
Lo studio
Il meccanismo è stato chiarito da un team di ricercatori dell'Istituto di Neuroscienze di Alicante in Spagna, del Central Institute of Mental Health dell’Università di Heidelberg in Germania, della Charles University di Praga e dell’Università di Camerino, che ha dimostrato sia negli esseri umani (con risonanza magnetica, Rm) che nei ratti (con Rm e analisi istochimiche) che la capacità dell’alcol di dare dipendenza è in parte legata alla sua tendenza a modificare la struttura delle cellule della microglia, che sono quelle che nella materia grigia del sistema nervoso centrale si occupano della difesa immunitaria.LEGGI Coronavirus, troppo alcol aumenta il rischio di infezione
Come funziona
Semplificando le cose stanno così. L’alcol modifica la biochimica di queste cellule e di conseguenza la forma trasformandole da elementi a struttura ramificata in cellule tondeggianti, ameboidi. Questo cambiamento finisce per alterare anche la geometria dello spazio extracellulare della materia grigia. Un'area che diventa più diffusiva, come dicono gli esperti, cioè capace di favorire una maggiore diffusione delle sostanze chimiche responsabili della comunicazione fra i neuroni. Per esempio della dopamina, uno dei neurotrasmettitori che mediano le sensazioni di gratificazione. Il fatto è che aumentare la diffusione di dopamina potenzia le proprietà gratificanti dell'alcol, e di conseguenza la motivazione al suo consumo. Questa diminuzione delle barriere spaziali extracellulari, come le hanno definite gli autori, compare poco dopo l'inizio del consumo di alcol nei ratti, e persiste nell'astinenza sia nei roditori che nell'uomo.Tutti pazzi per il bicchierino
"Un articolo precedente, pubblicato nell'aprile dello scorso anno su Jama Psychiatry – spiega Roberto Ciccocioppo, professore di Farmacologia all’università di Camerino e coautore della ricerca - già suggeriva un aumento la capacità della dopamina di diffondersi nel cervello dovuta all'alcol, ma non sapevamo ancora perché. Questo secondo lavoro l’ha chiarito, dimostrando che l'aumento è dovuto all'attivazione delle cellule immunitarie del cervello in risposta all’azione tossica dell’alcol. L’alcol è una sostanza d’abuso particolare. A differenza di altre, come la cocaina o l’eroina per esempio, non ha un recettore preciso tramite il quale esercita la sua attività tossica. Quello dell’alcol è un meccanismo d’azione aspecifico".LEGGI Cancro, 1 paziente su 3 consuma alcol più del dovuto
In passato ricorda l'esperto, si pensava che questa sostanza agisse modificando la permeabilità della membrana cellulare, poi si è visto che modifica la funzionalità di tanti neurotrasmettitori e fra questi la dopamina. E "questo studio identifica un ulteriore meccanismo: e cioè che l’alcol cambia la conformazione delle cellule immunitarie aumentando la diffusività
(ndr. la capacità della dopamina di diffondersi nel cervello) tra i neuroni dei neurotrasmettitori della gratificazione, la cui attività risulta quindi potenziata. Il che progressivamente aumenta la motivazione al consumo", spiega ancora l'esperto.