La rivolta degli apicoltori veneti: «No al clorpirifos, uccide le api»
Dura presa di posizione delle categorie che contano 6 mila iscritti contro l’insetticida usato per trattare la flavescenza dorata delle viti

Un apicoltore al lavoro
Gli apicoltori del Veneto schierati contro l’utilizzo dell’insetticida clorpirifos, usato per trattare la flavescenza dorata della vite. «Nuoce alla salute umana, uccide api e insetti impollinatori, rappresenta un grave danno per la biodiversità. Siamo perplessi e contrari di fronte alla scelta della Regione Veneto di autorizzare in deroga l’uso della molecola insetticida clorpirifos, contro la malattia della vite».
Il dissenso degli apicoltori veneti è unanime, e viene messo nero su bianco con una nota congiunta contro l’impiego di questo pesticida, firmata dalle quattro principali associazioni di categoria, che compongono la Consulta regionale per l’apicoltura del Veneto, in rappresentanza di 6 mila apicoltori con 80mila alveari.
La denuncia
«A favore della produzione vinicola, sembra sottovalutato l’impatto provocato sull’ambiente dalla morte di api e altri insetti impollinatori che svolgono un ruolo fondamentale per l’ecosistema e per consentire alle piante di generare frutta e semi» denunciano le rappresentanze degli apicoltori, composte da: Associazione Regionale Apicoltori del Veneto, presieduta da Gerardo Meridio; APAT-Apicoltori in Veneto, guidata da Stefano Dal Colle; Apimarca, presieduta da Giuliano Scattolin; Associazione Patavina apicoltori in Padova, presieduta da Silvano Zanforlin.
Effetti pericolosi
Messo al bando dall’Unione europea, ma non nel nostro Paese, dove il Veneto insieme ad altre regioni si sta dimostrando “di manica larga” sull’uso.
«La Ue ha vietato il clorpirifos nel 2020 perché è una molecola neurotossica, cancerogena e interferente endocrina per l’uomo. Inoltre, l’autorità europea per la sicurezza alimentare ha dichiarato l’impossibilità di stabilire un livello di esposizione sicuro rispetto alla sua capacità genotossica di danneggiare il Dna umano. Sembra infatti possa provocare squilibri ormonali e metabolici e possa danneggiare il cervello dei bambini» evidenziano gli apicoltori.
Anche per gli insetti, l’utilizzo di questo prodotto che contamina gli ambienti e si diffonde facilmente con l’evaporazione da campi e vigneti, verso prati e fiori, ha effetti fatali. Le colonie di api esposte a questo insetticida perdono l’orientamento e la memoria, vengono danneggiate in modo irreversibile le loro funzioni cognitive e la capacità di raccogliere nettare e polline, fino a portarle alla morte. Deleterio quindi l’impatto sugli ecosistemi, sulle produzioni dell’alveare e sull’impollinazione che garantisce in modo significativo la produzione agricola.
Le istanze
Gli apicoltori, rivolgendosi all’istituzione regionale e auspicando un cambio di rotta, mettono in fila una serie di istanze: «Ci chiediamo quanto ancora si farà pendere la bilancia a favore degli interessi economici rispetto alla salute dell’uomo, dell’ambiente e delle api? Siamo sicuri che il via libera al clorpirifos sia la strada da percorrere? I clienti acquisteranno i prodotti provenienti dalle viti trattate con questo insetticida che ammazza le api e nuoce alla salute e all’ambiente?».
I commenti dei lettori