello ai politici

In attesa che nasca il nuovo Governo, dalla Federazione dei Serd arriva un appello: "In primis bisogna garantire su tutto il territorio nazionale la esigibilità da parte dei cittadini delle prestazioni previste dai Lea vecchi e nuovi. Essenziale è lo sviluppo delle attività di prevenzione e presa in carico precoce dei giovani consumatori e degli interventi specialistici multidisciplinari per contrastare la diffusione di nuove droghe psicoattive e di farmaci di potenziale abuso e dipendenza". E poi fondamentale è il potenziamento del ruolo dei Servizi delle Dipendenze - SerD nell'ambito della sanità pubblica e lo sviluppo di servizi e di interventi di prossimità per poter intervenire precocemente.

Formare nuovi giovani esperti

Durante il congresso sarà presentata anche una proposta importante di riorganizzazione e sviluppo della offerta formativa: nasce la scuola superiore di formazione "Rita Levi Montalcini" di FeDerSerD, intitolata al premio Nobel che fu presidente onoraria della società scientifica. "All'interno del nostro piano formativo - spiega il presidente Faillace - un corso specifico è dedicato alla formazione di professionisti under 40 perché vogliamo che i giovani si innamorino della nostra disciplina, per aumentare la capacità di assistere i giovani e meno giovani con problemi di dipendenza o di consumi dannosi".