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“Penne come armi” per la Lezione di Storia di Valeria Palumbo a Padova

Giornalista e scrittrice, Palumbo affronterà domenica 26 marzo al Teatro Verdi di Padova conclude il ciclo “La guerra dei sessi” curato da Laterza. «La lettura e la scrittura, il potere delle donne pagato a caro prezzo in un mondo di uomini»

Nicolò Menniti-Ippolito
3 minuti di lettura
Virginia Wolf, scrittrice, è la protagonista della Lezione di Storia di domenica 26 marzo al Teatro Verdi a Padova 

Da molti anni Valeria Palumbo, giornalista e scrittrice,  pubblica libri sulle donne che scrivono e che leggono, in cui racconta come il ruolo intellettuale femminile sia stato per molto tempo misconosciuto, sia pure con alcune eccezioni significative, che hanno lentamente contribuito a mutare la percezione delle scrittrici, anche se tuttora restano significative disparità, come racconterà nella sua Lezione di Storia, domenica 26 marzo alle 11 al Verdi di Padova, che parte da un personaggio centrale come Virginia Woolf.

Si può dire che Virginia Woolf abbia vinto la sua “Guerra dei sessi”?

«Beh, visto che la sua vita è finita con un suicidio non ne sarei così convinta. Bisogna fare un discorso diverso. Virginia Woolf è nel novero dei più grandi scrittori del’900 ed è stata talmente grande che non sono riusciti a cancellarla come invece è successo a gran parte delle scrittrici e intellettuali del secolo; in questo senso la sua è stata in una vittoria, ma la sua grandezza era tale che ignorarla sarebbe stato veramente impossibile. Dopodiché direi anche che è stata quella che più lucidamente e prima di tutte le altre ha evidenziato quali erano i motivi che rendevano impossibile alle donne affermarsi in campo intellettuale».

Per questo la Lezione parte da lei?

«Quello che propongo è un discorso che parte da Virginia Woolf e va a ritroso nel tempo, ricostruendo il modo in cui le donne hanno affrontato quella che viene chiamata la “querelle des femmes”. Nel Medioevo si poneva ancora il problema se le donne avessero un’anima oppure dovessero essere considerate alla stregua degli animali. Poi le cose si sono evolute con l’emergere di personaggi come Christine de Pizan, ma in realtà anche prima di lei, in Italia, troviamo Eleonora della Genga, poetessa totalmente dimenticata, che scrive un sonetto che comincia col verso “Tacete, o maschj, a dir, che la Natura” e rivendica le capacità femminili. Questo è possibile perché nel frattempo si è sviluppato un mercato editoriale ed esiste un pubblico di donne. Ed è un pubblico talmente rilevante che anche molti scrittori uomini scrivono tenendone conto. Ludovico Ariosto inizia il suo poema con “Le donne, i cavallier l’arme, gli amori”, ma già Dante scrive “Donne ch’avete intelletto d’amore”».

Ci vorrà poi moltissimo tempo perché le donne vedano riconosciuto il loro ruolo.

«Certo, questo apre la discussione ma non garantisce alle donne, se vogliamo parlare in termini guerreschi, la vittoria nemmeno oggi. In “Vietato scrivere. Come soffocare la scrittura delle donne” la scrittrice statunitense Johanna Russ elenca gli 11 modi con cui gli uomini hanno impedito alle donne prima di scrivere, poi di pubblicare, infine di entrare nel canone. Molti di questi motivi, come la mancanza di accesso all’istruzione, sono caduti nel mondo occidentale, ma l’esclusione totale dal canone è ancora in atto: tuttora a scuola di fatto si studia solo Elsa Morante».

Virginia Woolf è stata però la figura centrale in un gruppo intellettuale, anche maschile, di grandissima rilevanza come quello di Bloomsbury.

«In realtà delle donne del circolo di Bloomsbury per molto tempo non si è parlato, i personaggi centrali sono stati ritenuti John Maynard Keynes e Lytton Strachey. Dopodiché la personalità di lei era talmente rilevante che il suo nome è emerso con forza. Ma prima di recuperare la rilevanza di altre donne, come Vanessa Bell o Dora Carrington, ci sono voluti molti anni».

E Virginia ha favorito le altre donne?

«Sì e non solo Vita Sackville West con cui aveva un patto d’amore e per la quale ha scritto un romanzo strepitoso come “Orlando”. Il comportamento di Virginia Woolf smentisce il luogo comune che vuole che le donne nemiche tra loro. Lei è stata sempre solidale e non solo con le donne del circolo. Nutriva profonda amicizia per una grande scrittrice anche lei espulsa dal canone come Katherine Mansfield, per la quale provava ammirazione e invidia, ma invidia positiva, ne invidiava il talento. Quando la Mansfield morì Virginia disse “E adesso per chi scrivo?”».

Solidarietà femminile.

«Certo, lo testimoniano tutte le sue opere da “Una stanza tutta per sé” a “Le tre ghinee” che è un testo secondo me fondamentale. Ma a me piace fare anche un esempio di italiano di solidarietà femminile, che è quello di Eleonora Duse che ha interpretato un unico film, tratto da un romanzo di un’altra autrice emarginata dal canone, nonostante il Nobel, come Grazia Deledda. E lo ha fatto su suggerimento di un’altra donna, Matilde Serao».

Oggi Virginia Woolf è un simbolo dell’intellettualità femminile. Lo è sempre stata?

«No. Certamente fino al suicidio è stata al centro del dibattito culturale reagendo con articoli e testi alle tesi misogine dei suoi contemporanei. Ma non bisogna dimenticare che i suoi non sono libri facili e quindi non aveva una popolarità diffusa. Dopo la morte per una ventina di anni la sua importanza è rimasta sottotraccia, ma già negli anni Sessanta la sua fama è nuovamente esplosa fino a renderla effettivamente un simbolo».

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La guerra dei sessi in quattro incontri da tutto esaurito

Con “Penne come armi. Virginia Woolf e le altre”, domenica 26 marzo alle 11, terminano anche quest’anno le Lezioni di Storia al Teatro Verdi di Padova che hanno raccolto una serie di “tutto esaurito” in fase di prenotazione, a conferma dell’interesse per la manifestazione promossa dal Comune di Padova e da Laterza con il supporto del Teatro Stabile del Veneto e la media partnership del “Mattino di Padova” .

Il ciclo, intitolato “La guerra dei sessi” ha visto come protagoniste tutte figure femminili, da Matilde di Canossa ad Artemisia Gentileschi. E poi le tracce di un precoce matrimonio tra donne per finire con l’avventura intellettuale di Virginia Woolf, ’emblema delle donne scrittrici, capaci di emergere in un mondo ancora largamente dominato dagli uomini. La lezione conclusiva sarà tenuta da Valeria Palumbo, giornalista e storica delle donne. La partecipazione è gratuita. Prenotazioni su www.teatrostabileveneto.it.

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