Mezzo milione di veneti abita in un territorio a rischio alluvioni. Paura per i gioielli di Venezia
Il 60% dei beni culturali della provincia di Venezia è in pericolo. Nel Veneto fragile, quasi il 10% del Bellunese vive sotto la minaccia delle frane
Laura Berlinghieri
Oltre mezzo milione di abitanti veneti a rischio alluvioni. È in pericolo il territorio, sono in pericolo gli edifici ed è in pericolo il gioiello della regione: Venezia. Lo dice la mappa del rischio di dissesto idrogeologico curata dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Rispondendo a una paura che si è fatta viva, dopo la tragedia in corso in Emilia-Romagna: 14 morti, 15 mila persone evacuate e porzioni intere della regione che non si riconoscono più, sommerse dall’acqua e sporcate dal fango.
L’Emilia-Romagna è a un passo. La morfologia del Veneto è molto diversa, va detto. Ma vanno precisate anche le grandi differenze tra i territori, all’interno della stessa regione. E allora i numeri dicono questo: in tutto il Veneto, ci sono 568.131 abitanti a rischio alluvioni (più di uno su quattro) e 6.594 a rischio frane.
Il rischio alluvioni
Riferendosi alle prime, l’area più fragile, insieme a quella costiera, è inevitabilmente il Polesine. Terra, nel 1951, di una violentissima alluvione: 101 morti, 7 dispersi e oltre 180 mila persone che sono state costrette a lasciare le proprie case, il bilancio finale.
La mappa dell’Ispra racconta che un decimo del territorio veneto corre un rischio alluvioni elevato: è un pericolo condiviso da quasi il 9% degli abitanti (quasi il doppio della media italiana), dall’8% degli edifici, dal 9% delle imprese e dal 20% dei beni culturali.
Ma le percentuali possono salire di molto, spostandosi da una provincia all’altra. È a rischio il Veneziano, lo è soprattutto la sua lingua costiera e lo è la città storica, insieme alla laguna. Nel territorio della Città metropolitana, gli abitanti a rischio alluvione “elevato” sono quasi uno su cinque (il 18,1%); il rapporto è ancora più allarmante riferendosi al territorio (il 23,3% corre un pericolo “elevato”).
Ma a preoccupare è soprattutto il dato che riguarda i beni culturali: in tutto il Veneziano, quasi sei su dieci (il 57,3%) sono a rischio alluvioni elevato. Sono le bellezze di Venezia, la città più fragile, che affida il suo destino all’equilibrio (precario) tra uomo e natura. Ed è impressionante il raffronto con la media italiana, che vede appena il 7,5% dei beni culturali a subire la tagliola di un rischio idrogeologico elevato.
Tornando in Veneto, ci sono poi le altre province, dai gradi di pericolo piuttosto omogenei. Si differenza il Rodigino, dove l’elevato livello di rischio per il territorio è compensato da un tasso abitativo piuttosto contenuto. Fattore che abbassa notevolmente la percentuale di residenti a rischio alluvione.
Il rischio frane
Ma quella del dissesto idrogeologico è una medaglia a due facce: da un lato c’è il rischio alluvioni, dall’altro il rischio frane. E il Veneto, con la sua grande varietà territoriale – dal litorale veneziano alle montagne bellunesi – subisce entrambi.
Cambiano le coordinate territoriali, naturalmente. E se il Bellunese quasi non è toccato dal pericolo alluvioni, diventa suo malgrado protagonista quando si parla di rischio frane. Nella provincia che si estende sulle Dolomiti, la porzione di territorio che subisce un pericolo elevato di frane è del 2,3%; da aggiungere al 7% che comunque va posta sotto controllo. Cifre che spostano appena sotto l’asticella del 10% la frazione della provincia che, pur con diversi gradi, subisce il pericolo di frane.
Un dato ulteriore che contribuisce all’immagine di una regione fragile, come lo è buona parte del territorio italiano. E cosa questo, portato agli estremi, possa significare, lo stiamo vedendo drammaticamente in questi giorni appena dietro casa nostra, in Emilia-Romagna.
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