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Cantieri color rosso sangue e irregolarità: ecco l’Osservatorio Legalità della Cgil Veneto

Il report di marzo 2023 segnala molti lavoratori in nero e carenza di sicurezza: una piaga apparentemente senza fine. Tutti i casi presi in esame

Aggiornato alle 62 minuti di lettura

E' uscito l'Osservatorio legalità della Cgil Veneto relativo al marzo 2023

 

Il Rapporto a cura di Ilario Simonaggio, responsabile dipartimento Legalità CGIL Veneto, presenta una serie di 95 eventi selezionati nel mese di marzo 2023 riguardanti atti, azioni, processi meritevoli di attenzione sindacale e dei portatori di interesse pubblico. In premessa, il ringraziamento doveroso ai magistrati e agli uomini delle forze dell’ordine che con il loro lavoro rinforzano l’argine democratico e favoriscono la convivenza civile nei nostri territori.

“I Rapporti mensili – scrive Simonaggio in premessa – sono prodotti per consentire uno sguardo d’insieme sulla realtà veneta. Non ci stancheremo di ripetere che la presa d’atto formale e sostanziale del fatto che non esistono “isole felici” aiuta una indispensabile crescita culturale e di consapevolezza generale per combattere ogni forma di illegalità.

“Sarebbe buona cosa, in presenza di fatti incontrovertibili, evitare la solita pletora di dichiarazioni fuori luogo e tempo del tipo “la mafia in Veneto non esiste”, oppure “si tratta di un caso isolato”, perché la quantità e la "qualità" dei casi raccontano una ben diversa realtà fattuale. Per curare qualsiasi malattia, è buona norma non negare l’evidenza. Vanno fatte le dovute distinzioni, ma è indubbio che anche i reati di seguito descritti sinteticamente sono parte della realtà veneta.

E ancora: “La dimensione impressionante dei casi di un solo mese induce più di qualche riflessione. Temiamo che, al pari dell'inesistente modello veneto in tema di ambiente e salute, anche a proposito della legalità c'è ben poco di virtuoso. E la constatazione che questi problemi non siano un'esclusiva del nostro territorio, ma interessino tutto il Paese, non ci esime dal dovere di cercare rimedi efficaci e di metterli in pratica”.

Sette macro capitoli di reati

Le notizie numerate sono raccolte in sette capitoli di reati, per favorire l’immediata ricerca delle notizie che più interessano: Associazioni criminali anche di stampo mafioso; terrorismo e violenza politica; sfruttamento lavorativo; ambiente; pubblica amministrazione; droga, rilevanti evasioni fiscali. Inoltre nei titoli appare sempre il territorio veneto cui la notizia si riferisce e la fonte da cui è tratta.

In evidenza questo mese: ndrangheta a Pediatria a Padova (1.4); dimezzata la pena in Corte d’Appello all’anarchico Sorroche (2.3); caporalato in Polesine 159 cittadini pachistani vittime di sfruttamento (3.8); devastante incendio alla Superbeton di Ponte della Priula, 5 indagati tra cui il titolare Grigolin (4.5); RSA degli orrori a San Donà di Piave (5.5.); Corriere della droga bloccato in auto con 220 chili di cocaina (6.2.); fatture false per 200 milioni di euro tra Veneto e Sardegna (7.14).

1. Associazioni criminali anche di stampo mafioso.

1.1. Sentenza di primo grado a Verona indagine “Isola Scaligera”.

Il Tribunale di Verona (giudice Pasquale Laganà e a latere i colleghi Valentina Fabiani e Enrico Zuccon), nell’udienza del 1° marzo 2023, ha emesso per la locale di mafia della cosca Arena – Nicoscia - Giardino un totale di 16 condanne, per 150 anni di carcere (la Procura DDA di Venezia aveva chiesto 23 condanne per 238 anni di carcere). La pena più alta al capo della locale mafiosa Antonio Giardino, alias “Totareddu il grande”.

Si tratta del primo processo celebrato contro la mafia a Verona. Sono stati assolti 7 dei 23 imputati, tra cui Antonella Bova (la moglie di Giardino), per la quale i PM della DDA di Venezia, Stefano Buccini e Lucia D’Alessandro, avevano chiesto 26 anni di carcere.

Gli arresti erano stati eseguiti all’alba del 4 giugno 2020. I reati contestati hanno retto alla prova processuale: spaccio di droga; estorsione; intestazione fittizia di beni; riciclaggio; emissione e utilizzazione di fatture false per operazioni inesistenti; favoreggiamento; illecita detenzione di armi; minacce e lesioni; simulazione di reato; truffe; corruzione; turbata libertà degli incanti.

Riconosciuta l’aggravante mafiosa al sodalizio criminale, mentre sono andati assolti dall’accusa dell’aggravante di associazione armata. Riconosciuti i danni alle uniche 3 parti civili che si sono costituite a processo: AMIA, Regione Veneto e CGIL Veneto e Verona. I risarcimenti provvisori: 150.000 euro alla Regione Veneto (quantificazione del danno in sede civile) e 15.000 euro a AMIA e CGIL. Nell’ambito dello stesso processo, l’ex presidente di AMIA, Andrea Miglioranzi, era già stato condannato in rito abbreviato a 2 anni e 8 mesi di carcere per i corsi aziendali fantasma sulla sicurezza sul lavoro ed è ora in attesa dell’appello con altri 18 imputati (L’Arena, il Correre del Veneto, Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 2 marzo 2023; L’Arena del 3 marzo 2023).


1.2. Il Processo ai Casalesi di Eraclea.

L’udienza del 2 marzo 2023 (rito ordinario, processo di primo grado in aula bunker a Mestre) ha visto la deposizione dell’ex capo della Mobile di Venezia (ora questore a Napoli) Alessandro Giuliano e del sostituto commissario Francesco Protopapa. Alessandro Giuliano, rispondendo alle domande delle difese degli imputati: “Eraclea era nell’orbita mafiosa, e i segnali erano chiari già nel 2006”, “Certo ci trovavamo con una serie di elementi che andavano approfonditi, ma ci si fermò nel 2007”.

Allarmante il tessuto criminale, con presunte torsioni dell’ex sindaco Teso verso Donadio e Poles. I fari si erano accesi già nel 2002: per le minacce e ritorsioni nei confronti di imprenditori edili (operai e capicantiere malmenati dal sodalizio criminale), per una soffiata sulla copertura, che sarebbe stata offerta da Raffaele Buonanno e Luciano Donadio, della latitanza dell’allora primula rossa dei casalesi (accusato di omicidio) Antonio Iovine, oppure per il presunto sostegno economico alla famiglia e a un detenuto per omicidio di camorra, come Daniele Corvino.

La richiesta di indagini approfondite proveniva da Napoli, dal procuratore Raffaele Cantone. Secondo le impressioni di un investigatore di primissimo livello come Alessandro Giuliano, c’era un dominio incontrastato di Donadio ad Eraclea. Aver fermato le indagini per ben due volte (2002 e 2007) appare come una sconfitta, a quel tempo, dello Stato. Come è noto, le indagini sono poi riprese nel 2009 a cura del PM Roberto Terzo e hanno portato agli arresti del febbraio 2019.

L’udienza del 9 marzo 2023 ha visto la deposizione, in qualità di teste, dell’ex ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, già prefetto a Venezia per 2 anni esatti: da gennaio 2010 a gennaio 2012. Lamorgese: “non ricordo segnalazioni specifiche relative alla presenza di Casalesi ad Eraclea”, il succo della deposizione.

Le difese sono riuscite a far sfilare tutti i prefetti di Venezia dal 2000 al 2019, che hanno affermato di non aver mai sentito parlare di mafia ad Eraclea. I PM Terzo e Baccaglini hanno fatto aggiungere a tutti che si trattava di indagini della DDA lagunare, coperte dal segreto istruttorio. A Lamorgese non è stato possibile chiedere (impedimento imposto dal giudice Manduzio, su esplicita indicazione delle difese perché non attinente il processo) perché non ha sciolto per mafia il Comune nel 2020. Sempre le difese non hanno voluto audire il prefetto Vittorio Zappalorto sulla relazione fatta per lo scioglimento del Comune per mafia. Gli atti di questa vicenda sono “segreto di Stato”, con sentenza del Consiglio di Stato. Gli altri prefetti auditi: Giuseppe Leuzzi (2000-2005), Guido Nardone (2005-2009) e Domenico Cuttaia (2012-2016). I prefetti ascoltati hanno confermato: “Eraclea non esisteva un problema di mafia”.

L’udienza del 16 marzo 2023 ha visto la deposizione dell’assessore regionale al turismo Federico Caner. Caner ha dichiarato di non aver ricevuto nessuna segnalazione di infiltrazioni mafiose a Eraclea e che non c’è stato nessun danno al turismo dalla presenza di un clan di casalesi. Di pari tenore la deposizione di Massimo Zanon, presidente della Camera di Commercio di Venezia. Infine, l’ex prefetto Carlo Boffi, sentito in questa udienza, ha nei fatti confermato le dichiarazioni degli altri colleghi. Ha comunque precisato che “non vi è alcun obbligo che imponga alle procure di avvisare la prefettura di indagini in corso, tanto più se ancora coperte da segreto”.

Luciano Donadio, il 20 marzo 2023, è tornato in aula in Tribunale a Venezia per il processo Fincantieri sullo sfruttamento del lavoro nei subappalti. In questo caso Donadio è accusato di fatture false per operazioni inesistenti. L’imputato principale è il bengalese Kamruzzaman Bhuiyan Atm, titolare della Gold Bengol, che – secondo l’accusa - sfruttava i dipendenti. Si è reso irreperibile. Processo sospeso e disposte le ricerche del contumace sino al 2047.

L’udienza del 23 marzo 2023 ha visto la deposizione centrale dei due dirigenti di Polizia del tempo, Parente e Odorisio. Sul presunto aggregato criminale che ruotava intorno a Donadio, Parente, ora alla Digos di Roma, conferma le tesi della Procura. A suo avviso, il gruppo Donadio era autonomo ma con legami con Casal di Principe (CE).

Mancano tuttavia riscontri certi sull’affiliazione pregressa al clan, anche se Donadio pare mettesse a disposizione somme di denaro per le spese legali di Daniele Corvino. Nessun dubbio di Parente invece sui reati spia commessi con intimidazioni, estorsioni, armi da fuoco. Vigeva un clima di omertà e paura tra gli imprenditori, presunte vittime di Donadio, che hanno raccontato fatti senza mai presentare denuncia. Donadio dava ordini e i suoi uomini eseguivano. Odorisio, ora questore a Monza, conferma i contatti, tramite Raffaele Buonanno, la cui moglie era cugina di primo grado, con affiliati al clan Bidognetti. Il gruppo criminale avrebbe avuto la sua base operativa locale nel punto Snai di Eraclea gestito da Adriano Donadio, il figlio di Luciano.

Il Comune di Eraclea istituisce il “tavolo della legalità”, ma nel contempo sindaco e maggioranza consiliare decidono di non partecipare alla manifestazione per la legalità di lunedì 27 marzo 2023 promossa dalle organizzazioni sindacali confederali. La ragione: “parlare di mafia procura effetti negativi alla località balneare”. Il patriarca di Venezia, dal palco centrale della piazza di Eraclea: “per battere le mafie serve l’impegno di tutti” (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 3 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 10 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino del 17 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino del 21 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 24 marzo 2023; Il Gazzettino del 25 marzo 2023; Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 27 marzo 2023; Il Corriere del Veneto e La Tribuna di Treviso del 28 marzo 2023; Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 29 marzo 2023).

1.3 Delitto Toffanin a Padova, la deposizione del pentito di mafia Stefano Galletto.

Stefano Galletto, il superpentito della mafia del Brenta, ricostruisce - interrogato dagli inquirenti (PM Roberto D’angelo della Procura di Padova) - una serie di colloqui avuti anche in carcere. “Nella mala tutti sapevano dello scambio di persona”, ma di questo episodio non se ne parlava perché era una macchia imperdonabile sbagliare obiettivo, un segno di incapacità per dei killer professionisti.

In carcere nel 1997 (5 anni dopo l’omicidio), Favaretto (l’attuale indagato per l’omicidio) gli disse: “se vengono, c’è chi può dire che avevo un alibi per quella sera”. Felice Maniero, attualmente in carcere per scontare la condanna per i maltrattamenti all’ex moglie, sostiene: “mai saputo nulla di quel delitto”. Nel frattempo gli inquirenti stanno procedendo con una lunga serie di interrogatori che coinvolgono tutti i vertici della Mala del Brenta, familiari e compagne alla ricerca di movente e tracce. Gli inquirenti tengono le bocche cucite. Le indiscrezioni parlano di molti “non so e non ricordo”, ma anche di conferme importanti che li spingono a non mollare.

L’interrogatorio di Felice Maniero (in carcere a Pescara), avvenuto il 24 marzo 2023 e durato parecchie ore, ha fornito, a detta degli inquirenti, elementi utili per l’indagine. Ora si dovranno cercare i riscontri delle dichiarazioni spontanee. Spuntano nel frattempo: un pentito che racconta “feci i nomi dei killer nel 1995 e non ci furono indagati; posso svelare altri segreti della banda”, e una lettera anonima arrivata in Procura che narra particolari inediti (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 7 marzo 2023; Il Corriere del Veneto del 14, 15, 24, 25, 26 marzo 2023; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 16 marzo 2023; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 21 marzo 2023; La Nuova Venezia del 24 marzo 2023; Il Corriere del Veneto del 5 aprile 2023).

1.4 ‘Ndrangheta nel cantiere di Pediatria Padova, scatta l’interdittiva antimafia per l’impresa del subappalto.

La società Sidem Costruzioni, con sede a San Martino di Lupari (PD), lavorava in subappalto per la Setten Genesio di Oderzo (TV), a capo del raggruppamento temporaneo e società capofila della cordata vincitrice dell’appalto per il rifacimento della struttura di Pediatria dell’Azienda Ospedaliera di Padova. La Sidem forniva, nel subappalto da 490.000 euro, il calcestruzzo per l’edificio.

Il prefetto di Padova, Raffaele Grassi, ha firmato l’interdittiva antimafia in quanto l’azienda è retta dalla cugina del noto boss mafioso Nicolino Grande Aracri di Cutro (KR). La cosca Grande Aracri è una delle più potenti ndrine ed è nota in tutto il nordest, dopo le indagini Aemilia sulla ricostruzione del terremoto del 2012. I lavori proseguono, in quanto il provvedimento non interessa le altre imprese e quindi non ferma la realizzazione della struttura sanitaria.

L’amministratrice della società Sidem Costruzioni, Giuseppina De Luca, annuncia il ricorso al TAR Veneto per la revoca della decisione, sostenendo che lei e il padre Michele che lavorano nell’impresa “sono cugini di Nicolino Grande Aracri, ma che le parentele non se le possono scegliere, lavorare onestamente sì”.

La Sidem Costruzioni, nata nel 2018, dà lavoro a una ventina di dipendenti. Il fatturato è cresciuto costantemente ogni anno. Ha realizzato in Veneto, in questi anni, altre importanti opere pubbliche. La CGIL del Veneto e di Padova si posizionano sulla vicenda con un comunicato stampa che invita a difendere l’attuale impianto normativo del Codice degli Appalti pubblici (senza ridurre la maglia dei controlli) e a favorire la riduzione e qualificazione delle stazioni appaltanti (Il Corriere del Veneto del 15, 16, 17 marzo 2023; Il Mattino di Padova del 15, 16 e 17 marzo 2023; Il Gazzettino del 15 e 16 marzo 2023; La Tribuna di Treviso del 15 marzo 2023).

1.5 Antonio Mangone, boss dell’ndrangheta del clan Bolognino, si pente e chiede protezione allo Stato.

Antonio Genesio Mangone, l’esperto in estorsioni a imprenditori veneti, condannato in primo e secondo grado a Venezia a 12 anni di carcere per associazione mafiosa, con i fratelli Michele e Sergio Bolognino (locale veneta del clan Grande Aracri di Cutro), testimonia in un processo in corso, in aula bunker a Lamezia Terme (CZ), contro le cosche del Vibonese, dichiarando il pentimento e chiedendo la protezione dello Stato.

Per rendere credibile il pentimento, racconta la decisione presa di “far fare una brutta fine al PM Gratteri” da parte di Gianfranco Ferrante, mafioso in carcere a Siracusa appartenente alla cosca Mancuso di Limbadi (RC). Mangone attende la decisione della Corte di Cassazione, in luogo protetto, dando per certo che il clan di Ferrante vorrà provare a fargli pagare cara la deposizione (Il Corriere del Veneto del 22 marzo 2023).

1.6 Gino Causin ex della “mala del Brenta” aggredisce un agente in carcere.

L’ergastolano Gino Causin, a processo il 19 aprile 2023, con altri 55 imputati, per la “Mala del Tronchetto”, nel quale è accusato dalla Procura veneziana (PM Giovanni Zorzi) di aver partecipato all’organizzazione di stampo mafioso, con i sodali di un tempo (Gilberto Boatto e Paolo Pittarello) e altri soggetti, per tornare a dettare legge sul ricco mercato del trasporto acque a Venezia, finanziandosi con rapine, estorsioni, traffico di droga. Il mese precedente (il 12 marzo 2023), nel carcere alle Molinette a Torino, ha sferrato un pugno al viso di un agente.

L’aggressione è avvenuta al termine di una colluttazione scaturita da un atto di autolesionismo. Quando gli agenti sono intervenuti per fermarlo sono stati colpiti con pugni e calci, nel vano tentativo di divincolarsi. L’agente colpito è stato ricoverato in ospedale con una prognosi di 10 giorni. Causin, condannato in via definitiva all’ergastolo per gli omicidi dei fratelli Rizzi (Maurizio e Michele) e del cugino Michele, ha 77 anni ma, ottenuta la “semilibertà” per motivi di salute, una volta uscito dal carcere avrebbe ripreso i contatti con i vecchi sodali per portare avanti gli “affari” di un tempo. Con l’operazione contro la mala del Tronchetto, la semilibertà gli era stata sospesa e si erano riaperte le porte del carcere. Dopo la vicenda del 30 settembre 2022, con l’accoltellamento di Loris Trabujo in aula bunker da parte di Paolo Pittarello, non si possono nutrire dubbi sulla pericolosità della “banda dei mestrini”, nonostante la non più verde età (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 14 marzo 2023).

1.7 Mafia e usura nel foggiano, scatta un arresto anche nella Marca.

Alessandro Marasco, originario di Foggia, trasferito per lavoro la scorsa estate a Volpago del Montello (TV), è uno degli 11 indagati nell’inchiesta sulle cosche foggiane. Marasco, dipendente di un’azienda di Giavera del Montello, è tra gli 8 arrestati dalla Guardia di Finanza. I reati contestati sono: usura, estorsioni, ricettazione, intestazione fittizia di beni, aggressioni agli imprenditori vittime di tassi di interesse del 600% e costretti ad assumere i loro strozzini. I fatti contestati, con l’aggravante mafiosa (clan Moretti- Lanza- Pellegrino), sarebbero stati consumati tra Foggia e Pescara.

Il provvedimento è stato emanato dal GIP della Procura DDA dell’Aquila, con il corollario di sequestri conservativi per 2 milioni di euro e decine di perquisizioni nelle province di Pescara, Foggia, Grosseto (Il Gazzettino del 16 marzo 2023).

1.8 Maxi inchiesta sul bonus facciate, spunta un ndranghetista e ex operaio di Eraclea di Luciano Donadio.

L’inchiesta trevigiana sulla truffa messa in atto attraverso il bonus facciate fa spuntare nomi di soggetti vicini ai ‘casalesi’ e all’ndrangheta. Tra coloro che avrebbero fatto gli incassi più ricchi ci sono Luigi Criscuolo (coinvolto nell’inchiesta sui casalesi di Eraclea) e Francesco Leonardo Moscato, fratello di un killer di ndrangheta, ora pentito.

I due fanno parte dei 20 indagati della Procura di Treviso per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato. Sia Criscuolo sia Moscato, come gli altri indagati, avrebbero aperto partite IVA ottenendo lauti guadagni, dichiarando falsi lavori con il bonus facciate, e usufruendo così dei crediti fiscali corrispondenti. La Guardia di Finanza ha sequestrato a Criscuolo 3 milioni di euro di crediti e 8 milioni di euro a Moscato.

Le Fiamme Gialle considerano una delle menti della truffa il ragioniere di Ponte di Piave, Giorgio Scarso, e lo studio di consulenza fiscale che porta il suo nome. Criscuolo, arrestato nel 2009 per spaccio di droga, era diventato poi un pentito, ma secondo l’accusa avrebbe mantenuto i rapporti e le attività di un tempo (Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 13 marzo 2023).

2 Terrorismo e violenza politica.

2.1 Unabomber disposti incarichi e fatto l’incidente probatorio.

Il GIP di Trieste Luigi Dainotti il 13 marzo 2023 nel corso dell’incidente probatorio ha assegnato al generale Giampietro Lago, comandante del RIS di Parma e alla professoressa Elena Pilli antropologa molecolare dell’Università di Firenze l’incarico di analizzare dieci reperti recuperati sui luoghi di altrettanti dei 34 attentati attribuiti a Una Bomber e compiuti tra il veneto e il Friuli tra il 1994 e il 2007 e di compararli con il profilo genetico degli 11 indagati.

Possibile anche accedere alla banca del DNA per le indagini di interesse investigativo in corso ai fini di dare un nome a Una Bomber. Nominati i periti di parte a cura degli 11 indagati, previsto il deposito del DNA per chi non lo avesse ancora fatto. Previsti sei mesi per il deposito della perizia. Si torna in aula il 9 ottobre 2023. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 14 marzo 2023).

2.2 Il processo alla “pista veneta” a Brescia per la strage di Piazza della Loggia del28 maggio 1974.

Si è aperto il 23 marzo 2023, il processo per l’attentato fascista eseguito, secondo l’accusa, da due veronesi di Ordine Nuovo. Sono passati quasi 50 anni dall’attentato compiuto durante una manifestazione sindacale CGIL CISL UIL.

La ricostruzione dei fatti della Procura di Brescia è nota da tempo e si inserisce nel solco tracciato dalla sentenza di Cassazione che nel 2017 rese definitive le condanne all’ergastolo per il veneziano Carlo Maria Maggi, all’epoca leader di Ordine Nuovo, e per l’informatore del SID, Maurizio Tramonte. I due condannati uno per aver ideata e l’altro per “non averla” impedita. Ora il processo riguarda i presunti esecutori materiali che piazzarono l’ordigno in un cestino di rifiuti in piazza. I due sotto processo sono Roberto Zorzi e Marco Toffaloni (minorenne) due giovanissimi fascistelli usati alla stregua di bassa e indispensabile manovalanza. Zorzi dopo 12 anni di indagini dovrà comparire o farsi rappresentare nell’udienza preliminare, mentre per Toffaloni finirà imputato davanti al Tribunale per i minorenni. Zorzi che vive stabilmente da decenni negli USA, allevando cani, nega tutto in udienza tramite i propri legali. Per Zorzi diventa decisiva la deposizione dei testimoni che lo avrebbero visto al punto ristoro della Verona-Caprino in via Mameli quella mattina della strage. L’udienza di è aperta con la costituzione delle parti civili (23) tra cui il Comune di Brescia e le confederazioni CGIL CISL UIL. Il Governo non si è costituito parte civile, la polemica politica è subito montata, ma nel pomeriggio il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano ha assicurato che chiederà l’Avvocatura di Stato chiederà al GUP la remissione dei termini per potersi costituire al fianco dell’associazione dei familiari delle vittime presieduta da Manlio Milani. Per la procura ha esposto i capi d’accusa il sostituto procuratore Caty Bressanelli. Prossima udienza il 20 aprile 2023. (L’Arena e Corriere del Veneto del 24 marzo 2023).

2.3 Pena dimezzata in Corte d’Appello per l’anarchico Sorroche per le bombe alla sede della Lega di Treviso.

La Corte d’Appello di Venezia, presieduta da Carlo Citterio, nell’udienza del 28 marzo 2023, dopo 7 ore ha deciso di dimezzare la pena stabilita in primo grado il 9 luglio 2022. Dovrà scontare 14 anni e 10 mesi invece di 28 anni. Per i giudici ha attentato all’incolumità personale non alla vita delle persone. Il Sarroche aveva piazzato due ordigni all’esterno della sede della Lega a Treviso. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. Poi ognuna delle parti valuterà se ricorrere alla Corte di Cassazione. La Lega di Treviso parla di “decisione figlia del buonismo”. (Il Gazzettino del 9 marzo 2023; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 29 marzo 2023).

3 Sfruttamento lavorativo (caporalato, diritti violati, sicurezza sul lavoro negata).

3.1 Muore a Padova schiacciato dal portone del condominio, si indaga sulla dinamica.

Diego Luison, titolare dell’impresa che porta il suo nome, è morto il 17 febbraio 2023, durante un trasloco, in pieno centro cittadino, schiacciato da un portone che è uscito dall’anta. Il PM della Procura patavina, Silvia Golin, titolare dell’inchiesta ha nominato un consulente per effettuare una serie di accertamenti sulla ‘porta incriminata’: le condizioni del portone prima dell’incidente; se l’amministratore del condominio fosse a conoscenza dei problemi di staticità della porta; se i condomini sapessero e avessero segnalato queste anomalie; se la vittima ha commesso qualche errore nell’apertura della porta. Il consulente dovrà fare una relazione dettagliata, entro 60 giorni, sulla dinamica della caduta del portone, che non ha lasciato scampo alla vittima, visto che l’autopsia non lascia dubbi sulla causa della morte sopraggiunta in conseguenza di infortunio sul lavoro (Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 2 marzo 2023).

3.2 La Guardia di Finanza alla discoteca Fellini di Valdagno (VI), in nero tutti i dipendenti.

Durante una festa di Carnevale la Guardia di Finanza ha effettuato un controllo alla discoteca Fellini di San Quirico di Valdagno, trovando diverse irregolarità. La più grave: su 13 lavoratori in servizio nessuno era in regola. Tutti in nero e pagati in contanti. Le altre irregolarità: alcolici serviti anche a minori di 15 anni, e 2 avventori che fumavano uno spinello. Sanzioni complessive alla titolare dell’esercizio per 165.000 euro, oltre alla chiusura immediata del locale. Pagata subito la multa di 10.000 euro, a cui ha fatto seguito l’avvio della regolarizzazione dei lavoratori per riaprire subito l’attività. Rimane la maxi sanzione da 140.000 euro, all’esame della società che gestisce la discoteca (Il Giornale di Vicenza del 3 marzo 2023).

3.3 Lavoratori in nero e senza sicurezza a Treviso: fermati 8 cantieri.

I Carabinieri del Nucleo tutela del lavoro, congiuntamente all’ispettorato del lavoro, hanno pianificato una serie di controlli di cantieri edili, aziende commerciali e agricole. 8 attività sospese per aver impiegato lavoratori in nero, oltre a impalcature senza protezioni o assenza di formazione ai lavoratori. I controlli hanno riguardato prevalentemente il settore edile (4 sospensioni di cantieri). Sospesa poi l’attività di un parrucchiere a Castelfranco Veneto (6 dipendenti tutti in nero e 3 irregolari sul suolo nazionale) e a Casale sul Sile (gravi irregolarità in materia di igiene e sicurezza sul lavoro e mancanza del Documento di Valutazione dei rischi).

Complessivamente, sanzionate 5 attività nel settore commercio. Infine, nel settore agricolo, sospesa un’attività d’impresa a Susegana per lavoratore in nero, che operava su piattaforma aerea (taglio alberi) senza protezioni per prevenire le cadute dall’alto. Elevate sanzioni per 230.000 euro. Questa attività di controllo dimostra quanto siano diffuse irregolarità di ogni genere sul lavoro.

I Carabinieri hanno spiegato che nel 2022 hanno controllato 141 imprese nel territorio trevigiano, trovando 220 inadempienze in materia di sicurezza sul lavoro, che hanno portato alla sospensione di 20 attività (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 7 marzo 2023).

3.4 Ucciso dall’amianto a Venezia, forte impegno per trovare chi risarcisce i familiari della vittima.

La vittima si è spenta nel 2019, tra sofferenze indicibili. Aveva lavorato nello stabilimento di produzione di alluminio a Fusina (VE), dall’apertura della fabbrica sino al 2006. Le proprietà che si erano succedute (Alluminia, Alumix, Sava) sono oggi scomparse dal casellario delle imprese, salvo Edison, che si trova ora a concorrere nelle responsabilità per la morte dell’operaio. Il giudice ha concesso ai familiari della vittima i cosiddetti “benefici dell’amianto della legge del 1992”, con un risarcimento di quasi 70.000 euro e la metà delle spese legali sostenute. Tocca ora a Edison Spa liquidare i familiari (Il Corriere del Veneto dell’8 marzo 2023).

3.5 Morto sul lavoro a Annone Veneto (VE), caduto da un’impalcatura.

Michele Davanzo, al lavoro in una cantina di Annone Veneto per un intervento di manutenzione straordinaria all’impianto di condizionamento, cade dall’impalcatura (alta 4 metri) e muore. La tragedia, il 6 marzo 2023, dentro l’azienda ‘Vini Tenuta S. Anna’. Montato il trabatello, l’operaio dipendente della Frigomeccanica di Musile di Piave (VE) si era messo al lavoro per l’intervento richiesto. Il tecnico è precipitato, sbattendo violentemente la testa al suolo.

Le indagini, disposte dalla Procura di Pordenone (competenza territoriale), è a cura di Carabinieri e SPISAL. Occorre comprendere bene cosa non abbia funzionato sul fronte della prevenzione dei rischi. Di certo, l’impalcatura non ha ceduto. In questi casi sono fondamentali le protezioni individuali di sicurezza (caschetto e imbrago), da indossare correttamente. Disposta dalla PM Monica Carraturo l’autopsia. Richiesta allo SPISAL la relazione sulla dinamica dei fatti. La PM ha iscritto 4 persone nel registro degli indagati e ha chiesto al perito medico legale, nominato dal tribunale, una relazione sulle cause della morte (esame autoptico). Disposto il sequestro dell’area di lavoro, dell’orologio e del telefono cellulare della vittima.

L’autopsia ha confermato la morte per trauma cranico. La scientifica dei Carabinieri ha svolto un nuovo sopralluogo il 15 marzo 2023, alla ricerca di elementi utili per le indagini. La Fiom CGIL ha dichiarato lo sciopero di un’ora, con un appello: “servono più controlli, più formazione e più risorse per la sicurezza” (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 7 marzo 2023; Il Corriere del Veneto e La Nuova di Venezia dell’8 marzo 2023; La Nuova di Venezia del 9 marzo 2023; Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 10 marzo 2023; Il Corriere e Il Gazzettino del 14 marzo 2023)

3.6. Morto sul lavoro, CGIL e CISL ammessi come parti civili al processo a Treviso.

L’udienza in Tribunale a Treviso, del 3 marzo 2023 (Gup Cristian Vettoruzzo, processo per la morte del giovane edile Mattia Battistetti), ha visto l’ammissione come parti civili delle Confederazioni sindacali CGIL e CISL e dell’Associazione Invalidi e Mutilati sul lavoro (ANMIL). Il giovane edile era morto in un cantiere edile a Montebelluna (TV), schiacciato dal carico (15 quintali) di una gru. Per la morte sono indagati (PM Giovanni Valmassoi) 6 uomini, rappresentanti delle imprese o responsabili della sicurezza. Non è una novità assoluta ma potrebbe fare scuola dopo la riforma del processo penale voluta dal ministro Cartabia. Il giudice che sentenziato, a proposito dei sindacati e di Anmil: “tutelano la salute e sicurezza dei luoghi di lavoro e sono radicate nel territorio”. Ha inoltre aggiunto: “La violazione della normativa antinfortunistica può cagionare un danno alle associazioni nella perdita di credibilità di tutela delle condizioni di lavoro in riferimento alla sicurezza…”. Il legale difensore degli indagati ha chiesto una nuova perizia sulla gru incriminata, sostenendo che la consulenza della Procura è “inaccettabile”. Il commento del segretario generale della CGIL Treviso: “L’ammissione del sindacato come parte civile diventa apripista alla nostra partecipazione ad altri processi, come portatori di istanze collettive”. La prossima udienza fissata per il 3 maggio 2023, per discutere anche gli eventuali rinvii a giudizio (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La tribuna di Treviso del 4 marzo 2023).

3.7 Quattro attività irregolari a Rovigo, lavoro nero e carenze sulla sicurezza.

Il Nucleo tutela del lavoro dei Carabinieri ha passato al setaccio alcune aziende del settore commercio. Sanzionate 4 attività, con multe per 37.000 euro. Le violazioni (lavoro nero e carenze sulla sicurezza) in un bazar, una pompa di benzina e due ristoranti. Il lavoro nero è stato trovato in un commercio al dettaglio di titolari cinesi a Castelnovo Bariano, e in una pompa di benzina a Lendinara. I provvedimenti di sospensione dell’attività hanno poi colpito anche due ristoranti, per gravi violazioni della sicurezza sul lavoro (Il Corriere del Veneto del 19 marzo 2023).

3.8 Caporalato in Polesine, inchiesta sino al ferrarese, coinvolte numerose società agricole, vittime cittadini pachistani.

L’operazione Zafira condotta lo scorso anno dai Carabinieri di Rovigo e Ferrara, con la collaborazione dell’Ispettorato del Lavoro, aveva permesso di scovare 18 aziende di Canaro e Rosolina (Ro), accusate penalmente per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Ora, per i 18 imprenditori agricoli, arrivano le sanzioni (700.000 euro di multa) per aver impiegato 159 lavoratori pachistani “in nero”, oltre ad aver presentato false dichiarazioni sulle presenze di lavoratori regolari e gli orari di lavoro.

L’anno scorso emesse 3 misure cautelari per caporalato contro altrettanti cittadini pachistani. Accertamenti in corso per quantificare il recupero contributivo evaso (32.000 euro) (Il Corriere del Veneto e La Voce di Rovigo del 26 marzo 2023).

3.9 Scarsa sicurezza e lavoro nero a Padova, licenza sospesa a 5 attività.

I Carabinieri del Nucleo tutela del lavoro hanno eseguito una serie di controlli in esercizi commerciali della provincia di Padova, che hanno prodotto la sospensione di 5 attività e sanzioni per 145.000 euro. La multa più alta a un fast food kebab di Abano Terme (40.000 euro), con 1 lavoratore su 2 in nero e una lunga lista di violazioni della sicurezza sul lavoro. Sanzione di 28.000 euro a un bar della bassa padovana, con 2 lavoratori senza contratto e assenza del DUVRI.

Il terzo caso: un distributore di carburanti con annesso servizio di gommista nella periferia nord di Padova, dove tra i 5 lavoratori impiegati 1 meccanico gommista risulta in nero da 3 anni, oltre a un lungo elenco di violazioni: dal mancato rinnovo del RSPP all’esistenza di un impianto di videosorveglianza non autorizzato. Il quarto caso: un supermarket di Cittadella, dove 1 operaio su 5 era in nero e mancavano vie di fuga in caso di emergenza, perché ostruite da materiale vario. Il quinto caso di sospensione dell’attività, sanzionato con 14.000 euro, riguarda un centro massaggi di Conselve, dove opera una donna senza regolare contratto, inoltre mancava il DVR. Ora i 5 titolari di impresa sono chiamati a sanare le situazioni verbalizzate, se vogliono riprendere le attività (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 9 marzo 2023).

3.9. Discoteca di Creazzo (VI), chiusura bis in pochi mesi per 4 lavoratori in nero su sette.

Il blitz della Guardia di Finanza nella sede del club K2 di Creazzo è scattato il 4 marzo 2023. Per la discoteca che sorge lungo la strada regionale 11, nel complesso del centro commerciale Multicenter, è la seconda chiusura in pochi mesi (la precedente, a novembre 2022). Trovati 7 lavoratori in servizio di cui 4 in nero. Scattata in automatico la chiusura, in base alle norme di legge contro il lavoro nero (Il Giornale di Vicenza del 10 marzo 2023).

3.10. Controlli della Polizia locale del Camposampierese, scoperta stireria a Santa Giustina in Colle con falsa residenza.

Il titolare cinese, che vive a Padova, ha aperto una stireria a Santa Giustina in Colle (PD), fornendo alla Camera di Commercio una falsa residenza. Denunciato per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. La polizia locale ha fatto la segnalazione alla CCIAA di Padova, per avviare le pratiche di cancellazione.

La polizia locale, nel 2022, ha eseguito 106 accertamenti sulle attività economiche e produttive del camposampierese, riscontrando 30 attività con posizioni irregolari (ben il 29%), elevando 40 verbali per violazioni amministrative di vario genere. Il fenomeno delle false residenze (tramite autocertificazione) è purtroppo presente soprattutto nella comunità cinese. I danni possono essere irreparabili in campo economico e fiscale, con il soggetto titolare che diventa difficilmente reperibile nel caso di riscossione di crediti dell’erario o del pagamento di eventuali sanzioni (Il Gazzettino del 10 marzo 2023).

3.11 Blitz dei Carabinieri a Nove (VI) in laboratorio tessile.

Il controllo dei Carabinieri del Nucleo tutela del lavoro, supportati dai colleghi della locale stazione e dell’Ispettorato del Lavoro, hanno perquisito una ditta retta da titolare cinese in via Silanello a Nove. Trovato un lavoratore irregolare (senza permesso di soggiorno) tra i 10 lavoratori in servizio e una lunga sfilza di violazioni in sicurezza sul lavoro, sanzionate con 40.000 euro. Inoltrata, denuncia all’Autorità Giudiziaria. Violazioni sulla sicurezza: estintori fuori uso o non a norma; lavoratori sprovvisti di formazione; vie di fuga mancanti o ostruite; macchine da cucire prive delle paratie salvavita (Il Giornale di Vicenza del 14 marzo 2023).

3.12 Assolti 3 imprenditori, a giudizio per la morte di Michele Ferrazzo durante la derattizzazione in silos a Mogliano Veneto (TV).

Non ci sono responsabilità per la morte di Michele Ferrazzo, operaio della Triveneta Disinfestazioni, morto il 14 settembre 2018. Era impegnato alla Trevimais di Mogliano Veneto, per la derattizzazione di un vano stoccaggio cereali, assai angusto, alla Euro Cinque. Determinante per la decisione del GUP, nell’udienza processuale del 15 marzo 2023 (rito abbreviato), la perizia del dott. Furlanetto che apre a due possibili ipotesi: decesso per le inalazioni respirate dentro il silos, oppure malore in considerazione di una patologia pregressa al miocardio.

I vigili del fuoco, intervenuti dopo l’infortunio mortale, avevano rilevato un’alta concentrazione di ammoniaca, al pari dello SPISAL competente, che aveva annotato la causa delle esalazioni chimiche per la morte dello sfortunato operaio. L’operaio si era calato dentro il silos senza maschera di protezione. Le difese degli imputati si sono aggrappate alla perizia dubitativa dell’anatomopatologo, per sostenere che si è trattato di morte da cedimento cardiaco. Durissime le dichiarazioni della vedova: “E’ stata una pagliacciata dall’inizio alla fine”, e del legale dei familiari della vittima: “Per gli elementi che erano agli atti, non è stata una sentenza giusta” (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 16 marzo 2023).

3.13. Irregolarità nei cantieri edili a Chioggia e Cavarzere (VE), sanzioni per 75.000 euro.

I controlli dei Carabinieri del Nucleo tutela del lavoro a 4 società edili a Chioggia e Cavarzere hanno fatto emergere una lunga sfilza di inosservanze sulla sicurezza sul lavoro. Nei 2 cantieri di Chioggia, trascurate le protezioni contro le cadute dall’alto; mentre nei due cantieri di Cavarzere mancava il sistema antincendio e i presidi medici da utilizzare sul posto, nell’immediatezza di un eventuale incidente. Regolare la situazione dei 12 lavoratori in servizio. Elevate multe per 75.000 euro (Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 24 marzo 2023).

3.14. Lavoratori irregolari in un laboratorio tessile a Cassola (VI).

La Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro, ha controllato un laboratorio tessile (Avan Epoca) gestito da un cittadino cinese, in via Ferrarin a Cassola (VI). Nello stabile, trovati 3 lavoratori in nero (2 privi del permesso di soggiorno) e il mancato rispetto delle norme di sicurezza (vie di fuga ostruite da materiali; scarti di lavorazione lasciati sui pavimenti; macchine da cucire prive di paratie di sicurezza). Inoltre, gli alloggi abusivi avevano condizioni igienico sanitarie pessime. Disposte sanzioni per 20.000 euro e denunce all’autorità giudiziaria per la sospensione dell’attività. I lavoratori erano pagati in contanti (Il Giornale di Vicenza del 24 marzo 2023).

3.15 Chiuso ristorante etnico a Silea (TV), e azienda vinicola a Sarmede (TV), 6 lavoratori in nero.

3 lavoratori su 7 (2 camerieri e 1 aiuto cuoco) erano in nero nel ristorante etnico a Silea. Disposta la chiusura temporanea, in attesa della regolarizzazione dei lavoratori. Analoga situazione in un’azienda agricola di produzione vino a Sarmede, con 3 lavoratori stranieri in nero. Controllati cantieri edili a Istrana, Orsago, Codognè e Tarzo, elevate sanzioni per 115.000 euro. Le violazioni nei cantieri riguardavano la normativa sulla sicurezza (operai al lavoro senza indossare i caschi, piani operativi non aggiornati, assenza di DPI e scarpe antinfortunistiche, niente formazione, omessa sorveglianza sanitaria). I controlli, a cura del Nucleo tutela del lavoro dei Carabinieri e dei colleghi dell’Ispettorato del Lavoro (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 25 marzo 2023).

3.16 Riders, blitz anticaporalato a Vicenza: al vaglio gli account ceduti.

I Carabinieri del Nucleo tutela lavoro hanno disposto una serie di controlli straordinari in tutta Italia, per contrastare nuove forme di sfruttamento lavorativo nel settore della gig economy. L’operazione è stata fatta con la collaborazione dell’Ispettorato del Lavoro. A Vicenza identificati 16 fattorini (riders) che sono risultati in regola, due di questi erano però registrati con i nomi di altre persone. Il caporalato digitale, connesso al lavoro cosiddetto a “chiamata”, è la nuova frontiera dello sfruttamento lavorativo nella logistica. La cessione degli account è quindi oggetto di ulteriori, approfondite indagini, per individuare i due titolari degli account. Il sospetto è che i 2 riders siano vittime del caporalato digitale, che consiste nella cessione, dietro denaro, di account registrati sulle piattaforme di delivery, anche utilizzando documenti falsi, da un fattorino a un altro. In questo caso, chi consegna materialmente la merce percepisce solamente una piccola percentuale del guadagno giornaliero, mentre il titolare dell’account si intasca la parte maggiore (Il Giornale di Vicenza del 29 marzo 2023).

3.17 Laboratori tessili “apri e chiudi” a Treviso, la Guardia di Finanza ne sequestra tre.

La Guardia di Finanza ha effettuato una serie di controlli su imprese tessili, cosiddette “apri e chiudi” (ogni 2 anni l’iscrizione delle imprese spariva da CCIAA), a Crocetta, Cornuda e Giavera del Montello (TV). Trovati laboratori lager e 2 milioni di euro di evasione fiscale. Nelle imprese, gestite da cittadini cinesi, non erano garantite le condizioni minime di sicurezza sul lavoro (assenza di estintori portatili, mancanza di segnaletica per le vie di fuga, vie di fuga ostruite da materiali, nessuna formazione ai lavoratori, assenza del DUVRI, omessa designazione del RSPP, scarse condizioni igieniche, illecito smaltimento dei rifiuti accatastati in un box auto adiacente a uno dei laboratori), oltre alle irregolarità in materia di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.

Sono scattati i sigilli. Nei fatti lasciavano conti da pagare per tasse e contributi e cambiavano ragione sociale, passando i macchinari e il personale alla nuova società (stesso luogo, lavoro, clienti e fornitori), azzerando per tale via ogni vicenda pregressa. I provvedimenti cautelari di sospensione dell’attività sono stati convalidati dal Tribunale di Treviso, i 3 amministratori delle società segnalati alla Procura per le varie violazioni di legge. Dal 2007 si sono susseguite 10 imprese, tutte amministrate da cinesi, che hanno lasciato 2 milioni di tasse non pagate all’erario. Disposti accertamenti per comprendere se i committenti fossero a conoscenza delle condizioni generali e specifiche di questa filiera del subappalto (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 30 marzo 2023).

3.18 Sequestro cantiere edile a Castelfranco Veneto (TV) per problemi di sicurezza.

L’Ispettorato del Lavoro ha imposto lo stop al grande cantiere del complesso ex Clarisse, dove si stanno realizzando 70 appartamenti e 6 spazi commerciali al piano terra, per problemi di sicurezza. Il controllo ha evidenziato terrazze senza sponde in attesa di ultimazione. Il grande complesso, acquistato ora dal Consorzio stabile Pedon di Villa del conte (PD), aveva ospitato l’ospedale e poi la casa di riposo. Il Consorzio sanzionato, ha riconosciuto le carenze ed ha evidenziato che alcune situazioni irregolari temporanee erano dovute alla fase avanzata dei lavori. Provvederà a sanare rapidamente le mancanze riscontrate. Il complesso, mirato alla fascia molto alta di richiesta edilizia, è costruito con le più innovative tecniche per il risparmio energetico (fotovoltaico, geotermia) e finiture di valore, per cui desta ancora più meraviglia questo stop legato alla mancata sicurezza sul lavoro (La Tribuna di Treviso del 31 marzo 2023).

3.19 La Frode dei pacchi, ovvero il caporalato di BRT e Geodis ora in amministrazione controllata.

La Procura di Milano (PM Paolo Storari) ha chiuso le indagini avanzando la richiesta di rinvio a giudizio per gli amministratori delle 2 società. I reati contestati sono: frode fiscale e somministrazione illecita di manodopera. Disposti sequestri per 126 milioni di euro. Nominato un amministratore giudiziario (Riccardo Bonivento), che per un anno affiancherà il nuovo consiglio di amministrazione, con il compito di tutoraggio e per agevolare il rientro in una condizione di legalità. Il colosso BRT è stato acquistato 2 anni fa dalla Poste francesi.

L’indagine della Guardia di finanza racconta di sfruttamento lavorativo durato decenni: turni massacranti, paga a cottimo in base al numero di consegne, nessuno stipendio, continua girandola di cooperative (ogni 2 anni in modo da non far maturare anzianità e diritti ai lavoratori e favorire i reati fiscali, meri serbatoi di manodopera “usa e getta”). Per la Procura, simili comportamenti hanno permesso di lucrare sul lavoro. Ritiene responsabili di questa condotta tutte le figure apicali dell’azienda, che erano perfettamente a conoscenza dell’inadeguatezza delle tariffe imposte ai fornitori di servizi e manodopera. Lo sfruttamento, basato su tariffe che non coprivano i costi (da qui l’evasione fiscale e dei contributi previdenziali), avveniva sull’asse Milano – Padova, con oltre 3.000 fornitori di manodopera, per una forza lavoro di 18.000 unità impiegate indirettamente e 4.000 lavoratori diretti. In corso di valutazione l’accusa di corruzione tra privati, dopo la deposizione al PM titolare dell’inchiesta dell’avvocato Gianluca Spolverato del foro di Padova, consulente del diritto del lavoro e esperto del settore. La società, con una nota, ha fatto sapere che da dicembre 2022 sta collaborando con la Procura di Milano per il rispetto di leggi e contratti (La Tribuna di Treviso del 28 marzo 2023).

3.20 Condannata la Regione Veneto per abuso di precari nei servizi forestali.

La Corte d’Appello di Venezia ha condannato la Regione del Veneto a risarcire 11 operai forestali, per abuso di precariato, per un importo complessivo di 180.000 euro. Il ricorso, a cura della Confederazione sindacale di base (CUB), contesta l’illiceità dei contratti di assunzione dei forestali veneti identificati come stagionali. Alcuni dei ricorrenti venivano assunti con contratti precari da oltre 15 anni. La Regione Veneto fa sapere di attendere le motivazioni della sentenza per una possibile impugnazione della sentenza, che riforma quella di primo grado (Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 10 marzo 2023).

3.21 Fincantieri, tanti filoni processuali e nuova inchiesta della Procura di Venezia sugli “schiavi” della cantieristica.

Si è svolta il 22 marzo 2023 l’attesa udienza preliminare per 33 indagati e 13 società, relativa al reato di corruzione tra privati con al centro denaro e regalie a dipendenti e dirigenti Fincantieri Spa per ottenere subappalti nel colosso della cantieristica di Marghera. La GUP, Maria Rosa Barbieri, ha ammesso tra le parti civili 31 lavoratori con ‘paga globale’, definendo una soglia limite (7 euro all’ora).

Chi sta sopra la soglia non ha avuto diritto all’ammissione di parte civile. Ammessa la stessa Fincantieri Spa, che si trova a processo nella tripla veste (indagata, parte contro 2 dipendenti infedeli, responsabile civile delle condotte del proprio personale). Per le Organizzazioni sindacali, (CGIL, CISL, SLAI COBAS), tutte ammesse come parti civili, nei confronti degli imputati che sono accusati del reato di sfruttamento di manodopera. FIOM CGIL e CGIL di Venezia si sono dichiarate soddisfatte della decisione del Tribunale. Bene ricordare che FIOM e CGIL hanno dato il via a questo processo, con l’esposto denuncia del 2018.

Il GUP ha rinviato all’udienza del 24 maggio 2023 la delicata decisione sulla responsabilità civile di Fincantieri Spa per la condotta messa in atto dai propri dipendenti. Cinque imputati, tra cui i 2 consulenti del lavoro (Angelo e Bruno Di Corrado) che hanno collaborato con la Procura, hanno chiesto di essere ammessi al patteggiamento.

Dopo 5 anni di indagini coordinate dalla Procura di Venezia sugli appalti e subappalti Fincantieri, il Nucleo di Polizia economico - finanziaria della Guardia di Finanza ha presentato un rapporto e chiesto agli altri enti di controllo della pubblica amministrazione di agire sia per il recupero di tasse e contributi evasi, sia per il cosiddetto ripristino di legalità. Il rapporto muove dalla cd “paga globale”, quando va bene 7 euro all’ora lavorata, senza diritti, tutto compreso. Si tratta di quasi 2.000 lavoratori irregolari (1.951 per l’esattezza), provenienti da vari paesi extra UE, ricattati in mille modi, soprattutto con la minaccia sul rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno in Italia per ragioni lavorative. Sono 15 le imprese dei subappalti, affidatarie di lavori di carpenteria, passate al setaccio dal Rapporto, più altre 8 imprese fornitrici di lavoratori interinali, con sedi a Roma, Milano, Napoli. Circa 6 milioni di euro l’ammontare di compensi erogati in “nero” o “grigio”, segnalati nel dettaglio a Ispettorato del Lavoro e Agenzia delle Entrate per i recuperi e azioni previste. Secondo il Rapporto, sono 393 le posizioni più gravi, con veri e propri casi da manuale di sfruttamento lavorativo indotto dal bisogno di lavorare di questi esseri umani. L’azienda ha comunicato, visto il clamore, che “le forniture sono costantemente monitorate”. Secondo CGIL e FIOM CGIL di Venezia il Rapporto coglie l’essenza delle denunce fatte in questo decennio, ma confermano che per gli sfruttati della cantieristica “non è cambiato niente”. Serve subito un protocollo anti-caporalato.

L’udienza dell’8 marzo 2023, in un altro filone processuale, ha condannato ad 1 anno 1 mese e 10 giorni un addetto alla sicurezza della Fincantieri spa (reato di estorsione), che chiedeva 2.500 euro a una ditta di subappalto per non sottoporla a verifiche e sanzioni.

Nell’udienza del 20 marzo 2023, per un altro filone processuale relativo al caporalato negli stabilimenti Fincantieri, c’è stata una battuta d’arresto perché il principale imputato, un cittadino del Bangladesh, legale rappresentante della cooperativa Gold Bengol, si è reso irreperibile. Il Tribunale ha deciso di sospendere questo processo sino al 31 dicembre 2047 (se il soggetto sarà trovato entro tale data, il processo ripartirà). Nell’udienza, hanno patteggiato 2 imputati, tra cui Girolamo Arena, diventato collaboratore di giustizia e ritenuto un importante anello di congiunzione tra la camorra dei casalesi di Eraclea e la ‘ndrangheta calabrese presente in Veneto. Tra gli imputati, anche Luciano Donadio, presunto boss della locale di camorra di Eraclea, risultato co-amministratore di fatto di alcune società in subappalto. Il PM Giorgio Gava della Procura di Venezia aveva portato questi imputati alla sbarra per la cosiddetta “paga globale”, con trattamenti inferiori al CCNL metalmeccanico, per evasione fiscale e contributiva, tra il 2015 e il 2019.

L’udienza del 29 marzo 2023, in Tribunale a Venezia (PM Giorgio Gava, giudice Stefano Manduzio), ha condannato 2 imprese dei subappalti per una selva di irregolarità: dalle buste paga forfettarie allo sfruttamento dello stato di bisogno dei lavoratori. Alle 2 ditte, la Gazi srl e la Cnb srl, disposta una confisca di denaro e beni per 200.000 euro, e la sanzione interdittiva per 1 anno nei contratti con la pubblica amministrazione. Il titolare bengalese delle due ditte che operavano per Fincantieri ha patteggiato la pena. Il PM Gava, nella requisitoria, ha ribadito: “Sistema occulto finalizzato al disconoscimento di diritti costituzionali”.

(Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 9 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 21 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 23 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Manifesto e La Nuova Venezia del 29 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 30 marzo 2023; Il Fatto Quotidiano del 1° aprile 2023)

4 Ambiente (sfruttamento e rapina dei beni primari).

4.1 Fallimento della Miteni all’esame del processo sui PFAS.

L’udienza in Corte d’Assise di Vicenza del 2 marzo 2023 ha visto deporre il curatore fallimentare Domenico De Rosa. De Rosa ha spiegato che il declino della società chimica era già in corso nel 2006, all’atto delle diffide sull’inquinamento da parte degli enti competenti. Cosa che ha aggravato irreversibilmente una situazione già compromessa. Mitsubishi ha liquidato a ICIG, all’atto del passaggio societario, 12 milioni di euro per rimpinguare il capitale sociale, ma soprattutto per liquidare un debito che Miteni Spa aveva con un istituto di credito giapponese.

Con questa deposizione si fa passare la nota che si è operato per vendere la società a un terzo, non tanto il valore simbolico di società venduta a un solo euro. Dall’altra parte, la curatela ha rinunciato al patrimonio immobiliare (stabilimento e terreno) all’atto del fallimento, perché la contaminazione da PFAS ne aveva azzerato il valore (la bonifica costa di più dei ricavi messi all’asta). In bilancio, il valore patrimoniale è iscritto per 7 milioni di euro (valore iniziale), e nel bilancio 2017 per 3,5 milioni di euro.

L’udienza ha visto il controesame di Facchin (responsabile centro nascite della Regione Veneto), che ha confermato l’eccesso delle 4 patologie (diabete materno, ipertensione, neonati sottopeso, malformazioni del sistema nervoso) nella zona rossa per presenza di PFAS.

L’udienza del 16 marzo 2023 ha visto la deposizione di Enzo Merler, specializzato in Medicina del Lavoro, che ha svolto uno studio sulla mortalità dei lavoratori MITENI Spa per conto della Regione Veneto, nel 2017. Il medico ha spiegato che se l’indice di mortalità dei lavoratori Miteni Spa è in linea con quello generale della popolazione veneta, sono invece maggiori della media territoriale le morti per singole patologie correlate alle quantità di PFAS nel sangue (es. tumore epatico, il doppio della popolazione dii lavoratori delle Officine Grandi Riparazioni OGR gruppo FS Spa di Vicenza). Scongiurato pure il rischio di azzeramento del processo a seguito del cambio in corsa dei giudici popolari (le nuove norme entrano in vigore a giugno 2023). In un’altra aula del Tribunale di Vicenza, in sede di Camera di Consiglio, il gip Venditti ha fissato un’udienza (8 giugno 2023) per l’opposizione avanzata nell’agosto 2022 (avvocato Lucia Rupolo del foro di Padova) da parte di CGIL e FILTCEM CGIL di Vicenza alla richiesta di archiviazione delle indagini avanzata dal PM sul tema dei danni subiti dai lavoratori ex Rimar- Miteni Spa.

Nell’udienza del 23 marzo 2023, la deposizione del prof. Carlo Foresta, specialista in endocrinologia e andrologia dell’Università di Padova, che ha illustrato le risultanze di 5 studi sanitari. Ha messo in risalto il cosiddetto bioaccumulo causato da assunzione di PFAS nel sangue, con gravi danni sulla densità ossea e diminuzione degli spermatozoi, riduzione delle dimensioni dei testicoli e del pene e della distanza ano-genitale. Il PM Blattner ha chiesto di fissare due udienze ravvicinate a maggio 2023, per consentire la deposizione dell’avvocato statunitense Robert Billot, il primo a denunciare all’EPA il caso di contaminazione della Dupont Spa nelle falde del fiume Ohio.

L’udienza del 27 marzo 2023 ha visto la deposizione del bio - statistico Paolo Girardi sulle modalità dello studio svolto congiuntamente con il dott. Merler. I dati utilizzati per la ricerca sono quelli del dott. Costa, medico aziendale Miteni Spa e dello SPISAL vicentino, avuti attraverso l’Ulss Berica.

L’udienza del 30 marzo 2023 ha visto la deposizione di Roberta Cappellin, tecnico Arpav che ha seguito dal 2013 le varie fasi dell’inquinamento. IL Cappellin ha descritto la sicurezza idraulica con barriere le cd “palancole”, che costa 4 milioni di euro, mentre la bonifica con la rimozione della terra inquinata ha un costo di 850 euro per tonnellata (da rimuovere la terra lungo e sotto il sito, 2 chilometri di lunghezza e centinaia di metri di larghezza), da smaltire all’estero tramite incenerimento. In Italia non ci sono sedi per trattare tali rifiuti. ARPAV ha già speso finora 8 milioni di euro. Miteni non ha fatto interventi di ripristino ambientale, ma unicamente emungimento della falda. Il controinterrogatorio delle difese è stato fissato per il 13 aprile 2023.

In un’altra udienza riguardante la giustizia amministrativa, la Manifattura Spa (società del gruppo Marzotto) ha fatto ricorso al TAR Veneto contro la diffida della Provincia di Vicenza ad effettuare la bonifica della prima sede a Trissino (VI) della RI.MAR (Ricerche Marzotto Spa), gestita e diretta per decenni da Giannino Marzotto. Il Tar Veneto, con sentenza del 13 marzo 2023, ritiene che spetti in continuità aziendale alla predetta Manifattura Spa farsi carico delle spese della bonifica del sito. La società si ritiene incolpevole e annuncia ricorso al Consiglio di Stato avverso la sentenza (Il Giornale di Vicenza del 3, 9, 15, 17, 24, 28, 31 marzo 2023; Il Gazzettino del 14 marzo 2023; La Tribuna di Treviso del 23 marzo 2023).

4.2 Bloccati nel delta del PO 5 bracconieri con sei quintali di pesce.

Il bottino era di 6 quintali di pesce (siluri, carpe, cefali) pescati illegalmente con l’uso di storditori elettrici. I 5 bracconieri, di nazionalità rumena, sono stati bloccati ad Arquà Polesine (RO), a bordo di 2 auto con i bagagliai pieni di pesce, da polizia e capitaneria di porto. Sono stati denunciati per bracconaggio ittico e multati per 15.000 euro. Sequestrato, oltre al pescato, tutta la strumentazione di vario genere usata per tale attività criminale (Corriere del Veneto del 18 marzo 2023).

4.3 Gestione illecita di rifiuti plastici in Umbria, fra i 6 indagati imprenditori polesani.

La Procura di Spoleto (PG) ha chiuso le indagini su un caso di gestione illecita di rifiuti plastici. Tra i 6 indagati, anche degli imprenditori polesani, responsabili - secondo gli inquirenti - di aver trasferito i rifiuti nelle campagne umbre, qualificandoli come sottoprodotti senza che ne avessero le caratteristiche previste per legge. In questo modo veniva aggirata la normativa sullo smaltimento dei rifiuti plastici. Le aziende implicate sono ubicate a Lucca e Rovigo. Si è risaliti ai responsabili attraverso l’esame dei rifiuti, da parte degli inquirenti, e della documentazione relativa alla tracciabilità dei rifiuti e dei sottoprodotti (Corriere del Veneto del 21 marzo 2023).

4.4 Carabinieri al Centro Ingrosso Cina, sequestrato cibo e giocattoli.

I NAS dei Carabinieri hanno effettuato dei controlli mirati nei negozi del Centro Ingrosso Cina di Padova. Sanzioni per 70.000 euro a due distinte attività. La prima commercializzava cibo (attività sospesa e prodotti sequestrati). Tra il cibo sequestrato, 18 chili di meduse sfuse in salamoia, 31 scatole di funghi, 241 confezioni imballate: il tutto senza etichette o senza scritte in italiano. Numerose le violazioni igienico sanitarie. Nella seconda attività (commercio di giocattoli) sono state riscontrate numerose violazioni della normativa su salute e sicurezza sul lavoro (nessuna fornitura DPI, nessuna formazione, mancanza del DUVRI). Infine, in questa ultima attività erano installati sistemi di videosorveglianza (senza autorizzazione) con il duplice scopo di scoraggiare eventuali ladri e di controllare a distanza l’attività dei lavoratori (Corriere del Veneto del 30 marzo 2023).

4.5 Devastante incendio alla Superbeton Spa a Ponte della Priula (TV), 5 indagati.

La Procura di Treviso ha chiuso le indagini per il rogo dello stabilimento del 25 settembre 2019. Tra gli indagati, anche il patron dell’azienda Roberto Grigolin. Per il PM, tutto è partito da un lavoro di saldatura di un operaio senza patentino. L’accusa è di incendio colposo: riscontrate diverse irregolarità (normativa antincendio e abusi edilizi) sia nell’officina dalla quale partì l’incendio, sia nella tenuta di oli esausti e vernici, depositati in spazi angusti adiacenti. Le accuse sono pesanti: negligenza, imprudenza, imperizia, inosservanza della normativa antincendio e sulla salute e sicurezza dei lavoratori. Ora i 5 indagati hanno 20 giorni di tempo per farsi interrogare dal PM e chiarire le loro ragioni (La Tribuna di Treviso del 13 e 14 marzo 2023; Il Gazzettino del 14 marzo 2023).

4.6 Incendio in cava alla Superbeton a Ormelle (TV).

Incendio di origine dolosa all’interno della cava della Superbeton Spa di via Piave ad Ormelle. L’incendio è stato alimentato da un cumulo di pneumatici di escavatori fuori uso (PFU) in un punto della cava circondato da ghiaia. Per gli inquirenti qualcuno ha dato fuoco agli pneumatici. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte dell’11 marzo 2023 per spegnere le fiamme. Se i soci della cava presenteranno denuncia, vi sarà un’indagine per incendio e l’apertura di fascicolo in procura (La Tribuna di Treviso del 13 marzo 2023).

4.7 Maxi discarica abusiva a Tessera (VE), disposto il sequestro dell’area.

Diecimila metri quadrati di rifiuti speciali abbandonati in un campo vicino all’aeroporto Marco Polo di Venezia. Una montagna di rifiuti, tra scarti di cantiere edile (ferro, PFU) e rifiuti pericolosi. Trovata anche una roulette. Si ritiene che abbiano affittato il campo in questione per trasformarlo in una vera e propria discarica abusiva. La Guardia di Finanza di Venezia ha disposto il sequestro di tutta l’area, ARPAV dovrà analizzare campioni d’acqua. Il proprietario del terreno, all’oscuro di tutto, aveva ceduto la concessione con un regolare contratto al gestore che aveva deciso di utilizzarlo in questo modo. Da capire se si tratta di terreno usato come appoggio per attività edili dirette, o se offrisse servizi alternativi a quelli del corretto smaltimento di rifiuti speciali, e da quanto tempo durava tale prassi. Chiesta la bonifica al Comune (Il Gazzettino del 15 marzo 2023).

4.8 Sequestrato un terreno trasformato in discarica a Villa Bartolomea (VR).

Il terreno, situato in zona industriale di Villa Bartolomea, è finito sotto sequestro per scarico abusivo di rifiuti. È di proprietà di un’impresa delle costruzioni ed era diventata una vera e propria discarica non autorizzata di materiali derivanti da demolizioni edili. Segnalata la discarica abusiva alla Procura della Repubblica da parte della Polizia locale, che ha disposto il sequestro dell’area. A breve l’ordinanza alla ditta per il corretto smaltimento dei rifiuti e il ripristino ambientale (L’Arena del 17 marzo 2023).

4.9 Rifiuti pericolosi di ferro e amianto, sequestro a Cavallino Treporti (VE).

Sigillata un’area (deposito non autorizzato di rifiuti speciali) di oltre 10.000 metri quadrati, in via Fausta, a cura della Guardia costiera. Denunciato il titolare del terreno. La ditta opera nel settore dei rifiuti e movimento terra. Tra il materiale speciale, ferro e moltissimo eternit stipato dentro grandi container, traversine ferroviarie in legno, spezzoni di lastre in fibrocemento e tubi contenenti probabilmente amianto. Il tutto con il concreto rischio del dilavamento e della contaminazione di suolo e sottosuolo. Denunciato alla Procura l’amministratore della ditta e avanzata la formale richiesta per la rimozione controllata dei rifiuti e il ripristino dei luoghi (La Nuova Venezia del 29 marzo 2023).

4.10 Sequestrata una tonnellata di vongole a Chioggia (VE).

Due pescatori chioggiotti, comandanti di rispettive motonavi, sono stati sanzionati con una multa di 2.000 euro ciascuno nel porto di Scardovari di Porto Tolle (RO) dai Carabinieri della motovedetta di Chioggia. La ragione: 87 sacchi di vongole di mare sprovviste del Documento di registrazione per molluschi bivalvi vivi. Sequestrato il carico di circa una tonnellata di vongole per un valore commerciale di 6.000 euro e rigettato in mare per il ripristino del ciclo vitale. Le autorità amministrative sono state informate per l’applicazione di eventuali penalità a carico dei 2 comandanti di navi da pesca (Il Gazzettino del 30 marzo 2023).

4.11 Dieci tonnellate di amianto sversate illegalmente a Mira (VE), nell’area dell’idrovia.

Il Comune di Mira ha deciso di aumentare i controlli con telecamere nell’area idrovia, a causa del crescente scarico di rifiuti inquinanti: un peso per le casse comunali, oltre al rischio di contaminazione dell’area. Nel 2022, il recupero di rifiuti è costato 30.000 euro alle case comunali, ma il ritmo nel 2023 è decisamente più rilevante. Si tratta di una discarica a cielo aperto sfruttata da privati, che trovano molto più conveniente questo smaltimento illegale di pannelli contenenti amianto. I controllori della vigilanza comunale hanno scoperto di recente una nuova discarica di 7 quintali messa sotto sequestro. Piazzate telecamere nei punti di accesso all’area, per individuare i responsabili (La Nuova Venezia del 30 marzo 2023).

4.12 Il luminare dell’amianto con la laurea falsa, indagato dalla Procura di Padova.

Indagato Silvano Bolzonella, residente a Santa Maria di Sala (VE), che si presentava agli enti pubblici e ai privati come dottore o professore esperto di bonifiche (numerosi i progetti di bonifica e di riqualificazione ambientale che gli sono stati assegnati in Regione Veneto).

Bolzonella ha ricoperto numerosi incarichi universitari a Padova, tra il 2014 e il 2019, e ha partecipato a una lunga serie di concorsi pubblici, risultando idoneo. Il fallimento dell’azienda Ecolando, di cui Bolzonella era amministratore unico, ha attirato l’attenzione degli inquirenti. Dai controlli risulterebbe una laurea falsa conseguita alla Miami International University. Non si tratta di ateneo accreditato in Italia. Da qui, l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e degli Enti pubblici da parte del PM Benedetto Roberti della Procura di Padova, che ha chiuso le indagini a marzo 2023. E’ assai probabile la costituzione di parte civile nei processi di molti enti pubblici del Veneto, primo tra tutti l’Università di Padova. Nel frattempo, a carico di Bolzonella, è stata aperta un’indagine a Vicenza sullo smaltimento del materiale di risulta del park interrato di Asiago (VI), dove i Carabinieri forestali di Venezia hanno rinvenuto amianto (Il Corriere del Veneto, La Tribuna di Treviso del 31 marzo 2023).

5 Pubblica Amministrazione (corruzione, danni patiti, peculato, truffa).

5.1 Banchi a rotelle rottamati, la Corte dei Conti chiede 38.000 euro di risarcimento alla preside del liceo veneziano.

La preside del liceo Benedetti-Tommaseo di Venezia, Stefania Nociti, aveva mandato al macero, a novembre 2021, una quarantina di banchi a rotelle nel periodo del lockdown legato alla pandemia da COVID 19. La Corte dei Conti del Veneto (PM contabile Federica Pasero) chiede alla preside un risarcimento per danno erariale e di immagine di 38.000 euro. A breve la fissazione dell’udienza da parte del Collegio giudicante (Il Corriere del Veneto dell’8 marzo 2023, Il Gazzettino del 9 marzo 2023).

L’ex assistente sanitaria di Treviso, Emanuela Petrillo, condannata dalla Corte dei Conti del Veneto al risarcimento per i falsi vaccini.

Si tratta della terza condanna per l’ex dipendente dell’ULSS di Spresiano (TV), per il caso scoppiato nel 2017. Le verifiche interne hanno dimostrato che la assistente sanitaria non iniettava i vaccini. La stima è di 8.000 pazienti non vaccinati, soprattutto minori, tra il 2009 e il 2017, nelle Aziende ULSS di Treviso, Codroipo, Udine. L’operatrice sanitaria è stata condannata a rifondere oltre mezzo milione di euro all’azienda sanitaria di Udine ed è stata condannata in primo grado a 8 anni e 6 mesi di reclusione. Ora è arrivata la sentenza della Corte dei Conti del Veneto, che stabilisce il risarcimento di 80.000 euro dovuto all’ULSS 2 di Treviso per danni materiali, patrimoniali e di immagine. Il filone veneto dell’indagine riguardava il periodo tra gennaio e giugno 2016, per 1.420 dosi non iniettate in piccoli pazienti (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 2 marzo 2023).

5.2 Processo ai vertici di Padova Tre a Rovigo: 2 condanne e 6 assoluzioni.

Il processo di primo grado ai vertici del Consorzio Padova Tre di Este e della cooperativa Ecofficina, in Tribunale a Rovigo, si conclude con 2 condanne per peculato e 6 assoluzioni. Le accuse erano: falso, peculato, frode, false fatture, falso in bilancio nella gestione della società fallita nel 2017, con 30 milioni di euro di passivo. Il collegio giudicante, presieduto da Angelo Risi, ha condannato Simone Borile (la testa pensante della società) e Stefano Chinaglia (presidente del Consiglio di Amministrazione e legale rappresentante della società), per peculato per i fatti commessi nel 2013, a 4 anni e 6 mesi di reclusione, oltre alla confisca di beni per 624.000 euro a favore del fallimento di Padova Tre. Nel 2013 i due si sarebbero impossessati del 5% della TARI incassata, circa 1 milione di euro, che invece andava versata per legge alle casse della Provincia di Padova, come tributo ambientale provinciale (TAP). Gli avvocati difensori ci tengono a precisare che “il peculato contestato non era nella forma dell’appropriazione indebita ma del ritardato versamento”, cagionato dal pagamento di debiti aziendali (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 10 marzo 2023; Il Corriere del Veneto dell’11 marzo 2023).

5.3 Venti indagati a Treviso per la truffa del bonus facciate ai danni dello Stato.

A febbraio 2022, i funzionari di Poste Italiane Spa della sede centrale di Treviso si accorsero dell’apertura di numerosi conti correnti da parte di cittadini dell’est Europa, per lo più giovani e con precedenti penali alle spalle, da cui transitavano centinaia di migliaia di euro diretti all’estero. La Segnalazione all’autorità competente (Agenzia delle Entrate) per i controlli ha portato a stabilire che si trattava della cessione dei crediti fiscali derivanti dal bonus facciate e che le aziende edili coinvolte (società unipersonali o intestate a dei prestanome) avevano la sede coincidente con l’indirizzo di residenza dei titolari.

In poco tempo, accumulati crediti fiscali per milioni di euro. I giorni scorsi, la Procura di Treviso ha disposto sequestri per 85 milioni di euro e iscritto nel registro degli indagati 20 persone per le seguenti ipotesi di reato: truffa, indebite percezioni ai danni dello Stato, riciclaggio, reimpiego in attività economiche e autoriciclaggio dei proventi illegali. I cittadini, soprattutto albanesi e macedoni, titolari delle imprese dalle attività fittizie (ristrutturazioni edilizie mai avvenute) risultano residenti nelle province di Venezia, Treviso, Rovigo, Padova, Catania, Bolzano, Bari, Pesaro e Urbino. Sarebbero ovviamente finti anche i 300 committenti (che dichiarano di non aver mai avuto nulla a che fare con le imprese) le opere, scovati nei modi più strani tramite amicizie o carpendo gli indirizzi al bar, in palestra, o dopo una constatazione amichevole di incidente stradale.

A tirare le fila di questa colossale truffa allo Stato sarebbe, secondo l’accusa, il ragioniere commercialista trevigiano Giorgio Scarso, con lo studio a Ponte di Piave. Disposta la perquisizione di studio e abitazione a San Biagio di Callalta (TV) e sequestrati numerosi faldoni di documenti. Tra le menti della truffa ci sarebbero, per gli inquirenti, un cittadino originario di Catania e un nigeriano. I beneficiari albanesi e macedoni si troverebbero già fuori dell’Italia e di fatto irreperibili (Il Corriere del Veneto dell’11 marzo 2023; Il Gazzettino del 14 marzo 2023).

5.4 RSA degli orrori a San Donà di Piave (VE), 5 arresti.

Il PM della Procura di Venezia, Andrea Petroni, ha disposto, tra i 9 indagati, gli arresti di 5 operatori d’assistenza dell’ala “viola” della RSA Monumento ai caduti, per maltrattamenti aggravati dallo stato di infermità delle 15 vittime. Già a novembre 2022 era stato arrestato un OSS, con l’accusa di violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti di 3 pazienti.

L’inchiesta è nata dalla denuncia - esposto del nuovo direttore della struttura e da alcuni familiari. L’ordinanza custodiale in carcere, redatta dal GIP Scaramuzza, parla di condotte (stupri, botte, umiliazioni) reiterate e sistematiche. Tra i casi di indagine, la morte di 3 anziani in circostanze da chiarire (un presunto pestaggio, una strana caduta dalle scale e la soda caustica nel comodino).

Il PM ha previsto di sentire i lavoratori che hanno chiesto ed ottenuto l’allontanamento da questo plesso e i familiari degli ospiti che lamentano il non ascolto di anni di denunce, ben prima del 2019. I nuovi accertamenti, a cura della Procura, aggravano la posizione dei soggetti indagati e, in parallelo, mettono in risalto numerosi dubbi sui controlli nelle strutture socio-sanitarie. Ogni giorno che passa si depositano testimonianze su abusi sessuali, vessazioni di ogni genere e botte. Fondamentale la decisione di piazzare telecamere nascoste e strumenti di intercettazione per raccogliere prove delle sevizie, in un clima di omertà diffusa e paura delle vittime.

Dalle intercettazioni, si apprende della doppia condotta degli aguzzini degli anziani: gentili e premurosi in presenza dei parenti e ben diversi quando restavano soli con le vittime. Sono 7 le anziane abusate, con 13 violenze in 10 giorni di intercettazioni. La struttura fa trapelare che tutti gli “aguzzini” degli anziani saranno licenziati. Il Comune di San Donà di Piave comunica che si costituirà parte civile al processo. Analoga iniziativa preannunciano le organizzazioni sindacali di settore. Rinviata l’inaugurazione della nuova casa di riposo, inizialmente prevista per Pasqua 2023. Si sottolinea da più parti l’esigenza di intensificare i controlli sulla qualità dei servizi in queste strutture, strette da tempo tra aumento dei costi e difficoltà di assumere personale qualificato. I familiari delle vittime insistono perché, dopo la tregenda del Covid 19, si favoriscano le “porte aperte” a tutte le ore, per stare vicini ai parenti ricoverati. Partono nel frattempo le richieste di risarcimento danni dei familiari delle vittime dei soprusi. Comune ed Ulss 4 respingono le accuse, sostenendo che i controlli sono stati regolari e l’inchiesta è partita da una denuncia di un medico dipendente (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, La Tribuna di Treviso del 15 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, La Tribuna di Treviso e La Nuova Venezia del 16 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, La Tribuna di Treviso e La Nuova Venezia del 17 marzo 2023; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 20 marzo 2023; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 21 marzo 2023; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 22 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 23 marzo 2023; Il Gazzettino del 24 marzo 2023; La Nuova Venezia del 27 marzo 2023; Il Gazzettino del 29 marzo 2023; Il Corriere del Veneto e La Nuova Venezia del 30 marzo 2023; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 31 marzo 2023).

5.5 Inchiesta della Corte dei Conti sulle assicurazioni sanitarie di Azienda Zero.

La Corte dei Conti apre un fascicolo sul contratto tra la Regione Veneto e una compagnia francese di assicurazioni (Sham), per i casi di ‘mala pratica’ sanitaria. Dopo aver ripetutamente segnalato, nell’ambito del bilancio della Regione, i premi milionari, i pochi risarcimenti, il tutto sbilanciato a favore del contraente privato, la Corte decide che è tempo per un’analisi delle responsabilità.

Il pagamento annuale è di 14,5 Milioni di euro (triennio 2019-2021), mentre la restituzione dei danni ammonta a 306.000 euro. Nonostante le segnalazioni, il contratto è stato prorogato nel 2022 alle stesse condizioni, con l’unica nota positiva di un premio annuo più basso, a 11 milioni di euro. Si accertare se ci siano responsabilità individuali e, soprattutto, colpa grave in tale condotta.

Come è noto, la elevata franchigia per sinistro di 750.000 euro produce un risultato disastroso per le casse pubbliche delle ULSS (50 milioni di euro di spesa non coperta dalla polizza assicurativa). Su 421 sinistri aperti, e collegati alla polizza del triennio 2019-2021, la compagnia ne ha liquidati, solo parzialmente, 27 per la spesa appunto di 306.000 euro. Non si comprende se sia mai stata fatta una reale analisi costi-benefici, una valutazione dell’indice di rischio, e a quali conclusioni abbia portato. E’ indubbio che, sul piano economico, è assai più conveniente abbandonare la polizza e creare un fondo rischio apposito nel bilancio della Regione Veneto. Questa delle polizze assicurative è una nota dolente da tempo, in Regione Veneto, sin dalla vicenda pendente (tutta in perdita) della presunta truffa della “City Insurance”, la famigerata compagnia rumena andata gambe all’aria, lasciando le ULSS venete con un buco certificato di 35 milioni di euro di danni e risarcimenti alle vittime da liquidare (Il Correre del Veneto del 18 marzo 2023).

5.6 Tre arresti e 80 indagati per falsi contratti di lavoro a Padova per ottenere il permesso di soggiorno.

In 2 anni hanno “assunto” 174 immigrati irregolari (86 nel 2020 e 88 nel 2021), in virtù del decreto flussi (sanatoria Bellanova), dichiarando attività fittizie. Per ogni falso contratto hanno incassato dai 2.000 ai 3.000 euro. L’associazione a delinquere, finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sarebbe stata diretta, secondo l’accusa, da Michele Novello di Monselice (Pd), Gianluca Coccia di Porto Viro e Mirko Borini di Fiesso Umbertiano (Ro).

L’inchiesta, avviata nel 2020 dalla Squadra Mobile della Polizia patavina, è stata velocemente conclusa per evitare che l’organizzazione sfruttasse anche il decreto flussi 2023. Nel novero degli indagati, per falso materiale ed ideologico, anche Pierpaolo Cavestro, consulente del lavoro di Porto Viro, e Giorgio Ronzani, avvocato iscritto alla sezione speciale dell’Ordine degli Avvocati di Vicenza. Le false ditte per le assunzioni, nelle province di Venezia, Rovigo, Ferrara (Il Corriere del Veneto, La Tribuna di Treviso, Il Giornale di Vicenza e Il Gazzettino del 28 marzo 2023).

5.7 Cooperative a Vicenza con fallimenti seriali, coppia condannata in Tribunale.

In Tribunale a Vicenza (rito abbreviato), a processo marito e moglie, arrestati nel giugno 2021 dalla Guardia di Finanza su disposizione del PM Blattner della Procura di Vicenza. Il GUP, Antonella Crea, ha inflitto ad Antonio Moscatiello 3 anni e mezzo di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, alla moglie Paola Pretto 20 mesi di carcere. Disposta la confisca di 99.610 euro. I due avevano guidato una galassia di cooperative dalla vita breve, che lasciavano - prima del fallimento - tasse e contributi previdenziali non pagati. Tra queste: la “Palladio Veneto Servizi scarl; La Nazionale Servizi scarl; La Legio X scarl; La Nordest Opere pubbliche srl, La Confederazione servizi scarl. All’atto dell’arresto, stavano lavorando con la GS Servizi, cooperativa attiva sempre a Vicenza nel settore della logistica (Il Giornale di Vicenza del 9 marzo 2023).

5.8 Falsificate le firme dei migranti nel centro di accoglienza di Cona (VE).

L’udienza dell’8 marzo 2023, relativa agli indagati per le violazioni degli obblighi contrattuali, ha visto deporre una serie di testi dell’accusa. In particolare Aliou Kamara, mediatore culturale che lavorava per la cooperativa Edeco prima di essere licenziato. Kamara ha sostenuto che: i numeri dei migranti presenti nella struttura venivano gonfiati; non esistevano visite ispettive a sorpresa, in quanto Simone Borile le preannunciava con l’invito a mettere tutto fosse a posto. Sulle visite, altri testimoni hanno confermato questa prassi: si sapeva con 24/48 ore di anticipo la data dell’ispezione di Prefettura e ULSS di Venezia. In definitiva, gli operatori confermano che la struttura era piena di 2.000 presenze nel 2017, per cui non si “poteva” chiudere l’unica struttura di accoglienza in Veneto in anni di grande emergenza (Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 9 marzo 2023).

Stage fasulli a Treviso, 12 imputati: la prima udienza 13 anni dopo l’inchiesta.

L’inchiesta del maggio 2010 riguardava falsi stage per ottenere il permesso di soggiorno. La prima udienza si è svolta in Tribunale a Treviso, il 9 marzo 2023, con la spada di Damocle di un’imminente prescrizione. La Procura di Treviso procede per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e violazione delle norme di legge vigenti per l’ingresso in Italia. L’avvocata Stefania Filippi, secondo la Procura, prometteva - insieme ai sodali - corsi di formazione e assunzioni in aziende della zona ai cittadini stranieri, in cambio di somme tra i 5.000 e 10.000 euro, portandoli in Italia con permessi di soggiorno temporanei. I corsi erano sarebbero stati solo di facciata, in pratica non si tenevano (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 10 marzo 2023).

5.9 Sequestrato l’ambulatorio abusivo a San Martino di Lupari (PD).

Blitz dei Nas dei Carabinieri in una struttura di San Martino di Lupari. Il titolare del centro specialistico in fisioterapia e riabilitazione funzionale (dopo traumi e interventi chirurgici) era privo dell’autorizzazione regionale a lavorare in ambito sanitario. Gli ambienti della struttura sono confortevoli e i macchinari di ultima generazione, ma appunto senza autorizzazione. I Carabinieri hanno messo i sigilli all’immobile e alle apparecchiature dal valore di 300.000 euro. In corso accertamenti sulla regolarità delle competenze professionali di chi lavorava all’interno del centro (Il Gazzettino del 13 marzo 2023).

5.10 L’ex carabiniere della stazione di Teolo (PD) Dino Miglio condannato a risarcire l’Arma.

La Corte dei Conti ha condannato, con sentenza definitiva, Dino Miglio, presunto stupratore seriale di ragazze ospitate grazie al portale dedicato allo scambio di ospitalità, a versare 80.000 euro all’Arma dei Carabinieri per il danno di immagine. I legali dell’Arma avevano chiesto ben di più, ma la Corte dei Conti ha respinto la richiesta di restituzione di 12 mensilità di stipendio in quanto il reato compiuto dal Maglio sarebbe avvenuto con mezzi personali e al di fuori dell’orario di servizio (Il Mattino di Padova del 24 marzo 2023).

5.11 Consulenze non autorizzate, Massimo Montisci ex direttore di Medicina Legale paga ed estingue il processo.

L’ex direttore di Medicina Legale ha risarcito Università di Padova e Azienda Ospedaliera di Padova. La Procura regionale della Corte dei Conti gli aveva intimato il pagamento di oltre 1 milioni di euro per consulenze non autorizzate nel periodo 2014-2018. La sentenza, depositata il 16 marzo 2023, dispone - in applicazione del rito abbreviato - il pagamento ridotto del 60%. Montisci paga 430.000 euro e ottiene l’estinzione di questo filone processuale (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 17 marzo 2023).

5.12 Sentenza della Corte dei Conti per la tassazione delle consulenze di Raffaello Cossu dell’Università di Padova.

La Corte dei Conti ha condannato il professor Cossu, presidente per 14 anni del corso di laurea in Ingegneria per l’ambiente e il territorio di Università di Padova, a risarcire l’Ateneo con la somma di 621.584 euro per le consulenze dei docenti universitari. Cossu ha fatto sapere che non ha accettato patteggianti e ricorrerà in appello avverso alla sentenza, perché sicuro di non aver commesso alcun illecito (Il Gazzettino del 28 marzo 2023).

5.13 Citrobacter all’Ospedale della donna e del bambino a Verona, chiuse le indagini preliminari.

La Procura di Verona ha comunicato la chiusura delle indagini preliminari a 7 imputati della morte dei bimbi neonati avvenuti a Verona a causa del Citrobacter. A breve l’invio dell’avviso relativo, a cura della PM Maria Diletta Schiaffino. La comunicazione disporrà che solo le persone offese nella fase “3” o “tardiva” della diffusione del batterio nella Terapia Intensiva, nel periodo tra il 22 febbraio e il 30 maggio 2020, hanno il diritto al risarcimento che sarà stabilito dal processo. In definitiva, la maxi consulenza di 400 pagine stabilisce che le fasi precoce e intermedia (rispettivamente 1 e 2) non prevedono responsabilità soggettive. Solo i casi della fase tardiva erano evitabili. In questo modo il processo si riduce a soli due casi (L’Arena del 29 marzo 2023; L’Arena e La Nuova di Venezia del 30 marzo 2023).

5.14 Chiuse le indagini sul caso di Santa Maria di Sala (VE) per corruzione e tangenti in denaro.

La Procura di Venezia (PM Federica Baccaglini) ha comunicato ai 17 indagati la conclusione delle indagini relative agli arresti eccellenti del 23 gennaio 2023. Ricostruiti nel dettaglio ruoli e compiti relativi al progetto della casa di riposo. La Procura sostiene che siamo in presenza di “un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione”.

L’accusa, nell’ordinanza di chiusura delle indagini, parla di “sodalizio criminoso stabile” finalizzato a incassare denaro e regalie da venditori di terreni e imprenditori acquirenti: tangenti in cambio di atti essenziali per valorizzare le aree e permettere gli interventi. In sede di interrogatori, la condotta tenuta dagli indagati è stata articolata: l’ex sindaco Fragomeni ha declinato l’invito a rispondere alle domande del PM e ha deciso di non ricorrere al Tribunale del Riesame. Stralciata la posizione di Andrea Razzini, direttore generale di Veritas spa.

Nelle carte dell’accusa compare anche il peculato per 500 euro di buoni spesa per il Covid, nella disponibilità della moglie (nuova indagata) di Fragomeni. Nelle carte dell’accusa, sia i suggerimenti a 2 candidati nel concorso comunale (reati di abuso d’ufficio e rivelazione di segreto a carico del dirigente dell’Ufficio Tecnico indagato), sia la soffiata ai vertici del TOM Village della ispezione controllo di SPISAL e Vigili. Il Tribunale del Riesame ha depositato le motivazioni della sentenza, con cui sostiene che “solo i domiciliari per i 6 indagati principali possono evitare reati”. Le difese annunciano ricorso in Cassazione avverso alla decisione del Riesame. I difensori di Camporese sostengono: “non può restare in detenzione fino al processo, ha già detto tutto” (Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 22 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, La Nuova Venezia e il Mattino di Padova del 30 marzo 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 31 marzo 2023; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 3 aprile 2023).

6 Droga (narcotraffico, spaccio di grosse quantità, situazioni di allarme sociale).

6.1.Nave cargo dal Mar Nero al porto di Venezia con a bordo 23 chili di cocaina.

Il comandante della nave cargo Stavros, battente bandiera maltese, ha notato il 24 febbraio 2023 la manomissione di un portellone di una nave portarinfuse, arrivata al terminal Multi Service del porto commerciale di Marghera (VE) lo scorso 20 febbraio e ripartita per i porti russi del mar Nero il 25 febbraio 2023. La Guardia di Finanza, intervenuta dopo la segnalazione, ha scoperto in un borsone 22 panetti di cocaina del peso di 23 chili, per un valore sul mercato del narcotraffico di 4 milioni di euro. Sequestrata la droga e avviato la consueta indagine delle forze dell’ordine sui destinatari del carico (Il Corriere del Veneto e La Nuova Venezia del 5 marzo 2023).

6.2. Arrestato corriere della droga in autostrada a Verona, sequestrati 220 chili di cocaina.

Il furgoncino su cui viaggiava il cittadino albanese, in A4 a Verona direzione Milano, ha attirato l’attenzione per la velocità anomala. Dal casellario è risultato che questo furgoncino con targa straniera era stato segnalato in precedenza dalla polizia genovese per trasporto di droga. Bloccato quindi dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia stradale a Verona sud, è stato oggetto di controllo. All’interno del veicolo trovati 220 panetti di cocaina purissima del peso complessivo di 220 chili, per un valore commerciale sul mercato dello spaccio di 15 milioni di euro. Arrestato il corriere con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti (L’Arena di Verona e Il Corriere del Veneto del 7 marzo 2023).

6.3. In casa a Reschigliano (PD) teneva 11 chili di droga, arrestati i due residenti.

I carabinieri lo hanno fermato per un controllo. Il cittadino nordafricano, prima ha cercato di sfuggire al posto di blocco e poi di gettare qualcosa dal finestrino. Una volta fermato è stato portato nella casa dei genitori della sua compagna. La perquisizione domiciliare ha permesso di trovare 10 chili di hashish, 1 chilo di cocaina e tutto l’occorrente per confezionare le dosi, oltre a 24.500 euro in contanti. I due sono stati arrestati (la donna ai domiciliari) per detenzione ai fini di spaccio (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova dell’8 marzo 2023).

6.4. Arrestato a Gorizia il fornitore di ecstasy della Bassa padovana.

I Carabinieri di Este (PD) sono risaliti al fornitore di grosse quantità di ecstasy della Bassa padovana. Il soggetto, bloccato in casa a Turriaco (GO) e arrestato in flagranza, deteneva nell’abitazione 1.846 pastiglie di Mdma-Ecstasy, 412 grammi di hashish, 30 grammi di funghi allucinogeni, 3,4 grammi di ketamina, due bilancini di precisione e altro materiale utile al confezionamento. Le sostanze erano destinate a un ampio mercato delle droghe sintetiche, Veneto compreso (Il Gazzettino del 2 marzo 2023).

6.5. Traffico di marjuana ed ecstasy a Padova, 21 indagati.

Le coltivazioni nei campi a Padova e Rovigo (ma anche a Ferrara e in Spagna), a cura di trafficanti cinesi. La marijuana veniva spedita in grosse quantità in tutto il mondo, compresa Australia e Nuova Zelanda. I trafficanti rifornivano il mercato pure di ecstasy (cristalli grezzi di Mdma) e ketamina.

L’indagine, avviata nel 2018 dai Carabinieri di Ferrara, ha scoperto un giro di proporzioni mondiali e con un volume d’affari di centinaia di milioni di euro. Disposte 6 misure cautelari in carcere (3 padovani, 1 vicentino) e altre 15 misure alternative. La prima spedizione intercettata partica da Vicenza per il Regno Unito. Interessata dalle indagini la DDA di Venezia e i comandi dei Carabinieri di Padova, Vicenza e Prato. Chiare le rotte e i luoghi di origine, con i siti di produzione (Spagna, Veneto, Toscana). Le destinazioni più frequenti: Olanda, Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda.

La rete era a compartimenti stagni, ognuno dei partecipi dell’organizzazione si occupava del proprio segmento di attività. I produttori non conoscevano il resto della rete, dai trasportatori (logistica) ai supervisori. Sequestrati, nel corso dell’operazione dei Carabinieri, scattata il 21 marzo 2023, 353 chili di infiorescenze di cannabis; 19 chili di hashish, 15 chili di ecstasy, 2 chili di ketamina, 4 chili di semi di cannabis e 5.374 piante (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Giornale di Vicenza e Il mattino di Padova del 23 marzo 2023).

6.6. Fermati in auto con 9 chili di cocaina a San Donà di Piave (VE) coppia condannata a 13 anni.

Sono stati fermati dalla Polstrada a San Donà di Piave, a fine agosto 2022, mentre viaggiavano su un’auto con targa svizzera. Il controllo ha portato alla luce il carico di 9 chili di cocaina in panetti nel bagagliaio. La coppia, Ciro De Suri ed Emanuela Ferrari, è comparsa il 13 marzo 2023 davanti al GUP Daniela De Fazio (PM Andrea Petroni), con rito abbreviato. La condanna dell’uomo a 8 anni e 30.000 euro di multa (aggravante della recidiva) e la donna a 5 anni e 4 mesi e 18.000 euro di multa. Nella decisione della sentenza del giudice ha pesato il fatto che i 2 corrieri condannati non hanno mai voluto dichiarare nulla sulla provenienza e destinazione della cocaina (Il Corriere del Veneto e La Nuova Venezia del 14 marzo 2023).

6.7. Traffico di Cocaina dalla Spagna, 2 arresti a San Zeno di Treviso.

Il blitz della Polizia in un appartamento sul Terraglio per arrestare un noto narcotrafficante domenicano e la cugina arrivata dalla Spagna. La coppia, vistasi scoperta, ha tentato di barricarsi in casa e l’uomo ha preso un coltello per minacciare gli agenti (il tutto finalizzato a dare il tempo alla cugina e alla compagna di disfarsi della droga). Sequestrati 2 chili di cocaina, 112 grammi di anfetamina e 1.600 euro, presunto provento dello spaccio. L’operazione è stata portata a termine con la collaborazione della Polizia di Udine. Lo spacciatore si muoveva con 2 auto tra la Marca e Udine per l’attività di rifornimento dei pusher (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 22 marzo 2023).

6.8. Ingente traffico di droga nel sandonatese (VE), prosciolti tutti dopo 15 anni.

Si trattava di 23 accusati di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di grossi quantitativi di droga portati da Spagna e Olanda. Tra le figure di spicco c’erano Silvano e Luciano Maritan (ex della mafia del Brenta) e altri pregiudicati locali. 15 anni dopo il via all’operazione denominata “Zio d’America”, la GUP Benedetta Vitolo ha posto fine a un procedimento iniziato 2007 con un “non luogo a procedere”. Il fascicolo era passato tra più mani in Procura, anche con il sovrapporsi di contestazioni. Assoluzione anche per i due imputati del rito abbreviato, e non luogo a procedere per gli indagati irreperibili: albanesi, spagnoli e cubano (La Nuova Venezia del 23 marzo 2023).

6.9. Malori dopo l’assunzione di stupefacente, 3 spacciatori arrestati a Portogruaro (VE).

I Carabinieri di Portogruaro hanno effettuato l’operazione, dopo la denuncia di 3 accessi al Pronto soccorso cittadino per malori. Arrestati 3 presunti spacciatori, identificati 28 consumatori abituali, sequestrati oltre 7.000 euro, presunto provento dello spaccio. L’indagine, denominata “Therapy”, è stata coordinata dalla Procura di Pordenone. Nell’inchiesta sono state documentate 1.515 cessioni tra cocaina, eroina e hashish, per un valore d’affari di 66.800 euro (La Nuova di Venezia del 23 marzo 2023).

6.10. Spaccio al parco di Montecchio Maggiore (VI), 5 arresti.

IL blitz disposto dai Carabinieri con 50 uomini e unità cinofile ha permesso di stroncare una lucrosa attività che durava da 3 anni. Sgominata una banda di cittadini nigeriani che operava nel comune berico: in parchi, piazze e piste ciclabili. Scattata la caccia a 3 latitanti per un giro d’affari, dal 2018 al 2021, stimato in 2,5 milioni di euro. Le dosi vendute erano davvero consistenti, con consumatori abituali che si rifornivano con cadenza quotidiana (anche 500 dosi all’anno, con importi tra i 10 e 40 euro a dose) (Il Giornale di Vicenza del 24 marzo 2023).

6.11. Discoteca di Asiago (Snoopy) un vero e proprio bazar di droga e violenza, chiusa per 15 giorni.

Blitz della Guardia di Finanza, polizia e Spisal, la notte di sabato 25 marzo 2023. Sequestrati ecstasy, chetamina, lsd, cocaina, hashish, marijuana e Mdma. Molti dei 300 clienti erano sotto l’effetto di sostanze. Aggredito un finanziere. Trovati 3 lavoratori in nero, la mancanza di misuratore fiscale e un lungo elenco di violazioni sulle norme sulla sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro. Il locale è stato chiuso con sospensione della licenza (Il Giornale di Vicenza del 28 marzo 2023).

6.12. Ventidue panetti di hashish in auto, arrestati in Autosole, ad Arezzo, 2 trevigiani.

I due giovani trevigiani, a bordo di una Uno Bianca, sono stati fermati dalla Polstrada all’altezza di Arezzo, nella notte del 26 marzo 2023. Trovati nell’auto, in uno zaino, 2,2 chili di hashish suddivisi in 22 panetti da 100 grammi cadauno, e un iphone rubato nel corso di una rapina a Belluno, il 24 febbraio 2023. Disposte verifiche della Polizia sia su provenienza e destinazione dello stupefacente che sul ruolo avuto nella rapina bellunese. In carcere i due giovani incensurati, in attesa del processo per direttissima (Il Gazzettino e La Tribuna del 29 marzo 2023).

6.13. Venti chili di marijuana nascosti sotto gli arnesi da lavoro a Verona.

La Polstrada aveva bloccato l’auto a Sommacampagna, lo scorso 15 giugno, per un controllo. Nel bagagliaio, sotto il materiale edile, c’erano due borsoni neri contenenti 22,5 chili di marijuana. Disposto l’arresto per direttissima del giovane di Legnano (MI). Il 28 marzo, chiesto e ottenuto il patteggiamento davanti al GUP Maria Cecilia Vitolla della Procura di Verona: 2 anni e 8 mesi di carcere e 6.000 euro di multa. La pena ha tenuto conto che il giovane non ha detto nulla sui collegamenti con ambienti criminali (L’Arena del 29 marzo 2023).

6.14. Fiumi di cocaina dall’estero. Operazione coordinata dalla DDA di Bologna, con sequestri di cocaina per un valore di 61 milioni di euro.

La DDA di Bologna ha disposto 21 ordinanze di custodia cautelare in cella, due delle quali notificate a Vicenza. La droga arrivava in container nascosti tra il pellame diretto alla città. La cocaina veniva caricata a Santo Domingo e destinata alle piazze di spaccio di tutta Italia. I due arrestati, secondo l’accusa in posizione di vertice dell’associazione a delinquere, Bruno Buggiani e Arturo Fernando Sanchez, cittadino domenicano.

La fase iniziale dell’inchiesta (2021) aveva visto il sequestro di 488 panetti di cocaina, del peso di 260 chili. Lavoro congiunto delle squadre mobili di Bologna, Vicenza, Pisa e Savona. A Vicenza, costruita la società ad hoc per occultare tra il pellame di bovino grezzo le partite di cocaina. I sequestri più grossi, al porto di Vado Ligure (237 chili) e a Pisa (233 chili). I vari blitz hanno permesso di sequestrare cocaina per un valore di 61 milioni di euro e 335.000 euro in contanti (Il Giornale di Vicenza del 29 marzo 2023).

7. Evasione fiscale, solo casi rilevanti

7.1. TRT, rischio truffa per 30.000 investitori, perquisizione in casa a Padova dei titolari.

Gli esperti del settore delle criptovalute dicono che è la fine di “un’era”. Dopo la vicenda di NFT di Silea (TV), scoppia un altro grosso raggiro nel mondo delle criptovalute con l’affossamento della “The Rock Trading”, storica exchange (piattaforma di scambio e conversione da euro a criptovalute) fondata nel 2011 dai soci Davide Barbieri e Andrea Medri. A Padova la TRT ha uno dei suoi bracci operativi, sebbene la sede legale sia stata per lungo tempo a Malta per essere spostata, dal 2018, a Milano.

Nel sito si parla di una generica difficoltà di gestione della liquidità. In definitiva, non si riesce più a monetizzare i propri bitcoin ma solo a controllare conti e movimenti. A fine febbraio, la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo per frode informatica e accesso abusivo al sistema informatico. Il 1° marzo 2023, un analogo fascicolo d'indagine è stato aperto dalla Procura di Milano, che ha raccolto degli esposti denuncia per i possibili reati di appropriazione indebita e truffa. Richiesta alla Guardia di Finanza di perquisire le sedi sociali a Padova (in Largo Europa 3, dove lavorano alcuni programmatori del sito), Milano e Genova, e le abitazioni dei 2 soci fondatori. Il rischio ora è di trovarsi nuovamente messi di fronte a una gigantesca frode informatica (tra i 20 e i 100 milioni di euro). Oltre mille gli investitori veneti che potrebbero essere stati gabbati da TRT (Il Corriere del Veneto del 2 e 3 marzo 2023; Il Gazzettino del 2 marzo 2023; Il Mattino di Padova del 2 e 3 marzo 2023).

7.2. Viaggi di lusso con i ristori COVID a Este (PD), 3 indagati per evasione di 6 milioni di euro.

Siamo all’ennesima, possibile frode sui fondi stanziati con i vari decreti ristori nel periodo più acuto della pandemia da COVID 19. La Guardia di Finanza di Este ha indagato 3 soggetti per una sospetta evasione di 6 milioni di euro, cui si aggiungono 3 distinti finanziamenti da 200.000 cadauno che l’azienda (allevamento e commercio di carni da macello) avrebbe indebitamente percepito per un’attività di ristorazione. I soldi, appena incassati, sono stati trasferiti in conti esteri in Lituania e Polonia al fine di far perdere le loro tracce. I 2 titolari, con un prestanome cui avevano intestato fittiziamente l’impresa, per allontanare l’attenzione avrebbero usato il consueto trucco delle scatole societarie e l’aumento del capitale sociale da 10.000 a 750.000 euro, per intascare indebitamente i soldi dei ristori dati alle imprese nel 2020-2021. I soldi avrebbero finanziato vita e viaggi nel lusso, a danno dello Stato. Chiuse le indagini preliminari sui 3 indagati il 1° marzo 2023, presentata richiesta di rinvio a giudizio dalla Procura per i reati di evasione tributaria, fallimenti e societari, truffa aggravata per il conseguimento di fondi pubblici (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 2 marzo 2023).

7.3. Maxi sequestro a un finto broker a Rovigo che prometteva finanziamenti “fantasma”.

Il soggetto prometteva a imprenditori in difficoltà finanziamenti mai erogati. E' stato denunciato per truffa aggravata e autoriciclaggio. La Guardia di Finanza di Rovigo ha sequestrato al soggetto 400.000 euro. Il professionista polesano agganciava le vittime con promesse e lusinghe, con il pagamento anticipato di spese e onorari. In definitiva agiva come intermediatore finanziario senza possedere alcun titolo e senza essere iscritto all’Albo della categoria. Disposta un’interdittiva dal GIP di Rovigo Nicoletta Stefanutti, con divieto temporaneo di 1 anno ad esercitare attività di amministrazione, e una decina di perquisizioni e sequestri per recuperare almeno in parte le somme truffate. Le vittime a Rovigo, in tanta parte del Veneto e anche fuori regione (Il Corriere del Veneto del 2 marzo 2023).

7.4. Bonus facciate a Rovigo, indagati 3 imprenditori per truffa allo Stato per 3 milioni di euro.

La Procura di Rovigo ha denunciato 3 imprenditori polesani per truffa ai danni dello Stato compiuta nel 2021. Si tratta di Mattia Migliorini di Lusia (Ro), titolare della Gasby srl e General Contractor di appalti, Alessandro Aliprandi, titolare della società Cristalli blindati e sicurezza, sempre di Lusia, e Alessandro Lucchiaro, titolare della ditta edile di Rovigo “Geen Edil Sophi”. I 3 avrebbero, a detta degli inquirenti, incassato 3 milioni di euro per lavori dichiarati conclusi, mentre molti di questi non sono mai stati eseguiti o terminati. Le 30 vittime della truffa del “bonus facciate” sono sparse per tutta Italia, con prevalenza in Veneto. La Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro della documentazione e di 94.000 euro, ritenuti provento illecito della truffa (Il Corriere del Veneto del 8 marzo 2023).

7.5. Condanna in Tribunale a Vicenza per distrazione beni e denari della ditta fallita.

Denis Spinella, amministratore unico della “Daspi automazioni cancelli”, è stato condannato a 2 anni di carcere per aver sottratto, dal patrimonio della ditta fallita il 19 maggio 2016, 78.000 euro. Il soggetto si era rimborsato nell’ultimo anno di attività della società finanziamenti da lui precedentemente effettuati per 116.000 euro e aveva distratto la somma di 78.500 euro, non rinvenuta dal curatore fallimentare. Entrambi i reati sarebbero emersi dalla dichiarazione di fallimento da parte del giudice. Processo a rito ordinario, in cui il Collegio giudicante ha ritenuto verosimile le accuse della Procura. Dopo i termini per il deposito delle motivazioni della sentenza, il condannato potrà valutare il ricorso in Appello (Il Giornale di Vicenza del 2 marzo 2023).

7.6. Cantieri pagati e abbandonati a Treviso, diffide a “Facile Ristrutturare”.

Scoppia anche a Treviso il bubbone di cantieri abbandonati da mesi dal General Contractor “Facile Ristrutturare”. Sono decine i trevigiani che si sono affidati alla filiale locale della società romana, con ufficio in via Nino Bixio, senza avere i risultati promessi. Sono già 15 i clienti che hanno affidato il mandato a legali per ottenere il risarcimento di lavori fermi da 5 - 6 mesi. In questo caso si tratta della detrazione del 50% per le ristrutturazioni di immobili.

Sono stati svuotati i cassetti fiscali e pagati metà dei lavori (cifre anche considerevoli), peccato che qualcosa nella filiera si sia inceppato visto che i lavori sono iniziati ma non sono proseguiti. I contratti, a detta del legale che assiste i clienti trevigiani, sono fortemente sbilanciati a favore del contractor, con onerose penali nel caso il cliente decida di recedere dall’accordo. In definitiva, si prospetta l’ennesimo scandalo in materia economica finanziaria nel settore dell’edilizia (La Tribuna di Treviso del 2 marzo 2023; Il Gazzettino del 3 marzo 2023).

7.7. New Financial Technology (NFT) di Silea (TV), il procuratore Martani chiede 6 mesi di proroga delle indagini.

Per lo scandalo NFT, la Procura di Treviso chiede altri 6 mesi per le indagini, di un’inchiesta particolarmente complessa. Complesso ricostruire il flusso delle criptovalute e le rogatorie internazionali alla ricerca del tesoretto. Le querele a Treviso sono arrivate a 164, e si è posto il termine del 30 marzo 2023 per l’azione di rivalsa verso gli amministratori della piattaforma informatica.

La Guardia di Finanza trevigiana ha diramato una nota ai rispettivi comandi su tutto il territorio nazionale, affinché le querele vengano quanto prima fatte convergere in Procura a Treviso. Le azioni interessano anche tutte le società satellite di NFT. Inoltre, gli investitori truffati sono stati contattati via Telegram da un finto legale che promette “il rientro dei capitali garantito solo a fronte della rinuncia ad azioni legali”. Si tratta della solita proposta truffa di cui diffidare. Gli avvocati dei truffati si sono rivolti alle massime cariche istituzionali dello Stato e della Regione, per chiedere la stipula di accordi straordinari e immediati in materia giudiziaria con Dubai in modo da consentire rogatorie, estradizioni e sequestri (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 2 e 3 marzo 2023; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 14 marzo 2023; La Tribuna di Treviso del 24 marzo 2023).

7.8. Banca clandestina cinese al China Ingross di Padova per evasori e riciclaggio.

L’indagine “Via della Seta”, sul traffico di rifiuti ferrosi, e quella sulla presunta truffa del broker portogruarese Fabio Gaiatto portano a un negozio di abbigliamento, dentro al colosso China Ingross di Padova. Per gli inquirenti, il negozio è la sede di un istituto di credito cinese (banca segreta con uffici in varie città della penisola) che muove miliardi di euro.

Offrirebbe servizi a clienti danarosi, come operazioni di riciclaggio, e a narcotrafficanti e mafiosi, evasori fiscali e truffatori di alto rango, oltre ai connazionali attivi nel nostro paese con attività in nero o fuori da ogni regola. L’operazione sarebbe un colossale trasferimento di soldi sporchi dall’Italia alle banche del colosso asiatico, il tutto senza lasciare alcuna traccia, in cambio di una provigione compresa tra il 2 e il 5% del denaro trasferito.

La notizia delle indagini proviene sia dal rapporto annuale della UIF di Banca d’Italia (febbraio 2023), sia dalla Relazione annuale della Guardia di Finanza - Sistema Sicurezza della Repubblica. Le indagini hanno interessato varie Regioni italiane e hanno preso le mosse dall'inchiesta della Procura DDA di Trieste e Guardia di Finanza di Pordenone su una frode di 300 milioni di euro (rifiuti ferrosi) e il trasferimento in Cina di 150 milioni di euro provenienti dal traffico illecito di rifiuti. Alla base, le frodi carosello con fatture false per operazioni inesistenti con importazione di prodotti dalla Cina.

Così i presunti truffatori (italiani e non) avrebbero evaso il fisco e le banche cinesi avrebbero ottenuto un trasferimento miliardario di valuta pregiata. L’Italia ci rimette sia sul versante tasse che sulle rimesse. Il comandante della Guardia di Finanza del Veneto, sugli interventi ispettivi nei confronti di ditte individuali cinesi, afferma che “esiste un debito tributario di 2 miliardi di euro tra il 2008 e il 2020 a fronte di un recupero di appena 50 milioni di euro”. Nel passaggio del denaro dal Veneto alla Cina (diminuita di 200 volte in 10 anni) si sono quasi azzerati i flussi di tracciabilità (spariti oltre 100 milioni di euro l’anno), cosa che gli inquirenti legano all’attività della filiale fantasma della banca cinese. Benchè richiesta, non è pervenuta alcuna collaborazione dalle Autorità cinesi. La Guardia di Finanza ha acceso un faro su tutte le operazioni sospette che avvengono sull’asse Italia-Cina (La Tribuna di Treviso del 6, 7, 8 marzo 2023).

7.9. Truffa sui campi di energia rinnovabile, confiscati 39 milioni di euro a 41 società. La capofila del gruppo aveva sede a Padova.

La società indagata, capofila di un gruppo controllato da una società lussemburghese, con sede in via Rismondo a Padova, a partire dal 2008 aveva realizzato nove complessi produttivi. Aveva messo in piedi 41 società per la produzione di energie rinnovabili, che poi si erano trasferite a Bolzano. La Corte dei Conti di Venezia, il 22 marzo 2023, ha deciso le condanne per truffa aggravata ai danni dello Stato, e per un danno erariale di quasi 39 milioni di euro. Sono 8 le persone fisiche, italiane e tedesche, condannate: amministratori e titolari delle varie imprese. Il tutto gira attorno alla creazione di parchi eolici in Basilicata, in cui entrano in gioco dichiarazioni false per mettere le mani sui contributi statali per 65 MLN di euro, 45 dei quali di competenza della Corte dei Conti di Venezia e 20 di quella di Bolzano. 40 milioni di euro sequestrati da disponibilità finanziarie, diritti di superficie e conti correnti bancari, altri 7,8 ML di euro cautelati da crediti IVA nel frattempo maturati (Il Corriere del Veneto del 24 marzo 2023).

7.10. Azienda hi-tech nei guai con il fisco, iva evasa per 4,5 milioni di euro a Vicenza.

Il meccanismo per la presunta evasione era semplice ed efficace. La società commercializzava software per archiviare dati. Il classico sistema delle “frodi carosello” che sarebbe stato perpetrato dal 2015 al 2020, con Iva intracomunitaria non pagata. I prodotti erano acquistati attraverso alcune società cartiere italiane nel settore delle società di information technology. L’attività ispettiva della Guardia di Finanza di Vicenza avrebbe permesso di smascherare azienda e pratica evasiva connessa (Il Giornale di Vicenza del 16 marzo 2023).

7.11. Importavano auto senza pagare l’IVA a Treviso.

Il Giudice di Treviso, Cristian Meneguzzo, nell’udienza del 15 marzo 2023, ha disposto il rinvio a giudizio per 6 persone per sottrazione alle casse dello Stato 2,5 milioni di euro di Iva. L’organizzazione, con sede nel trevigiano, acquisterebbe all’estero veicoli di media e grossa cilindrata esibendo agli uffici della Motorizzazione Civile documentazione falsa, che attesta l’avvenuto pagamento dell’IVA all’estero. Ricostruite 161 cessioni per un valore di 3 milioni di euro e un valore dell’IVA sottratta all’erario di 500.000 euro. A giudizio anche il titolare di un’agenzia di pratiche auto (Fabio Guidolin della Praticar di Castelfranco Veneto). Il processo fissato a luglio 2024 (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 16 marzo 2023).

7.12. Truffa superbonus, cittadino trevigiano trova il credito di 50.000 euro e scopre una società brianzola, 130 cantieri coinvolti.

Il soggetto trevigiano non aveva eseguito alcun lavoro, ma si è trovato un credito da 50.000 euro per un superbonus mai richiesto. Le indagini, avviate dopo la segnalazione della Guardia di Finanza, hanno permesso di sequestrare 4,3 milioni di euro (su disposizione della Procura della Repubblica di Monza) ad una società della Brianza con ben 130 cantieri (alcuni nella Marca), che sarebbero coinvolti nella truffa del superbonus (La Tribuna di Treviso del 17 marzo 2023).

7.13. Bonus edilizi e falsi crediti, maxi operazione della Guardia di Finanza con frode da 1,5 miliardi di euro. Arrestato un consulente con studio a Schio (VI).

In manette Roberti Arapi (cittadino di origine albanese) di Santorso con studio a Schio, ritenuto il numero due della banda che agiva fra Piemonte e Campania per la presunta truffa dei crediti fiscali, generati grazie ai bonus edilizi. Somme di denaro che finivano anche all’estero. L’operazione, coordinata dalla Guardia di Finanza di Asti, ha portato all’arresto di 10 persone e la denuncia di altre 27. I falsi crediti sarebbero di 1,5 MLD di euro. Arrestato, come mente e dominus dell’operazione, il commercialista napoletano Enrico Maria Giuffrida, e 8 persone tra Campania e Piemonte (Il Giornale di Vicenza del 23 e 24 marzo 2023;, Il Corriere del Veneto del 23 marzo 2023).

7.14. Truffe per fatture false per 200 milioni di euro tra Veneto e Sardegna.

Le imprese, sparse in tutta Italia, avrebbero messo in atto una colossale truffa ai danni dello Stato, con fatture false per operazioni inesistenti sull’asse Veneto - Sardegna, tramite società cartiere e filtro. Iva non pagata per 37 milioni di euro, con imprese che incassavano i proventi che sparivano in Cina. L’indagine è partita da un’azienda di Oristano, guidata da un cittadino cinese. Sono 19 gli indagati (1 consulente italiano e 18 cittadini cinesi). I reati contestati dalla Guardia di Finanza sono: fatture false, omesse dichiarazioni fiscali, dichiarazioni infedeli, autoriciclaggio. Le imprese interessate, gestite da cittadini cinesi, hanno sede a Prato, Pistoia, Firenze, Roma, Venezia (Il Giornale di Vicenza, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 24 marzo 2023).

7.15. Frode sulla benzina sull’asse Parma- Brescia- Verona, sigilli a 17 pompe bianche.

Scoperta dalla Guardia di Finanza, nel 2019, una triangolazione con Dubai, Napoli e Miami che sarebbe stata finalizzata alla truffa sulla benzina. Sigilli a 17 pompe bianche (distributori senza loghi delle case petrolifere) in Emilia, Lombardia (Brescia e Lodi) Veneto (Verona).

Il carburante, comprato tramite un meccanismo di società inesistenti, da un’azienda di Parma in Slovenia e Croazia, arrivava alle pompe per essere rivenduto evadendo l’IVA. Questo consentiva una vendita molto alta grazie al prezzo concorrenziale. Il GIP di Parma, su richiesta della Procura europea, ha disposto la denuncia di 7 persone e 2 società, e il sequestro di beni per 150 milioni di euro. (L’Arena del 24 marzo 2023).

7.16. Truffa ai danni dei consumatori a Verona, sequestrati 30 milioni di euro.

La società, con uffici a Verona e Bussolengo (VR), operava su web attraverso una propria piattaforma (vendite cd piramidali di numerosi servizi). Vendeva on line vari pacchetti promozionali, ma inesistenti. Sarebbe stato evaso il fisco, e ingannate centinaia di persone con il classico schema “Ponzi”. Indagate 4 persone, perquisiti gli uffici della ditta per le ipotesi delittuose in concorso di truffa ai danni dei consumatori ed evasione fiscale (L’Arena del 24 marzo 2023).

7.17. Traffico di supercar, il processo dopo 9 anni inizia a Treviso.

La polizia, nel 2014, sgominò una presunta associazione a delinquere che radiava dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA) auto di lusso, per poi reimmatricolarle con un giro d’affari milionario. Il blitz della Polstrada portò al sequestro di 22 delle 23 auto taroccate, per un valore di almeno 1 milione di euro. L’operazione era denominata “DJ”. Dopo 9 anni, una lunga serie di reati è già caduta in prescrizione (appropriazione indebita, truffa, frode in commercio, falso, minacce). Rimane in piedi, nell’udienza del 27 marzo 2023 in Tribunale a Treviso, solo il reato di associazione a delinquere per 4 indagati. Le indagini erano scattate a seguito di una segnalazione dell’agenzia trevigiana di pratiche auto Gobbo.

La banda, secondo gli inquirenti, truffava privati e aziende di leasing, usando documenti falsificati e parecchi prestanome. Escono per la prescrizione 2 imputati, mentre il processo prosegue per altri 4 accusati (Il Giornale di Vicenza del 28 marzo 2023; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 29 marzo 2023).

7.18. Dazi evasi per oltre 2 milioni di euro: Bottecchia di Cavarzere (VE) a giudizio.

L’accusa verso la società e i due amministratori della Bottecchia Spa è di aver importato bici elettriche a pezzi dalla Cina, per non pagare i dazi doganali. Nell’udienza del 28 marzo 2023, il GUP Maria Rosa Barbieri, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Donata Costa, che ha coordinato le indagini, ha disposto il rinvio a giudizio di Diego Turato e Marco Sguotti oltre alla società. Negli ultimi 4 anni, con tale prassi, la società di Cavarzere avrebbe evaso dazi per 2.174.922 euro. L’udienza è stata assai dibattuta, perché la difesa contesta la lettura della Procura europea sia sul merito, in quanto ci sono operazioni distinte (le bici avevano delle lavorazioni necessarie in Italia), sia sula quantità di evasione dei dazi (Il Corriere del Veneto e il Gazzettino del 29 marzo 2023).

7.19. Contrabbando di alcool e sigarette, madre e figlio di San Stino di Livenza (VE) a processo.

L’inchiesta è della Procura DDA di Trento e riguarda un maxi contrabbando internazionale di alcool, sigarette, prodotti energetici, per quasi 28 milioni di euro evasi. Secondo l’accusa, Patrick Scarpa e la madre Francesca Tagliapietra avevano un ruolo nell’operazione denominata “Melinda” dalla Guardia di Finanza. Le indagini sono state chiuse e la Procura di Trento ha chiesto il rinvio a giudizio per gli arrestati del giugno 2022 e i 28 indagati per il presunto contrabbando. Verso il processo 3 veneziani (Flavio Bragato di Ceggia oltre a madre e figlio) (Il Corriere del Veneto del 31 marzo 2023).

7.20. Sequestrato il patrimonio del presunto evasore seriale del Centro Commerciale “la Megliadina” di Borgo Veneto (PD).

La Guardia di Finanza confisca beni per svariati milioni di euro ad Antonio Miano, tra cui auto di lusso (Roll Royce, Ferrari e altre) e al complesso commerciale di San Fidenzio, nel Comune della Bassa Padovana. Applicata la norma del Codice antimafia sulla sproporzione tra dichiarazione dei redditi e beni posseduti. A Miano sono contestati numerosi casi di violazioni fiscali per milioni di euro e numerose bancarotte. Miano era stato arrestato con alcuni sodali nel 2019, con l’accusa di bancarotta fraudolenta e riciclaggio. Miano sarebbe stato abile a distrarre i beni sino a creare un buco di 36 milioni di euro. La struttura de "la Megliadina" è stata affidata a due curatori fallimentari. I beni sequestrati in varie località italiane sono oggi gestiti da un amministratore giudiziario (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 31 marzo 2023).

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