In Veneto si prega per la pioggia: cattolici e ortodossi uniti in processione
Sabato 25 marzo pellegrinaggio all’antico santuario della Madonna di Val, in provincia di Treviso. Il parroco di Rugolo: «Chiediamo il miracolo come si faceva una volta»
francesco dal mas
L’antico santuario della Madonna Assunta di Val, dove sabato pregheranno insieme cattolici e ortodossi
«Ai Piani Alti già hanno sentito le nostre preghiere e sabato pioverà» annuncia il sindaco di Sarmede, Larry Pizzol, che peraltro appartiene alla comunità ortodossa di Montaner. Per sabato le parrocchie dell’Unità pastorale pedemontana Nord, cioè Sarmede, Rugolo, Montaner, Cappella Maggiore, hanno organizzato infatti un pellegrinaggio all’antico santuario della Madonna Assunta di Val per “invocare il dono della pioggia”. L’invito è esteso anche agli ortodossi, che sfileranno in processione con i cattolici. Sabato 25, quindi, appuntamento alle ore 14.30, partenza a piedi da Palù di Sarmede, ore 15 messa in santuario.
Tradizione antica
«Il pellegrinaggio in questo antichissimo luogo di fede ci è stato sollecitato soprattutto dai nostri anziani – spiega il parroco di Rugolo don Mauro Cettolin – che come da antica tradizione un tempo salivano alla Madonna per chiedere il dono della pioggia o per sollecitare la protezione da qualche pandemia». La chiesa sorge alle falde del monte Castelir, dentro il bosco tra Rugolo, Palù e Sarmede. Si sale a piedi – o con fuoristrada perché la pista forestale è sconnessa – per una buona mezzora, partendo da Palù. «È tradizione festeggiare il lunedì di Pasquetta e l’Assunta, ma vi si tengono anche altre celebrazioni, specie votive» fa sapere ancora don Mauro. Il 7 marzo, un analogo pellegrinaggio era stato promosso da 22 parrocchie del Sacilese e dell’Opitergino alla Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza. Di pioggia ne era poi arrivata, ma assai poca.
Torrenti a secco
«Di acqua non ne abbiamo» ammette il sindaco, che ci indica il Friga ed il Ruio, i due torrenti di Sarmede. Solo qualche pozzanghera. «Siamo alle pendici dell’altopiano del Cansiglio. Di solito all’inizio di primavera i versanti carsici ci rinviano acqua davvero abbondante. In queste settimane c’è un’aridità quasi assoluta».
Il nostro “pane quotidiano”
«Se oggi abbiamo bisogno di acqua – noi, la nostra terra, i nostri animali – è cosa buona e giusta rivolgerci, come figli fiduciosi, al Padre dal quale viene ogni bene» riflette don Alessio Magoga, direttore delle Comunicazioni sociali della Diocesi di Vittorio Veneto. «Nel “Padre nostro”, domandiamo il “pane quotidiano”. In questi mesi, abbiamo bussato tante volte alla sua porta per il dono della Pace che ancora attendiamo impazienti. Perché allora non domandare anche il dono della pioggia che ci è tanto essenziale, come il pane quotidiano, come la pace nel mondo?». Magoga ricorda che nella Chiesa cattolica c’è un’antica tradizione legata alla preghiera per la fertilità dei campi, per il dono dell’acqua, per l’abbondanza del raccolto. Si pensi alle Rogazioni, anche se il loro ricordo col passare degli anni rischia di sbiadire. In prossimità della festa dell’Ascensione (la Sensa), il parroco insieme alla sua gente procedeva in prolungate processioni per chiedere il dono di un buon raccolto a beneficio di tutta la comunità.
Nessun bene scontato
«Che cos’è questo se non un’esperienza di fede e un atto di affidamento al Dio della Provvidenza? Certo, il credente sa anche un altro proverbio che non viene dal Vangelo, ma ne esprime bene il senso: “Aiutati che il ciel ti aiuta”» aggiunge Magoga. «Ognuno di noi sa (o dovrebbe sapere) che deve assumere un modo di vivere più rispettoso dell’ambiente e più attento al consumo dell’acqua. Quante volte lo ripete e lo ha ripetuto papa Francesco: basta rileggere l’enciclica Laudato si’! Proprio perché è un dono, l’acqua non va sprecata ma custodita per il bene di tutti». Questo tempo di carenza, allora, può essere visto – secondo la Chiesa diocesana di Vittorio Veneto – come un’occasione per imparare qualcosa di nuovo: ad esempio, che l’acqua – di cui si è avuta sempre ampia disponibilità – non è affatto un bene scontato e che, se si vuole sopravvivere, bisogna prendersi cura, tutti insieme, del creato.
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