La bella addormentata dei Colli Euganei si è finalmente svegliata. Villa Selvatico riapre sabato
Dal Seicento svetta sul Colle della Stufa di Battaglia Terme, dal 2013 è di proprietà della famiglia Miola Spiccano il giardino dello Jappelli e un parco con cinque laghi termali, oltre alla scalinata da 144 gradini
Nicola Cesaro
La bella addormentata si è finalmente svegliata. Il suo è stato un sonno lungo quasi vent’anni, indisturbato dall’alto dei trentadue metri del colle che la ospita da oltre cinque secoli. Il bacio che ha interrotto il fin troppo prolungato torpore è quello della famiglia Miola, che dieci anni fa si è innamorata di questo tesoro immerso nel verde e coccolato dall’acqua termale. Famiglia che l’ha acquistata e le ha assicurato un nuovo splendore: sabato prossimo Villa Selvatico ritornerà ad accogliere visitatori e turisti, ritornerà a essere di una comunità che aspettava questo momento da tempo.
Riapre Villa Selvatico, ecco il tour all'interno del palazzo seicentesco e lungo il parco termale
Il lungo riposo
Alzi la mano chi, percorrendo Strada Battaglia o la Padova-Bologna, non si è mai chiesto che storia avesse quella splendida villa. O, semplicemente, chi non ne è rimasto affascinato. È dai primi anni Duemila che rispondere a questa curiosità è ben difficile: Villa Selvatico ha vissuto un’epoca di puro abbandono e ha chiuso le porte al pubblico, è stata messa in pericolo da piani edificatori non troppo rispettosi, quindi ha “rischiato” di diventare un relais di lusso, forse il male minore viste le prospettive.
Nel 2013 Adriano Miola e la moglie Alberta Businaro – ex titolare della Gimi di Monselice lui e titolare di una farmacia a Bovolenta lei – hanno deciso di credere in questo tesoro e hanno avviato un progetto di recupero e di valorizzazione dell’intero compendio.
«E così la bella addormentata si è finalmente svegliata», racconta orgogliosa Alberta, che nell’annunciare l’inaugurazione di sabato prossimo tradisce un sincero orgoglio nell’aver portato a termine questo percorso assieme al marito, al figlio Marco e alla manager responsabile Roberta Pagliani.
La scalinata da 144 scalini
La storia di Villa Selvatico va raccontata. Il complesso svetta dal Seicento sul Colle di Sant’Elena, conosciuto anche come Colle della Stufa per la presenza di una grotta sudorifera frequentata sin dal Medioevo, che ha visto anche utenti illustri come il poeta Francesco Petrarca, il duca Francesco III di Modena, il filosofo Michel de Montaigne, lo scrittore francese Stendhal e il poeta tedesco Hainrich Heine. Il nome è quello della famiglia che ne cominciò la costruzione nel 1593.
Difficile stabilire se sia più “prezioso” l’interno o quanto si vede a cielo aperto. Il riferimento è chiaro: per raggiungere la villa, che con le sue quattro torrette richiama il vicino mastio federiciano di Monselice e che con la cupola centrale in piombo strizza l’occhio all’Orienta, va percorsa una lunga scalinata di 144 gradini in trachite euganea. Difficile, nel farlo, non scomodare il mondo delle fiabe. Sempre all’esterno, quello pensato dall’architetto padovano Giuseppe Jappelli è uno dei rarissimi giardini romantici, e il parco che segue può vantare ben cinque laghetti termali, i cui fumi e gorgoglii regalano inevitabilmente atmosfere vicine alla magia.
Affreschi del 1650
All’interno basta citare il salone centrale a croce che offre un ricco ciclo di affreschi realizzati nel 1650 da Luca Ferrari da Reggio, e che illustrano l’epopea di Antenore, il mitico fondatore di Troia. Affacciandosi alle terrazze, invece, è possibile godersi un mozzafiato panorama a 360 gradi dei Colli Euganei: «Già, perché una delle straordinarietà di questo luogo è che il compendio di Villa Selvatico è quasi rimasto intatto nei secoli», spiega la proprietaria. Ciò che si vede oggi dalla villa, al netto di qualche albergo, è proprio quello che si vedeva mezzo millennio fa.
L’intervento dei Miola, oltre a riqualificare certi ambienti e a garantire alla struttura ben due ascensori e una ventina di bagni (l’accessibilità è considerata valore essenziale), ha visto anche il recupero di una galleria scavata nel colle trachitico che regala al visitatore una breve passeggiata nella geologia degli Euganei, e la creazione di una raffinata area dedicata alla ristorazione.
E ancora, passeggiando nel parco della villa si incontrano l’antico Oratorio di Sant’Elena, con tanto di cripta risalente al 1100, e un patrimonio arboreo preziosissimo che comprende anche una magnolia di 200 anni, un bagolaro addirittura di 400, un ginkgo biloba di 150.
Visite, musica e teatro
«La villa sarà aperta ogni weekend e nei pomeriggi della settimana», spiegano i proprietari, «e la visita sarà agevolata da un percorso con audioguida. Per chi lo richiedesse, saranno disponibili anche delle esperte guide».
E proprio perché la “filosofia” è quella di restituire il bene alla comunità, si sta lavorando per predisporre un ricco programma di eventi, dalla musica al teatro (la villa è riscaldata per tutti i mesi dell’anno, compresa la serra jappelliana) passando – data da segnare nell’agenda – per il primo open day di Pasquetta, che suonerà come il primo benvenuto corale al ritrovato tesoro.
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