Frodi, appalti truccati, truffe e corruzioni: un mese “normale” nel Veneto dell’illecito
Il nuovo rapporto dell’Osservatorio Legalità della Cgil relativo a novembre 2022 elenca 73 casi di interesse pubblico, di cui molti legati alle pubbliche amministrazioni
ilario simonaggio
Frodi, appalti truccati, truffe e corruzioni: molti gli episodi ricostruiti nel dossier della Cgil
(ansa)E’ uscito il nuovo dossier dell’Osservatorio Legalità della Cgil a cura di Ilario Simonaggio, responsabile dipartimento Legalità CGIL Veneto, basato su fonti media locali e ordinanze di custodia nei casi di associazioni criminali.
Ecco una serie di 73 eventi che abbiamo selezionato del mese di novembre 2022 riguardanti atti, azioni, processi meritevoli di attenzione sindacale e dei portatori di interesse pubblico. In premessa, il ringraziamento doveroso ai magistrati e agli uomini delle forze dell’ordine che con il loro lavoro rinforzano l’argine democratico e favoriscono la convivenza civile nei nostri territori.
Tali rapporti sono prodotti per consentire uno sguardo d’insieme sulla realtà veneta. Non ci stancheremo di ripetere che la presa d’atto formale e sostanziale del fatto che non esistono “isole felici” aiuta una indispensabile crescita culturale e di consapevolezza generale per combattere ogni forma di illegalità.
Sarebbe buona cosa, in presenza di fatti incontrovertibili, evitare la solita pletora di dichiarazioni fuori luogo e tempo del tipo “la mafia in Veneto non esiste”, oppure “si tratta di un caso isolato”, perché la quantità e la "qualità" dei casi raccontano una ben diversa realtà fattuale. Per curare qualsiasi malattia, è buona norma non negare l’evidenza.
Vanno fatte le dovute distinzioni, ma è indubbio che anche i reati di seguito descritti sinteticamente sono parte della realtà veneta.
La dimensione impressionante dei casi di un solo mese induce più di qualche riflessione. Temiamo che, al pari dell'inesistente modello veneto in tema di ambiente e salute, anche a proposito della legalità c'è ben poco di virtuoso. E la constatazione che questi problemi non siano un'esclusiva del nostro territorio, ma interessino tutto il Paese, non ci esime dal dovere di cercare rimedi efficaci e di metterli in pratica.
Le notizie numerate sono raccolte con lo schema a blocchi in 7 capitoli di reati, per favorire l’immediata ricerca delle notizie che più interessano: Associazioni criminali anche di stampo mafioso; terrorismo e violenza politica; sfruttamento lavorativo; ambiente; pubblica amministrazione; droga, rilevanti evasioni fiscali. Inoltre nei titoli appare sempre il territorio veneto cui la notizia si riferisce e la fonte da cui è tratta.
In evidenza questo mese: prima sentenza al processo alla nuova mala del Brenta (1.4.); terroristi neonazisti anche a nordest e legami con il libraio Franco Freda (2.4); la Procura di Trieste riapre il caso “Una Bomber (2.6.): avvio del processo al “sistema Fincantieri” (3.9); condannati a Verona 2 cavatori della Lessinia per la frana di Alcenago (4.3.); sequestrato il cantiere dello stadio Euganeo indagati in 6 tra cui il sindaco di Padova (5.1.); Sequestrati a Padova 14 chili di droga (6.10); oltre 100 milioni di euro in fumo di investitori gabbati con le criptovalute (7.4.).
1. Associazioni criminali anche di stampo mafioso.
1.1 Processo ai “casalesi” di Eraclea.
In due udienze, il 3 e il 10 novembre 2022, Luciano Donadio risponde alle domande dei PM Terzo e Baccaglini. Udienze interamente dedicate al capo dei casalesi di Eraclea, a detta della Procura veneziana. Donadio ammette una serie di reati fiscali, ma su tutto il resto si attribuisce un “metodo terronico” di intervenire sulle contese d’affari, utilizzato da sempre e per il resto parla di millanterie. Tensioni quando il PM Terzo, al culmine di un’udienza pubblica (vietate riprese e foto video), lo definisce un “quaquaraquà”. Donadio si sente punto nell’orgoglio e urla: “dove sono i reati? Vergognatevi? Avete rovinato 100 famiglie? Io sono un Robin Hood non un camorrista!”.
Nega tutto dei ben 60 reati ascritti: estorsioni, traffico di droga, possesso di armi, voto di scambio. Smentisce i rapporti con la mala del Brenta: “con Maritan solo buongiorno e buonasera”; si definisce un eroe benefattore per aver aiutato tanta gente bisognosa. Dice: “pago per le mie chiacchiere”, ma le intercettazioni telefoniche e ambientali dicono ben altro. Insomma, si attribuisce colpe dovute al carattere e liquida minacce e intimidazioni come chiacchiere e vanterie. I continui battibecchi con il PM Terzo mettono in evidenza tutte le contraddizioni del suo racconto. Alla prossima udienza l’interrogatorio degli avvocati difensori (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e la Nuova di Venezia del 4 novembre 2022; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 11 novembre 2022).
L’udienza del 17 novembre 2022 è la terza interamente dedicata alla deposizione di Donadio, questa ad appannaggio degli avvocati della difesa: “Donadio racconta Donadio”. Donadio indossa i panni della vittima e ribadisce che non ha nessun legame con i clan di Casal del Principe. Dichiarazioni testuali: “Ho fatto 750 chilometri per mettere distanza tra me e quella gente”, oppure: “Non avevo i soldi per pagare gli stipendi figurarsi se potevo pagare la mesata”.
L’udienza del 24 novembre è dedicata al racconto di Donadio sulle bancarotte delle sue società e i rapporti bancari. Donadio nega tutte le accuse e racconta la sua “verità parallela” rispetto ai tantissimi riscontri di reati della Procura. Dice di essere un benefattore e parla di “favori agli amici”. Udienza fiume (la quarta) dove afferma: “La mafia l’ho vista solo nei film”.
La prossima udienza fissata per il 15 dicembre 2022, con la parola alla Procura per le repliche. Poi sarà la volta dei testi delle difese, sperando che Donadio ridimensioni il numero (ne ha citati ben 250, tra cui il ministro dell’Interno ai tempi dell’arresto, Luciana Lamorgese, e il presidente della Giunta regionale Luca Zaia). Si inizia con Nicola Schiavone, camorrista di Casal del Principe (CE) tornato in carcere solo pochi giorni fa, citato dal legale di Raffaele Buonanno (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 18 novembre 2022; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e la Nuova di Venezia del 25 novembre 2022).
A margine di questa vicenda processuale, il GUP del Tribunale di Pordenone (competenza territoriale) ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti del commerciante Mungo relativamente alle minacce all’europarlamentare della Lega Rosanna Conte e agli altri 2 consiglieri di minoranza a Caorle. Il fatto a processo: le lettere ai 3 rappresentanti dell’opposizione dopo gli arresti di Eraclea nel 2019, che avevano sollevato il rischio di infiltrazioni mafiose nel comune rivierasco. Dopo il deposito dell’interrogazione, erano state recapitate lettere uguali ai 3 consiglieri con la pallottola e una scritta inequivocabile di minaccia: “Striuli merita rispetto, c’è chi rinuncia a vivere, scivola e batte la testa…”. I Riis di Parma sono risaliti alla stampante utilizzata per fotocopiare le 3 lettere del commerciante Mauro Mungo. Uso pubblico della copisteria impedisce di attribuire responsabilità dirette alla persona a processo. (Il Gazzettino del 9 novembre 2022)
1.2 Processo Aemilia confiscati immobili anche nel veronese.
La Guardia di Finanza è passata all’applicazione delle confische per 4,5 milioni di euro, in applicazione della sentenza definitiva Aemilia (3° grado di giudizio), con una serie di beni da confiscare a Verona, Reggio Emilia, Bologna, Parma, Catanzaro, Crotone e Roma. Il grosso del riciclaggio di proventi illeciti ha interessato complessi immobiliari in strutture turistico alberghiere, in società edili e immobiliari, in imprese dei trasporti e della logistica. Il provvedimento si aggiunge alle confische da oltre 57 MLN di euro degli anni precedenti, che daranno al patrimonio dello Stato 36 nuovi immobili sottratti alle mafie nelle province succitate (L’Arena del 9 novembre 2022).
1.3 Estorsione al commercialista Cavasotto di Montebelluna, sotto indagine sette persone.
La vicenda affonda le sue radici nel crac di Veneto Banca. La denuncia parte da un danno patrimoniale subito dallo studio Cavasotto, molto noto nella cittadina trevigiana, per un’esposizione debitoria per fidi concessi a titolo privato intorno ai 10 milioni di euro. Situazione che Benito Cavasotto avrebbe cercato di ripianare in ogni modo.
L’accusa parla del versamento, proposto da uno dei presunti estorsori nel 2014, di 4 milioni di euro tramite emissioni di fatture false per operazioni inesistenti emesse da società di diritto estero su conti correnti bancari esteri, per ammorbidire gli agenti della Guardia di Finanza facendogli recuperare i 10 milioni di euro persi. Benito Cavasotto muore in un incidente aereo nel 2016 e l’impegno dei pagamenti passa al figlio Sergio.
La vittima della presunta estorsione, il commercialista Sergio Cavasotto, stanco di pagare e in difficoltà economiche ad onorare le pretese sempre più pressanti e frequenti, dopo aver pagato in poco meno di 3 anni oltre 1,5 ML di euro denuncia i presunti estorsori. L’inchiesta della Guardia di Finanza porta al sequestro di 3 immobili (2 a Valdobbiadene e 1 a Montebelluna) e di 2 conti correnti per somme equivalenti al denaro che sarebbe stato estorto al professionista. I denunciati passano al contrattacco sostenendo che non si tratta di estorsione ma della pretesa di recuperare crediti che spettavano. L’indagine dovrà quindi chiarire trama, attori, e ruoli in una vicenda dai contorni, anche familiari, confusi (La Tribuna di Treviso del 7 novembre 2022; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso dell’8 novembre 2022; Il Gazzettino del 9 novembre 2022)
1.4 Prima sentenza per il processo alla “nuova mala del Brenta”.
In aula bunker a Mestre è stata pronunciata la sentenza sulla “nuova mala del Brenta” per i 21 imputati che hanno scelto il rito abbreviato. La GIP Benedetta Vitolo ha escluso sia l’associazione mafiosa sia l’aggravante dei metodi mafiosi. Il risultato è stato quindi che dai 140 anni di carcere chiesti dal PM Giovanni Zorzi, quelli comminati in primo grado all’associazione a delinquere, si è passati a 52,5. Sono stati quindi assolti in blocco i 7 imputati che si vedevano contestare la sola accusa di concorso esterno alla criminalità organizzata. Pene ridotte a tutti gli imputati del rito abbreviato, con la punta di 12 anni di carcere a Loris Trabujo, gestore del traffico acqueo al Tronchetto, considerato il capo della banda accusata di svariate rapine ed estorsioni nell’isola.
Fissati dal GIP i provvisionali a favore delle tante parti civili (Comune, città metropolitana di Venezia, Regione Veneto, Presidenza del Consiglio, Ministero dell’Interno, ACTV, AVM), tra cui la CGIL di Venezia (10.000 euro + 5.000 euro di spese civili). Tranne la posizione di Trabujo, tutte le altre del rito abbreviato si possono dichiarare “minori”. Gli altri 56 indagati, tra cui alcuni nomi “di peso” rinviati a giudizio, hanno scelto il rito ordinario, la cui prima udienza è fissata per il 19 aprile 2023. Il PM Giovanni Zorzi ha già fatto sapere che ripresenterà nuovamente il suo impianto accusatorio e che, a suo avviso, si tratta di “mafia”. Aspetta di leggere le motivazioni dell sentenza per valutare l’eventuale impugnazione al secondo grado. Dura e rabbiosa la reazione di Alessandro Rizzi (Doic) alla sentenza: “Ora ho paura; questi hanno fatto di tutto e sono stati quasi assolti; quando usciranno cercheranno di uccidermi ovunque, ma io non resterò fermo: reagirò, adesso sono pronto”. Queste dichiarazioni dell’unico sopravvissuto dei fratelli Rizzi, della banda dei mestrini, fa ben comprendere il clima esistente tra Tronchetto e Punta Sabbioni. (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 19 novembre 2022; Il Gazzettino del 29 novembre 2022).
La Procura, nel frattempo, ha chiesto una perizia sulle coltellate a Trabujo, inferte da Paolo Pattarello il 30 settembre in aula bunker a Mestre. La perizia è finalizzata al reato da contestare: lesioni aggravate o tentato omicidio. Attesa pure la valutazione del presidente del Tribunale Salvatore Laganà sulla relazione della Polizia Penitenziaria sull’ingresso del coltello in aula bunker (Il Corriere del Veneto e Il Gazzettino del 16 novembre 2022).
1.5 Imprenditore di Conegliano (TV) minacciato dai clan della camorra per una bancarotta fraudolenta.
Il soggetto, in difficoltà economiche nel 2011, aveva accettato di fare l’amministratore delegato dell’azienda “La Seconda Plast” di San Ginesio (MC). Ci volle poco a comprendere che la sola cosa che doveva fare era la “testa di legno”, prestanome al servizio del clan di camorra per svuotare i beni aziendali. La camorra gli ha impedito di lasciare l’incarico e la società è fallita nel 2012, con un buco di 800.000 euro. Il soggetto, consigliato dal suo legale, ha raccontato tutto agli inquirenti, comprese minacce ed estorsioni. In udienza in Tribunale a Macerata è stato creduto e mandato assolto dal reato di bancarotta fraudolenta per distrazione dei beni aziendali. Il Tribunale ha condannato a 3 anni di carcere l’altro socio, residente a Castelfranco Veneto (TV), ritenuto nei fatti il vero amministratore della società (Il Gazzettino del 16 novembre 2022).
1.6 Processo a Venezia a Sergio Bolognino e altri 5 imprenditori veneti.
Il processo al clan Bolognino era stato sdoppiato in due sedi processuali (Padova e Venezia). Il 28 novembre 2022, in Corte d’Assise di Venezia, sono stati comminati 3 anni di carcere a Sergio Bolognino (al centro dell’inchiesta per fatture false e riciclaggio a favore della cosca Grande Aracri) e mandati assolti gli altri sei imputati.
Il collegio giudicante, presieduto da Stefano Manduzio, ha riconosciuto l’associazione semplice a delinquere e fatto cadere l’accusa di mafia. La Corte d’Assise ha poi, prevista l’assoluzione per tutti gli altri capi di imputazione di reati fiscali ad eccezione del riciclaggio con fatture false. La Procura (PM Paola Tonini) aveva chiesto 21 anni di carcere per i 7 imputati. Solo su Bolognino, quindi, il carico di risarcire le parti civili a processo (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Agenzia delle Entrate, Ministero dell’Interno e CGIL). Per la CGIL riconosciuti 100.000 euro di risarcimento da definire in sede civile. (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 29 novembre 2022).
2 Terrorismo e violenza politica.
2.1 Il sindaco di Treviso, tre episodi in pochi giorni di minacce dei NO Vax.
Dopo le scritte comparse nella sede della CGIL di Treviso e vicino alla sede dell’ULSS 2, con minacce al DG Francesco Benazzi, in pochi giorni tre nuovi episodi di scritte deliranti all’indirizzo del sindaco di Treviso, Mario Conte, da parte degli attivisti NO Vax: “Conte fai moralista, sei solo nazista”, vergata con la W cerchiata e la firma del movimento antivaccinazioni. Un nuovo episodio alle elementari Pascoli di Castagnole, con insulti anche al Presidente della Giunta Regionale. I No Vax si sono presi tutto il tempo per imbrattare tutta la scuola e le strade attorno. Oramai è certo che dietro l’ennesima azione a Treviso ci sia una regia nazionale attraverso i canali Telegram.
La Digos di Treviso ha aperto un nuovo filone di indagine per risalire agli autori delle minacce. Non contenti delle scritte, i NO Vax sono passati alle minacce personali dirette sui siti al sindaco di Paese (TV) Katia Uberti (ritratto nei comunicati con svastica in fronte), che li ha bollati come “vili e codardi” per l’imbrattamento della scuola di Castagnole. Nuova denuncia ai Carabinieri e nessun passo indietro dagli amministratori locali sulla necessità della vaccinazione anticovid (La Tribuna di Treviso del 4 novembre 2022; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 5 novembre 2022; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 10 novembre 2022; Il Gazzettino del 21, 22 e 23 novembre 2022; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 24 novembre 2022).
2.2 Sgomberate 4 case ATER a Padova, violenti scontri in piazza: nove feriti.
Il 9 novembre 2022 gli agenti della Questura di Padova, su ordine del GIP, hanno eseguito il sequestro preventivo di 4 appartamenti di proprietà dell’ATER, occupati abusivamente in via delle Melette, nel quartiere Palestro della città. La palazzina è nota per occupazioni abusive sin dagli anni ‘80 del secolo scorso. L’indagine della Procura riguarda 8 persone accusate di occupazione abusiva di case per l’edilizia economica popolare. Lo scontro tra polizia e centri sociali ha avuto luogo dapprima davanti alle case occupate e successivamente alla vicina sede ATER di via Raggio di Sole, dove i comitati e collettivi contro gli sfratti hanno provato ad occupare la sede. Dopo gli scontri, 7 feriti tra i manifestanti e 2 tra i poliziotti.
La negazione del “diritto alla casa” si aggrava ogni anno a Padova, con oltre 9.000 richieste e pochi alloggi disponibili per placare l’emergenza abitativa per le fasce più deboli della popolazione. La Procura sta attendendo il deposito della cosiddetta informativa completa della Digos patavina per le decisioni conseguenti. Nel frattempo, il numero degli indagati è salito a 11 per occupazione abusiva, cui presto si aggiungeranno i responsabili dei disordini con accuse più serie (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 10 novembre 2022; Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 11 novembre 2022; Il Corriere del Veneto del 12 novembre 2022).
2.3 Indagati 5 esponenti di Casa Pound a Padova per le scritte celebrative del centenario della marcia su Roma.
Le scritte sono state apposte, alla vigilia del 28 ottobre, in centro storico e sulle pareti della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. In due settimane la DIGOS Patavina ha scoperto gli autori e perquisito un edificio di riviera Paleocapa, chiamato “Il Bivacco”: nei fatti la sede padovana di Casa Pound. Hanno fatto seguito poi le perquisizioni domiciliari su disposizione della Procura (PM Sergio Dini) a 5 esponenti autori, a detta degli inquirenti, delle scritte suddette. Trovate bandiere nazifasciste, bombolette di vernice spray, passamontagna, caschi, mazze da baseball, decine di fumogeni e torce illuminanti. Tutto il materiale sequestrato e denuncia per i 5 indagati per reati di danneggiamento e di apologia di fascismo.
L’ipotesi degli investigatori, che stanno monitorando tutti i gruppi estremisti in città, è che gli imbrattamenti siano stati fatti in luoghi simbolo della sinistra padovana, per reclutare adepti, far scoppiare lo scontro, avere risonanza (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Giornale di Vicenza e Il Mattino di Padova del 15 novembre 2022; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 16 novembre 2022).
2.4 I presunti terroristi neonazisti e i legami con il libraio Franco Freda.
Franco Freda gestisce da anni una libreria ad Avellino, dove l’ex terrorista vive da molti anni. Il 15 novembre 2022, la Polizia ha perquisito - su disposizione dell’autorità giudiziaria – la sua abitazione e la libreria. Freda non è indagato, ma il suo nome ricorre a più riprese nell’ordinanza firmata dal GIP di Napoli, Federica DE Bellis, che ha portato in carcere 4 persone accusate di appartenere a un’associazione (cellula neonazista legata al gruppo Azov) con finalità di terrorismo di matrice neonazista, che ipotizzava di organizzare attentati contro una caserma dei Carabinieri e un centro commerciale.
L’obiettivo dichiarato: “creare il caos” per far leva sulle paure e generare il “Nuovo Ordine Mondiale”. La libreria di Freda usata, a detta degli inquirenti, per l’indottrinamento e la ricerca di nuovi adepti. Gli arrestati avevano in Freda non solo un riferimento ideologico, ma anche pratico, per il reclutamento nell’Ordine di Hagal, un gruppo con diramazioni in tutta Italia che predica strani riti pagani e teorie che mescolano l’esaltazione del nazifascismo, il disprezzo per gay ed ebrei, il complottismo no vax, fino al negazionismo della Shoah. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore di Napoli Antonello Ardituro.
Nella giornata del 15 novembre, avviate una serie di perquisizioni in tutta Italia tra cui quelle effettuate nelle abitazioni di un trevigiano e un veronese, vicini a questa organizzazione pur non essendo indagati. Uno dei capi della presunta associazione terroristica arrestato (Giampiero Testa di Napoli) si vantava di essere in contatto con i membri del Veneto Fronte Skinheads. La libreria di Freda, per gli inquirenti, svolgeva un ruolo cerniera come circolo di ritrovo e di indottrinamento rispondente a un rifugio di fanatici dell’ultradestra.
Nel corso delle perquisizioni, sequestrate mazze da baseball che inneggiano a Mussolini, bandire della Repubblica di Salò, magliette del ventennio e altri oggetti della galassia dell’estrema destra. Il cittadino vittoriese si difende sostenendo che è finito nella chat solo per ricerche di libri storici (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Mattino di Padova e La Tribuna di Treviso, Il Manifesto del 16 novembre 2022; La Tribuna di Treviso del 17 novembre 2022; Il Gazzettino del 18 novembre 2022).
2.5 Depositate le motivazioni della sentenza di primo grado, di condanna a 28 anni dell’anarchico Antonio Sorroche per gli attentati alle sedi della Lega.
Le 2 bombe del 12 agosto 2018 alla sede della Lega (stabile K3) di Villorba (TV), gli sono costate la condanna del Tribunale di Treviso a 28 anni di carcere. Nelle 115 pagine della motivazione della sentenza, depositata a inizio novembre 2022, saltano all’occhio più fatti: i due ordigni posizionati a tempo per fare una strage di polizia e carabinieri dovevano servire a creare un clima di allarme e preoccupazione generalizzata nell’opinione pubblica; la volontà di intimidire il Carroccio che stava da pochi mesi al Governo per condizionare l’attività politica di Salvini, in particolare sul tema sbarchi e immigrazione; la scelta delle sedi da colpire è stata ricostruita dagli inquirenti con lo studio del diario segreto dell’anarchico, spagnolo di Girona (E); tra le sedi della Lega da colpire il diario riportava sia San Donà di Piave (VE) che Genova. Le indagini, come è noto, sono state coordinate dal PM Roberto Terzo della Procura DDA di Venezia, competente per i reati di terrorismo (Il Corriere del Veneto del 6 novembre 2022).
2.6 Unabomber, la Procura di Trieste riapre il caso.
Il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, ha sciolto la riserva e deciso di riaprire il caso, 13 anni dopo l’archiviazione sul misterioso attentatore del nordest. L’obiettivo è scovare nei vecchi reperti eventuali indizi utili alle indagini, grazie al progresso scientifico e con la banca dati del DNA. Il PM Federico Frezza, responsabile diretto del caso, dovrà raccogliere tutti gli elementi dei 28 attentati compiuti tra il 1994 e il 2006 e provvedere a questa nuova fase di valutazione dei reperti, con lo scopo di dare un nome al responsabile/i del reato qualificato come “attentato con finalità di terrorismo”. Dopo 16 anni dall’ultimo attentato, e a quasi 14 anni dalla richiesta di archiviazione (30 dicembre 2008) per mancanza di elementi sufficienti a sostenere l’accusa, tutti i reperti custoditi al porto di Trieste saranno riportati al palazzo di giustizia.
C’è un fascicolo in particolare, fra i tanti episodi, che interessa gli inquirenti, alla luce dei passi avanti compiuti dalle tecniche più moderne per analizzare le prove (Il Corriere del Veneto e La Nuova di Venezia del 22 novembre 2022; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Giornale di Vicenza e La Nuova di Venezia del 23 novembre 2022; Il Corriere del Veneto e La Nuova di Venezia del 24 novembre 2022).
2.7 Disposto il rimpatrio in Gambia per 2 detenuti residenti a Vicenza, accusati di vari reati e di radicalismo islamico.
Il questore della città berica, Sartori, ha disposto 2 ordini di rimpatrio, al termine delle procedure, per 2 ex richiedenti asilo che hanno collezionato arresti e numerosi reati. Possesso di droga, furti e rapine, possesso di armi fino alla radicalizzazione in carcere di uno dei 2, che tormentava gli altri carcerati musulmani. Il provvedimento di espulsione dall’Italia ha previsto il volo aereo e la consegna dei 2 soggetti alle autorità del paese africano (Il Giornale di Vicenza del 15 novembre 2022).
2.8 Il fascismo da bar nei locali pubblici della Marca, le denunce di violazioni della legge Scelba e Mancino dell’ANPI.
Non ci sono dubbi che la vittoria elettorale della destra abbia costituito la base per una ripresa in tutta Italia dei nostalgici del ventennio fascista, con l’apertura di sedi dedicate a Pino Rauti a Brescia (Fratelli d’Italia), a proposito di richiami alla “continuità ideale” di esponenti del partito di maggioranza relativa, e a Pavia (sede neofascista della Rete dei Patrioti, fuoriusciti da Forza Nuova). Non è da sottovalutare, secondo l’ANPI di Treviso, la diffusione in parecchi locali pubblici - da Vittorio veneto a Follina - di cimeli, calendari, ricordi del centenario della marcia su Roma.
E, per non farsi mancare niente, ci sono state persino offese e insulti al presidente dell’ANPI Giuliano Varnier. L’Anpi ha inviato un esposto alle autorità e alla Magistratura per far rispettare la legge. In un esposto si parla dell’esposizione di un manganello con la scritta “Dux Mussolini”, esplicito messaggio alla violenza politica contro gli oppositori dell’infame ventennio. Per rinfocolare la memoria divisa, la commemorazione in cimitero di Valdobbiadene dei 23 fascisti uccisi a Saccol il 5 maggio 1945 dai partigiani della brigata Mazzini, tra cui il segretario del fascio di Vidor, con la presenza dell’ex sindaco Davì.
Un ricordo che celebra i fascisti, al pari dei martiri, senza alcun rispetto per i tantissimi morti della brigata Mazzini che si sacrificarono per dare la libertà a queste contrade della Marca. In vendita in un’edicola di Mogliano Veneto il calendario 2023 di Benito Mussolini, nuova denuncia dell’ANPI. (La Tribuna di Treviso e Il Manifesto del 16 novembre 2022; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 17 novembre 2022; La Nuova del 21 novembre 2022).
3. Sfruttamento lavorativo (caporalato, diritti violati, sicurezza sul lavoro negata).
3.1 Grafica Veneta rigettata la richiesta in Cassazione della confisca di beni per Giorgio Bertan e Giampaolo Pinton.
Il ricorso in Cassazione presentato dal procuratore generale della Corte d’Appello è stato rigettato il 22 settembre 2022, perché generico e insufficiente. La richiesta era di ottenere la confisca del profitto del reato per i 2 manager della Grafica Veneta Spa relativo alla arcinota vicenda del caporalato lavorativo (intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro). I 2 manager avevano patteggiato la pena con il PM della Procura patavina (6 mesi di carcere ciascuno e il pagamento di una sanzione pecuniaria di 47.500 euro). La pena patteggiata è stata considerata troppo lieve e quest’azione intendeva porre rimedio a tale situazione.
La Corte di Cassazione ha ritenuto la richiesta mancante di elementi specifici tali da giustificare una pronuncia ulteriore sulla vicenda (non sono stati allegati, ad avviso della Corte, motivi sufficienti per la richiesta dopo la sentenza di patteggiamento; manca qualsiasi indicazione di quantificazione dell’effettiva entità del profitto che i 2 soggetti avrebbero conseguito!). Senza motivi specifici del danno patito, la Corte di Cassazione ha respinto la richiesta (Il Corriere del Veneto del 9 novembre 2022).
3.2 Operaio muore schiacciato alla Lovato di Chiampo (VI), il titolare patteggia in Tribunale a Vicenza.
La tragedia avvenne nel giugno di 2 anni fa, all’interno della ditta metalmeccanica Lovato di Chiampo (VI). L’operaio morì schiacciato, a detta dei consulenti della Procura, perché furono rimosse le protezioni per far andare più veloce l’attività produttiva della macchina alesatrice fresatrice. Mirco Lovato (accusato di omicidio colposo, rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro) ha patteggiato davanti al giudice Crea e al PM Pipeschi una pena di un anno e 4 mesi. I parenti della vittima sono stati risarciti dall’assicurazione con una cifra superiore ai 600.000 euro e quindi non si sono costituiti parte civile in aula (Il Giornale di Vicenza dell’8 novembre 2022)
3.3 Laboratorio tessile lager a Morgano (TV) e maxi evasione fiscale.
Il laboratorio tessile è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza di Treviso. Il titolare cinese è stato denunciato per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e per lo smaltimento illecito di rifiuti. Si tratta di una delle tante aziende terziste del territorio, abituata alla tecnica “apri e chiudi”. Ha accumulato un debito con il fisco di 2,6 MLN di euro in 13 anni. Il blitz è scattato a seguito di un’analisi tributaria che riguarda le nuove ditte aperte nel 2022.
Questa ditta ha cambiato ragione sociale 10 volte in 13 anni, giusto il tempo di evitare i controlli dello Stato in materia di tributi. Trovati all’interno, in 300 metri quadrati, ben 21 macchinari per la lavorazione tessile, finestre oscurate e chiuse. Mancanti i sistemi di ventilazione, le uscite di sicurezza, i minimi requisiti igienico sanitari e contro gli incendi. Il garage dello stabile adibito a discarica con 30 metri cubi di scarti tessili. I 5 dipendenti dell’impresa lavoravano in condizioni degradanti e pericolose per la salute. La ditta è stata tradita dagli eccessivi consumi di energia durante la notte (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 8 novembre 2022).
3.4 Chiuso un cantiere a Pellestrina (VE) per lavoratore in nero.
Il controllo dei Carabinieri a Pellestrina ha portato alla chiusura di un cantiere edile per la presenza di un lavoratore in nero. Nella stessa giornata, ispezionato un ristorante dell’isola sanzionato per diverse irregolarità: dalle carenze igienico sanitarie alle inadeguatezze della struttura, oltre alla mancata applicazione delle procedure di igiene e sicurezza alimentare “haccp”. Elevate sanzioni amministrative ai 2 luoghi controllati per 27.000 euro (La Nuova di Venezia del 9 novembre 2022).
3.5 Lavoratori in nero e clienti con la droga nel ristorante “Ai Laghi di Sant’Antonio” a Montegrotto Terme (PD).
Il controllo del locale di Montegrotto Terme da parte del gruppo interforze di Padova (carabinieri, polizia, guardia di Finanze) ha permesso di scoprire lavoratori in nero e una lunga lista di irregolarità amministrative cui si aggiungono, per non farsi mancare niente, clienti in possesso di droga. Il titolare ha ricevuto una sanzione da 10.000 euro, oltre a diverse denunce all’Autorità giudiziaria (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 16 novembre 2022)
3.6 Il Nucleo Ispettorato del Lavoro di Padova fa chiudere 3 ristoranti per lavoro nero e varie violazioni della normativa sulla sicurezza e igiene.
Chiusi temporaneamente 3 ristoranti a Padova, a seguito di controlli del Nucleo Tutela del Lavoro dei Carabinieri, ed elevate sanzioni amministrative per 40.000 euro. Le irregolarità riguardano lavoro nero e mancate autorizzazioni. Ora la riapertura è possibile solo mettendosi in regola con la normativa sul lavoro, sulla prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla sicurezza degli alimenti (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 16 novembre 2022).
3.7 Muore operaio sul lavoro a Castelfranco Veneto. Il cognato titolare dell’impresa intasca l’assicurazione destinata ai familiari della vittima.
Roberto Romanò è morto a marzo 2018, schiacciato sotto un grosso sacco di sassi che stava spostando con il muletto nella ditta “Centro Veneziane” di Castelfranco Veneto. Il cognato Dino Trentin, titolare dell’impresa di Castelfranco Veneto, avrebbe incassato la polizza assicurativa di 1 MLN di euro destinata alla famiglia della vittima, ma i soldi anziché essere versati agli eredi, sarebbero stati spostati sul conto corrente bancario della figlia e poi rapidamente su altri conti correnti fino a prosciugare l’intero risarcimento. Iscrizione del soggetto in Tribunale di Treviso – sezione lavoro- per la responsabilità della morte del lavoratore e per l’appropriazione indebita, visto che la compagnia Cattolica Assicurazioni dimostra di aver pagato il premio assicurativo. Aldilà di una delicata e penosa vicenda familiare, risulta insopportabile che le vittime, private dalla colonna portante della famiglia, debbano rincorrere con una causa penale un risarcimento dovuto sottratto ingiustamente ai legittimi proprietari (Il Corriere del Veneto del 20 novembre 2022).
3.8 Operazione interforze nell’edilizia nel Montebellunese, cinque ditte edili sanzionate per lavoro nero e mancata sicurezza.
L’operazione del nucleo tutela del lavoro, congiuntamente all’Ispettorato del lavoro nel territorio del mandamento di Montebelluna (TV), ha permesso di scovare e sanzionare un vero e proprio far west dell’edilizia. 2 operai in nero, ponteggi senza protezioni, nessun caschetto e scarpe antinfortunistica, mancata installazione di segnaletica, niente piani per la sicurezza: elevate sanzioni per 200.000 euro e disposta la sospensione dell’attività per 5 imprese edili. Difficile giustificare questa situazione con il fatto che il settore è stato “drogato” dal superbonus 110%. Su 9 cantieri edili controllati, ben 5 versavano nella suddetta condizione lavorativa (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 17 novembre 2022).
3.9 Processo a Fincantieri Spa a Venezia per lavori sotto pagati tra paghe basse e tempi stretti per le navi.
Si tratta di uno dei tanti filoni processuali dell’inchiesta madre “paga globale”, riguardante il colosso statale della navalmeccanica di Porto Marghera (VE). Questo è senza dubbio il più importante, perché vede imputati 15 funzionari e dirigenti Fincantieri Spa (33 imputati totali e 16 società coinvolte), per quello che viene descritto dalla Procura (PM Giorgio Gava) come il “sistema Fincantieri”. Fiom Cgil e Cgil di Venezia hanno comunicato di volersi costituire parte civile (dopo l’esposto denuncia in Procura del 2018, che ha dato il via all’inchiesta) e hanno depositato la ricerca commissionata a Matteo Gaddi della Fondazione Sabbatini su lavorazioni e prezzi praticati, oltre al bilancio consolidato di Fincantieri Spa.
Numeri freddi e impietosi sullo sfruttamento lavorativo dei quasi 5.000 lavoratori del subappalto, che svolgono l’82% del lavoro delle navi, pagati metà dei pari ruolo (i 1.000 dipendenti diretti Fincantieri). La ricerca analizza bilanci societari, costi del personale diretto e indiretto per dimostrare in modo scientifico che tanta parte del successo aziendale è costruita sullo sfruttamento costante di lavoratori dei subappalti. Il costo medio di un dipendente Fincantieri è di 55.000 euro all’anno, mentre quello del subappalto è compreso tra 29.000 e 35.000 euro all’anno (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 23 novembre 2022)
L’udienza del 24 novembre 2022, in aula bunker a Mestre, è stata subito rinviata all’11 gennaio 2023 dal GUP Maria Rosa Barbieri, per alcuni difetti di notifica dovuti all’elevato numero di parti (soggetti e società) che compaiono in questo processo. Importante la presenza di almeno 30 lavoratori dei subappalti intenzionati a chiedere la costituzione di parte civile. Fissate le udienze mensili sino ad aprile 2023 per sfruttamento lavorativo e caporalato (art.603 bis cp) e corruzione tra privati (art. 2635 cc) (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 25 novembre 2022).
Il 28 novembre 2022 a processo, sempre in Tribunale a Venezia (rito abbreviato) le imprese in subappalto gestite da albanesi. Il PM Giorgio Gava ha chiesto nella requisitoria per i 13 imputati condanne sino a 18 anni di carcere. I reati contestati sono sfruttamento lavorativo e caporalato, oltre a reati fiscali. Citate anche le società chiamate a rispondere dalla legge sulle responsabilità penali delle aziende per i reati commessi dai propri amministratori. Alla sbarra anche i consulenti del lavoro Bruno e Angelo Di Corrado (i presunti ideatori del sistema paga globale). Non figura Fincantieri in questo filone, nonostante le società fossero costrette ad operare al ribasso per mantenersi il lavoro. Il giudice Antonio Liguori ha previsto di pronunciare la sentenza il 12 dicembre 2022 (Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 29 novembre 2022).
3.10 Lavoratori in nero e cibo scaduto, il controllo della Guardia di Finanza in via Piave a Mestre (VE).
La Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro, ha fatto 20 giorni di controlli di tutte le varie attività commerciali e turistiche della nota zona di Mestre. I controlli hanno portato al sequestro di 530 bottiglie di alcolici; 250 chili di carne e pesce avariati sono stati tolti dalla vendita; sanzioni per 100.000 euro; 270 persone segnalate per possesso di droga (hashish, cocaina, marijuana). Per non farsi mancare niente, verbali in due alberghi (disposta la chiusura temporanea) per 2 lavoratori in nero e pagamenti in contanti ai dipendenti (Il Corriere del Veneto del 25 novembre 2022).
3.11 Discoteca Club K2 di Creazzo (VI), disposta la chiusura per 8 dipendenti su 9 al lavoro in nero.
La Guardia di Finanza e l’Ispettorato del Lavoro hanno sospeso l’attività del club K2 lungo la strada regionale 11 a Creazzo per la presenza di 8 lavoratori in nero su un totale di 9 in servizio (camerieri, baristi, guardarobieri). Saltata la serata, chiuso il locale ed elevata la sanzione amministrativa e la segnalazione all’AG. La titolare del locale, se vorrà riaprire, dovrà mettere in regola tutto il personale (Il Giornale di Vicenza del 25 novembre 2022).
4. Ambiente (sfruttamento e rapina dei beni primari).
4.1 Blitz della Guardia costiera di Venezia contro la pesca illegale.
La Guardia costiera di Venezia ha concluso un’operazione lungo la costa veneta, con 35 militari e 4 motovedette, effettuando 66 controlli, 9 ispezioni in mare a pescherecci, 8 in porto, 14 ispezioni al commercio del pescato al dettaglio e 9 all’ingrosso. Alla fine degli accertamenti sono state sequestrate oltre 2 tonnellate di pesce, con 27 sanzioni per un totale di 51.000 euro. I verbali elevati riportano: “prodotti senza etichettatura e nei supermercati condizioni igienico sanitarie carenti”. (Il Corriere del Veneto del 4 novembre 2022)
4.2 Sette rinvii a giudizio a Venezia per la gestione abusiva di tonnellate di rifiuti.
Mille tonnellate di rifiuti di ogni genere accatastate in aree improvvisate di stoccaggio tra le province di Padova e Treviso, invece di essere regolarmente smaltite da parte di due imprese: rinvio a giudizio per sette persone. Il GIP Benedetta Vitolo ha disposto tale decisione il 16 novembre 2022, in udienza in Tribunale a Venezia, con l’avvio del processo il 6 aprile 2023 davanti alla giudice Francesca Zancan. I luoghi dello stoccaggio abusivo erano ad Albignasego (PD), Boara Pisani (PD), Santa Giustina in Colle (PD), Loria (TV) e Breda di Piave (TV). L’accusa della Procura, oltre alla gestione abusiva senza autorizzazione dei rifiuti, riguarda il lucro ottenuto violando la legge. Le difese avranno modo di far valere le proprie ragioni a processo (Il Gazzettino, Il Mattino di Padova e La Tribuna di Treviso del 17 novembre 2022).
4.3 Frana di Alcenago a Grezzana (VR), condannati i due cavatori.
Giancarlo e Sergio Conti sono stati condannati in Tribunale a Verona a 3 anni di carcere (primo grado processuale), e al risarcimento di 420.000 euro ai 21 residenti (20.000 euro ad ogni soggetto) per i danni alle abitazioni in conseguenza della frana di Alcenago, causata dall’estrazione non corretta di materiale da parte dell’azienda Micromarmo Granulati. La sentenza del 15 novembre 2022 è stata redatta ad oltre 8 anni dall’evento, che interessò un’area di 24.700 metri quadrati. Nel 2011 ci fu il primo smottamento sulla strada provinciale 12 per Stallavena, ulteriore crollo il 22 e il 23 ottobre 2013.
L’accusa ritenne che il crollo dell’area sovrastante la cava fu dovuto all’eccesso di estrazione di materiale riducendo la dimensione dei cd pilastri di cava che erano alla base insufficienti per portare il peso del monte. Nel 2016 il PM Paolo Sachar ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio degli ex vertici della società di Grezzana, e dopo 6 anni la sentenza. Gli avvocati difensori hanno annunciato che presenteranno appello. Le parti civili, tra cui Legambiente, hanno chiesto all’Azienda di rispettare l’ambiente lavorando in modo corretto, applicando la normativa. Alcenago è una vera e propria brughiera (5 autorizzazioni di cava in corso) e il sistema regge se i controlli sono continui e i cavatori si attengono alle prescrizioni degli enti pubblici (L’Arena del 16 novembre 2022).
4.4 Processo PFAS in Corte d’Assise a Vicenza, deposizione dei consulenti ambientali della MITENI Spa.
L’udienza del 24 novembre 2022 è stata dedicata ai 3 tecnici della Copernico Spa, specializzata nelle bonifiche ambientali. La Copernico effettuò per conto di Miteni Spa tra il 2012 e il 2013, indagini sugli inquinanti in applicazione del progetto Giada del 2010-2011, dove le sostanze PFAS erano riportate. In definitiva, la deposizione mette bene in risalto che si sapeva della presenza dei PFAS tra i contaminanti ambientali, con il limite che non erano normati. Illustrata l’attività dei pozzi a valle e il monitoraggio delle acque di falda. Il processo riprende il 30 novembre e il 1° dicembre 2022 con la deposizione del personale ERM Italia che ha svolto attività di consulenza per MITENI Spa prima dell’entrata in scena di Copernico.
A margine del processo, la comunicazione del Comune di Trissino che, entro l’anno 2022, sarà spedito in India tutto il macchinario venduto all’azienda Viva Life Sciences, liberando i capannoni. Sono in corso i carotaggi necessari per la posa della barriera metallica sul torrente Poscola, per evitare contaminazioni. Prevista la barriera d’acciaio di palancole sino a 42 metri di profondità, nei primi mesi 2023, per mettere in sicurezza il sito industriale e il mantenimento in funzione dei pozzi di emungimento da fuoriuscite di PFAS (Il Giornale di Vicenza del 23 e 25 novembre 2022; La Tribuna di Treviso del 28 novembre 2022).
4.5 Discarica abusiva nell’azienda Effe Due, chiusa nel 2014, di Isola Vicentina (VI).
Un gruppo di volontariato locale ha lanciato l’allarme sul sito industriale chiuso da 8 anni, dove ignoti hanno abbandonato rifiuti di ogni genere. I rifiuti sono: pneumatici fuori uso, materiali di demolizione, plastiche, cartacce, vecchi caloriferi, ecc…. Si tratta di area privata, per cui il Comune intende attivare il curatore fallimentare per rimuovere il materiale pericoloso e mettere in sicurezza l’area (Il Giornale di Vicenza del 29 novembre 2022).
5. Pubblica Amministrazione (corruzione, danni patiti, peculato, truffa).
5.1 Sequestrata la curva dello stadio Euganeo. Indagati in sei tra cui il sindaco di Padova e l’assessore ai lavori pubblici.
L’inchiesta per i lavori dello Stadio Euganeo a Padova da parte della Procura (PM Benedetto Roberti) hanno portato all’interdizione per i due funzionari comunali e i due imprenditori impegnati nella realizzazione della nuova curva sud e la costruzione di due annessi palazzetti dello sport. Le imprese avrebbero vinto la gara dichiarando il falso sui tempi e sulle capacità imprenditoriali. Apposti i sigilli al cantiere e indagati anche il sindaco Sergio Giordani e l’assessore ai lavori pubblici Diego Bonavina.
Il Gip ha disposto 4 misure interdittive che dispongono sospensioni temporali per i 4 soggetti indagati per il reato di subappalto non autorizzato. Il sindaco ha emesso un comunicato in cui dichiara “mi sento sereno, ho agito nel rispetto di leggi e interesse pubblico; nello scorso mandato abbiamo fatto partire una mole enorme di progetti: trovo che sia doveroso che la Magistratura controlli”. L’imprenditore indagato Elio Scirocchi rilascia una dichiarazione alla stampa: “La Procura dissequestri il cantiere, possiamo finire i lavori entro 2 mesi; sono pronto a farmi da parte”.
Previsti, a breve, gli interrogatori di garanzia ai 2 imprenditori indagati per turbativa d’asta. L’imprenditore bresciano Giovanni Vattiato, legale rappresentante della Teconoedil srl, accusato di subappalto illecito, davanti al GIP Elena Lazzarin, il 14 novembre 2022, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’imprenditore Elio Scirocchi, titolare della Esteel di Viterbo, parla per 3 ore il 16 novembre 2022 con il PM. Questa la sua dichiarazione all’uscita dal palazzo di giustizia di Padova: “sono sereno, ho chiarito tutto” al Gip Elena Lazzarin. Il titolare di Esteel fa ricorso avverso la misura interdittiva di 5 mesi, mirando a poter tornare a lavorare in cantiere, sia per completare l’opera sia per non essere escluso da altri appalti pubblici.
Il Comune di Padova fa sapere che non si è opposto al sequestro della curva sud. Il sindaco Giordani, il 28 novembre 2022, ha deciso la revoca dell’appalto utilizzando le norme di legalità sui contratti con la PA. Le conseguenze non sono né semplici né immediate. Al vaglio dell’Avvocatura civica le possibili soluzioni, l’unica cosa certa sono la dilazione dei tempi, anche nel caso di dissequestro del cantiere, tra ipotesi del subentro del secondo classificato o nuova gara per il completamento dei lavori. Ora sarà il Gip che valuterà il proseguo dell’indagine (Il Corriere del Veneto del 9, 10, 12, 13, 15, 16, 17 e 30 novembre 2022; Il Gazzettino del 9, 10, 11, 29 novembre 2022; Il Giornale di Vicenza del 9 e 10 novembre 2022; Il Mattino di Padova del 9, 10, 11, 14, 15, 17, 22 e 23 novembre 2022).
5.2 Corruzione, finanziere a processo a Venezia.
Questo è uno dei tanti filoni nati dall’inchiesta sul caporalato in Fincantieri Spa. L’udienza dell’8 novembre 2022 ha visto alla sbarra un nutrito numero di indagati, buona parte già implicati nel processo ai casalesi di Eraclea. Il principale è Michele Napolitano, appuntato scelto della Guardia di Finanza, presunto confidente di Luciano Donadio, che in cambio di mazzette, a detta dell’accusa, forniva i propri servizi ai sodali di turno. Le nuove accuse contro l’appuntato, già condannato in primo grado, sono indagini insabbiate o sviate nel mondo dei subappalti di Fincantieri Spa. Nel corso dell’udienza resi pubblici i rapporti consociativi a base di mazzette, con Angelo Di Corrado il consulente del lavoro (noto per la creazione della paga globale) e Christian Sgnaolin (titolare della Imperial Agency e braccio destro di Luciano Donadio il presunto boss dei casalesi di Eraclea).
Di Corrado e Sgnaolin hanno scelto il patteggiamento, mentre gli impresari sono stati condannati con rito abbreviato per il pagamento di mazzette per incolpare i dipendenti che si ribellavano al sistema paga globale con azioni inventate di sana pianta con la presunta complicità di Napolitano. Tra le tante invenzioni: accuse di terrorismo per 2 lavoratori ignari di tutto, ad eccezione dello sfruttamento patito. L’appuntato Napolitano rinviato a giudizio dal GIP Barbieri, nega tutto. (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e la Nuova di Venezia del 9 novembre 2022)
5.3. Ulss 7 gli accertamenti della Guardia di Finanza partono dal 2018.
L’inchiesta sull’ospedale San Bassiano dell’ULSS 7 si concentrano su 5 anni di gestione (2018-2022) e prendono in esame appalti e affidamenti, ma anche le procedure con cui primari e medici dichiaravano l’urgenza degli interventi chirurgici. Il periodo interessato dalle indagini è quello precedente all’arrivo dell’attuale Direttore generale Bramezza. Al setaccio, dopo il sequestro di copiosa documentazione lo scorso 25 ottobre, la lista degli interventi chirurgici d’urgenza, la lista delle prestazioni libero professionali eseguite nell’ospedale di Bassano del Grappa, i registri delle sale operatorie e, in particolare, gli interventi effettuati dopo le ore 17 e in orario notturno.
Le anomalie sono parecchie, tra cui la più rilevante riguarda oltre duemila interventi urgenti effettuati in un solo anno (numeri forse tipici di un grande ospedale come quello di Padova, ma ritenuti abnormi per un ospedale come Bassano). Le bocche sono cucite.
La denuncia che ha dato il via all’indagine poggia sull’anomalia dei cosiddetti ricoveri a pagamento e sul fenomeno delle liste d’attesa. Si dovrà verificare se gli interventi in libera professione non abbiano prevaricato urgenze, interventi già programmati, o prenotazioni. In definitiva, il controllo dei finanzieri verificherà se ci sono situazioni in cui le liste d’attesa erano scavalcate da alcuni pazienti che pagavano le degenze e, in cambio, ottenevano il privilegio di essere operati d’urgenza, ben prima di quanto a loro sarebbe spettato.
Al setaccio anche tutti gli affidamenti e le aggiudicazioni di gare d’appalto del biennio 2018-2019 (quelle successive saranno esaminate più avanti). Per ora non ci sono persone indagate. L’assessore regionale alla sanità conferma “la massima fiducia alla Magistratura, chiedendo che si facciano le indagini e che si concludano rinviando le valutazioni della Giunta regionale a una fase successiva” (Il Corriere di Vicenza del 6 novembre 2022; Il Giornale di Vicenza del 9 novembre 2022).
5.4. Casa Zero di Nervesa della Battaglia (TV) la capogruppo chiede il concordato.
Il gruppo Zero, che aveva in organico 146 lavoratori (ora ridotti a una ventina), ha presentato la richiesta di concordato preventivo il 2 novembre 2022 al Tribunale di Treviso per ripianare i debiti. La società è il contenitore del Consorzio Casa Zero, finito al centro dell’inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica per truffa aggravata ai danni dello Stato nell’ambito del superbonus del 110%. Il Tribunale ha nominato subito un commissario (Danilo Porrazzo), che ha 60 giorni di tempo per predisporre una relazione sulla possibilità di salvataggio del gruppo Zero. Di certo il gruppo era sottocapitalizzato e il debito è assai elevato, per cui l’esame del piano di rientro appare senza dubbio problematico, stante la condizione attuale degli obblighi contrattuali. Inoltre, i tempi per finire i cantieri aperti (31 dicembre 2022) per l’efficientamento energetico sono ridotti al lumicino.
Clienti, lavoratori e fornitori del Consorzio stanno protestando (terza manifestazione pubblica programmata) perché sono consapevoli del rischio: di perdere i soldi (i fornitori); nessun lavoro completato (i clienti, con la conseguenza di essere sottoposti a salate multe da parte dell’Agenzia delle Entrate); perdita del posto del lavoro (gli attuali dipendenti). Davvero un quadro desolante e irresponsabile.
In extremis, Casa Zero contatta i clienti dicendo di aver siglato accordi con un’altra ditta (GT Color di Venezia) per terminare i lavori. I proprietari dei contratti di superbonus esprimono forti perplessità sulle modalità dell’operazione e sulla fattibilità del subentro in questa fase di decisione del Tribunale sulla richiesta di concordato (Il Gazzettino dell’8 e del 17 novembre 2022; La Tribuna di Treviso del 9 novembre 2022).
5.5. La funivia di Malcesine (VR) sull’accesso agli atti dopo la sentenza del Consiglio di Stato.
Il Consiglio di Stato, l’11 ottobre 2022, ha emesso la sentenza che vede soccombente la gestione della Funivia (con pagamento delle spese del primo e secondo livello processuale) sulla questione dell’accesso agli atti. La sentenza riconosce il pieno diritto ai portatori di interesse di avere tutti gli atti, in quanto si tratta di un servizio pubblico locale cui si applica la normativa degli Enti locali, che hanno la maggioranza della società. Tutto era nato per il diniego ai consiglieri di Malcesine di poter visionare la “documentazione relativa agli incarichi svolti dall’avvocato Federico Sboarina (ex sindaco della città di Verona), per conto della funivia negli anni dal 2017 al 2020”.
I consiglieri di minoranza avevano chiesto l’accesso agli atti per verificare la bontà della spesa per la tipologia di incarichi, ma anche per controllare se l’affidamento era avvenuto con procedura comparativa di più offerte. In passato sono state più d’una le denunce ad ANAC e alla Corte dei Conti sulla presunta mancanza di trasparenza del sito internet della funivia. Ora le carte saranno, se richieste, rese pubbliche e la minoranza consigliare sta valutando se inviare l’esposto alla Corte dei Conti per danno erariale (L’Arena del 10 novembre 2022).
5.6. Accuse a Padova alla presidente di Team for children su appropriazione dei fondi dei bambini malati.
La Procura di Padova (PM Sergio Dini), sulla base di un esposto - denuncia, ha indagato per appropriazione indebita Chiara Girello Azzena, presidente e fondatrice di Team for Children, la onlus che aiuta i bambini oncologici. Il sospetto è che abbia distratto circa 50.000 euro dell’associazione per ottenere rimborsi di spese personali, finanziare parenti e amici, in definitiva per coprire spese che non riguardavano le finalità dell’onlus.
Un secondo fronte di accusa riguarda il trattamento di Cassa integrazione in deroga a favore di 2 dipendenti, invocando una crisi aziendale legata all’emergenza COVID, ritenuta inesistente. La presidente nega di aver mai rubato soldi delle donazioni che ammontano, anche negli anni della pandemia, a non meno di mezzo milione di euro all’anno.
La Procura, anche sulla base di dichiarazioni di consiglieri dimissionari dell’onlus (era difficile aver conto delle spese; le acque erano agitate da tempo), ha deciso di passare al setaccio tutta la contabilità. Il GIP Claudio Marassi ha nominato un curatore speciale per la onlus, che ha sporto querela. Tale prassi, abbastanza inusuale, serve - nel caso si arrivasse a processo, epilogo non scontato - per consentire a Team For Children di potersi costituire parte civile (Il Mattino di Padova del 17, 18, 22 novembre 2022; Il Corriere del Veneto del 18 e 19 novembre 2022; Il Gazzettino del 17, 18, 21 novembre 2022).
5.7. Ospedale di Trento, indagini chiuse con 4 indagati della ditta Guerrato di Rovigo vincitrice dell’appalto.
La Procura di Trento ha indagato sull’appalto per il nuovo ospedale della città, finito nel nulla (appalto ritirato). Nei guai sono finiti Antonio Schiro (ex AD della ditta polesana Guerrato), Rosario Fiorentino (amministratore della società maltese “Auriga”), il broker Carlo De Simone, un dirigente della società edile di Rovigo.
I 4 sono indagati a vario titolo per turbata libertà degli incanti e abusiva attività finanziaria. L’impresa di costruzioni rodigina si era aggiudicata l’appalto da 1,7 MLD di euro, ma secondo la procura non disponeva della necessaria solidità economica e finanziaria per assicurare la realizzazione del nuovo ospedale, inoltre sarebbe ricorsa a ”magheggi” con una società estera maltese (non idonea a tale operazione) per non perdere l’appalto. Non sono coinvolti nell’indagine funzionari o dirigenti della Provincia di Trento, che in simile procedimento è parte offesa. Antonio Schiro, commercialista accusato di turbativa d’asta, si difende “sostenendo che in Guerrato, date le dimensioni aziendali e le competenze per settori di attività, lui era solo un esecutore.” (Il Corriere del Veneto del 18 e 23 novembre 2022).
5.8. Indagine per peculato sulle cooperative in liquidazione della Procura di Bari, la pista porta anche a Padova.
Compare nell’elenco della Procura di Bari anche una cooperativa padovana tra quelle in liquidazione, con 2 noti esponenti politici e professionisti pugliesi (Filippo Barattolo e Sergio Adamo) avrebbero, secondo la Procura, realizzato per mesi, se non per anni, profitti illeciti in varie città e regioni d’Italia. I due indagati avrebbero messo in piedi un giro d’affari che permetteva guadagni sulla cessata attività di una lunga lista di società cooperative. Sequestrati ai 2 indagati beni per 1 MLN di euro e decisa la sospensione dall’esercizio delle funzioni di pubblici ufficiali e commissari liquidatori o curatori fallimentari per almeno 1 anno, lasso di tempo che potrebbe aumentare col proseguo delle indagini. I reati contestati ai 2 sono: peculato, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale, insieme al commercialista Gianluigi Caruso, già ai domiciliari dietro ordinanza cautelare (Il Corriere del Veneto del 18 novembre 2022).
5.9. I cassonetti di Marcesina di Enego (VI) tra minacce agli amministratori locali e vandalismi.
Il Consiglio di Stato, ad aprile 2022, dopo una lunga controversia, ha respinto il ricorso presentato da 11 utilizzatori e definito “uso abusivo” l’utilizzo dei casonetti stessi e delle relative aree di pertinenza, considerate proprietà collettive e legittimando il Comune ad ottenerne l’immediato rilascio.
La procedura per la concessione prevedeva la possibilità di esercitare il diritto di prelazione da parte dei titolari dell’uso civico, ma i soggetti hanno scelto un’altra strada. I casonetti in origine, oltre 1 secolo fa, sono stati realizzati per essere di supporto per gli usi civici del pascolo e del legnatico, scopi oggi molto meno giustificabili e attuali. I soggetti detentori, forti di una delibera del Consiglio Comunale del 1904, non hanno mai versato un minimo affitto al Comune. Ora, persa la causa, è apparso su uno dei 14 casonetti da restituire al Comune un cartello di grandi dimensioni, di fattura artigianale, dalla scritta “chi scaccia non regna”. Il sindaco dichiara: “minacce e vandalismi (bieche intimidazioni) non possono fermare il diritto del Comune ad esercitare la tutela del diritto e del bene della Comunità” (Il Giornale di Vicenza del 16 novembre 2022).
5.10.Depositate le motivazioni della sentenza di condanna a Vicenza dell’ex direttore e della dirigente comunale per il bando dei Musei.
Secondo i giudici, sulla base di telefonate, SMS e le mail, è emersa una prova diretta del dolo intenzionale di Loretta Simoni e Giovanni Carlo Federico Villa nel truccare il bando pubblico del 2017 per il posto di istruttore direttivo ai Musei Civici di Vicenza. Mandata assolta la vincitrice del concorso, Chiara Signorini, perché non c’è prova che abbia concorso al reato. Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Filippo Lagrasta, nelle 34 pagine della motivazione della sentenza del processo di primo grado ritiene che il concorso sia stato costruito su misura (bando ed esame ad hoc), fornendo alla Signorini in via riservata e anticipata, rispetto alla pubblicazione, informazioni relative al contenuto delle prove di concorso, al suo andamento e ai modi e tempi del suo svolgimento (Il Giornale di Vicenza del 17 novembre 2022).
5.11. Centro rifugiati di Cona (VE) al processo la Finanza spiega che i controlli all’hub erano annunciati in anticipo.
Al processo in corso contro i vertici della cooperativa EDECO (Simone Borile, la moglie Sara Felpati, Gaetano Battocchio, Annalisa Carraro), ex Ecofficina, la cooperativa che si è aggiudicata tanta parte degli appalti veneti per gli hub dei migranti, e dei vertici della prefettura di Venezia (il prefetto Domenico Cuttaia, e i vice Vincenzo Cusumano e Paola Spatuzza), la deposizione del colonello Papa della Guardia di Finanza si basa sulle intercettazioni ambientali e telefoniche.
L’udienza del 16 novembre (PM Paola Baccaglini) disvela 4 episodi in cui la prefettura “avvisa i responsabili EDECO in anticipo e arriva persino a concordare le date delle visite ispettive (in due episodi posticipate), altro che ispezioni a sorpresa”. Questo, come è ovvio, permetteva al gestore di rimediare alle notevoli carenze strutturali e di servizio (carenze e turni di personale, pasti scadenti, ecc.) (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 17 novembre 2022).
5.12. Il Tribunale del Riesame revoca la sospensione dal lavoro per Jannacopulus, l’editore di Rete Veneta.
Giovanni Jannacopulus, editore di Rete Veneta e Telenordest, “vince” il Riesame in “quanto non avrebbe rivolto minacce dirette al DG dell’ULSS 7, Carlo Bramezza”. Sospeso a seguito di questa decisione il provvedimento interdittivo, dell’11 ottobre 2022, alla professione di editore. Ora sono attese le motivazioni della sentenza per comprendere la scelta del Tribunale del Riesame. L’inchiesta è ancora aperta, e la Guardia di Finanza sta lavorando sugli elementi a disposizione, tra cui i riscontri di intercettazioni ambientali e telefoniche (il Corriere del Veneto del 26 novembre 2022).
5.13. Disposta l’archiviazione a Venezia della violenza privata sulla relazione OMS nel 2020 su pandemia da COVID 19.
La vicenda riguarda le presunte intimidazioni al ricercatore veneziano Francesco Zambon da parte del superiore Ranieri Guerra, relativa alla gestione della fase iniziale della pandemia. Lo scontro dentro l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è stato ricostruito dall’inchiesta della Procura di Bergamo. Alla base della faida la comparsa il 13 maggio 2020 di un documento di un gruppo di ricercatori veneziani dell’OMS guidato da Zambon. Il documento bollava come “improvvisata, caotica e creativa” la risposta dell’Italia alla diffusione del virus, ma soprattutto metteva in luce come il piano pandemico nazionale non fosse mai stato aggiornato dal 2006.
Il documento fu subito rimosso e mai più ripubblicato a causa delle presunte pressioni esercitate dall’ex direttore vicario Ranieri Guerra. Il fascicolo aperto per violenza privata dalla Procura di Venezia, che aveva portato alle dimissioni di Zambon dall’OMS, è oggetto ora di una richiesta di archiviazione del sostituto procuratore Laura Villan (confermata il 1° novembre 2022 dal gip Alberto Scaramuzza) in quanto Guerra gode dell’immunità diplomatica, per cui il soggetto non potrebbe comunque essere processato.
L’opposizione del legale di Zambon ritiene inaccettabile simile decisione, stante che la Procura ha fatto le indagini ma non ha mai chiesto all’OMS la revoca dello status del Guerra. La faida tra i due si trascina anche su altri fronti, tra cui una richiesta di Guerra di risarcimento da 2,5 ML di euro per danni di immagine. I due poi hanno fatto ognuno un libro, cui sono seguite denunce incrociate per diffamazione, ma per entrambe la Procura di Padova ha disposto l’archiviazione. Infine Zambon sostiene che è stato obbligato alle dimissioni, perché l’OMS non l’avrebbe protetto (violazione della legge di tutela dei whisteleblower) e chiede il reintegro al lavoro e un risarcimento dei danni patiti. Nel frattempo questa vicenda mette in risalto che la Procura di Bergamo non ha ancora chiuso la maxi inchiesta sulla gestione della pandemia (Il Corriere del Veneto del 27 novembre 2022).
5.14. GPS Busitalia manomessi, 4 autisti a processo a Padova per danneggiamenti.
In un mese del 2019 (tra agosto e settembre) i dispositivi di localizzazione dei mezzi (GPS collegato a una SIM rileva la posizione del mezzo e trasmette la segnalazione alla centrale operativa) sono stati danneggiati sette volte. I 4 autisti ritenuti dalla Procura responsabili dei danni sono stati rinviati a giudizio (prima udienza il 14 febbraio 2023). La Procura ritiene che gli autisti hanno estratto la SIM card rendendo inutilizzabile il collegamento. I reati sono: danni ed interruzione illecita di comunicazioni informatiche. L’azienda ha deciso di costituirsi parte civile. Tra gli indagati rinviati a giudizio anche un consigliere comunale di Monselice, segretario della locale sezione della Lega (Il Corriere del Veneto del 27 novembre 2022; Il Mattino di Padova e La Nuova di Venezia del 28 novembre 2022).
5.15. Il Tribunale di Padova ha disposto l’archiviazione per la denuncia per diffamazione sulla seconda ondata pandemica 2020.
Il Tribunale di Padova (GIP Laura Alcaro) ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico di Carlo Cunegato, consigliere comunale a Schio (VI), e della portavoce del Movimento “Il veneto che vogliamo”, Vania Trolese, che erano stati querelati dal Presidente della Giunta Regionale Veneto e da Azienda Zero. Il motivo del contendere: il comunicato stampa di “Veneto che vogliamo” sulla gestione pubblica della seconda ondata della pandemia nell’autunno 2020, caratterizzata da un grande numero di decessi.
La denuncia di Luca Zaia respinge tutte le critiche e contiene una ricostruzione delle decisioni attuate dalla Regione da inizio pandemia per contestare la veridicità delle accuse oltre al tono. Nel gennaio 2022 il PM Maria D’Arpa, esaminata la denuncia e la memoria difensiva di Cunegato e Trolese, aveva chiesto l’archiviazione, ravvisando che “nessuna diffamazione, ma solo un legittimo esercizio del diritto di critica”. Alla richiesta di archiviazione si opposero sia Zaia sia Azienda Zero. Il 2 novembre 2022 la decisione di archiviazione definitiva del GIP Alcaro, che giudica condivisibile la richiesta del PM D’Arpa.
La soddisfazione del Movimento “Veneto che vogliamo” per l’archiviazione in una nota stampa, con cui si afferma “deve essere un giudice a ricordare a Zaia che lo si può criticare”. Peccato, secondo il Movimento, che “le spese legali per la difesa il consigliere Cunegato se le paga di tasca propria, mentre quelle della difesa dell’operato del Presidente della Giunta Regione Veneto e Azienda Zero le paghiamo tutti noi”. (Il Giornale di Vicenza del 22 novembre 2022 e La Tribuna di Treviso del 23 novembre 2022).
5.16. La Procura di Venezia chiede di archiviare l’inchiesta sui 30 decessi sospetti di anziani nelle case di riposo, durante il picco epidemico.
La Procura di Venezia (PM Giovanni Gasparini) aprì nel 2020 decine di fascicoli sugli esposti dei parenti delle vittime da coronavirus. Ora, dopo due anni di indagine, ha chiesto l’archiviazione perché “gli accertamenti della Procura non portano alla dimostrazione che i decessi siano causati dalla contrazione del virus COVID 19”. In definitiva la Procura ritiene che le strutture socio sanitarie hanno fatto quanto in loro dovere e possibilità per garantire la sicurezza degli ospiti, senza che si siano ravvisate responsabilità penali da perseguire (La Nuova di Venezia del 22 novembre 2022).
5.17. Frode alla pubblica amministrazione sui bonus edilizi: indagine a cura della Guardia di Finanza di Verona, sequestrati 20 milioni di euro.
L’attività investigativa della Guardia di Finanza di Verona ha permesso di scovare una presunta grossa truffa con retate e sigilli scattati anche in provincia di Vicenza. Otto indagati per lavori non effettuati, in taluni casi nemmeno iniziati. Nell’inchiesta coinvolte due società di Verona e San Giovanni Lupatoto (VR), accusate di autoriciclaggio e impiego di denaro, beni, utilità di provenienza illecita. Sequestri scattati a Verona, Vicenza, Alessandria, Mantova e Roma per un valore di 20 MLN di euro tra beni e quote societarie riconducibili agli 8 indagati, tutti veronesi.
I soggetti avrebbero utilizzato in maniera indebita i bonus per gli interventi edilizi previsti dal “Decreto Rilancio” del 2020 su ristrutturazioni e facciate delle abitazioni. L’organizzazione era composta da persone che dichiaravano redditi bassi o nulli e incassavano crediti d’imposta inesistenti. Le ristrutturazioni fantasma avvenivano su edifici che non erano di proprietà dei denunciati. Anche questa vicenda fa intuire che il “ciclone bonus” sia soltanto all’inizio (L’Arena e Il Giornale di Vicenza del 25 novembre 2022).
5.18. Concorso in Regione Veneto, vinto con un finto master, il GIP decide di non archiviare.
A Venezia, la prima classificata della selezione in Regione nel 2019 non possedeva il titolo dichiarato, in base al quale aveva vinto la selezione della posizione organizzativa valevole 11.000 euro aggiuntivi all’anno. Il secondo classificato ha presentato un esposto - denuncia alla Procura. La Regione ha revocato l’incarico e lo ha riassegnato al secondo classificato. Il Gip, il 23 novembre 2022 (il PM aveva chiesto l’archiviazione), di fronte al querelante che si era opposto ha ordinato al PM “l’imputazione coatta” del soggetto che avrebbe presentato un finto master universitario (Il Gazzettino del 24 novembre 2022).
5.1.9. La Corte dei Conti apre una verifica sui capannoni della logistica a Dese (VE).
La Corte dei Conti del Veneto ha avviato, a seguito di una segnalazione, una verifica sulla destinazione d’uso di 2 nuovi capannoni per la logistica da 61.000 mq, che il fondo Cromwell ha intenzione di realizzare a Dese. La questione è di natura economica, perché l’uso commerciale dei capannoni, rispetto a quello produttivo, fa incassare ai Comuni, tra cui quello di Venezia, importi milionari ben più rilevanti. Non si comprende la ratio di concedere sempre la licenza a costruire con destinazione produttiva, anche quando è facilmente rilevabile che si tratta di attività commerciali. (Corriere del Veneto del 29 novembre 2022).
5.20. Iniziate le ispezioni dei NAS sulle cooperative che forniscono a Padova “medici a gettone”.
La carenza di medici e professionisti della salute nella sanità pubblica ha fatto scattare la corsa ai cosiddetti “medici a gettone” forniti da cooperative. I Carabinieri dei NAS hanno dato il via a una serie di ispezioni all’ULSS N°6 Euganea. Come è noto, il costo dei medici a gettone è superiore a quello dipendenti, creando squilibri e malumori. Da qui la decisione di controllare i rapporti amministrativi, contrattuali, lavorativi, il possesso di competenze per il ricorso oramai sistematico a questi lavoratori utilizzati nei Pronto Soccorso e nelle Rianimazioni dell’ULSS 6 (Il Mattino di Padova del 29 novembre 2022).
5.21. Reddito di cittadinanza a Treviso, perquisizioni, sequestri e 17 indagati.
Il solito sistema di carte false per avere il sussidio, nei guai cittadini italiani di San Lazzaro e San Zeno. Alcuni di questi vivono negli appartamenti del Comune, per cui questa vicenda penale si incrocia con quella della graduatoria per le assegnazioni di case popolari. Incassati oltre 150.000 euro non dovuti tra residenze fittizie, lavoro nero e guadagni non dichiarati, inesistenti familiari a carico, attività commerciali nascoste al fisco (Il Gazzettino del 29 novembre 2022; La Tribuna di Treviso del 28 e 29 novembre 2022).
6. Droga (narcotraffico, spaccio di grosse quantità, situazioni di allarme sociale).
6.1. Cinque condanne in Tribunale a Treviso per il processo al maxi traffico di hashish e cocaina.
Il traffico di droga (cocaina e hashish) era in mano a un gruppo di magrebini capeggiati da Said Ghani di Spilimbergo, domiciliato a Fregona (TV). Dei 23 imputati arrestati dalla squadra mobile di Pordenone, 10 hanno già patteggiato, e 8 affronteranno il processo. Il 2 novembre 2022 cinque indagati (rito abbreviato) sono stati condannati (GUP Alberto Rossi), tra cui Ghani (6 anni e sei mesi di carcere, 30.000 euro di multa). In totale oltre 20 anni di carcere. Per tre soggetti disposta l’espulsione dall’Italia a pena espiata. L’organizzazione sgominata era capace di movimentare nel territorio, a cavallo tra Treviso e Pordenone, un chilo di hashish e 100 grammi di cocaina a settimana (Il Gazzettino del 3 novembre 2022).
6.2. Dieci chili di cocaina in auto, arrestati 2 corrieri in A4 al casello di San Stino di Livenza (VE).
I due corrieri provenienti dalla Croazia e diretti a Milano, a bordo di un’auto con targa svizzera sono stati bloccati dalla Polstrada per un controllo. Stante la reticenza dei due su luogo di origine e destinazione del viaggio (oltre alla ragione), la Polizia stradale ha deciso di ispezionare il veicolo. Sono stati scovati 10 chili di cocaina purissima, dal valore superiore a 1 milione di euro, e i due sono stati arrestati e messi a disposizione della Autorità giudiziaria (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 9 novembre 2022).
6.3. Noto ergastolano in carcere al Due Palazzi di Padova traffica droga in cella.
Secondo la ricostruzione del Nucleo Investigativo della Polizia Giudiziaria, Alex Gianduzzo, che sta scontando l’ergastolo per una vicenda di droga (uccisione di due narcotrafficanti albanesi il 20 ottobre 2003 con un complice), continua da dietro le sbarre a trafficare sostanze stupefacenti, coinvolgendo altre 8 persone tra detenuti, parenti e amici. L’accusa è che Gianduzzo da anni gestisce traffici di droga.
La nuova inchiesta, conclusa nell’estate 2022, lo accusa di aver introdotto fin dal 2018 in carcere cocaina, hashish, subxone e cannabinoidi sintetici. Il soggetto avrebbe diretto dal carcere, grazie a cellulari e pc a disposizione, vari episodi di spedizioni di droga tra cui un chilo e mezzo di cocaina acquistata all’estero attraverso dei pacchi di prodotti di bellezza. Il PM Benedetto Roberti, della Procura di Padova, ha firmato sia le perquisizioni domiciliari sia quelle in cella, trovata sia droga sia gli strumenti per le ordinazioni. Davanti al GIP, il 15 novembre 2022, per la convalida degli arresti. Il parente di Gianduzzo resta ai domiciliari. Disposte indagini per risalire al come la droga sia entrata in carcere (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, La Nuova di Venezia e Il Mattino di Padova del 15 novembre 2022; La Nuova Venezia del 16 novembre 2022).
6.4. Bloccato in auto a Padova e arrestato il grossista di eroina del nordest.
La Polizia lo ha bloccato al casello di Padova ovest con un chilo e mezzo di eroina (più 30.000 euro in contanti, con tutta probabilità provento del commercio) nascosta nei sedili dell’auto. In casa a Parma il cittadino albanese aveva un vero e proprio laboratorio, con pressa e materiale da taglio e altri 7 chili di eroina già divisa in panetti e pronta per essere confezionata e distribuita. Disposto l’arresto in carcere a Rovigo; la compagna in auto con lui lasciata in libertà in quanto madre di una bimba piccola e senza precedenti penali (Il Corriere del Veneto del 19 novembre 2022).
6.5. Droga dello stupro spedita a casa a Padova per posta.
La Polizia ha fatto scattare 60 perquisizioni in tutta Italia, di cui due perquisizioni a Padova e Monselice (PD), per stroncare la commercializzazione illegale di sostanze stupefacenti acquistate dai vari siti di e-commerce. La droga gamma-butirolattone (gbl), cosiddetta droga dello stupro, è usata in particolare nelle feste e nelle discoteche perché facile da somministrare, ha effetti a sfondo sessuale in quanto la vittima viene stordita e non è più consapevole di cosa avviene intorno a lei. I due padovani hanno subito il sequestro di 450 grammi di gbl, e dati i precedenti (uno dei due era già stato indagato ad agosto scorso per aver importato dall’Olanda 1,1 chili di gbl destinata allo spaccio e l’altro nell’estate 2021 aveva importato sempre dall’Olanda 600 grammi della stessa sostanza stupefacente), sono indagati per attività di spaccio della sostanza psicotropa (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 17 novembre 2022).
6.6. Perquisita l’abitazione per l’accusa di truffa alla Giudecca (VE), gli trovano 5 chili di marijuana.
La Procura di Treviso ha disposto una perquisizione dell’abitazione per l’accusa di truffa. Disposto l’arresto immediato, convalidato dal GIP Alberto Scaramuzza (PM Stefano Buccini), perché il veneziano deteneva in casa un sacco con 5 chili di marijuana (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 17 novembre 2022).
6.7. Giovane veneziano arrestato deteneva nello zaino 3 chili di droga.
La Polizia di Portogruaro (VE) lo ha fermato in auto a San Michele al Tagliamento per un controllo. Nello zaino deteneva 3 chili di hashish e marijuana, con tutta probabilità da vendere ai giovani della zona del litorale veneto, visto che la destinazione del viaggio era Bibione (Il Gazzettino del 16 novembre 2022).
6.8. Controlli antidroga a Zimella (VR) portano al sequestro di 2 chili di hashish.
Sono stati rivenuti dai Carabinieri in un cortile di un’abitazione (condominio abitato da cittadini nordafricani) di Zimella due chili di hashish suddivisi in sacchetti. I cani dell’unità cinofila di Torreglia (PD) dei Carabinieri hanno fiutato l’ingente quantitativo di stupefacente. In corso indagini per risalire al proprietario della droga. (L’Arena del 17 novembre 2022).
6.9. Tassista abusivo a Vicenza condannato per il possesso in auto di 63 ovuli di eroina.
Gli ovuli di eroina e hashish erano nascosti all’interno di un marsupio. I Carabinieri avevano arrestato l’autista e il cliente per il possesso di 6,1 etti di eroina e 43 grammi di hashish lo scorso 13 dicembre. Il passeggero che si era dichiarato estraneo, era già stato condannato con rito ordinario dal Tribunale di Vicenza a 6 anni e 24.000 euro di multa. Nell’udienza del 16 novembre 2022, con rito abbreviato, condannato il cittadino nigeriano connazionale del passeggero, residente a Vicenza, a 3 anni e 2 mesi e 12.000 euro di multa. (IL Giornale di Vicenza del 17 novembre 2022).
6.10. Sequestro record a Padova di ben 14 chili di cocaina ed eroina, arrestati 2 trafficanti.
La Polizia ha scoperto 14 chili di droga (ben 1.200 ovuli di cocaina ed eroina), già pronta per essere smerciata a Padova, nell’abitazione di 2 cittadini nigeriani alla Stanga, oltre a 15.000 euro in contanti, con ogni probabilità provento dell’attività di spaccio. Dopo un tentativo di fuga, i 2 trafficanti sono stati arrestati (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 23 novembre 2022).
6.11. 232 chili di marijuana in transito a Verona, il trasportatore patteggia in Tribunale a Verona.
232 chili di marijuana del valore di 2 milioni di euro, in buste trasparenti, nascosta nel camion tra scatole di biscotti e carbonella. I due trasportatori, cittadini serbi, sono stati arrestati il 4 giugno 2021. Disposta la confisca dei mezzi (autocarro e 2 rimorchi che trasportavano merce e droga) proveniente dalla Spagna e diretta in Serbia. Definita il 24 novembre 2022, davanti al GUP Guidorizzi, la posizione del secondo arrestato (il primo aveva già patteggiato) con 5 anni di carcere e 16.000 euro di multa (L’Arena del 25 novembre 2022).
6.12. Spacciatore seriale di grosso clan criminale in servizio sul basso lago di Garda.
Disposta l’ordinanza di custodia cautelare del giovane albanese arrestato il 20 novembre 2022. Trovati, dopo il fermo nell’abitazione a Peschiera del Garda (VR), 5.000 euro e sette etti di droga (4 di cocaina e 3 di hashish). Il soggetto era già stato arrestato il 2 agosto 2022 a Desenzano del Garda al “lavoro”. IL soggetto non ha fatto il nome dei suoi complici, da qui la decisione dell’arresto in carcere a Montorio (VR). (L’Arena del 28 novembre 2022).
7. Evasione fiscale e frodi fiscali (solo casi rilevanti)
7.1. False fatturazioni rinvio a processo con prima condanna a Rovigo.
La Guardia di Finanza di Rovigo aveva scoperchiato nel 2018 una presunta frode carosello in grande stile da 80 MLN di euro (43 milioni di euro di redditi non dichiarati e 37 milioni di IVA evasa) con società fittizie e triangolazioni con Amsterdam, con bonifici e soldi rientrati dall’Olanda tramite corrieri, così da truffare il fisco per milioni di euro. La merce trattata andava dalle auto alle bibite estere. Per i 3 presunti principali ideatori della frode, l’accusa di associazione a delinquere. Il 2 novembre 2022, in Tribunale a Rovigo, si approda a una condanna per Paolo Zanellato (considerato l’ideatore della truffa) a 7 anni e 4 mesi di carcere per evasione dell’IVA e autoriciclaggio (rito abbreviato) e 12 rinvii a giudizio (rito ordinario) (Il Corriere del Veneto e Il Gazzettino del 3 novembre 2022).
7.2. Sequestro di 5 milioni di euro al finanziere Alberto Vazzoler.
La Procura della Repubblica di Venezia ha emesso un decreto di sequestro da 5 milioni di euro (attici, yacht, conti correnti e auto) ai danni del finanziere sandonatese Vazzoler, attivo sull’asse Milano - Padova. La ragione è legata a dichiarazioni irrisorie dei redditi negli ultimi venti anni, a fronte di un grande patrimonio personale e sociale disponibile. Invocato il codice antimafia per il sequestro, che consente tali operazioni qualora sia anomalo e non giustificabile lo iato tra ricchezza posseduta e redditi. Il processo a Padova nel 2018 lo aveva condannato a 12 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale ed evasioni fiscale. L’appello a Milano (competenza territoriale dovuta al primo reato) lo aveva assolto dai reati penali con il patteggiamento di 2 anni e 3 mesi per evasione fiscale. L’accusa a Padova era di aver portato all’estero, per conto di facoltosi clienti, soprattutto veneti, 118 milioni di euro. Il commento di Vazzoler: “sono un perseguitato” (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 4 novembre 2022).
7.3. Frode fiscale sulle automobili comprate e rivendute a Padova. Sequestro per 2 milioni di euro all’amministratore della società importatrice.
L’indagine della Procura di Rovigo (competenza territoriale) ha svelato un complesso meccanismo di compravendita di auto per frodare l’Iva. La Procura ha disposto un maxi sequestro di beni e denaro (15 conti correnti bancari; 3 immobili ad uso commerciale; 2 edifici residenziali e 11 auto di lusso) ai danni di un’azienda della bassa padovana e al suo amministratore.
Pare che il copione fosse il solito (frode carosello), con società fantasma o cartiere create apposta per fungere da sponda nei vari passaggi di proprietà, con alla fine la perdita del pagamento dell’IVA sulle auto. In tale modo la vendita realizzata in tanta parte d’Italia era vantaggiosa sia per il commerciante, sia per il cliente, e gli affari andavano a gonfie vele. Inoltre le società satellite prendevano a piene mani fondi della UE per vari sostegni alle imprese. Si teme che i guadagni realizzati siano di gran lunga superiori ai 2 MLN di euro sequestrati e già immessi nel mercato, o utilizzati per ampliare il giro d’affari nel migliore dei casi, stante che la frode abbraccia gli anni dal 2016 al 2021 (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 18 novembre 2022).
7.4. Milioni di euro in fumo con le criptovalute: continuano le querele a Treviso degli investitori gabbati.
La vicenda della New Financial Tecnology di Silea (TV), dopo che la competenza esclusiva delle indagini è passata alla Procura di Treviso, registra una pioggia di denunce. Quasi 4.000 persone presunte truffate dalla Finanziaria che prometteva interessi del 10% mensili. Sarebbero oltre 100 milioni di euro i soldi volatilizzati. Nel registro degli indagati sia amministratori sia procacciatori per conto di NFT. Per chi ha accettato il negoziato non è arrivato il rimborso promesso. Resta poco tempo per le denunce (Il Gazzettino del 15 novembre 2022).
7.5. Milioni all’estero di 2 imprenditori trevigiani per eludere il fisco.
Due imprenditori trevigiani, titolari di un’azienda metalmeccanica e di un’azienda di mobili arredi per uffici, avevano trasferito in conti in Svizzera e nel Principato di Monaco 4,2 milioni di euro. I soldi potrebbero essere il provento di affari in nero. Erano intestati a società offshore. La Guardia di Finanza (operazione ricchi e felici) ha messo in piedi un’attività di controllo di 18 broker finanziari nazionali, attivi nei mercati esteri, con oltre 100 ricchi clienti in tutta Italia, e così è riuscita a recupera le imposte dovute. I mediatori finanziari indagati in tutta Italia in questa operazione avrebbero aiutato gli imprenditori a trasferire e occultare al fisco ingenti somme di denaro, consentendo di recuperare al fisco 75 milioni di euro, tra cui rientrano i 2 casi degli imprenditori trevigiani (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 15 novembre 2022; La Tribuna di Treviso del 24 novembre 2022; Il Gazzettino del 29 novembre 2022).
7.6. Presunta estorsione dei Velo di Altivole (TV), 20 anni di condanne in Tribunale a Treviso.
Per la procura i Velo (padre Antonio e figlia Loretta), ex vertici della società, avevano assoldato un torinese per recuperare 2,8 MLN di euro di fondi neri fatti sparire da Marco Rossini, ex manager dell’azienda. Il Tribunale ha condannato a 7 anni e 6 mesi ciascuno i Velo (5 anni a Luca Bacchiega) per reati fiscali ed estorsione ai danni di Rossini. La vicenda, nei fatti una presunta truffa milionaria ai danni delle società di leasing, ha preso il via nel 2014 da un giro di fatture false per 26 milioni di euro e falsi contratti per 6,5 MLN di euro. Le difese annunciano appello (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 16 novembre 2022).
7.7. Crac “New Orion” di Fara (VI), condannati i 2 amministratori per distrazione di beni aziendali.
Il Tribunale a Vicenza, il 22 novembre 2022, ha condannato i due amministratori della società, visti i tanti prelievi bancari e bonifici all’estero ai danni dei creditori, prima del fallimento della società, rispettivamente a 4 e 3 anni di reclusione e a risarcire alle parti civili 350.000 euro (Il Giornale di Vicenza del 23 novembre 2022).
7.8. L’operazione “Free Fuel” della Guardia di Finanza di Verona, porta a 12 anni di condanne per i 2 imprenditori evasori.
Gli arresti sono stati effettuati nel 2020, in conseguenza di una colossale truffa per maxi evasione IVA sul carburante (fatture false per operazioni inesistenti). Sono stati confiscati oltre 76 milioni di euro relativi ad IVA non versata per 2 anni. La società incriminata, la Nuova Petroli srl di Mozzecane (VR). A processo, con rito abbreviato in Tribunale a Verona, il 23 novembre 2022, i due titolari dell’impresa sono stati condannati a 6 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno più altre pene accessorie (interdizione da uffici direttivi di imprese e rapporti con la PA).
7.9. Truffa dei Rolex da Hong Kong. Maxi sequestro al gioielliere Romano di Breda di Piave (TV).
Il noto imprenditore Pietro Romano, attivo nel settore del commercio di orologi di lusso, è stato denunciato con l’accusa di contrabbando e frode fiscale. Le indagini sono state svolte dalla Guardia di Finanza di Venezia, coordinate dalla procura di Vicenza. L’IVA sarebbe stata sottratta all’erario attraverso la vendita illegale dei preziosi a prezzi competitivi (2.200 a rolex), secondo la Procura berica.
La Guardia di Finanza ha disposto il sequestro dei conti correnti per 1,5 milioni di euro. I Rolex passavano attraverso l’aeroporto di Tessera (VE), grazie alla complicità di un addetto ai controlli fiscali (Il Gazzettino, Il Giornale di Vicenza, La Tribuna di Treviso e La Nuova di Venezia del 24 novembre 2022).
7.10. Truffa del “made in Italy”, sequestro di vestiti per 8 milioni di euro in autostrada a Portogruaro (VE).
Il controllo di routine della Guardia di Finanza di Portogruaro ha fatto scoprire una presunta maxi frode commerciale di 75.000 capi d’abbigliamento, del valore di 8 milioni di euro. Il TIR, con targa bulgara, era diretto verso una nota impresa bresciana della moda. Tutti i capi, prodotti in Bulgaria, Albania e Turchia, avevano etichette del made in Italy. Nessuno di questi capi, neanche in minima parte, era realizzato in Italia. La ditta bresciana pare provvedesse al ritiro e allo smistamento per la vendita nei ricchi mercati europei, asiatici e nordamericani. Sette mesi di indagini per definire la catena di comando e la filiera produttiva. Emesse 6 denunce per frode in commercio (Il Corriere del Veneto del 29 novembre 2022).
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