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Nei cellulari di Mattia e Valentina le tracce di amore e odio prima della coltellata mortale

L’omicidio del ragazzo da parte della fidanzata violenta. Frasi estreme di un amore malato

Cristina genesin
1 minuto di lettura

Mattia Caruso, 30 anni, ucciso con una coltellata al cuore dalla fidanzata Valentina Boscaro, 31

 

Un amore malato e, di sicuro, immaturo. Un amore fatto di passione estrema, prevaricazione, ossessione a controllare l’altro, senso del possesso. Un amore tossico che, prima o poi, sarebbe arrivato alla resa dei conti. Ma che certo non preannunciava una fine macchiata di sangue.

I cellulari

È quello che emerge dall’analisi dei cellulari sequestrati a Mattia Caruso, 30 anni, la vittima, e a Valentina Boscaro, la fidanzata 31enne assassina, sottoposti all’analisi dal tecnico informatico Nicola Chemello.

Continui gli scambi di messaggi: frasi estreme oggi di amore infinito, l’indomani di odio puro; frasi che indicano la volontà di lasciare l’altro o l’altra mentre il giorno successivo sembra che i due siano quasi in simbiosi. Quel che è certo è che nessun’altra persona si era inserita in quella relazione.

Il giorno senza messaggi

Tra i due fidanzati non ci sono sms il giorno dell’omicidio di Mattia, quella serata del 25 settembre scorso quando vanno a cenare e a ballare nel locale Laghi di Sant’Antonio, tra Montegrotto e Torreglia. Alle 22.30 escono dalla festa soli (e non in compagnia di un altro ragazzo al quale Valentina aveva cercato di scaricare la responsabilità del delitto).

Poi salgono in auto, Mattia si mette alla guida fino a via dei Colli Euganei, ad Abano, ad appena una decina di metri dalla rotonda che interseca via Busi, davanti al supermercato Alìper.

È a quel punto che si scatena la lite, mortale per il giovane. Una lite che era una costante in quel rapporto difficile.

La coltellata

Lei afferra un coltello a serramanico che Mattia teneva tra il cambio e la leva, e affonda la lama di 10 centimetri nel petto del fidanzato.

Il cuore è trafitto, lui nemmeno ha la capacità di reagire: sul corpo nessun segno di colluttazione. Fa solo in tempo a fermarsi, aprire la portiera, scendere dall’auto e accasciarsi a terra.

L’ultima frase

«È stata lei a colpirmi» la frase che avrebbe pronunciato Mattia agonizzante, riportata nella telefonata al 118 da un poliziotto della celere 29enne (fuori servizio) che si era fermato a prestare soccorso. Tuttavia chiamato in caserma e interrogato, il giovane aveva detto di non ricordare quelle parole e di non averle sentite da Mattia.

Nel frattempo ha chiesto una proroga il professor Stefano D’Errico, responsabile della Medicina legale dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina con sede a Trieste, il medico legale che per fine dicembre consegnerà il rapporto sull’autopsia con l’esame tossicologico.

Nel frattempo, dal giorno dell’arresto, Valentina è agli arresti domiciliari nella sua abitazione con il braccialetto elettronico: l’accusa è di omicidio volontario con l’aggravante della relazione affettiva. Un’aggravante che prevede la possibilità dell’ergastolo.

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