Bilanci truccati per intascare finanziamenti pubblici in Veneto, tutti i nomi dei coinvolti
Facevano risultare sani bilanci che non lo erano, ottenendo indebitamente un milione di euro: smascherati dalla Guardia di Finanza

Gonfiavano i bilanci per ottenere finanziamenti pubblici: cinque indagati e sequestro da un milione di euro. I Finanzieri del Comando Provinciale di Padova, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Padova, per un importo complessivo di un milione di euro circa, di beni e disponibilità finanziarie nei confronti di cinque indagati, ritenuti appartenenti a un sodalizio dedito alla commissione di più delitti di indebita percezione di erogazioni pubbliche.
Gli indagati sono Antonio Pastore, 52 anni, nato a Salerno e residente a Pontecagnano Faino (Salerno); Alessandro Nordio, 41 anni, nato a Chioggia dove risiede; Marina Camelia Ursachi, 26 anni, nata in Romania e residente a Rovigo, Pasquale Pepe, 45 anni, nato a Nocera Superiore e residente a Bologna e Nicola Cortese, 45 anni, nato a Salerno e residente in provincia, a Sapri.
Il giudice per le indagini preliminari Laura Alcaro muove le accuse di falsità in registri e truffa: Contesta a Pastore il ruolo di legale rappresentante della Teuta srl, a Cortese, quello di rappresentante legale della Azeta Trading, società entrambe di cui erano in realtà amministratori di fatto Nordio e Ursachi, oltre a Pepe. Sui conti correnti delle due società venivano in prima battuta trasferite le somme ottenute a titolo di finanziamento che successivamente venivano trasferite sui conti correnti intestati a gli stessi indagati o ad altre società facenti capo ai medesimi tra cui la Mastercar, di cui è rappresentante legale rappresentante la Ursachi e Pepe e la Transilvania, legale rappresentante Nordio.
La truffa è contestata a Pastore, quale amministratore della Teuta, che garantiva avere i requisiti per ottenere un finanziamento dal Fonfo Pmi, gestito dal Medio Credito Centrale e presentando bilanci attivi che non corrispondevano al vero. La società non aveva dipendenti, né mezzi aziendali e non era attiva. Nonostante ciò aveva richiesto e poi ottenuto un finanziamento di 175 mila euro (reato contestato a Candiana il 16 ottobre del 2020).
La medesima contestazione viene mossa a vario titolo a Pastore, Nordio, Ursachi e Pepe in merito alla ditta Teuta (reato contestato a Villafranca di Verona) che ha ricevuto un finanziamento di 195 mila euro.
La falsità poi figura ancora in capo a Pastore che attestava falsamente l’agevolazione relativa al precedente finanziamento in merito ai bilanci della Teuta, in accordo con Nordio, Ursachi e Pepe.
Per l’Azeta Trading lo stesso giochetto è valso 250 mila euro, credito erogato dalla Credimi spa.
L’ultima contestazione riguarda Cortese, amministratore unico della Azeta Trading: anche qui presentati falsamente bilanci attivi per ottenere un finanziamento di 100 mila euro.
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