Addio al brigadiere Luca Buso, carabiniere per passione che stava preparando il matrimonio
Aveva 55 anni, ucciso da un mieloma scoperto da pochissimi mesi. A maggio avrebbe detto “sì” alla sua Cinzia
Silvia Bergamin
Per cinque mesi ha lottato contro un mieloma, domenica sera il grande cuore del brigadiere capo Luca Buso ha smesso di battere per sempre. Aveva solo 55 anni, viveva a Fontaniva e a maggio avrebbe detto “sì” alla sua Cinzia. Un’esistenza legata alla divisa: in servizio da 37 anni, da 15 era in forze alla centrale operativa dei carabinieri della Compagnia di Cittadella. Lascia la sorella Mariella Buso, il cognato Marcello e i figli della compagna Cinzia Tosetto, Daniel e Cristal: li considerava parte di sé.
Da Maerne a Noale, poi il sogno della divisa
Si è spento domenica alle 18.45 in ospedale a Padova. Originario di Maerne, dove ha vissuto fino ai 16 anni, si è poi trasferito con la famiglia a Noale, fino a quando nel 1986 si è arruolato per realizzare un sogno: quello di indossare la divisa da carabiniere.
Una passione, la sua, che era nata fin da piccolissimo, «trascorreva ore a giocare con le macchinine della Benemerita» racconta la sorella Mariella, che ripercorre gli ultimi mesi di vita del fratello maggiore, che «era la mia spalla ed ora è diventato il mio angelo.
La diagnosi di mieloma multiplo è arrivata a fine agosto. Luca ha iniziato subito le chemioterapie a Padova, i farmaci stavano dando i risultati sperati. Era ottimista, aveva una gran voglia di vivere, aveva fame di futuro.
E coltivava ancora tanti progetti, a maggio si sarebbe dovuto sposare con Cinzia, che gli è sempre stata accanto nella sua battaglia contro il male».
Un’infezione a fine gennaio ha però messo a dura prova il suo fisico, già debilitato dalle cure. Fino all’esito drammatico di domenica.
Carabiniere per passione
Dopo l’arruolamento, per 10 anni aveva prestato servizio a Milano. Nel 1997 era quindi arrivato a Cittadella nell’aliquota Radiomobile, di cui era stato anche capo equipaggio. Dal 2001 al 2007, dopo una breve parentesi nel Veneziano, era tornato nella città murata dell’Alta come addetto della centrale operativa, un ruolo che ha ricoperto con professionalità. Nota era anche la sua grande passione per la cucina.
Oltre al ricordo dell’uomo in divisa, di lui rimane – rammentano colleghi e amici – «quel sorriso un po’ beffardo, il tuo umorismo pungente, la tua schiettezza, i tuoi immancabili intercalari».
La Compagnia dell’Arma guidata dal maggiore Andrea Pezzo si stringe al dolore dei familiari. L’addio al brigadiere capo sarà giovedì alle 15.30 in duomo a Cittadella. ––
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