Buono d’investimento da 10 mila lire trovato nel cassetto. Ora vale mezzo milione di euro
Era stato acquistato dai genitori, ormai deceduti, 72 anni fa. Il 66enne ha chiesto aiuto a un’associazione per la riscossione
Silvia Bergamin
Trova casualmente, nascosto in un cassetto, un buono di 10 mila lire investito dai genitori 72 anni fa e ora – fatti i dovuti calcoli – chiede allo Stato quasi mezzo milione di euro. La storia è quella di E.P., 66 anni, di Grantorto, che si è rivolto a un’associazione per far valere le proprie ragioni.
Qualche tempo fa era andato a sistemare la camera da letto di mamma e papà, venuti a mancare. Con sua sorpresa, in un cassetto dove erano sistemate le lenzuola, ha trovato una busta contenente un buono di debito pubblico del valore di 10 mila lire risalente al 3 febbraio 1950.
Il titolo era intestato al fratello, pure lui deceduto, lasciando come erede solo il 66enne. L’associazione, che si occupa su scala internazionale del rimborso dei buoni postali e dei titoli di Stato, si è rivolta a un consulente «che ha valutato un rimborso, con il favore degli interessi legali, della rivalutazione e della capitalizzazione, dalla data di emissione a quella del ritrovamento».
Conclusione: oggi il titolo varrebbe 486.350 euro e obbligati in solido – sarebbero Poste italiane e il Ministero delle Finanze che – secondo l’associazione – devono «onorare» tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica Italiana. «I due enti, infatti» osserva «rispondono in solido non solo dei Titoli di Stato emessi durante la vigenza della Repubblica Italiana, ma anche durante il Regno». In Italia ci sono circa 10 milioni di Titoli di Credito particolarmente datati, tra buoni postali, libretti bancari, Bot, non riscossi e ancora riscuotibili.
La realtà che sostiene le ragioni del cittadellese osserva come ci sia «molta disinformazione anche da parte degli Enti preposti al pagamento». Uno dei nodi è la conoscenza o meno dell’esistenza del titolo: «Se il titolo è stato emesso oltre 10 anni fa, ma il soggetto interessato lo ha “ritrovato” solo recentemente – negli ultimi 10 anni – può agire per il rimborso e la prescrizione inizierà a decorrere dal momento del ritrovamento».
Ma come si riesce a passare da 10 mila lire del 1950 a mezzo milione di euro? La linea di partenza del calcolo è «il potere di acquisto che aveva la lira all’epoca di emissione. In altri termini, sempre in linea generale, il titolare o l’erede avrebbe diritto ad ottenere oggi l’equivalente di quella somma di denaro, tradotta in euro, che all’epoca di emissione del titolo gli avrebbe consentito l’acquisto di un determinato bene. Per esempio, se negli anni 40 con 1.000 lire si acquistava fondo agricolo, oggi con la somma rivalutata e ricapitalizzata si avrebbe diritto ad ottenere una somma di denaro in euro che consenta l’acquisto di un terreno dello stesso tipo».
Tra qualche comodino vintage dei nonni vale quindi la pena andare a sbirciare, cercando i classici libretti di risparmio bancari e postali, e poi buoni fruttiferi postali e certificati di debito pubblico pure della monarchia dei Savoia
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