Mamma muore di tumore a 55 anni: lutto a Galliera Veneta. Era originaria di Riese
Ornella Parolin aveva scoperto la malattia nel 2017: «Ha lottato per non perdersi i traguardi dei suoi Cristian e Giada»
Silvia Bergamin
Una donna di una generosità estrema, che sapeva unire la determinazione con l’ironia, la grinta con la dolcezza: si è spenta ad appena 55 anni, dopo aver lottato contro il male per cinque anni, resistendo per vedere diplomato il suo ragazzo e laureata e sposata la figlia più grande.
La comunità di Galliera Veneta piange la scomparsa di Ornella Parolin, da una vita sposata con Luca Geremia. Una coppia solida, bella, in simbiosi: il colpo di fulmine era scoccato quando entrambi avevano diciott’anni, da allora non si sono più staccati l’uno dall’altra. Ornella lascia – oltre all’amato marito – anche i figli Cristian e Giada, il genero Davide, la mamma Genoveffa, i suoceri Mario e Francesca, i fratelli Angelo e Giuseppe e le sorelle Andreina, Teresa e Giovanna. Il ritratto della figlia Giada: «Era una mamma speciale, ha sempre dato tanto a tutti, era la nostra forza. Originaria di Riese, 37 anni fa nella discoteca Jolly di Castello di Godego aveva incontrato il futuro sposo e da quel momento non si sono più lasciati: per la mamma, papà era la sua vita».
Il trasferimento dal Trevigiano: «Dopo il matrimonio erano andati a vivere a Galliera, lei era casalinga ma si è sempre prodigata per gli altri, ad esempio faceva compagnia ad un’anziana vicina di casa». Una vita densa, piena, dinamica, piena di attenzioni e cure. La battaglia più difficile si è presentata qualche anno fa: «La malattia è comparsa nel 2017, a giugno, un tumore all’intestino con metastasi. Ma mamma non si è mai data per vinta, non ha smesso di lottare neppure un secondo». Da dove traeva la sua energia? «C’erano troppi appuntamenti che non voleva perdersi: la mia laurea e il mio matrimonio – che ho anticipato al 23 aprile di quest’anno – il diploma all’alberghiero di mio fratello. Tutti traguardi per cui ha gioito insieme a noi».
Il male non le ha tolto la capacità di godere delle bellezze dell’esistenza: «Era molto autoironica, affrontava ogni sfida con grinta e sempre con il sorriso stampato sul viso. Si è spenta domenica, erano le 19. Eravamo tutti attorno a lei, nella nostra casa, è stata stretta dagli affetti più cari».
Una donna devota, credente: «La fede l’ha sostenuta nella sua battaglia contro la malattia: prima di sottoporsi ad ogni seduta di chemio, faceva tappa nella chiesetta dell’ospedale di Cittadella e quando arrivava in reparto era sempre pronta a sostenere – con una parola di incoraggiamento, con un sorriso – chi come lei stava combattendo». La vita – difficile, faticosa – le aveva insegnato ad essere sempre dalla parte di chi è più fragile: «Neppure la sua infanzia era stata semplice: nata in una famiglia umile, era rimasta senza papà a sette anni, ultima di sei figli. Era il collante della sua famiglia di origine, legatissima ai fratelli e a mamma Genoveffa. Con il suo esempio ci ha insegnato che la vita è un dono prezioso». Il funerale sarà celebrato mercoledì alle 15 nella chiesa di Galliera, il rosario sarà recitato martedì alle 20 sempre nella parrocchiale.
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