Massacro di San Martino di Lupari, l’anziana è stata colpita e uccisa con un piatto
Sarebbe questa “l’arma” utilizzata da Diletta Miatello accusata del delitto della madre Maria Angela Sarto e del ferimento del padre Giorgio. I periti ricompongono i cocci

Diletta Miatello è in carcere con l'accusa di aver ucciso la madre e ferito il padre
Un piatto di ceramica decorato. Sarebbe questa “l’arma” usata da Diletta Miatello per uccidere la madre Maria Angela Sarto, 84 anni e per ferire il padre Giorgio, ancora ricoverato all’ospedale.
I carabinieri che stanno indagando sul delitto, coordinati dal pubblico ministero Marco Brusegan, starebbero ora cercando di ricomporlo raccogliendo i cocci e i piccoli frammenti. Inizialmente si pensava ad un vaso ma ora si è arrivati a capire che si tratta di un piatto. Che forse era appeso ad un muro o veniva usato come svuotasche.
Nel frattempo non ci sono sviluppi né in merito all’interrogatorio del padre - ritenuto non ancora in condizione di poterlo sopportare - né in merito ad eventuali deposizioni o ammissioni da parte di Diletta. Che i prossimi giorni riceverà la terza visita in carcere da parte del suo legale Elisabetta Costa.
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La donna è in condizioni di salute psicofisiche precarie. Non si è ancora sentita di raccontare quello che è successo. Nel frattempo è partito l’accertamento tecnico irripetibile ordinato dal pm Brusegan su Giorgio Miatello. L’incarico è stato ricevuto dal medico legale Rafi El Mazloum.
Dovrà, dalle ferite riportare dall’anziano se su di lui la figlia si è accanita per ucciderla o solo per ferirla. E’ al lavoro il consulente informatico Luigi Nicotera per analizzare il cellulare dell’ex vigilessa che aveva lavorato anche ad Asolo. Verranno analizzate le telefonate fatte e ricevute in quelle tragiche ore e nei giorni antecedenti e eventuali ricerche su internet che possano avere un collegamento con il delitto della madre e il ferimento del padre.
Il delitto si è consumato martedì 27 dicembre. Verso le 8 la domestica i presenta in via Galilei 17 e suona il campanello. Diletta si affaccia dal suo appartamento (lei e i genitori vivono in case vicine) e dice: «Stanotte hanno riposato poco i miei e ora stanno dormendo. Non occorre che vieni oggi». Chiara l’altra figlia della coppia intorno alle 13, passa da mamma e papà: entra in casa e a terra nel soggiorno, dove dormiva dopo una caduta di alcuni mesi fa, c’è il papà cosciente benché gravissimo.
Corre al piano superiore e trova la madre sul letto avvolta dalla trapunta insanguinata. Non ci sono segni di effrazioni. È subito chiamata la colf che racconta l’incontro mattutino con Diletta, l’unica persona che, oltre alla sorella, ha le chiavi. Di lei, però, non c’è traccia e manca la sua macchina. Che i carabinieri trovano nel parcheggio dell’hotel Cubamia a Romano d’Ezzelino. Viene portata nella caserma dei carabinieri di Cittadella e interrogata dal magistrato: finisce in manette.
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