Leo Colovini, 100 giochi per conquistare tutto il mondo: «Venezia mi ispira, la passione mi guida»
Il traguardo del più noto autore di giochi di società in Italia: 36 anni tra dadi, caselle e fantasia. Alex Randolph il suo maestro, e ai giovani dice: «Provateci»
Massimo Tonizzo
Trentasei anni fa, un giovane veneziano amante dei giochi pubblicava in Germania il suo primo prodotto. Oggi, trentasei anni dopo, Leo Colovini – non più forse un giovinotto ma sempre con la stessa voglia di giocare, di stupirsi e di stupire – tocca quota cento pubblicazioni, e senza avere ancora alcuna intenzione di fermarsi, con già almeno altri cinque prototipi pronti per il lancio.
La settimana scorsa ha fatto il suo debutto per il mercato tedesco “Verbogen in Museum”. Una semplice piccola scatola, il nuovo episodio di una serie di “escape room” di gran successo, e che ha già un record.
Con questo gioco Colovini, uno dei principali se non il principale autore di giochi in Italia, raggiunge – escludendo le ristampe e le riedizioni internazionali, i cento giochi ideati e pubblicati in carriera.
«Cosa è cambiato tra il primo e il centesimo? Che purtroppo, ho 37 anni in più sul groppone» scherza Leo mentre nella sede veneziana della ditta Studiogiochi da lui fondata, prova gli ultimi ritocchi per un altra invenzione. «A parte le sgradevoli conseguenze del tempo che passa, penso di essere sempre più o meno la stessa persona, con un po’ di esperienza in più. La differenza più sostanziale è che il mondo dei giochi è diventato molto più grande ma anche molto più dispersivo, meno germanocentrico e sempre più difficile da leggere. Però rimane un mondo di persone mosse principalmente dalla passione, un qualcosa che lega giocatori, autori ed editori più che in altri settori».
E a legare questo mondo, da quasi quarant’anni ci ha pensato anche Leo, inizialmente solo un abile scacchista ma portato a diventare inventore dalla frequentazione con il maestro riconosciuto Alex Randolph, che quest’anno è stato celebrato a sua volta con una retrospettiva completa al Lucca Comics and Games.
«Forse è questa la differenza più sostanziale rispetto ai primi giochi» aggiunge Colovini. «Oggi manca Alex Randolph, manca la sua guida e mancano i suoi consigli. Sarei davvero molto curioso di sapere cosa ne penserebbe di alcuni dei miei giochi e del mondo del gioco in generale, lui che per primo ha permesso a tutti noi di avere finalmente il nostro nome sopra le scatole accanto al titolo» .
Di nomi e di titoli, Leo Colovini ormai ne ha una collezione invidiabile, con alcuni tra i più noti che hanno proprio Venezia, la sua storia e le sue tradizioni come sfondo: «Venezia è stata protagonista di molti miei giochi, da uno dei primi e forse più noti, Inkognito, di cui è recentemente uscita la ristampa dell’edizione italiana. fino al più recente “Das geheimnis von San Marco” che è una escape room da tavolo esattamente come il mio centesimo. Ma Venezia non è solo un ottimo scenario per ambientare dei giochi, è un vero e proprio terreno di coltura e lo dimostra la presenza in città di altri autori di fama internazionale come Marco Maggi e Francesco Nepitello con cui ho cofirmato alcuni di questi miei giochi. Non è un caso che proprio Alex Randolph, dopo aver girato mezzo mondo, avesse deciso di stabilirsi qui, in questa città che è composta da due giocosi labirinti intrecciati tra loro, quello delle calli e fondamenta e quello dei rii».
Fare una scelta tra tutti i propri “figli” non è certo facile, ma Leo Colovini ci prova, anche probabilmente per “lanciare” una sua attesa novità. «Scegliere il mio gioco preferito tra 100 è davvero difficile. Fammene scegliere almeno cinque e in ordine cronologico: e allora Inkognito, Carolus Magnus, Cartagena, Leo va dal barbiere e Kuzooka. Con quest’ultimo, recentissimo, che è un piacevole cooperativo in cui i giocatori prendono i ruoli di animali dello zoo, punto ad entrare nella lista tedesca del premio per il migliore gioco dell’anno, uno dei pochi riconoscimenti che purtroppo mi è ancora sfuggito» .
Infine, prima di immergersi nuovamente nelle prove di un nuovo – si spera – successo – un consiglio a chi vuole intraprendere questa carriera: «Esiste da anni a Venezia un importante premio per giochi inediti, il premio Archimede. Provate a partecipare, magari il vostro progetto ha del potenziale che vi aiuteremo a sviluppare».
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