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L’editoriale del direttore / La rivoluzione sensibile

FABRIZIO BRANCOLI
Aggiornato alle 1 minuto di lettura

Se escludo le tante strette di mano, i caffè di cortesia e le conversazioni di prammatica, uno dei primi concetti sostanziali che ho ascoltato da un sindaco, da quando mi trovo felicemente a lavorare in Veneto, riguarda il trasporto pubblico locale. Me ne ha parlato un paio di anni fa Sergio Giordani, primo cittadino di Padova. Eravamo nel suo ufficio ed era il primo caffè. Zucchero? Sì, di canna, grazie. Il concetto era il seguente: condivido molte scelte etiche riguardo alla mobilità urbana ma il punto decisivo, per impattare sulle abitudini dei cittadini, è rappresentato dall’efficienza e dalla convenienza. Il trasporto pubblico deve essere rapido, frequente, comodo e a buon mercato; lo sceglieranno se sarà preferibile rispetto alla soluzione privata e individuale.

Esiste qualcuno, in Veneto, che vuole fare la storia, garantendo quelle condizioni e addirittura sostituendo l’espressione “a buon mercato” con l’aggettivo “gratuito”? Non è roba da visionari. In Lussemburgo i trasporti pubblici sono gratis per tutti e senza restrizioni, da tre anni. Accade anche in città medio-grandi come Tallinn (solo per residenti) o piccole come Aubagne in Francia. Accade a Malta, dall’ottobre scorso. Accade in piccoli centri come Templin in Germania o Châteauroux, di nuovo in Francia. Ci sono anche esempi negativi: a Kiruna, in Svezia, o nella tedesca Lubben, l’idea è stata lanciata e percorsa, ma poi abbandonata. Poi ci sono esperienze parziali: a Bruxelles, per esempio, si viaggia gratis ma solo su pochi circuiti. A Genova vale per alcuni servizi (ascensori, funicolari, tratti di metropolitana, niente bus) e a Singapore non si paga, ma in orari determinati.

Mentre si studiano mobilità extraurbane sostenibili e avanzate, come lo straordinario piano per un vertiporto a Chioggia, sarebbe fantastico che ci si occupasse anche di questo: di una rivoluzione sensibile. Europea, tecnologica, sociale. Ma soprattutto sensibile.

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