Pedemontana, la prova dei fatti dopo 11 anni di cantieri: l’incognita costi
Per gennaio 2023 è annunciata l’apertura del collegamento con l’A27. I sindaci temono le ricadute del traffico sulla rete locale
Federico de Wolanski
La posa della prima pietra è avvenuta a novembre 2011 a Romano d’Ezzelino. Undici anni e due mesi fa. L’anno che ora si apre dovrebbe essere quello che metterà la parola fine al maxi cantiere della Pedemontana Veneta, e sottoporrà la superstrada definitivamente alla prova dei fatti. Per questo mese di gennaio è annunciato il collegamento con l’A27 – ultimo tassello mancante in provincia di Treviso – poi ci vorrà ancora qualche mese per il “gemello” di Montecchio”, il raccordo con l’A4. Allora la Spv sarà finalmente completa e inserita nel sistema autostradale.
Allora si potrà capire quanto sarà utilizzata, quanto costerà o renderà al territorio.
Il cantiere
Si è sviluppato lungo 162 chilometri di cui 94 di viabilità principale e 68 di viabilità secondaria. Quattordici i Comuni trevigiani toccati dal tracciato che nella Marca conta cinque caselli e il grande snodo di collegamento con l’A27. Il tratto Montebelluna-Spresiano è costato 145 milioni di euro (esclusi espropri e interferenze) ed è in trincea per il 78%. Un intervento imponente, uno scavo altrettanto profondo che si è cercato di compensare con 375 mila metri quadrati di superficie a prato, 20 mila alberi messi a dimora e 19 vasche di laminazione ma che, per molti ambientalisti, rappresenta comunque una «ferita insanabile» del territorio.
Il corridoio alternativo
Ad oggi la si può percorrere tutta partendo da Spresiano e arrivando a Breganze. Un domani, finiti tutti i lavori e tagliati gli ultimi due nastri di una lunga serie di inaugurazioni in pompa magna, si potrà imboccare dall’ A27 per sbucare in A4 nel Vicentino (o viceversa) bypassando Venezia, il Passante e Padova. La Spv si può definire “un passante sul Passante” perché sogna di porsi come grande collegamento alternativo veloce a monte dell’A4, capace di unire Portogruaro a Vicenza sfruttando l’A28. Certo il giro non sarà proprio diretto: si dovrà uscire dall’A4 a Portogruaro immettendosi nell’A28, percorrerla tutta fino a Conegliano per imboccare l’A27 fino a Spresiano, e lì uscire e immettersi nella Pedemontana per sbucare nuovamente in A4 (o viceversa). Servirà allo scopo? È il dubbio principale. Immaginata come via diretta nel Nordest, corridoio veloce per le merci e gli affari che puntano anche a Cortina (nonostante lì si possa arrivare solo dopo tanti tornanti di statale montana) la Pedemontana deve vincere la sfida con i costi, che sono da sempre la sua più grande spina nel fianco alimentando polemiche e lamentele.
La via costosa
La Spv, da parte a parte, costerà 15 euro di pedaggio alle automobili, 27 euro e 70 centesimi ai camion. L’intera dorsale Portogruaro-Montecchio con il percorso sopra indicato al casello costerà invece 18,2 euro circa per le auto (“circa” perché non è ancora aperto il casello di Spresiano), fino a 34 euro circa per un camion a 4 assi. Il confronto con un percorso tradizionale via A4, Passante e A4 è presto fatto: Portogruaro-Montecchio costa 12,2 euro alle auto, fino ai 25 euro per un camion a quattro assi. Ci sono dai sei ai dieci euro di differenza. Varranno un percorso che è più veloce?
Le associazioni di categoria hanno tuonato più volte contro «costi che pesano sulle imprese» e rischiano «di allontanare dalla Pedemontana il traffico» specie in questo periodo di rincari generalizzati. La Regione ha sempre tirato dritto ripetendo «time is money», il tempo è denaro. E mai frase fu più azzeccata visto che l’opera si doveva concludere tre anni fa, e quella che inizialmente doveva costare 2,1 miliardi di euro ora ne costa oltre tre, di miliardi.
Il traffico e il cemento nei Comuni
Ai sindaci erano state promesse esenzioni per i residenti, ma sono sparite dal tavolo esattamente come gli altri interventi “complementari” che i Comuni avevano chiesto in vista della realizzazione della grande dorsale e delle sue previsioni di traffico. Si trattava di complanari, rotonde, svincoli. Alcune opere sono state realizzate, altre, tra quelle immaginate dai sindaci, no.
Di qui il timore delle ripercussioni del traffico (soprattutto pesante) sulle viabilità minore, urbana. Vedelago chiede una bretella per salvare il centro, Povegliano, Arcade e Ponzano temono l’assedio dei camion, Spresiano non sa che aspettarsi ancora: a giudicare dalle dimensioni mastodontiche del casello potrebbe vederne di belle. Prima di valutare altre spese, la Regione Veneto vuole testare l’impatto dell’opera.
Ammesso ci sia il traffico sperato. Intanto la Pedemontana ha attirato nuovo cemento: centri commerciali, operazioni immobiliari di stampo industriale o logistico, affari. In tutto 328.500 metri quadrati tra aree trasformate e in vendita, e aree che hanno trovato un nuovo proprietario. Si va dal centro commerciale Montello Hill al casello di Montebelluna, ai 125 mila metri quadrati trasformati da agricoli a produttivi a Povegliano.
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