Diletta, quel matrimonio andato a rotoli e poi il tunnel della malattia
L’omicidio di San Martino di Lupari. Diletta Miatello mentre era in servizio nella polizia locale aveva conosciuto il suo futuro marito. Dopo la fine della relazione si era affidata alle cure del centro di salute mentale
Alice Ferretti
Sembra una vita spaccata in due, quella di Diletta Miatello, 51 anni, ex vigilessa ora indagata per l’omicidio della madre Maria Angela Sarto, e per aver ridotto in fin di vita il padre Giorgio, con l’aggressione avvenuta nella mattinata di martedì 27 nella villetta di famiglia a San Martino di Lupari.
La vigilessa laureata in Psicologia
Da una parte l’ex vigilessa, autoritaria e piena di passione per il suo lavoro, la donna laureata in Psicologia e iscritta alla magistrale di Psicologia cognitiva applicata, dall’altra la persona fragile, schiacciata da quei problemi psichiatrici che non riuscivano a farle avere una vita normale, senza conflitti.
L’amore e il matrimonio
Nata a Schio, in provincia di Vicenza, il 30 giugno 1971, Diletta Miattello prima di trasferirsi nella porzione di bifamiliare proprio accanto ai genitori, in via Galileo Galilei a San Martino di Lupari, aveva vissuto per una decina d’anni nel Bassanese, in un appartamento nella zona del centro storico, insieme all’ex marito John Mogicato, anche lui ex agente della polizia locale, con diversi anni di servizio passati nella stazione Bassanese e prima in quella di Asolo, dove era stato anche comandante.
Proprio nel comando del Trevigiano aveva fatto la conoscenza dell’agente Miatello, e tra i due si era creata la relazione dalla quale era nato il loro unico figlio, con la coppia che era convogliata a nozze officiate con rito civile a Bassano una dozzina di anni fa.
Gli anni di matrimonio e quelli passati in polizia locale sembrano essere stati il periodo di maggior equilibrio sociale e psicologico per l’ex vigilessa.
L’agente competente e stimata
La carriera di Diletta Miatello era iniziata a Cassola, verso il 2001, quando era stata assunta come agente di polizia locale nell’ex unione “Camuro”, che univa sotto il servizio di pubblica vigilanza le municipalità di Cassola, Mussolente e Romano d’Ezzelino.
Gli agenti di Cassola la ricordano come «una collega precisa, molto disponibile e attenta». Dopo Cassola, si era trasferita alla polizia locale di Asolo, con un contratto durato dal 2006 al 2009, anni in cui era partita la relazione con l’ex marito, con la breve carriera che si era interrotta per un anno, con un congedo per maternità. Anche i colleghi trevigiani, la ricordano come «precisa, equa, appassionata di cronaca nera».
La crisi di coppia e l’addio
Tutto pareva andare abbastanza bene. Poi i problemi di coppia, i primi cenni di squilibrio, la separazione dal marito, la perdita della custodia del figlio, la solitudine sempre passata nella casa bassanese, senza un’occupazione stabile, fino al 2020, quando c’è stato il ritorno dai genitori, e il rientro nella casa di San Martino di Lupari, teatro del delitto.
Diletta Miatello aveva frequentato anche la facoltà di Psicologia all’Università di Padova. Qui nel 2016 ha conseguito la laurea triennale e nel 2017 si è iscritta alla magistrale di Psicologia cognitiva applicata.
La carriera politica
Inoltre la 51enne in un periodo della sua vita aveva anche cercato di intraprendere la carriera politica. Nel 2009, a Bassano, si era candidata nella lista della “Liga Veneta” a sostegno dell’Amministrazione Cimatti, chiudendo la partita elettorale con soli quattro voti. L’anno successivo si era pure candidata senza successo al consiglio regionale.
Dopo la separazione ufficiale dal marito, avvenuta nel 2015, l’ex vigilessa avrebbe iniziato a patire i primi contraccolpi. Nei mesi scorsi, sui social, aveva pubblicato un annuncio per cercare una coinquilina, con l’obiettivo di tornare a vivere a Bassano, dove aveva mantenuto alcune conoscenze.
La ricerca di lavoro
Pochi giorni prima di Natale, sempre sui social, aveva pubblicato doversi annunci per cercare lavoro come cameriera, anche nelle zone di Castelfranco Veneto, spiegando di avere decenni di esperienza nel settore, e di conoscere diverse lingue straniere. Appelli per il momento rimasti inascoltati.
Il centro salute mentale
Da tempo Diletta Miatello era seguita dal centro di salute mentale di Cittadella. Nell’ultimo anno soprattutto sono stati diversi gli interventi di carabinieri e sanitari del Suem 118 a casa della 51enne o dei suoi genitori proprio a causa dell’acuirsi delle sue difficoltà.
Secondo quanto raccontano alcuni vicini di casa, la donna negli ultimi tempi aveva sviluppato anche particolari fissazioni, prima tra tutte quella per la pulizia. «In casa puliva e faceva lavatrici in continuazione», raccontano. «Prima di entrare al bar a bere un caffè o anche solo prima di prendere una sigaretta per fumarla indossava i guanti».
Un disagio per cui gli stessi genitori avevano raccontato di essere preoccupati, che di giorno in giorno si sarebbe acuito fino all’epilogo che però nessuno si sarebbe mai aspettato da una come Diletta.
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