Morto Trivellato, giornalista e scrittore. Raccontò il Padova
Fece parte del nucleo storico del mattino di Padova, nel 1978. Aveva 82 anni
STEFANO EDEL
Se n'è andato un altro pezzo di storia del giornalismo padovano, in particolare di quello sportivo.
In una clinica di Costanza, in Romania, dov'era andato a vivere con la seconda moglie nel 2005, è morto Gianadolfo Trivellato, primo caposervizio della redazione sportiva del “mattino” quando nacque il giornale (fine marzo 1978) e poi storico inviato dello stesso quotidiano al seguito del Calcio Padova dagli anni 80 sino all'inizio del Terzo millennio. Aveva 82 anni.
Causa del decesso una crisi respiratoria, da tempo non stava più bene (era stato ricoverato ad agosto per un edema polmonare).
Come definire Gianni (gli piaceva essere chiamato così più che non con il suo vero nome) se non un maestro di giornalismo? Lo è stato per il sottoscritto, che poco più che 22enne iniziava la sua lunga esperienza nella redazione nuova di zecca di via Pellizzo, e ha insegnato il mestiere a tanti altri giovani colleghi, con un entusiasmo e una competenza ammirevoli. Del resto, aveva la professione nel sangue, un amore per la scrittura che lo ha portato a girare l'Italia, personaggio sempre irrequieto e alla ricerca di continui nuovi stimoli.
Era nato in Eritrea, a Decamerè, il 25 maggio 1939, ma quando i genitori tornarono in Italia e presero residenza a Padova venne pienamente a contatto con il territorio, in particolare con Bagnoli di Sopra (nel luglio 2021 ricevette dal sindaco Roberto Milan un riconoscimento per la sua carriera e i legami con il comune della Bassa).
I genitori volevano che studiasse giurisprudenza, ma disattese in fretta i loro desideri perché si sentiva giornalista a tutto tondo. Fece le prime, concrete esperienze nella redazione padovana del “Resto del Carlino”.
Sposatosi nel 1965 con la padovana Lilietta Dalla Baratta, da cui ha avuto le figlie Flavia e Cristina, nel 1966 fu assunto come praticante al “Messaggero Veneto” di Udine. Nel 1968 divenne giornalista professionista e si trasferì a Trieste, chiamato nel giro di nove anni a guidare la redazione sportiva del “Piccolo”, il più giovane caposervizio che il quotidiano abbia avuto nella sua storia allo sport.
Nel capoluogo giuliano fondò e diresse “Radio Sound” insieme a Marco Luchetta e Giovanni Marzini. Nel 1978 tornò a Padova insieme con la nuova compagna Malgari Schifani Corfini, che gli diede tre figli, Alessandra, Marco e Daniele. Quindi iniziò la sua avventura al “mattino” fino al 1989, seguendo il calcio e il ciclismo, e collaborò con il "Gazzettino".
Negli anni 90 lasciò il continente per la Sardegna, lavorando nella sede di Olbia dell'Unione Sarda, poi si spostò a Verona dove collaborò come corrispondente per la Rai regionale.
Nel 2000 il meritato approdo alla pensione, andando a vivere ad Asiago, dove fondò il bimensile “Giornale dell'Altopiano”: lì conobbe la seconda moglie, Antoneta Raducea, sposandola a Cesuna nel 2002. Infine, il trasferimento in Romania.
Ha scritto diversi libri, da “Una città a canestro” a “Guida al calcio padovano”, da “Quando il calcio era un gioco” a “Donna, tutto (o quasi) si fa per te” sino a “Padova, la Milano del Veneto”. Ultimamente stava lavorando attorno ad un romanzo, una saga familiare.
Tra i suoi meriti, quello di essere stato tra i fondatori del Cenacolo, il club a carattere sportivo che ha istituito il Premio Michelangelo e che annovera un centinaio di soci.
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