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Piano veneto anti-siccità: 6 priorità per 400 milioni. Ecco i progetti inviati al governo

La Regione invia al ministero delle Infrastrutture l’elenco delle opere necessarie: torna la diga del Vanoi. Pioggia, anche aprile negativo: -24% sulla media, da ottobre solo 415 millimetri

matteo marian
Aggiornato alle 2 minuti di lettura
La foce dell’Adige: previsti lavori contro la risalita del cuneo salino 

Priorità a sei interventi per 400 milioni di euro. La pioggia di questi giorni, infatti, conforta ma non risolve il problema. Così ieri la Regione ha trasmesso al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il piano degli interventi anti-siccità da oltre 2 miliardi euro indicando, in particolare, come prioritarie sei opere.

La principale è quella relativa alla realizzazione della diga del Vanoi per 150 milioni di euro. L’invaso è previsto al confine tra Veneto e Trentino: attraverso una diga a “gravità” si conta di creare, grazie all’apporto del torrente Vanoi (principale affluente del torrente Cismon, a sua volta principale affluente del fiume Brenta) una banca dell’acqua da 30-40 milioni di metri cubi. Un’opera a lungo contestata che pare destinata ad aprire un fronte tra Veneto e Trentino (Lamon e Canal San Bovo i comuni interessati).

Il piano anti sete

Oltre alla diga del Vanoi (previsto un uso plurimo acquedottistico, irriguo, idroelettrico) le priorità venete sono: realizzazione di una galleria scolmatrice alla diga di Bastia (Belluno); interventi sulla diga del Corlo ad Arsiè (Belluno); realizzazione di un bacino di invaso sul Torrente Astico (bacino di Meda) nel Comune di Velo d’Astico (Vicenza); lavori di adeguamento dello sbarramento anti-sale alla foce dell’Adige «con bacinizzazione del fiume per contenimento dell’acqua dolce a monte dello stesso» a Cavanella d’Adige (Chioggia); sistema integrato di opere per il contrasto alla risalita del cuneo salino «ai fini della tutela della risorsa idropotabile, irrigua e ambientale» nei sistemi fluviali del Veneto Orientale nei Comuni di Caorle, Eraclea e Concordia Sagittaria.

L’elenco delle opere

Le valutazioni

I sei interventi prioritari segnalati alla Cabina di regia ad hoc costituita dal Governo «serviranno a mettere in sicurezza il territorio, gestire meglio la rete idrica, costruire riserve d’acqua ed evitare gli sprechi attuali dovuti a infrastrutture idrauliche vetuste» sottolinea il presidente della Regione, Luca Zaia.

«Agli interventi urgenti vanno aggiunti i numerosi interventi alla rete acquedottistica in tutto il territorio regionale – sottolinea ancora il presidente della Regione –. Sono opere e interventi specifici che servono a garantire l’acqua potabile in tutto il territorio regionale soprattutto in caso di siccità prolungata come quella dello scorso anno. L’obiettivo è garantire il servizio idrico a tutti i livelli, soprattutto nelle zone più a rischio».

La situazione

La pioggia di questi giorni ha reso ha reso meno drammatica la situazione nei bacini veneti, ma il deficit, in vista della stagione estiva, pare oramai strutturale. Nel mese di aprile, infatti, sono caduti 71 millimetri di pioggia contro una media (1994-2022) di 93, pari al 24% in meno. Il dato emerge dal report mensile dell’Agenzia per l’ambiente Arpav.

Nei sette mesi tra ottobre e aprile – si legge – in Veneto sono caduti 415 millimetri contro i 605 della media degli ultimi 30 anni. Il deficit pluviometrico più elevato si registra sui bacini del Brenta, del Livenza e del Piave.

Per quanto riguarda la neve, dal primo ottobre al 30 aprile si registra un deficit del 36%. Il livello del lago di Garda, seppure in lieve crescita, si mantiene nettamente inferiore alla media. Per le falde permane la situazione di scarsità.

Anche le portate dei fiumi sono ovunque prossime o inferiori alla metà della media mensile storica. Per quanto riguarda la neve, aprile è stato freddo (-1,3 gradi), inferiore alla norma 1991-2020. Le temperature inferiori alla media hanno così rallentato la fusione del manto nevoso.

Complessivamente nel mese sono caduti 70-100 centimetri di neve fresca a 2000 metri nelle Dolomiti e in Alpago, e 30-40 a 1600 metri nelle Prealpi. A 2600 metri il cumulo di neve fresca è stato superiore ai 120 centimetri. La sommatoria di neve fresca da ottobre evidenzia un deficit del 36%, pari a 200 centimetri di neve fresca a 2000 metri, di 130 a 1600 metri e di 70-120 nei fondovalle delle Dolomiti.

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