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La banda delle rapine: ecco la storia e tutti i nomi tra pistole, ori e banche

Davanti al tribunale cinque gli imputati chiamati a rispondere anche di quattro furti di auto impiegate per gli assalti. I colpi anche a Selvazzano, Abano, Montegrotto e Cervarese

Cristina Genesin
2 minuti di lettura

I segni dei colpi di pistola all'oreficeria Orogiò di Montegrotto, a destra il titolare ferito alla testa. Lui e la moglie riuscirono a far fuggire i banditi che però scapparono con un ingente bottino

 

Quattro rapine (una gioielleria a Montegrotto, due filiali di istituti di credito a Montemerlo di Cervarese Santa Croce e a Caselle di Selvazzano nonché una sala giochi ad Abano Terme). E altrettanti furti d’auto. Il tutto messo a segno nel periodo marzo-giugno del 2013 tra il Padovano e il Vicentino.

Poi l’individuazione di un malvivente riconosciuto da più di una vittima dà il via all’inchiesta coordinata dal pubblico ministero padovano Giorgio Falcone.

E, grazie agli accertamenti tecnici, si arriva all’identificazione dei (presunti, almeno finché non c’è una sentenza) banditi.

Ieri davanti al tribunale di Padova, sul banco degli imputati, sono finiti in cinque mentre altri due complici sono già usciti di scena con riti alternativi.

Si tratta di Monica Bernadotto, 51enne di Vigodarzere e del compagno Fiorello Maria Girotto, 63 anni (per entrambi difensore l’avvocato Gianluca Alifuoco); Pasquale Russo, 63enne di Bolzano Vicentino (avvocata Lorenza Denaro); Vincenzo Russo, 61enne di Padova (avvocato Davide Pessi e il collega Jacopo Al Jundi) e Antonio Minella, 45enne di Casoria in provincia di Napoli (avvocata Francesca Guolo).

Si sono costituiti parte civile gli ex titolari dell’oreficeria “Orogiò” con sede a Montegrotto e chiusa qualche tempo dopo l’assalto del 13 maggio 2013: a tutelarli l’avvocato Michela Lupi jr.

Tutto si consuma nei primi sei mesi del 2013. Il 27 marzo a Vicenza viene rubata una Fiat Punto parcheggiata in strada. E la mattina del 29 tre banditi, giunti a bordo di quella Fiat Punto, entrano in azione con il volto coperto nella filiale di banca Antonveneta a Montemerlo di Cervarese.

Dopo essere passati attraverso la porta a bussola, si fanno consegnare dai cassieri 43.730 euro prima di chiudere nel bagno due clienti e i due impiegati.

Il 19 aprile a Grisignano di Zocco è rubata un’altra Fiat Punto in sosta. Il 22 del mese viene assaltata la sala giochi “Slot Machine Nevada” ad Abano: tre rapinatori (due mascherati e uno a volto scoperto) fanno irruzione armati (uno di pistola, gli altri due con un coltello) minacciando tre clienti e un incaricato di sala.

Quest’ultimo è obbligato a entrare nell'ufficio dove è custodita la cassaforte, in quel momento aperta. Dopo aver messo le mani su tutto il contante (27.500 euro) e l'hard disk del computer collegato all'impianto di videosorveglianza, la fuga a bordo della Punto.

L’11 maggio furto a Padova di un’altra Fiat Punto. E il 13 c’è l’assalto alla gioielleria di Montegrotto, all’epoca in viale delle Terme. Fingendosi clienti, entrano nel negozio Girotto con l’allora fidanzata (già uscita di scena con un rito alternativo).

Poi, una volta dentro, l’uomo estrae una pistola, un secondo bandito, con una maschera sul volto e pure lui con una pistola in mano, s’infila nell’oreficeria dove si trovano i due gestori, marito e moglie. I tre minacciano i titolari cominciando a rompere le vetrinette per afferrare i gioielli.

I proprietari (in particolare la signora) reagiscono afferrando un oggetto pesante scagliato contro la testa del bandito mascherato che è ferito. La coppia poi si chiude in bagno non prima di aver dato l’allarme. Tuttavia il colpo riesce e il bottino ammonta a 85 mila euro di gioielli.

Il 7 giugno è rubata una quarta Fiat Punto. E il 14 viene rapinata la filiale di Antonveneta Mps a Caselle di Selvazzano: entrano i soliti tre, armati di una pistola e di due coltelli. Il bottino è di oltre 16 mila euro.

In aula Lucio Michele Ferrara, già condannato in via definitiva con rito abbreviato, ha riconfermato solo la sua responsabilità (già ammessa) al colpo in gioielleria. Silenzio sul resto.

Si tornerà in aula per una nuova udienza il prossimo 19 dicembre.

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