Cinquemila edifici inutilizzati in Veneto. Ecco come Confartigianato e Anci puntano a rinnovarli
Progetto sulla rigenerazione urbana di capannoni e immobili per dare nuova vita al cemento. «Costruiamo un modello, la nostra regione diventi punto di riferimento»

Confartigianato e Anci assieme per la rigenerazione urbana
Collaborare per trasformare spazi in luoghi. Potrebbe sintetizzarsi così l’avvio del dialogo tra Confartigianato Imprese Veneto e Anci Veneto in tema di rigenerazione urbana.
L’incontro tra i vertici dell’associazione e il presidente Mario Conte punta, con un protocollo di intesa da siglare a breve, a “mettere a terra” gli eclatanti risultati dell’indagine commissionata a SmartLand dalla Federazione sul patrimonio pubblico immobiliare inutilizzato del Veneto.
Le basi dell’accordo
“Lo scopo dell’incontro”, spiega Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, “è avviare un percorso di lavoro comune. Ossia iniziare un dialogo tra enti locali ed imprese per sostenere interventi di rigenerazione urbana attraverso la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico”.
Ma per valorizzare bisogna conoscere e l’indagine di Confartigianato Veneto aveva proprio questo obiettivo. E i numeri sono importanti: 4.900 unità immobiliari inutilizzate (il 50% di proprietà dei Comuni), l’8% del patrimonio pubblico censito. 3.472 (71%) fabbricati risultano utilizzabili mentre 1.430 (29%) necessitano di interventi di ristrutturazione complessiva rilevante (e/o demolizione e ricostruzione).
La superficie del patrimonio pubblico che risulta inutilizzata ammonta al 5% del patrimonio presente in Veneto. Ovvero 1.67 mln di mq che potenzialmente potrebbero essere valorizzati, dei quali il 26% (430.000 mq circa) solamente con interventi rilevanti.
“Il valore aggiunto della nostra ricerca”, aggiunge Boschetto, “è che alla fotografia e quantificazione del patrimonio pubblico inutilizzato a livello regionale, provinciale e comunale abbiamo anche fatto stimare le opportunità generate da una messa in valore/rottamazione di tale patrimonio a livello economico (indotti attivati,) sociale (risposte a nuove domande del cittadino, miglioramento qualità urbana ecc ambientale (consumo suolo zero, edifici efficienti energeticamente e individuazione possibili strategie di riutilizzo (modalità di riconversione, soggetti, usi e destinazioni ecc”.
“Avere i numeri non è però sufficiente”, conclude il presidente, “Si tratta di un patrimonio molto parcellizzato sul territorio di conseguenza le azioni dovranno essere mirate sul singolo ente locale. Da qui la necessità di coinvolgere in primis l’Associazione dei Comuni che ringrazio nella persona del presidente Mario Conte per la disponibilità. Attraverso il dialogo potremo infatti conoscere gli immobili e le esigenze. Sono queste le condizioni per giungere a scelte compatibili con la cultura, con le vocazioni e l’ambiente del territorio, per un progetto che porti valore aggiunto in risposta alle esigenze della comunità”.
“La rigenerazione urbana”, spiega il presidente di Anci Veneto Mario Conte, “è un aspetto fondamentale per il futuro dei nostri territori e per i Comuni. È necessario, però, per riuscire ad ottenere risultati importanti che abbiano un impatto reale, fare squadra e sistema tra tutti i soggetti coinvolti. Per questo ringrazio il presidente Boschetto per la disponibilità. Affrontare la situazione con una parte di analisi e monitoraggio è il segno della volontà di costruire un metodo ed un modello ponendo il Veneto come punto di riferimento”.
Le possibili fasi del processo
Dopo alcune fasi preliminari generali di analisi sociali, urbane ed economiche, di individuazione delle aree più di interesse e alcune valutazioni sul possibile impatto economico, si avvierà un processo delicato e “su misura” immobile per immobile per l’eventuale realizzazione dell’intervento edilizio.
Si definiranno i soggetti da coinvolgere: pubblica amministrazione, investitori ad esempio in campo energetico, progettisti e costruttori, si cercheranno di individuare assieme all’ente proprietario i possibili bisogni: social housing, alloggi per studenti universitari, per accoglienza donne in difficoltà, edifici ad uso della collettività (es. centro anziani, asilo, spazi ludico motori o per la socializzazione di persone disabili adulte, sino a luoghi di co-working.
Progetti di valorizzazione che possono essere anche fattori di sviluppo ed attrattività sotto il profilo del valore sociale, di ecosistema e di contesto di un territorio. Fattori sempre più importanti per trattenere o richiamare nuove persone ad abitarvi.
Come poter finanziare gli interventi
Lo strumento più utilizzato è il conto termico che prevede incentivi che variano dal 40% al 65% della spesa sostenuta per interventi di manutenzione sull'involucro e sugli impianti degli edifici che ne incrementano l'efficienza energetica.
Inoltre il conto termico è cumulabile con altri incentivi di natura non statale.
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