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Il gioco di strada veronese Tocatì è patrimonio immateriale Unesco

Il festival vede ogni anno protagonisti nella città scaligera uomini e donne, giovani e meno giovani, provenienti da tutti questi paesi, ricreare e rivivere i tradizionali giochi di un tempo

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Giochi di strada durante un'edizione del Tocatì a Verona

 

Arriva oggi il si' dell'Unesco al Tocatì, tradizionale gioco di strada veronese, che entra nella lista del patrimonio culturale immateriale, come decretato nell'ambito della 17/a sessione del Comitato del patrimonio culturale immateriale in corso a Rabat, in Marocco, fino a domani e presieduto dall'italiano Pier Luigi Petrillo. Per l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura il Tocatì è considerato una pratica esemplare per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.

L'Unesco, nell'iscrivere il Tocatì quale buona pratica per l'Umanità, si è complimentato con l'Italia - paese leader della candidatura - per aver sviluppato nel corso di tanti anni un percorso condiviso tra le comunità, l'associazione dei Giochi Antichi, la comunità di Verona, la Regione Veneto, e le omologhe comunità di Belgio, Croazia, Cipro e Francia.

Il programma «Tocatì», infatti, vede ogni anno protagonisti a Verona uomini e donne, giovani e meno giovani, provenienti da tutti questi paesi, ricreare e rivivere i tradizionali giochi di un tempo, così da consentire di tenere viva la memoria. Come ha sottolineato il presidente dell'organo di valutazione, l'italiano Pier Luigi Petrillo, professore alla Luiss Guido Carli, è «la prima buona pratica italiana ad ottenere questo riconoscimento internazionale. Il »tocatì« è una tradizione sociale che ha consentito di tenere viva la memoria e la pratica di giochi antichi, salvaguardando così un ricco patrimonio di conoscenze e, al tempo stesso, una manualità e una gestualità che tende a scomparire dinanzi alle nuove tecnologie».

Per i valutatori il dossier italiano rappresenta inoltre un esempio eccellente di come si deve formulare una candidatura e per questo tutto il Comitato si è complimentato con l'Italia e gli altri Paesi firmatari. Ai lavori del Comitato Unesco, cui partecipano oltre 2000 delegati provenienti da 180 Stati, per l'Italia c'erano l'ambasciatore Massimo Riccardo del Ministero degli Esteri, ed il sindaco di Verona, DamianoTommasi, insieme all'assessore alla cultura e ai rappresentanti dell'associazione giochi antichi. Nel corso dei lavori, l'Unesco ha poi iscritto l'Harissa - un piatto tradizionale tunisino - il tradizionale liquore di prugne della Slovenia, la coltivazione del te in Cina e quella in Uzbekistan, mentre ha rinviato l'iscrizione della pittura tradizionale dell'Afghanistan per la carenza nelle informazioni fornite. I lavori proseguiranno ancora domani 2 dicembre.

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