«Ho fatto la scelta di Jolie. Ora aiuto altre donne»
Chiara, 45 anni, con mutazione genetica Brca-2 si è sottoposta a intervento. Ha fondato un’associazione e raccoglie fondi per l’ospedale
Patrizia Rossetti
«Volevo un futuro diverso, per me e per i miei figli». Chiara Balista, 45 anni, padovana, ama ripetere questa semplice e breve frase, che racchiude la motivazione profonda di una scelta drammatica e coraggiosa.
Sette anni fa, dopo aver scoperto di essere portatrice della mutazione di un gene, il Brca-2, quello di Angelina Jolie, che aumenta considerevolmente le probabilità di ammalarsi di tumore, in particolare di quelli femminili, Chiara ha scelto la chirurgia preventiva, facendosi asportare entrambi i seni ed entrambe le ovaie.
Percorso in salita
Un percorso durissimo, tutto in salita, che però anziché spegnere ha rafforzato il suo entusiasmo per la vita tanto da farle decidere, nell’agosto del 2022, di fondare BR. A. VE. , ovvero Breast cancer Associazione Veneto, che conta al momento una settantina iscritte e che si è data, tra tanti, anche un progetto particolarmente importante e ambizioso: donare alla Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova un macchinario laser utile per alleviare le sofferenze delle donne in menopausa precoce, chirurgica o farmacologica.
Per raccogliere i più di 60. 000 euro necessari BR. A. VE. ha programmato una catena di eventi e iniziative speciali, di qui sino alla Festa della Mamma e oltre.
La prima tappa è prevista l’8 marzo, all’Antica Trattoria al Bosco di Saonara, dove si terrà una serata speciale: la titolare Stefania Daniele sosterrà interamente i costi della cena e del servizio, e la quota minima di partecipazione, 100 euro a testa, verrà tutta devoluta al progetto.
La storia familiare tragica
La scelta di Chiara parte da molto lontano, da una storia familiare tragica, crivellata dai colpi della malattia, e dalla ribellione a quello che sembra un ineluttabile destino di sofferenza e incertezza del vivere.
«Il mio bisnonno, mia nonna, mio papà, tutti hanno avuto il cancro» racconta «Quando si è ammalata anche mia sorella maggiore ho deciso di dire basta al ripetersi di questa terribile situazione. Le ho chiesto di fare il test completo del Dna, ed è risultata positiva alla mutazione potenzialmente cancerogena; nel 2015 ho scoperto anche la mia positività. Avevo già letto del caso di Angelina Jolie, e ho cominciato a riflettere.
La mutazione Brca aumenta infatti del 60-80% circa il rischio di malattia, contro il 12-13% del rischio generale. La mia mutazione in particolare mi esponeva all’86% di rischio, che l’operazione ha ridotto drasticamente» continua Chiara.
La decisione
«Il test è semplice, basta un prelievo di sangue in Oncologia, tramite il SSN, che garantisce la presa in carico della paziente con un’équipe che comprende senologo, ginecologo, psicologo, specialista in tumori ereditari.
Ho scelto la chirurgia perché mi avrebbe offerto più possibilità di mettermi al riparo. Dopo le operazioni ho passato un periodo molto duro: ad esempio il dolore al seno mi ha perseguitato per anni.
Però ho trovato la forza per riprendere la mia vita familiare, e anche il mio lavoro di agente di commercio. Inoltre dopo l’asportazione delle ovaie la donna può andare incontro ad altri sintomi severi, che possono compromettere una vita normale: anche per questo con BR. A. VE. abbiamo pensato alla macchina per la terapia laser, oggi possibile solo privatamente e con sedute costose».
Dopo l’8 marzo, BR. A. VE raccoglierà nuovamente fondi con la Padova Marathon del 23 aprile, testimonial d’eccezione l’ex velocista Manuela Levorato; poi sarà la volta della corsa Pink Run, il 14 maggio. Ma l’associazione ha in cantiere anche una collaborazione con la pasticceria Celso e con Ellesanti Gioielli. Ed è sempre alla ricerca di nuove idee. Per altre informazioni sulle attività di BR. A. VE. consultare il sito www. braveassociazione. it
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