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Ossa ritrovate a Marghera, il fratello di Isabella Noventa: «Sento che questa volta è lei»

L’ipotesi è che lo scheletro trovato a Marghera sia della segretaria di Albignasego uccisa nel gennaio del 2016. Ecco quali sono gli elementi che portano a questa possibilità

Alice Ferretti
Aggiornato alle 2 minuti di lettura
ANSA (ansa)

«Io ci credo. Questa volta sento che è lei». Sembra non avere dubbi ormai Paolo Noventa. Lo scheletro trovato nella piccola discarica di Marghera potrebbe essere quello di sua sorella, Isabella Noventa, 55 anni, segretaria di Albignasego, uccisa la notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016, il cui corpo non è mai stato trovato.

«Inizialmente ero scettico ma poi mi sono convinto. Ci sono troppi elementi che convergono e che mi portano a pensare che si tratti proprio di Isabella», spiega il fratello. Primo tra tutti il fatto che il 17 gennaio 2016, domenica, lo smartphone di Freddy Sorgato, condannato insieme alla sorella Debora a 30 anni per l’omicidio di Isabella Noventa, abbia agganciato delle celle telefoniche che si trovano proprio nella zona di Marghera in cui è stato ritrovato lo scheletro. «Cosa è andato a fare là di domenica pomeriggio?», si chiede Paolo Noventa. «Se fosse stata una gita domenicale avrebbe usato l’Audi nuova di pallino per spostarsi, e invece questo percorso non è stato registrato dal gps dell’auto. Ci è andato con il camion o con una vecchia punto. Questo indubbiamente è un elemento che mi fa pensare».

Non solo. I resti umani trovati a Marghera (cranio, un femore, bacino, alcune ossa di spina dorsale e cassa toracica) dai primi accertamenti del medico legale risalgono a circa sette anni fa. «Proprio il periodo in cui è stata uccisa mia sorella». In una zona, quella della discarica di via della Chimica, che Freddy Sorgato conosceva bene. Qui infatti si trova un deposito di carburante dove l’autotrasportatore andava spesso a rifornirsi.

«Penso che dopo aver ucciso Isabella l’abbia portata al casolare di via Polati, poco lontano dalla sua villa di via Sabbioni, a Noventa Padovana. Qui potrebbe averlo smembrato o comunque preparato al trasporto», continua Paolo. «Il pomeriggio dopo, alle 15.01, come dicono i tabulati, l’ha caricato nel camion, o nella vecchia Punto, e l’ha portato a Marghera dove se n’è sbarazzato. Questa è la versione che mi sono immaginato». Con lui potrebbe esserci stata la sorella, Debora. «Sicuramente non c’era Manuela Cacco (condannata a 16 anni ndr). Lei era l’anello debole, l’hanno lasciata fuori. E poi credo che lei abbia detto tutto quello che sapeva agli inquirenti».

Altro elemento l’orologio indossato dallo scheletro. «Non sono in grado di dire se sia di mia sorella, lei aveva la passione degli orologi e ne aveva molti, ma il fatto che questa persona lo indossasse è un altro dettaglio che mi porta nella stessa direzione».

Serviranno mesi per avere l’esito degli esami del Dna delle ossa umane, disposte dal pm veneziano Davide Nalin. Esito di cui ha chiesto di essere informato anche il pm padovano Giorgio Falcone, titolare dell’inchiesta sull’omicidio di Isabella Noventa.

«Se quei resti saranno suoi potrà finalmente riposare vicino a nostra madre. Più di tutti ci teneva che almeno il corpo di mia sorella fosse trovato», conclude Paolo Noventa.

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