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L’ambulanza veterinaria di Marcon in soccorso agli animali delle fattorie romagnole, invase dall’acqua

I volontari veneti hanno salvato cani e gatti. “Li abbiamo scaldati e sfamati, c’è chi si è ricongiunto al proprietario”

Marta Artico
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Cani rimasti soli che rischiavano di annegare e mici impauriti, con gli occhi sbarrati, rifugiati sugli alberi, o arrampicati sopra i tetti, in attesa che il mare di acqua sporca che li circonda si ritiri.

Odv Artemis Ambulanza Veterinaria di Marcon non poteva stare a guardare. In men che non si dica ha risposto all’appello delle associazioni animaliste emiliane, ha aperto un numero di conto e fatto una raccolta di croccantini, scatolette, bustine, coperte, beni di prima necessità per gli “amici a 4 zampe”. E la solidarietà dei cittadini è stata grande.

Poi Artemis è partita con dieci volontari che si sono presi ferie dai rispettivi lavori, in missione alla volta dell’Emilia Romagna, per andare alla ricerca di animali soli e intrappolati nelle abitazioni e nelle fattorie ancora sotto acqua. Puma, l’ambulanza del soccorso veterinario, era stracolma di coperte, cibo, gabbie, asciugamani, ma anche corde, cinghioni, imbragature.

Oltre all’ambulanza, grazie all’ambulatorio Soldati di Mestre, sono stati riempiti anche un camion e un’ulteriore macchina. L’obiettivo era quello di salvare, assieme ai vigili del fuoco di Bologna, dei gatti bloccati a Medicina e Conselice, mici talmente spaventati che oramai sapevano solo nascondersi e miagolare.

Tutto il materiale raccolto è stato donato a una azienda agricola, che lo distribuirà all’occorrenza, mentre i volontari dell’ambulanza si sono dedicati ai soccorsi, con il gommone, le corde, l’acqua fino al busto, ovunque ci fossero animali in pericolo di vita.

«In questo momento» spiega Sasha Frison «le situazioni che richiedono soccorso sono quelle più critiche che l’Enpa non riesce a gestire». E per le quali servono attrezzatura, macchinari, persone competenti e specializzate. Come l’evacuazione di case e fattorie allagate. «A Medicina siamo andati di notte e siamo tornati il giorno successivo con il gommone e i sommozzatori dei vigili del fuoco, per aiutare i gatti dell’oasi della Gaiana intrappolati».

Racconta ancora: «A Conselice abbiamo salvato due cagnolini che stavano annegando in un cortile pieno d’acqua. A uno di loro abbiamo dato l’ossigeno, era già in ipotermia, lo abbiamo scaldato e segnalato il suo ritrovamento. Non sappiamo il nome, ma ci è stato detto che si è ricongiunto alla sua famiglia».

I volontari hanno perlustrato case allagate e villette. Spiega Frison: «Abbiamo salvato sei micetti, gatti senza padrone. I pompieri ce li hanno affidati, noi li abbiamo curati, poi sono stati adottati da una volontaria della protezione civile toscana».

Il problema – raccontano dall’ambulanza veterinaria – è che ci sono zone a Medicina, dove è molto difficoltoso prestare soccorso. Nell’oasi l’acqua è così alta che bisogna nuotare ed è difficile recuperare i gatti, isolati da una settimana sugli alberi e sui tetti, fino a che non si ritirerà spontaneamente. «Noi abbiamo creato due-tre isole sicure, dei punti asciutti per consentire ai gatti soli di sopravvivere sino a quel momento».

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