Omicidio a Treviso: il corpo di Anica gettato da un ponticello. Sopralluogo dei carabinieri sul canale
Fiori e lumini in via Barcador a Lovadina. E’ qui che il killer si sarebbe liberato del cadavere, poi ritrovato nel Piave
Federico Cipolla
Anica Panfile con tre dei suoi bambini
Il killer è arrivato in via del Fante e ha gettato il corpo esanime di Anica Panfile dal ponticello di via Barcador a Lovadina, poche decine di metri dopo il ristorante Da Domenico. È questa la ricostruzione che si è fatta avanti nelle ultime ore, nel complesso lavoro che vede i carabinieri cercare di mettere insieme tutti i tasselli di una vicenda che ancora oggi è piena di punti di domanda. I militari dell’Arma venerdì pomeriggio hanno trascorso diverso tempo attorno al ponte di via Barcador, alla ricerca di tracce che possano suffragare quella che al momento appare più di un’ipotesi. Sabato mattina poi qualcuno proprio lì ha portato un mazzo di fiori e due lumini, sebbene fino ad oggi mai sia stato pubblicamente ipotizzato che quello potesse essere il punto cui il corpo di Anica è stato buttato sul Piave.
Si era pensato al ponte dell’A27, ma il procuratore capo Marco Martani l’ha definita una versione “improbabile”, visto che il viadotto dell’autostrada è protetto da reti piuttosto alte. D’altro canto è altrettanto improbabile che qualcuno abbia portato il corpo lì dov’è stato trovato da un pescatore domenica mattina. È una zona impervia, per raggiungerla si devono attraversare proprietà private, superare siepi di rovi, e lasciare l’auto molto lontano. Anica è stata uccisa altrove.

E appunto il corpo potrebbe essere stato buttato dal ponticello di via Barcador. Sotto scorre un canale artificiale che sfocia, con una grande corrente, sul Piave. Si trova circa 500 metri a nord dal punto in cui domenica mattina è stato trovato il corpo della cuoca trentunenne. Insomma tutto porta a pensare che proprio quello possa essere il punto in cui il killer, che probabilmente bene conosce quelle zone, si è liberato del corpo della mamma rumena.
I carabinieri stanno passando al setaccio le immagini della videosorveglianza. Il Comune di Spresiano ha da tempo installato telecamere - collegate con la stazione dei carabinieri - in tutte le principali vie di accesso all’area del Piave. Se qualcuno è arrivato in via Barcador o in via Fante con il corpo di Anica, è stato probabilmente immortalato dalla videosorveglianza.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Valeria Peruzzo, sono ancora alle prime fase. Al momento non ci sono indagati, tanto misure restrittive e, a quanto si apprende, non sono previste svolte imminenti.
I carabinieri stanno provando a ricostruire le ultime ore di Anica Panfile, che l’ultima volta è stata avvistata giovedì pomeriggio alle 16.30 in via Trieste, davanti al negozio Arcade Bike, non lontano dalla casa di Franco Battaggia, il suo ex datore di lavoro, con cui si era incontrata poco prima. È stato lui stesso a confermare di averla incontrarla nel primo pomeriggio di giovedì a Santa Bona per portarle il Cud: fino a novembre la 31enne aveva infatti lavorato nella pescheria El Tiburon di Battaggia a Spresiano.
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