Scheletro trovato a Marghera: c’è l’ipotesi che sia di Isabella Noventa
La salma era lì da circa 7 anni, proprio quando la donna è stata uccisa dai Sorgato. Disposto l’esame del Dna. Il fratello Paolo: «Spero sempre di recuperare il corpo»
carlo bellotto
Isabella Noventa
(ansa)Isabella Noventa è stata ammazzata il 15 gennaio 2016 e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Ora si apre una nuova pista: i resti umani scoperti nei giorni scorsi a Marghera potrebbero essere i suoi.
i riaccende così un caso che ha scosso la città. Il pm Giorgio Falcone della Procura di Padova sta aspettando l’esito dell’esame del Dna ordinato dal procuratore Bruno Cherchi che nei giorni scorsi ha avocato a sé l’inchiesta sullo scheletro.
Un particolare che ha portato a ipotizzare si tratti dei resti di Isabella è il fatto che il medico legale ha stimato che quel corpo era lì proprio da 7 anni. Lo scheletro è stato portato alla luce lunedì 30 gennaio grazie al lavoro di alcuni operai di un’impresa impegnati nello sfalcio dell’area su richiesta del Comune lagunare. Si tratta di una zona abbandonata, tra arbusti e canne, una zona verde ai margini della rotonda di via della Chimica, a ridosso dell’area industriale di Porto Marghera.
Vicino al punto di ritrovamento dello scheletro c’è un deposito di carburanti e Freddy Sorgato, condannato per l’omicidio assieme alla sorella Debora e al Manuela Cacco, trasportava proprio benzina e gasolio. Insomma quei luoghi potevano essere noti a Sorgato. Altro particolare, questo, definito “interessante” dalla Procura.
Scarpe e orologio
Ci sono per contro due elementi che per ora non avvalorano la tesi che quel corpo appartenga a Isabella. Le scarpe ritrovate accanto allo scheletro di Marghera sono di marca “Vans” e hanno delle caratteristiche che non coincidono con quelle che indossava la segretaria la sera in cui è stata ammazzata.
Forze dell'ordine e pompieri dopo il ritrovamento del corpo a Marghera
Le sue calzature, ha ricordato il fratello, avevano anche una catenella. Soprattutto non torna il numero: Isabella aveva un piede piccolo e portava un 35 o un 36 a seconda del modello, la calzatura ritrovata è invece un 38. Quindi ben tre numeri in più. Non si può escludere però, che prima di sbarazzarsi del corpo, Freddy o la sorella gliele possano aver cambiate, magari perché si erano sporcate di sangue. Tutte ipotesi ovviamente: solo l’esame del Dna rivelerà la verità.
C’è poi l’orologio ritrovato al polso dello scheletro. Un orologio metallico, non di gran valore, ma che come tutti ha un numero di serie che potrà dire qualcosa.
La speranza del fratello
«Mia sorella era una collezionista di orologi» assicura il fratello Paolo «ne aveva tanti ma solitamente non li indossava. Se decideva di uscire con l’orologio al polso, indossava un Rolex». Paolo Noventa non ha perso la speranza di trovare le spoglie della sorella: «Ci spero sempre e sono in attesa dell’esame del Dna in merito a questo ritrovamento. I tre numeri in più della scarpe ritrovate affievoliscono le speranze che sia lei, anche se tutto è possibile. Se questi resti non sono di mia sorella, spero comunque che permettano a una famiglia di piangere su una tomba il proprio caro. Nell’immensa tragedia della perdita di un parente dà sollievo avere il luogo in cui ricordarlo».
Condannati in tre
È la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 quando l’impiegata di Albignasego Isabella Noventa, 55 anni, sparisce nel nulla dopo aver trascorso una serata in pizzeria con l’ex fidanzato Freddy Sorgato. Un mese più tardi, il 16 febbraio, Freddy, la sorella Debora e l’amica Manuela Cacco vengono convocati in questura da cui usciranno in manette.
Dopo tre gradi di giudizio, la Cassazione si è espressa il 18 novembre 2020, Freddy Sorgato, camionista-ballerino 51enne di Noventa Padovana, ex fidanzato della vittima, e la sorella Debora, 49 anni di Camin, vengono condannati a 30 anni per omicidio volontario e soppressione di cadavere. Manuela Cacco, 58 anni, complice e amica di un tempo, tabaccaia veneziana, ex amante di lui e amica di lei, eterna rivale di Isabella, imputata per gli stessi reati ma anche per stalking e simulazione di reato, viene condannata a 16 anni e 10 mesi. Per la giustizia sono tutti colpevoli. Debora ha ammazzato Isabella, colpendola sul capo con una mazzetta, per poi strangolarla infilandole un sacchetto di plastica in testa.
Articoli rimanenti
Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
1€ al mese per 3 mesi
Sei già abbonato? Accedi
Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
I commenti dei lettori