Ori in Australia per i trapiantati veneti: dalla sala operatoria al podio mondiale
Italia campione del mondo nel volley (con un padovano e un trevigiano in squadra) e nel ciclismo grazie a un vicentino
Rosario Padovano
Il Veneto trascina l’Italia nel volley e nel ciclismo ai Mondiali per sportivi trapiantati di Perth. Vince la ricerca, vince anche la sanità veneta, senza cui questi risultati non sarebbero stati possibili. Perché l’Italia è campione del mondo di volley per trapiantati e porta a casa anche un oro nel ciclismo, ed entrambi parlano veneto. La finale di volley si è conclusa il 17 aprile mattina (ora italiana) in Australia. Capolavoro degli Azzurri, che hanno superato in finale il Regno Unito per 2-0. Parziali 25-18, 25-9: non c’è stata storia.
In squadra grandi protagonisti del successo iridato sono stati Marco Mestriner di Treviso, della zona di San Lazzaro, e Alessandro Pege, padovano di Mestrino. Entrambi i nazionali veneti in passato avevano subito il trapianto di rene.
Le storie
«Io sono rinato il 17 settembre 2011, quando ho subito il trapianto di rene all’ospedale di Treviso. Dedico questo oro a chi mi ha operato. Mi ha fatto rinascere. Prima ero uno sportivo di basket, poi sono diventato pallavolista. Gioco ancora oggi» dice Mestriner «in un torneo di Prima divisione alla Lupino Volley in una palestra di San Giuseppe a Treviso. Alleno due squadre giovanili».
Gli fa eco l’altro campione di pallavolo, Alessandro Pege da Mestrino: «Ho compiuto 50 anni da poco e sono una persona che nonostante le difficoltà fisiche ha continuato ad affrontare la malattia con carattere e positività. Sono stato trapiantato a Bologna il 1° agosto 2018. Penso però alla sanità veneta e vedo una famiglia che mi ha seguito dal principio della malattia ad oggi. Grazie al coordinamento del centro trapianti di Padova che mi segue tuttora, a Medicina dello sport e alla Chirurgia vascolare di Padova, sono riuscito a partecipare ai World Transplant games in Australia. Ho sempre fatto molto sport, ho praticato rugby a Selvazzano Dentro ma poi per problemi renali ho dovuto smettere all’età di 19 anni. Poi ho iniziato la pallavolo amatoriale e giocavo a Feriole. Ora mi alleno per conto mio».
I complimenti di Zaia
Dopo il successo dell’Italvolley trapiantati (sbaragliati due volte il Regno Unito, due squadre dell’Australia e gli Usa per arrivare all’oro), sono giunte le congratulazioni del presidente Luca Zaia. «Solo qualche giorno fa, facendo gli auguri agli atleti veneti impegnati ai World Transaplant Games di Perth, mi ero augurato che tornassero con tante medaglie, in questo caso anche come simbolo di una vita ritrovata. Eccomi accontentato. Nel complimentarmi con loro, mi inchino alla straordinaria forza d’animo, fisica e di carattere che porta un trapiantato a cimentarsi in una disciplina sportiva agonistica. Il loro trionfo» aggiunge Zaia « dimostra come un organo donato sia di fatto una vita salvata e rinata, donata a una persona che può riprendere il suo cammino con modalità a volte straordinarie. Lo dimostrano Pege e Mestriner con l’oro nel volley ma anche Daniele Dorizzi – trapiantato di rene – di Lazise (VR), Riccardo Canola – trapiantato di cuore – di Baone, Mirko Bettega – trapiantato di rene – di Montorso Vicentino, che fanno parte della compagine veneta impegnata in Australia».

E proprio da Bettega è arrivato poche ore dopo il bis, con un luccicante oro conquistato nel ciclismo. «Mirko Bettega» esulta Zaia «ha compiuto una grande impresa, in una delle discipline più impegnative per una persona che ha subito un trapianto». Ha conquistato la medaglia d’oro individuale nella corsa di dieci chilometri a cronometro.
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