In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Il rapporto dell’Osservatorio Legalità della Cgil sul Veneto: le 63 storie criminali che potreste esservi persi

Simonaggio: «La dimensione impressionante dei casi in appena due mesi induce più di qualche riflessione. Temiamo che ci sia ben poco di virtuoso». Capitoli su mafie, caporalato, ambiente, corruzione, evasione e frodi fiscali

Aggiornato 40 minuti di lettura
(ansa)

Questo dossier è a cura di Ilario Simonaggio responsabile dipartimento Legalità CGIL Veneto che attinge ai media locali e ordinanze di custodia nei casi di associazioni criminali come fonti primarie.Contiene una serie di 63 eventi che abbiamo selezionato del mese di agosto/settembre 2022 “riguardanti atti, azioni, processi meritevoli di attenzione sindacale e dei portatori di interesse pubblico. In premessa, il ringraziamento doveroso ai magistrati e agli uomini delle forze dell’ordine che con il loro lavoro rinforzano l’argine democratico e favoriscono la convivenza civile nei nostri territori”.

Uno sguardo d’insieme sulla criminalità in Veneto

Tali rapporti sono prodotti per consentire uno sguardo d’insieme sulla realtà veneta. Non ci stancheremo di ripetere che la presa d’atto formale e sostanziale del fatto che non esistono “isole felici” aiuta una indispensabile crescita culturale e di consapevolezza generale per combattere ogni forma di illegalità.

Sarebbe buona cosa, in presenza di fatti incontrovertibili, evitare la solita pletora di dichiarazioni fuori luogo e tempo del tipo “La mafia in Veneto non esiste”, oppure “Si tratta di un caso isolato”, perché la quantità e la "qualità" dei fatti raccontano una ben diversa realtà fattuale. Per curare qualsiasi malattia, è buona norma non negare l’evidenza.

Vanno fatte le dovute distinzioni, ma è indubbio che anche i reati di seguito descritti sinteticamente sono parte della realtà veneta.

La dimensione impressionante dei casi in appena due mesi induce più di qualche riflessione. Temiamo che, al pari dell'inesistente modello veneto in tema di ambiente e salute, anche a proposito della legalità ci sia ben poco di virtuoso. E la constatazione che questi problemi non siano un'esclusiva del nostro territorio, ma interessino tutto il Paese, non ci esime dal dovere di cercare rimedi efficaci e di metterli in pratica.

Le notizie numerate sono raccolte con lo schema a blocchi in 7 capitoli di reati, per favorire l’immediata ricerca delle notizie che più interessano: Associazioni criminali anche di stampo mafioso; terrorismo e violenza politica; sfruttamento lavorativo; ambiente; pubblica amministrazione; droga, rilevanti evasioni fiscali. Inoltre, nei titoli appare sempre il territorio veneto cui la notizia si riferisce e, alla fine del testo, la fonte da cui è tratta.

In evidenza questo mese: avvio del processo alla mafia del Tronchetto (1.5); rinvio a giudizio per 6 vicentini accusati di minacce a corpo politico (2.2); caporalato dal Pakistan gestito come un’impresa organizzata per la tratta di esseri umani (3.1); la morte dello studente Giuliano De Seta che stava maturando crediti formativi in un’azienda (3.9); processo ai manager Fincantieri per sfruttamento della manodopera (3.10); processo PFAS a Vicenza, chiesta l’archiviazione delle responsabilità sulle malattie dei dipendenti (4.3); inchiesta superbonus Casa Zero di Treviso (5.2); fiumi di droga in arrivo in Veneto da Belgio e Olanda (6.12); maxi evasione IVA sui carburanti a Vicenza (7.11).

1. Associazioni criminali anche di stampo mafioso.

1.1. Processo ai “casalesi” di Eraclea.

Sono riprese, l’8 settembre 2022, le udienze in aula bunker a Mestre del processo a rito ordinario. Alla sbarra dei testimoni e imputati Raffaele Buonanno, accusato di aver avuto rapporti con il gruppo di Donadio. Buonanno ha minimizzato ogni fatto e riscontro, “chiamandosi fuori” da tutto. Vanterie, sempre e solo vanterie, le dichiarazioni intercettate che non può smentire. Dalle armi alla partecipazione alla cosca mafiosa: “non so nemmeno cosa sia”; alle conoscenze e relazioni come quella con Sgnaolin, il principale accusatore di Buonanno sull’usura: “uomo di fiducia di Donadio, io mi occupavo di cantieri”. (Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 9 settembre 2022).

Udienza del 15 settembre 2022 interamente dedicata alla deposizione della “segretaria” di Donadio dal 2012 al 2014, Claudia Zennaro. Zennaro con lacrime e molta emozione racconta i suoi 2 anni di lavoro per il presunto boss e la “paura” di fare cose di cui doversi pentire nei servizi richiesti dal sodalizio. Racconta delle buste paga per persone non assunte, della paura dei controlli che la inducevano, su disposizione del boss, a portarsi la documentazione a casa, dei corsi di formazione inesistenti della Imperial Agency di Sgnaolin, dell’uso disinvolto di lavoratori in nero, delle operazioni sui conti correnti bancari anche di altri da parte di Donadio, grazie alla complicità del direttore di banca Poles. Racconta di aver fatto una segnalazione anonima all’Ispettorato del lavoro per bloccare le assunzioni irregolari. Ammette di aver utilizzato la forza del clan Donadio per sistemare dei bulli a scuola che minacciavano il figlio nel 2018. Racconta di aver visto soggetti picchiati da Donadio, anche se spesso bastava la parola per far comprendere che non ammetteva “distrazioni o libertà”.

Donadio, su indicazione dei propri legali, nell’udienza del 29 settembre 2022 ha letto in aula in videoconferenza una deposizione scritta di 10 minuti per smontare le accuse della segretaria Zennaro. Sulle armi insiste sulle vanterie e sul fatto di aver posseduto solo quelle in libera vendita, di non aver mai fatto del male a nessuno tanto meno sparato, di trovarsi nei guai perché è troppo generoso e altruista (scarica sul pentito Sgnaolin tutta una serie di reati: dalle fatture false ai falsi operai, ai bilanci artefatti).

L’udienza è incentrata sulla deposizione dell’ex sindaco Mirco Mestre, dal 2016 alla data degli arresti disposti dalla DDA di Venezia. Mestre risponde per parecchie ore alle domande dei PM Terzo e Baccaglini negando responsabilità dirette sul voto di scambio, sul sostegno elettorale del clan Donadio, in quanto altri amministratori dalla maggiore esperienza amministrativa si sarebbero occupati di questo, sul sentore che ci fosse la mafia ad Eraclea. Sull’impianto di biogas asserisce che se ne è parlato, ma lui ha inviato i proponenti all’ufficio tecnico comunale. Sul fatto che conoscesse bene Donadio, ha sostenuto di aver intrattenuto con lui e con i numerosi clienti che gli ha procurato solo rapporti professionali (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 16 settembre 2022; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 30 settembre 2022).

1.2. Blitz anti ‘ndrangheta, 2 arresti in Polesine.

I soggetti arrestati pare “pulissero” il denaro della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto (KR) con l’emissione di fatture false per operazioni inesistenti per oltre 20 milioni di euro. Uno degli arrestati polesani (Terenzio Businaro di Lusia) aveva un ruolo apicale nella società cartiera AZ Service di Lendinara (RO), fallita nel 2021, che commercializzava materiale edile. La maxi operazione contro la mafia della cosca Arena è stata coordinata dalla DDA di Brescia e svolta da Carabinieri e Guardia di Finanza di Bergamo. 33 arresti e il sequestro finalizzato alla confisca di 6,5 ML di euro. Dei 66 indagati, 12 risiedono in Veneto. Le accuse di reato sono: usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, reati tributari e fallimentari. Businaro davanti al GIP di Bergamo, titolare dell’inchiesta, il 13 settembre 2022 si è avvalso della “facoltà di non rispondere”. (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 6 settembre 2022, Il Corriere del Veneto del 14 settembre 2022).

1.3. Blitz contro l’ndrangheta a Reggio Calabria. Un arresto anche a Verona.

Rocco Delorenzo è destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare (associato al carcere a Verona) emessa dal tribunale calabrese, insieme a 21 altre persone per associazione mafiosa. Il blitz ha riguardato, oltre alla provincia di Reggio Calabria, La Spezia e Verona. Delorenzo si trovava a Verona per motivi di lavoro. L’operazione della procura denominata “Nuova Linea” interessa l’area della costa viola nel comune di Scilla (RC). Come al solito, tra gli indagati e arrestati: amministratori pubblici, presunti mafiosi e imprenditori turistici con la contestazione di una lunga serie di reati spia dell’attività mafiosa. Purtroppo, questo ennesimo arresto a Verona dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto sia radicata la mafia nella città degli Scaligeri. (L’Arena del 13 settembre 2022).

1.4 La Corte di Cassazione conferma i metodi mafiosi della famiglia “Multari” associata alla cosca Grande Aracri a Zimella (VR).

L’operazione Terry, scattata su disposizione della DDA di Venezia, porta in cella il 12 febbraio 2019 i 5 esponenti della cosca di ndrangheta presente nella bassa veronese, il cui esponente di punta era Domenico Multari. La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso alla sentenza di secondo grado e con la sentenza depositata a settembre 2022 conferma i metodi mafiosi e la sentenza di secondo grado a carico dei componenti della cosca. Domenico Multari “si era più volte accreditato come appartenente alla cosca di ndrangheta” di Nicolino Grande Aracri di Cutro (KR), oltre a essere “un soggetto di elevato spessore criminale”. Dovrà scontare 7 anni e 10 mesi di carcere (attualmente ai domiciliari per gravi motivi di salute) (L’Arena del 15 settembre 2022).

Domenico Multari, alias Gheddafi, secondo le dichiarazioni di alcuni pentiti era il referente della ’ndrangheta in Veneto. Sarà inoltre a processo a gennaio 2023 per indebita percezione di erogazioni pubbliche. Ha ricevuto 12.320 euro di NASPI (Sussidio di disoccupazione) dal 13 gennaio 2018 al 27 gennaio 2019 (poco prima dell’operazione Terry), attestando il falso relativamente all’inesistente rapporto di lavoro con la società Sfakinais srl. L’udienza del 29 settembre 2022 in Tribunale a Verona è stata rinviata a gennaio a causa della mancanza di alcuni testimoni (L’Arena del 30 settembre 2022).

1.5 Al via il processo alla Mafia del Tronchetto (VE).

In aula il 16 settembre 2022 a Venezia il processo alla Mala del Tronchetto, con l’appello per 78 imputati (13 accusati di associazione mafiosa e 31 di concorso) e il deposito delle costituzioni di parte civile. La novità rilevante appresa nell’udienza è che uno dei 3 boss della cosca, Loris Trabujo, ha deciso di parlare con il PM Giovanni Zorzi della DDA di Venezia. Sono state depositate, a disposizione degli avvocati difensori degli imputati, le deposizioni del Trabujo (detenuto in carcere a Tolmezzo). Va subito detto che non si tratta di “pentimento”, ma semplicemente di conferme di alcuni fatti ed episodi già noti a forze dell’ordine e inquirenti (da valutare in sede di dibattimento nel rito abbreviato se tale deposizione è meritevole di sconti di pena). I capi d’imputazione formulati sono ben 141 e coprono un lungo arco di tempo (indagine dei ROS del 2007 al 2021) e varie attività criminali. Hanno chiesto di essere ammessi come parti civili: Il Ministero dell’Interno; la Presidenza del Consiglio; Regione, Comune, Città Metropolitana, AVM/ACTV, la CGIL di Venezia. Il 23 settembre 2022 il giudice Benedetta Vitolo ha deciso la discussione sulla platea delle parti civili, su cui gli avvocati difensori si sono prodigati a chiedere alcune esclusioni. Il giudice Vitolo ha fissato un’udienza a settimana sino a tutto ottobre 2022 per ridurre il rischio di possibili scarcerazioni per decorrenza termini di custodia. Sul fronte delle vittime una sola richiesta di Stefano Fort, rapinato di oltre mezzo milione di euro per la licenza di trasporto acqueo venduta e pagata in contanti. Purtroppo, serve constatare che la rappresentanza delle imprese anche stavolta non ha chiesto la costituzione di parte civile. La costituzione di parte civile delle Istituzioni veneziane inverte invece il segnale negativo vissuto con la vicenda della camorra di Eraclea (VE).

La ricostruzione degli affari del Tronchetto è al centro dell’interrogatorio di Loris Trabujo e si nutre di nuovi particolari sul controllo delle attività, in particolare il ricco mercato del trasporto acqueo dei turisti. Trabujo ammette un incontro in un bar di Mestre con Vito Galatolo, ora pentito di mafia e collaboratore di giustizia, dopo essere stato il boss indiscusso del quartiere Acquasanta a Palermo. Lo scopo dell’incontro: Galatolo, che fungeva da guardia spalla a Otello Novello detto il Coco cinese, voleva il placet dei “mestrini” per operare sul territorio veneziano. Galatolo spiega: “io quando vado in casa d’altri sono abituato a chiedere il permesso”. Trabujo ammette la responsabilità delle rapine, ma non il traffico di droga e dichiara che non era mafia ma solo chiacchiere con gli altri sodali, mai sfociate in un vero e proprio piano criminale. In definitiva per ora Trabujo ammette solo cose già note agli investigatori, glissa su altre sino quasi alla reticenza, e questo fa dubitare molti inquirenti presenti sulla bontà e utilità della confessione. L’udienza programmata per il 23 settembre 2022 (seconda udienza preliminare) è incentrata sulle richieste delle parti civili. Il Comune quantifica in 1,5 ML di euro il danno patrimoniale subito dalla Città a causa della criminalità. La CGIL di Venezia chiede 100.000 euro, perché l’attività del sodalizio criminale nel settore del trasporto acqueo ha nei fatti pesato/limitato l’attività sindacale. I principali accusati non erano in aula a causa di mancate comunicazioni con gli istituti di pena e difficoltà nelle traduzioni in aula bunker, per cui il Tribunale ha chiesto di provvedere per la prossima udienza programmata per il 30 settembre 2022.

La terza udienza preliminare del 30 settembre 2022 registra l’ammissione processuale di tutte le parti civili che ne hanno fatto richiesta, tra cui la CGIL di Venezia. L’udienza passerà alla storia per il tentativo di aggressione da parte di Paolo Pittarello, con una rudimentale arma fatta da una parte di forbice e una stecca bianca (spazzolino da denti), contro Loris Trabujo (sempre più deciso a chiedere l’abbreviato e a confessare alcuni episodi, inguaiando i sodali) al grido eloquente di “infame”. Il giudice ha fatto riaccompagnare i soggetti nelle rispettive carceri e chiesto un’urgente inchiesta sull’accaduto. Lo sfregio palese nel posto più sicuro (l’aula bunker di Mestre) è un avvertimento mafioso a tutti i sodali a mantenere la consegna del silenzio. Quanto accaduto andrà misurato sugli effetti del processo (molti imputati minori erano intenzionati a collaborare con la procura e scegliere l’abbreviato) e sulla paura per chi collabora, vero scopo dell’aggressione. Pittarello, della vecchia guardia dei mestrini, è stato condannato in passato per vari omicidi, per cui alimenta con tale azione il prestigio di duro dentro e fuori del carcere. Difficile ora sostenere che questa non è associazione mafiosa. (Il Gazzettino del 15 e 17 settembre 2022; Il Corriere del Veneto e La Nuova Venezia del 17 settembre 2022; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 20 settembre 2022; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Mattino di Padova e La Nuova Venezia del 24 settembre 2022; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 1 ottobre 2022; La Nuova Venezia del 3 ottobre 2022; Il Corriere, Il Gazzettino e la Nuova di Venezia del 4 ottobre 2022).

1.6 La requisitoria del PM Tonini al processo alla locale ndrangheta dei Bolognino, affiliata alla cosca Grande Aracri di Cutro (KR).

Come è noto, il processo al clan Bolognino (già condannato a Bologna al processo Aemilia), da decenni presente in Veneto con una cd “locale”, è stato sdoppiato in due filoni (a Padova l’associazione mafiosa e le estorsioni e a Venezia i reati fiscali e il riciclaggio). L’udienza del 26 settembre 2022, rito abbreviato, ha visto la richiesta del PM Paola Tonini della DDA di Venezia chiedere, al termine della requisitoria, al Tribunale presieduto dal giudice Stefano Manduzio condanne per oltre 20 anni di carcere per i 5 imputati (la pena più alta per Sergio Bolognino) e l’assoluzione per le 2 mogli degli imputati (Sergio Bolognino e Adriano Biasion). Al centro di questo filone processuale un vortice di fatture false per operazioni inesistenti e il riciclaggio del denaro illecito. Chieste confische di denaro per 3 milioni di euro. Hanno preso la parola le parti civili. La prossima udienza fissata per il 17 ottobre per le arringhe difensive e (forse) la sentenza (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 27 settembre 2022).

***

2 Terrorismo e violenza politica.

2.1 Simboli fascisti alla festa delle Associazioni a Conegliano (TV).

Il banchetto dei paracadutisti davanti a quello dell’ANPI metteva in mostra una maglietta con la scritta inequivocabile “Roma 28102022”. La segnalazione di un cittadino ha fatto intervenire la Polizia locale, che ha provveduto alla rimozione della stessa. L’associazione paracadutisti, rappresentata da Giuseppe Bagatin, sostiene che la marcia su Roma non c’entra, ma si tratta solo del numero di targa di un’auto. Non è goliardia ma istigazione al fascismo, cui è bene si ponga rimedio rimuovendo le troppe simbologie naziste e fasciste esposte in luoghi pubblici (gagliardetti, bottiglie di vino, calendari, ecc.). L’ANPI scrive al prefetto per chiedere l’applicazione della legge. Il mese di ottobre è ricco di ricorrenze importanti: dalla manifestazione in Cansiglio dell'11 settembre per ricordare il rastrellamento nazifascista del 1944 all’assalto alla sede della CGIL a Roma dell'8 ottobre 2021 e, soprattutto, il centenario del 28 ottobre 1922. La CGIL e il PD chiedono al sindaco Chies una condanna unanime del Consiglio Comunale e l’affermazione dei valori costituzionali. La manifestazione annuale in Cansiglio dell’11 settembre 2022 sarà per l’ANPI l’occasione per ribadire “stop a revisionismo e simboli fascisti”. La Digos convoca l’ANPI per l’apertura formale di un’inchiesta sui simboli fascisti che compaiono man mano che si avvicina il centenario della marcia su Roma (Il Gazzettino del 5, 6, 7, 8 settembre 2022; La Tribuna di Treviso del 7 e 12 settembre 2022, Il Gazzettino del 13 settembre 2022).

2.2 Rinviati a processo i 6 vicentini responsabili di minaccia a corpo politico.

Il 10 novembre 2020, esponenti di destra, cavalcando la protesta No Vaccini, esposero davanti alla prefettura di Vicenza uno striscione “Per voi non andrà tutto bene”, accanto a due fogli plastificati con alcune scritte come “dovete pagarla cara maledetti”. Il 14 settembre 2022 il gup Nicolò Gianesini ha deciso il rinvio a giudizio dei 6 soggetti per minaccia a corpo politico, aggravata per essere stata commessa da più persone riunite e con scritte anonime. Gli accertamenti della DIGOS hanno portato a indagare 6 vicentini, già noti alle cronache, appartenenti al “Direttivo Movimento Italia sociale Vicenza”, che si sono assunti la paternità del gesto. Il processo fissato per il 1° dicembre 2022. Rischiano condanne sino a 7 anni. (Il Giornale di Vicenza del 16 settembre 2022).

***

3) Sfruttamento lavorativo (caporalato, diritti violati, sicurezza sul lavoro negata).

Stranieri reclutati da organizzazione criminale e trattati come schiavi a Padova.

Lunga serie di indagini della Guardia di Finanza di Padova e della Procura patavina, avviate nel 2018, hanno individuato una struttura a delinquere per mettere a disposizione di molte imprese italiane lavoratori a prezzi stracciati, perlopiù del Bangladesh e del Pakistan, sfruttando lo stato di bisogno degli stessi. A capo della struttura, un cittadino indiano residente a Padova (Tara Chand Tanwar). Quindici soggetti indagati, tra cui i caporali che gestivano questo traffico di esseri umani sin dai lontani luoghi di origine. L’organizzazione era assai ramificata e forniva la manodopera in molte province del Veneto, in Emilia, Umbria e persino in Salento.

Il GIP ha sequestrato i 3 stabili dove vivevano ammassati i poveri lavoratori sfruttati, e beni per 750.000 euro, disponendo per il capo dell’organizzazione la sospensione da qualsiasi attività imprenditoriale per almeno 1 anno. I lavoratori sfruttati che lavoravano sino a 16 ore al giorno, sabato compreso, e pagavano ogni servizio alla organizzazione criminale, hanno trovato il coraggio della denuncia, assistiti da ADL Cobas di Padova. Ricevevano violenze fisiche e minacce per ogni minima protesta e dovevano restituire all’organizzazione una parte del già magro stipendio mensile, per pagare le spese del viaggio della speranza verso un futuro migliore.

Lo sfruttamento pianificato durava da almeno 10 anni e riforniva il ricco mercato del nordest soprattutto di lavoratori addetti alla logistica e impiegati in appalti di imprese metalmeccaniche. L’ordinanza custodiale del GIP, Domenica Gambardella del Tribunale di Padova, di ben 126 pagine, narra con dovizia di particolari questo infame quanto lucroso traffico di esseri umani. I lavoratori venivano piazzati sia nei gruppi della grande distribuzione sia in imprese del manifatturiero, soprattutto metalmeccaniche, sempre a corto di braccia per i lavori più pesanti. Va precisato che le imprese e i loro titolari non hanno ricevuto contestazioni, non risultano indagati, non sono stati sentiti nel corso delle indagini.

Ammettono che le vittime lavoravano nelle loro imprese, ma prendono le distanze dalle fasi del deposito dei curriculum e della selezione del personale da assumere (Il Corriere del Veneto e Il Gazzettino del 6 agosto 2022; Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 9 agosto 2022; Il Mattino di Padova dell’11 agosto e 1settembre 2022).

Trovati 12 operai in nero su 15 addetti in azienda agricola a Sommacampagna (VR).

I Carabinieri di Verona e Mantova, congiuntamente all’Ispettorato del lavoro, hanno effettuato un blitz di controllo in un’azienda agricola della bassa veronese. Trovati 12 lavoratori in nero, tra cui anche un minore, e 2 lavoratori sprovvisti del permesso di soggiorno. Sospesa l’attività ed erogate sanzioni economiche per 85.000 euro, trasmessa comunicazione formale all’Autorità Giudiziaria per le valutazioni del caso. Peraltro, uno dei lavoratori in nero era ospite del centro di accoglienza per immigrati di Ostiglia (MN) a ben 70 chilometri di distanza dal luogo di lavoro (Il Corriere del Veneto del 26 agosto 2022).

Scoperto caporalato e sfruttamento lavorativo in azienda tessile a Breda di Piave (TV).

Il laboratorio gestito da imprenditore cinese aveva destato l’attenzione della Guardia di Finanza per il cambio, per ben sei volte in 10 anni, di nome e partita IVA. Scopo: frodare il fisco. Nel momento del blitz, i finanzieri di Treviso si sono trovati davanti un quadro di degenerazione economica e sociale complessivo di cui l’evasione dell’IVA per oltre 1 milione di euro era solo uno dei reati commessi. I lavoratori di nazionalità cinese, che vivevano nelle immediate vicinanze dello stabilimento, erano di fatto impegnati senza sosta nell’attività produttiva. Il capannone era in uno stato di intollerabile degrado tra rifiuti (scarti tessili per oltre 10 quintali), mancanza delle più elementari norme di sicurezza sul lavoro, condizioni lavorative da sfruttamento bestiale dei dipendenti. Il laboratorio lavorava in conto terzismo per imprese locali. La Guardia di Finanza ha elevato le sanzioni previste e trasmesso una relazione all’Autorità Giudiziaria per i provvedimenti conseguenti ai vari reati denunciati (La Tribuna di Treviso del 27 agosto 2022).

Lavoro nero e pericoloso a Rovigo. Chiusi 4 ristoranti e multe per 200.000 euro.

I Carabinieri del nucleo Tutela del Lavoro di Rovigo hanno presentato il bilancio dei controlli estivi. Controllati 15 locali pubblici tra bar, ristoranti, pizzerie con un totale di 53 lavoratori addetti. Trovati 5 lavoratori in nero e la violazione delle norme di sicurezza. 4 chiusure di ristoranti e 13 denunce, oltre a sanzioni elevate per 200.000 euro (Il Corriere del Veneto del 9 settembre 2022).

Lavoro nero e sporcizia nel litorale veneziano. Chiusi 4 negozi e sequestrati 45.000 oggetti falsi.

La Guardia di Finanza di Venezia ha effettuato numerosi controlli nel periodo estivo alle attività commerciali e turistiche del litorale. Controllate 8 aziende, 4 attività sospese e 120.000 euro di multa a Bibione. Trovati lavoratori in nero, mancato rispetto della normativa sulla sicurezza sul lavoro e mancato rispetto delle condizioni igienico sanitarie nei bagni di questi locali. Chiuso un ristorante per lavoratore in nero, multati 5 esercizi pubblici per 45.000 euro, sempre a Bibione. Le indagini a Chioggia hanno portato al sequestro di 45.000 articoli contraffatti, non sicuri e con griffe false, per un valore di 170.000 euro (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 15 settembre 2022).

70 controlli della Guardia di Finanza di Vicenza scovano nell’estate 113 lavoratori in nero o irregolari.

Le Fiamme Gialle vicentine hanno trovato, nell’estate 2022, un lavoratore irregolare al giorno. I controlli hanno principalmente riguardato bar e ristoranti della provincia. Tra i 113 irregolari, persino 3 minori oltre a 16 cittadini stranieri in nero. Disposti 19 provvedimenti di sospensione delle attività e multe per 400.000 euro. Non dissimile la situazione di malghe e rifugi, dove sono stati trovati 4 lavoratori in nero e 13 irregolari a Recoaro. Non va meglio nell’altopiano di Asiago, con sanzioni per 18.000 euro, con 7 lavoratori irregolari e 2 in nero. Disposta la chiusura di un rifugio per il numero eccessivo di irregolari rispetto alla normativa. Stessa situazione di irregolarità nei controlli fatti a feste e party privati o nel settore del commercio. L’Ispettorato di Vicenza comunica che ha disposto la chiusura di 35 locali da inizio anno al 31 agosto 2022, a causa del superamento del 10% di forza lavoro irregolare o in nero (ben 67 i lavoratori in nero) (Il Giornale di Vicenza del 16 settembre 2022).

Irregolarità tra cui lavoro nero in una carpenteria metallica ad Este (PD): disposte sanzioni.

I Carabinieri del nucleo ispettivo del lavoro hanno scoperto una piccola azienda dell’estense con dipendenti pagati in nero, senza visite mediche e altre violazioni generali e amministrative alle norme. Irrorate multe per 11.000 euro e denuncia all’autorità giudiziaria per le misure conseguenti (Il Mattino di Padova del 17 settembre 2022).

La Finanza di Treviso scova 235 lavoratori irregolari durante i controlli nel 2022. Al centro il settore vitivinicolo e il tessile.

La Guardia di Finanza ha presentato il rapporto attività dal 1° gennaio al 31 agosto 2022, compreso il contrasto al lavoro nero in tempi di vendemmia dell’uva. Trovati 235 lavoratori irregolari. tra i quali 45 in nero nei primi otto mesi dell’anno. Le piaghe territoriali sono il settore tessile e quello stagionale del lavoro nei campi (La Tribuna del 19 settembre 2022).

La Procura di Venezia apre un’inchiesta sulla morte del giovane Giuliano De Seta, stagista del programma di alternanza scuola-lavoro.

Il ragazzo è morto sul colpo venerdì 16 settembre nell’azienda BC Service di Noventa di Piave (VE), schiacciato da una trave d’acciaio del peso superiore a 1 quintale. Giuliano studiava all’Istituto tecnico “Da Vinci” di Portogruaro (VE). Troppe domande attendono risposta: Giuliano era da solo? chi lavorava con lui? quale rapporto tra scuola e questa ditta meccanica? chi era il tutor, come lo doveva seguire, con quali responsabilità? Giuliano era giusto svolgesse simili mansioni da operaio?

La Procura (PM Antonia Sartori), sulla base della relazione dei tecnici dello Spisal e dei Carabinieri della tutela del lavoro, ha deciso di aprire un’inchiesta per omicidio colposo e investigare tutte le fasi della lavorazione. Il procuratore generale Bruno Cherchi ha fatto sapere in una nota che la vicenda è seguita da vicino da tutta la Procura e dalla sua persona. In sede di esame autoptico ed autopsia (diritto della difesa di nominare un medico legale di parte), sono stati comunicati i primi 4 indagati: 2 sul versante aziendale (titolare e il tecnico che ha compilato il documento di valutazione dei rischi nell’impresa (DVR)) e 2 sul versante scolastico (preside e tutor scolastico). CGIL, CISL e UIL del Veneto hanno proclamato 1 ora di sciopero per lunedì 26 settembre, in coincidenza del funerale dello sfortunato ragazzo, per ribadire “MAI PIU’” e lanciare l’ennesima denuncia sulle troppe morti sul lavoro. Giuliano è il terzo studente che muore in un posto di lavoro negli ultimi mesi, impegnati in programmi ministeriali di apprendimento in ambito lavorativo.

E’ tempo di fare il tagliando a questi progetti e alla normativa, perché così non si può proprio continuare! Il legale della preside ha chiesto ed ottenuto la sospensione dell’accertamento tecnico urgente e la disposizione di incidente probatorio. Il GUP, a questo punto, dovrà nominare gli esperti per la “super perizia” che diradi i molti dubbi esistenti. Tra questi, quelli sulla presenza del tutor aziendale, sulla traiettoria della lastra che ha ucciso il ragazzo, sulla sicurezza relativa alla fissazione con fune della stessa (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e la Tribuna di Treviso del 20 settembre 2022; Il Corriere del Veneto, La Nuova Venezia e il Gazzettino del 22 e 23 settembre 2022; La Nuova Venezia del 29 settembre 2022).

Processo Fincantieri Marghera, alla sbarra anche manager del colosso navalmeccanico.

Le confessioni ai PM di alcuni imprenditori, strozzati da commesse poco remunerative nel mondo dei subappalti, hanno permesso di imbastire il processo per corruzione a manager e preposti della società di stato.

La Guardia di Finanza ha trovato a casa degli imputati oggettivi riscontri della corruzione (soldi e regalie come orologi di lusso). Il 24 novembre 2022 si apre il primo processo nazionale (GUP Maria Rosa Barbieri) a 31 imputati e 16 società, tra cui alla sbarra numerosi manager (10 di cui 6 accusati anche di corruzione) di Fincantieri Spa. I regali, a detta degli imprenditori vessati, erano l’unico modo per ottenere commesse da Fincantieri Spa, per continuare a lavorare e ottenere qualche trattamento extra. Il PM Giorgio Gava, della Procura di Venezia, ha costruito pazientemente questo filone di indagine, che apre uno squarcio sullo sfruttamento della manodopera: “Fincantieri strangola le ditte che lavorano con lei”. Per la prima volta sono a processo anche alcuni dirigenti Fincantieri Spa, accusati di corruzione tra privati e di sfruttamento di manodopera. La mappa disegnata dal collaboratore di giustizia Angelo Di Corrado, l’inventore del cosiddetto sistema di paga globale, mette in fila decine di società di subappalto operanti nelle varie sedi nazionali della società, con residente italiane o estere (Monfalcone, Venezia, Roma, Martina Franca, Timisoara, Bucarest).

La Fiom CGIL (veneziana e veneta) ha chiesto la costituzione di parte civile. Deciso il rinvio a giudizio, infine, per il troncone processuale Gold Bengol, con altri 10 indagati dal GUP Scaramuzza, il 27 settembre 2022 in udienza in Tribunale di Venezia (Il Corriere del Veneto, La Tribuna di Treviso e La nuova di Venezia del 28 settembre 2022).

3.11. Condannati a 4 anni di carcere i due imprenditori pachistani che sfruttavano connazionali nel lavoro nei campi a Cessalto (TV).

Il Tribunale (GIP Angelo Mascolo), il 22 settembre 2022 (PM Anna Andreatta), ha condannato con rito abbreviato due pachistani che pagavano 5 euro all’ora in nero 18 braccianti agricoli, tutti richiedenti asilo e protezione internazionale. Gli sfruttatori, arrestati nelle vigne a Cessalto l’11 maggio 2021, sono stati condannati per intermediazione e sfruttamento lavorativo aggravato in concorso. Ai 5 euro l’ora di lavoro, retribuzione di gran lunga inferiore al CCNL che prevede 14,50 euro l’ora, i caporali decurtavano 4 euro al giorno per spese di trasporto, 50 euro al mese per il pranzo e 100 euro al mese per il posto letto (casolari fatiscenti, senz’acqua, finestre, servizi igienici, nella campagna veneziana).

In definitiva, vite da schiavi e paghe da fame. I lavoratori operavano sotto stretta sorveglianza dei due sodali condannati, i quali - grazie a tali pratiche - si proponevano sul mercato a prezzi vantaggiosi per le ditte committenti. Come al solito, gli imprenditori agricoli nostrani nulla sapevano di tali condizioni di sfruttamento. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 23 settembre 2022).

3.12 Controlli all’hotel ad Abano Terme (PD) fanno scoprire 3 lavoratori irregolari.

Le ispezioni in corso da parte dei Carabinieri della locale stazione hanno fatto scoprire, il 27 settembre 2022, in un albergo di Abano Terme 3 lavoratori assunti in maniera irregolare e carenze igieniche nelle cucine. Notificata una multa di 13.300 euro e la possibile sospensione dell’attività se non si provvede a rimuovere con tempestività la situazione, pagando la sanzione e regolarizzando i lavoratori (Il Gazzettino del 29 settembre 2022).

***

4) Ambiente (sfruttamento e rapina dei beni primari).

4.1 Magazzino sequestrato a San Giorgio in Bosco (PD), dove si lavorava rame rubato per poi rivenderlo.

Il titolare dell’attività “Vicentina Servizi”, Dismo Stocchero, è accusato dalla Procura Padovana (PM Benedetto Roberti) di aver acquistato rame da alcuni nomadi sinti, di averlo fuso e rivenduto nel mercato legale del prezioso materiale. I reati contestati sono riciclaggio e illecita raccolta di rifiuti. L’attività come è ovvio avveniva senza alcuna autorizzazione. Da tempo gli uomini della Squadra mobile patavina erano sulle tracce dei ladri di rame che hanno colpito numerose aziende venete. Sequestrato il magazzino e il Ducato sul quale veniva trasportato il rame rubato. Nella perquisizione domiciliare trovati 68.000 euro in contanti divisi in pezzi da 20 e 50 euro, con tutta probabilità usati per i pagamenti del materiale. Le ditte che compravano il materiale dopo la fusione non sono indagate (Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 31 agosto 2022).

4.2. Parecchi chili di cibo avariato in un magazzino a Crocetta del Montello (TV). Sequestrato magazzino e merce.

La polizia locale è entrata nel market cinese per alcuni controlli di prassi edilizia. Il magazzino di Nogarè adibito ad uso artigianale, in cui erano stoccati prodotti scaduti, carne e pesce senza etichettatura, risultavano pieni di insetti. L’intervento sollecitato dal SIAN dell’Ulss trevigiana ha decretato la violazione di tutte le norme igienico sanitarie. Distrutto il materiale avariato, elevata una forte sanzione e inoltrata una denuncia all’Autorità Giudiziaria (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 1° settembre 2022).

4.3. Processo PFAS a Vicenza, controesame del maresciallo Tagliaferri dei NOE. Chiesta l’archiviazione inchiesta sulle malattie dei dipendenti.

IL maresciallo dei NOE Manuel Tagliaferri, testimone d’accusa sui PFAS, è tornato sul banco dei testimoni per rispondere, questa volta, alle parti civili e ai difensori dei 15 imputati. Le udienze sono calendarizzate dal 7 al 9 settembre 2022. Tagliaferri risponde a molte domande. Ha sostenuto che “prima del 23 luglio 2013 non ci fu mai alcuna comunicazione da parte di MITENI Spa in merito alle sostanze inquinanti, i PFAS, nelle acque”. Va però ricordato che, nell’aprile 2005, MITENI Spa aveva inviato una lettera al Genio Civile e per conoscenza al Comune di Trissino, in cui era presente un allegato che parlava espressamente di inquinamento e di bonifica delle acque. Peccato che il Genio demandava all’ARPAV l’operazione di chiusura dei pozzi e questi non si resero conto di nulla. L’inquinamento delle acque era sottoposto sia a controlli interni sia esterni, ma nessun documento è inviato ad ARPAV o a enti amministrativi sino al luglio 2013. Miteni Spa chiedeva poi a ERM di modificare il contenuto delle relazioni e non può essere un caso che tutta la corrispondenza intercorsa via mail tra Miteni ed ERM (laboratorio ambientale milanese) sia stata cancellata, così come gli studi ERM.

Nell’udienza del 7 settembre 2022 si comunica che per il fascicolo parallelo aperto dal PM Alessia La Placa, riguardante l’inchiesta aperta sulle malattie dei dipendenti correlate alla quantità di PFAS presenti nel sangue, è stata chiesta l’archiviazione. La ragione sarebbe la mancanza di prove, in quanto allo stato attuale delle conoscenze non è possibile determinare con certezza se l’esposizione alle sostanze nocive abbia inciso sulle patologie.

La PM La Placa ha altresì depositato gli studi dei professori Giancarlo Di Vella ed Enrico Pira su tale argomento. La CGIL di Vicenza si è opposta all’archiviazione, visto il danno rilevante patito dai lavoratori. I legali dei dipendenti che si sono costituiti parte civile, Edoardo Bortolotto e Lucia Rupolo, hanno impugnato la richiesta del PM La Placa.

Il GIP Roberto Venditti, dopo la discussione che si terrà nelle prossime settimane, dovrà prendere la decisione su questo delicato argomento. Il controesame del 15 settembre 2022, a cura dei difensori degli imputati, è stata l’occasione per il maresciallo Tagliaferri per ribadire che si operò per nascondere l’inquinamento, non certo sulla base di mancanza di conoscenza.

Infine, il dato storico: almeno dagli anni 70 tutti conoscevano l’esistenza di sostanze inquinanti nei terreni e nelle acque della MITENI Spa, senza che fosse fatto nulla per porvi rimedio. Si torna in aula il 29 settembre 2022. Nel frattempo, INCA CGIL fa sapere che delle 43 richieste presentate all’INAIL per malattie professionali, 19 sinora sono state accolte riconoscendo che il solo bioaccumulo di PFAS nel sangue è danno alla salute perché può favorire l’insorgenza di una serie di patologie correlate (Il Giornale di Vicenza del 8, 9 e 16 settembre 2022, Il Corriere di Vicenza del 10 settembre 2022).

4.4. Traffico illecito di rifiuti speciali scoperto dalla DDA di Venezia che coinvolge tante province venete.

La DDA di Venezia ha messo nel mirino 9 persone denunciate per un ipotetico traffico di rifiuti speciali che coinvolgerebbe 12 imprese tra Veneto, Friuli, Lombardia e Campania. L’accusa: smaltimento illecito di rifiuti fatto tramite la ricerca di capannoni industriali vuoti (abbandonati e degradati) in cui stipare pallet, pelli, PFU, plastiche e inerti. Un giro d’affari con profitti illeciti per 400.000 euro e ben 70 episodi di traffico illecito per un totale di 1.700 tonnellate di rifiuti. Due ditte, una di Brescia e una di Treviso, individuate come capo filiera della pratica illegale con 26 persone sotto inchiesta dalla Procura (trasportatori, imprenditori, manipolatori, ecc.).

I capannoni erano a Borgo Veneto (PD), Remanzacco (UD) e Monfalcone (GO), con la previsione di organizzare traffico e trasporto illegale verso l’est Europa. Il procuratore Cherchi ha comunicato che le misure cautelari erano state chieste il 30 novembre 2021 ed esitate solo il 13 agosto 2022 (9 mesi dopo) a causa della nota carenza di magistrati (GIP) del Tribunale Veneziano (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Mattino di Padova, La Nuova Venezia e La Tribuna di Treviso del 23 settembre 2022).

4.5. Il Comune di Adria (RO) annuncia un nuovo ricorso per il dramma Coimpo.

Il Comune si è costituito parte civile in tutti gli ambiti giudiziari sul dramma Coimpo, costato la vita a 4 operai. Il sindaco annuncia il ricorso in Cassazione avverso alla sentenza d’appello del cosiddetto “Coimpo bis”, filone che riguarda il traffico illecito di rifiuti posto in essere dagli amministratori della società. Il Comune vuole il risarcimento dei danni non solo ambientali, patiti a seguito dello sversamento di fanghi fuorilegge nei campi, ma come rifusione della bonifica dell’ex sito di trattamento rifiuti e dei danni di immagine. (Il Gazzettino di Rovigo del 24 settembre 2022).

4.6. Traffico di rifiuti a Rovigo, sequestro di 30 tonnellate di rifiuti speciali.

In due capannoni dismessi a Rovigo e a Badia Polesine (RO) i Carabinieri forestali di Rovigo hanno trovato materiale pericoloso (estintori, batterie, PFU, radiatori auto, elettrodomestici abbandonati) stipato per essere imbarcato per l’Africa. I prodotti venivano raccolti e conferiti abusivamente per pochi euro e imbarcati verso la Nigeria, con la complicità di un soggetto alla Dogana di Alessandria. Chiesto il rinvio a giudizio per 4 soggetti presunti responsabili del traffico illegale. La raccolta capillare per il territorio alimenta un mercato del riciclo in Africa (quando sono imbarcati con i container portano la documentazione di beni funzionanti e aiuti per i paesi in via di sviluppo) vietato per legge. Lo scopo è il recupero di metalli preziosi, per poi lasciare montagne di carcasse alle periferie delle città africane (Il Corriere del Veneto del 29 settembre 2022).

4.7. Rifiuti da Vicenza portati per anni nei boschi sloveni. Indagato un faccendiere per smaltimento illecito.

Giorgio Lovato di Arzignano, persona già nota alle forze dell’ordine per vari reati fiscali e tributari con varie condanne anche recenti passate in giudicato, avrebbe - in combutta con altri 8 sodali (la maggioranza veneti) - organizzato il seppellimento all’estero di scarti di conceria di 2.000 tonnellate in pochi anni. Lo smaltimento illegale riguardava rifiuti speciali, tra cui pellami, gomma e plastica. I Carabinieri del nucleo tutela ambientale hanno consegnato ai 9 indagati le misure cautelari disposte dalla Procura per traffico illecito di rifiuti. Agli inquirenti risulta che la quantità di merce smaltita illecitamente (pratica diffusa da decenni) sarebbe ingentissima. In corso gli accertamenti per risalire alle imprese che utilizzavano la banda per liberarsi di scarti di lavorazioni a un prezzo molto più basso rispetto al regolare smaltimento (Il Giornale di Vicenza del 29 settembre 2022).

***

5) Pubblica Amministrazione (corruzione, danni patiti, peculato, truffa).

5.1 Truffa dei fondi COVID, disposto sequestro da 500.000 euro a Rovigo.

La Guardia di Finanza di Adria (Ro) scopre la cooperativa ittica (tale Hacab) fittizia a Taglio di Po. Disposta la denuncia per 6 presunti truffatori e il sequestro cautelativo di beni per 500.000 euro. Arresto ai domiciliari per la presunta mente della truffa, un cittadino di Chioggia. La truffa: indebita riscossione di contributi statali COVID 2020, dati alle imprese per superare l’emergenza economica. La Hacab non ha presentato dichiarazioni dei redditi dal 2019, priva di dipendenti e di apparato commerciale, gestita da una compagine di prestanome, aveva presentato un bilancio falso per mettere le mani sui contributi statali puntualmente ricevuti per 450.000 euro. I contributi incassati sarebbero stati distratti, lasciando una scia di creditori italiani e stranieri truffati (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 31 agosto 2022).

5.2 Indagine sul superbonus per il Consorzio trevigiano di Casa Zero. Chiesta la cassa integrazione per 140 lavoratori.

Il Consorzio, con sede a Nervesa della Battaglia, ha subito il sequestro di 8,2 MLN di euro a fronte di 24 MLN di euro che la Procura ritiene siano stati fatti sparire (7 milioni di euro di crediti e 1,2 milioni di euro di liquidità nei conti correnti bancari). Si tratterebbe di truffa ai danni dello Stato attraverso il superbonus del 110%.

Il Consorzio dà lavoro a 138 dipendenti diretti per i quali la Fillea CGIL ha chiesto all’INPS la Cassa integrazione (i lavoratori avanzano gli ultimi due stipendi da luglio 2022). Alberto Botter, fondatore e amministratore di fatto del Consorzio, Fabio Casarin, legale rappresentante della società, Massimiliano Mattiazzo, libero professionista con il compito di asseverare, sono accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato perché avrebbero ricevuto indebitamente gli anticipi del primo e secondo stato di avanzamento dei lavori (SAL), senza che le opere avessero raggiunto le percentuali stabilite per ottenerle, ossia il 30 e il 60% dei lavori fatti.

Botter e Casarin sono anche accusati di autoriciclaggio. I 3 indagati lanciano segnali positivi all’indirizzo di clienti e fornitori asserendo che stanno ricercando sul mercato nuovi partner e liquidità. La lettera, inviata ai clienti ai primi giorni di settembre, comunica trattative a buon punto per disporre di nuova liquidità e di nuovi partner per la conclusione dei cantieri commissionati, è stata acquisita agli atti del fascicolo della Procura e della guardia di Finanza.

Il Tribunale del Riesame ha respinto la richiesta del Consorzio di dissequestro. Si sommano tre situazioni parimenti delicate di preoccupazione: clienti per la conclusione dei cantieri commissionati; fornitori per il pagamento dei beni venduti; lavoratori per la continuità occupazionale.

L’incontro in Regione all’unità di crisi del 13 settembre 2022 ha permesso di apprendere che alcuni lavori sono stati affidati a un’impresa edile di San Donà di Piave, per non perdere le commesse, e che si dovrebbe avere la presentazione di un nuovo piano industriale con la ricerca di nuovi imprenditori e il riavvio dell’attività produttiva. La Procura, nel frattempo, ha allargato l’inchiesta ed elevato una nuova accusa agli indagati di ricettazione, in quanto risultano appena 4 operai a libro paga per oltre 200 cantieri.

Le carte dell’inchiesta contengono ulteriori accuse: tra cui lavori asseverati prima che andassero in subappalto; crediti vincolati al superbonus usati per operazioni finanziarie della capogruppo Gruppo Zero Spa, peraltro in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa delle somme distratte; certificazioni SAL false in quanto si riferiscono a opere non ancora avviate. La Guardia di Finanza, su richiesta della Procura, ha analizzato tutti i numeri della situazione aziendale, trovando nuove conferme sull’uso del denaro, sul ginepraio societario e sui lavori in appalto. Casa Zero ha disposto la restituzione di alcuni crediti ai clienti e chiesto, in vista della scadenza dei termini del superbonus (30 settembre 2022), di installare i ponteggi.

Lungi dal rappresentare una certezza sui lavori, queste due misure si configurano come tentativo di occultare il reato per l’Agenzia delle Entrate. I Committenti, per evitare l’accusa di correità, devono quanto prima fare la denuncia della nuova situazione (non possono rifiutare i ponteggi, nonostante abbiano depositato formale denuncia per truffa), in quanto la società è titolare di un contratto di lavori. Sul via dei lavori i clienti sono scettici, nel mentre continua l’esodo dei dipendenti da 3 mesi senza stipendio (e per ora anche senza cassa integrazione).

La società ha presentato richiesta di dissequestro degli 8 milioni di euro (destinati a salire a 24 ML di euro della società e degli amministratori) in Cassazione, ma i tempi non saranno di certo brevi. A Treviso si sono concentrate in questi mesi alcune truffe colossali sul superbonus, tra cui quella del Consorzio SGAI di cui in questi giorni è sparito pure il sito web. Quasi 200 MLN di euro truffati a fornitori e committenti, tra cui molti trevigiani lo scandalo del Consorzio SGAI (La Tribuna di Treviso del 31 agosto 2022 e dell’8 settembre 2022, Il Gazzettino e la Tribuna di Treviso del 13 settembre 2022, Il Gazzettino del 14 settembre 2022, La Tribuna di Treviso del 15, 16, 22, 23 settembre 2022; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino a la Tribuna di Treviso del 24 settembre 2022; La Tribuna di Treviso del 28 settembre 2022; Il Gazzettino del 4 ottobre 2022).

5.3 Corruzione all’Agenzia delle entrate di Venezia. Sentenza di 635.000 di danno erariale a carico dell’ex funzionario infedele.

Francesco Cotticelli, finito agli arresti domiciliari nel 2018 dopo la condanna penale (patteggiamento) di 2 anni per corruzione, ora riceve il conto della Corte dei Conti del Veneto per danno erariale, danno di immagine e disservizio nella PA. Le mazzette erano pagate dal commercialista di Chioggia Augusto Sartore per conto delle imprese ittiche del territorio, come Acquachiara Srl, Alles Fish e Davimar. Il sistema prevedeva controlli addomesticati e verifiche fiscali “alleggerite” in cambio di soldi e regalie. La Corte dei Conti ha contestato al soggetto anche di fare parte di una loggia massonica, contravvenendo all’obbligo di informare la PA. Avendo già versato 17.000 euro ai tempi del processo penale, la cifra da pagare all’Agenzia delle Entrate è di 635.000 euro, per tanta parte danno subito dalla PA per tasse non pagate. Il soggetto può presentare appello (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 31 agosto 2022).

5.4 Caso Hotel Palladio di Venezia, IPAV cancella i contratti finiti nel mirino di ANAC.

Accordo privato tra i legali delle parti dopo i rilievi ANAC sulla durata dei contratti (60 anni) e sulla assegnazione senza gara. L’hotel Palladio alla Giudecca sarà dato in affitto al gruppo LOV del magnate francese “solo” fino al 2044 e non fino al 2079 (30 e non 60 anni!). La decisione è del Consiglio di Amministrazione della IPAV riunitasi il 5 settembre 2022, proprietaria del complesso. Stracciati i contratti firmati nel 2019, restano in vigore “solo” quelli firmati nel 2017 con il mantenimento dei benefici economici per l’ente (maggiore canone e indennizzo). Il CdA di IPAV ritiene che rinegoziare i contratti rientri nelle proprie prerogative.

Il consigliere comunale del PD Paolo Ticozzi, che aveva presentato l’esposto all’ANAC che diede il via all’indagine, comunica che dopo la lettura dell’intesa privata si riserva di presentare un nuovo esposto per la mancanza della gara, nel frattempo chiede che IPAV venga a relazionare in Comune, visto che si tratta di un bene pubblico comunale. Nel frattempo, la nomina nella Fondazione Venezia Servizi, braccio operativo di IPAV, di Giancarlo Ruscitti è giudicato da parte delle federazioni sindacali di Cisl e Uil del settore come un tentativo positivo di superare la crisi dell’ente benefico veneziano (Il Corriere del Veneto e Il Gazzettino del 6 settembre 2022; Il Corriere del Veneto e La Nuova Venezia del 7 settembre 2022).

5.5 Condannato l’impiegato comunale di Masi (PD) per il furto di 125.000 euro.

L’ex funzionario dell’ufficio servizi finanziari ed economici del Comune di Masi, Paolo Toschetti, è stato condannato in udienza preliminare dal Tribunale di Rovigo il 14 settembre 2022 (rito abbreviato) a 4 anni e 4 mesi per peculato (giudice Pietro Mondaini) e al risarcimento di 125.000 euro al Comune. Il soggetto, arrestato nell’ottobre 2020, era stato oggetto di un sequestro di 11 conti correnti e 4 immobili, per l’accusa di 172 operazioni sospette tra il 2016 e il 2019 ai danni del Comune.

A luglio 2019 Toschetti era andato in mobilità al Comune di Cartura (PD). Il grosso dell’ammanco, circa 115.000 euro, grazie a 23 bonifici del Comune al suo conto corrente bancario con la dicitura “dipendenti del Comune” motivandoli con la necessità di corrispondere arretrati. Peccato che stipendi extra non dovuti e rimborsi spese mai sostenute finissero sul suo CCB a danno del Comune (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 15 settembre 2022).

5.6 Altri 7 indagati a Padova per l’autodichiarazione del Reddito di Cittadinanza.

I soggetti, tutti stranieri, sono stati scoperti grazie ad accertamenti campione della Guardia di Finanza. L’accusa è la solita: mancanza dei requisiti richiesti a detta del PM Roberto D’Angelo. Congelato il contributo di migliaia di euro ai 7 soggetti e avviata l’attività giudiziaria. Solo lo scorso luglio, il PM Sergio Dini aveva avviato un analogo procedimento contro 20 soggetti titolari del RdC (Il Mattino di Padova del 20 settembre 2022).

5.7 Tangenti MOSE, confiscato il vitalizio dell’ex assessore regionale Chisso.

ùA otto anni dall’arresto e dal patteggiamento (30 mesi e 20 giorni di carcere scontati) è continuata la caccia ai 2 milioni di euro che l’assessore deve allo Stato. Nel settembre 2018 una prima confisca, dopo un contenzioso, di 279.000 euro di ratei ancora da erogare del trattamento economico dovuto all’ex assessore regionale dalla Regione Veneto. Ora una nuova confisca direttamente al Consiglio Regionale del Veneto di 332.000 euro del vitalizio da consigliere regionale. In questo modo sono stati sinora confiscati 625.000 euro dei 2 Milioni attesi. Complessivamente, sono 58 milioni di euro quelli rientrati nelle casse dell’erario. Sono tuttora aperte rogatorie dalla Svizzera a Dubai per il recupero delle somme della corruzione dell’infrastruttura veneziana (Il Giornale di Vicenza, Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 22 settembre 2022).

5.8 Inchiesta sul concorso dirigente dei Lavori Pubblici in Comune a Padova, la Procura chiede 2 condanne.

Il 21 settembre 2022, si è svolta l’udienza in Tribunale a Padova per il concorso del 2019 di dirigente tecnico del settore Lavori Pubblici del Comune di Padova. Il PM Sergio Dini, al termine della requisitoria, ha chiesto una condanna a 8 mesi ciascuno per Emanuele Nichele e Antonio Greco, professore universitario e componente collegio giudicante.

Si sarebbero macchiati, secondo la Procura, di abuso d’ufficio in concorso, falsità ideologica e rivelazione dei segreti d’ufficio continuata in concorso, mentre è caduta l’accusa di corruzione per insufficienza di prove. L’inchiesta è partita da due esposti anonimi, uno inviato alla Procura e uno a ANAC. Il vincitore del concorso Emanuele Nichele, a detta della Procura, era titolare di un rapporto di lungo termine di tipo professionale e amicale con l’avvocato Antonio Greco della commissione giudicatrice. La mancata comunicazione da parte del professore Greco di tale situazione di incompatibilità e inconferibilità sta alla base del procedimento. Il prossimo 5 ottobre la tesi delle difese e forse la sentenza (Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 22 settembre 2022).

5.9 Condannati i vertici di Padova Tre per la tassa mai versata alla Provincia di Padova.

La sentenza della Corte dei Conti del Veneto condanna Egidio Vanzetto, Simone Borile e Stefano Chinaglia a pagare 3,5 MLN di euro per il mancato versamento alla Provincia della TAP dal 2010 e fino al 2015. I 3 sono stati giudicati pienamente consapevoli della responsabilità di omettere il versamento di tale importante entrata per le casse della Provincia. Nel 2017 scoppia il bubbone con un buco gestionale di oltre 30 MLN di euro, tra cui anche i mancati versamenti di 3,5 MLN di euro alla Provincia per la tassazione ambientale (riscossa in bolletta). I soldi alla Provincia dovevano essere versati e non usati in altri modi dai responsabili di Padova Tre. La Corte dei Conti ha respinto la pretesa dei 3 condannati di attribuire la responsabilità all’ente provincia che non ha mai chiesto i soldi. Disposto il pignoramento del sequestro conservativo dei beni del Vanzetto ex amministratore di Conselve (PD), fatto nel 2018 (Il Mattino di Padova del 23 settembre 2022).

***

6) Droga (narcotraffico, spaccio di grosse quantità, situazioni di allarme sociale).

6.1. Bazar della droga nel garage a Padova.

Trovati 70 chili di marijuana, 5 chili di hashish, 228 grammi di cocaina, 90 chili di liquido contenenti principi attivi della cannabis, in un garage nella città del Santo. Il cinquantenne arrestato era il sodale in affari di un altro soggetto arrestato il 18 luglio 2022 per una piantagione di 3.000 piante di canapa indiana (a ridosso dell’A4 a Vigonza) e 113 chili di marijuana. In corso accertamenti sulle capacità patrimoniali dell’arrestato ai fini della confisca di beni e soldi di provenienza illecita. Le indagini, come è noto, erano partite dal ritrovamento di pacchi di droga provenienti dalla Spagna e bloccate all’aeroporto di Venezia (Il Corriere del Veneto del 28 agosto 2022).

6.2. Coltivava cannabis a Giacciano con Barucchella (RO).

L’agricoltore è stato arrestato con 200 piante, infiorescenze da hashish e marijuana, e 12.000 euro in contanti. Con tutta probabilità aveva ritenuto più conveniente questa coltivazione a quella in sofferenza, causa siccità, del mais. I Carabinieri di Trecenta e Castelmassa lo hanno arrestato e il Tribunale di Rovigo ha convalidato l’arresto il 26 agosto 2022. Il soggetto è accusato anche di spaccio (Il Corriere del Veneto del 28 agosto 2022).

6.3. Maxi deposito di droga a Brusegana (PD), in cella amministratore di condominio.

Carlo Orlando deteneva 164 chili di droga in due garage, trovati dalle forze dell’ordine. La difesa davanti al GIP Maria Luisa Materia è stata: “non è roba mia” ma di Inglese, in carcere per la vicenda delle 3.000 piante di cannabis trovate lungo la A4 a Vigonza (PD). La GIP ha convalidato l’arresto chiesto dal PM Benedetto Roberti della procura patavina. Carlo Orlando ha acceso i riflettori sull’omicidio irrisolto di Andrea Guarniero, ucciso nelle Filippine il 28 marzo 2019. (Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 30 agosto 2022).

6.4. Arrestato trafficante di cocaina a Treviso.

La squadra mobile di Treviso ha bloccato in strada Ovest in città l’auto di un cittadino domenicano con a bordo mezzo chilo di cocaina (44 ovuli) e 11.000 euro in contanti. La polvere bianca trovata nella vettura valeva 40.000 euro. Per una serie di circostanze la Polizia ritiene che si tratti di un narcotrafficante impegnato a rifornire alcune piazze dello spaccio venete (La Tribuna di Treviso del 30 agosto 2022).

6.5. Richiesta di rinvio a giudizio per la banda della cocaina con sede a Montagnana (PD). In 20 a processo.

Si è conclusa la lunga inchiesta sul traffico di stupefacenti tra la Bassa Padovana, il vicentino, il polesine e la Lombardia. Sono almeno 50 gli episodi di spaccio contestati al gruppo, risalenti agli anni 2013-2014. Ne facevano parte alcuni notissimi pregiudicati, in passato vicini alla Mafia del Brenta. Il capo indiscusso è Giovanni Melato, residente ad Arquà Petrarca (PD) ma con residenza a Crocetta di Badia Polesine (RO). IL PM Benedetto Roberti ha disposto la chiusura delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio per il sodalizio della cocaina spacciata a chili (Il Gazzettino e il Mattino di Padova dell’8 settembre 2022).

6.6. Spaccio di Droga a Rovigo in ristoranti e pizzerie. Nei guai due titolari di locali e un cuoco.

La gang, composta in prevalenza da cittadini albanesi, riforniva gli esercenti polesani che rivendevano in proprio gli stupefacenti. Il sequestro della Polizia a Villa Bartolomea (VR) di oltre 2 chili di cocaina, altre droghe e tutto l’occorrente per la fabbricazione delle dosi. Il valore della droga sequestrata sino a 200.000 euro. I locali rodigini interessati al traffico e allo spaccio sono: la pizzeria la Rotonda a Rovigo; pizzeria 7 Moli a Polesella; ristorante La Vidara a Mazzorbo sinistro ad Adria. Locali chiusi e titolari arrestati. Arrestati anche i 3 trafficanti, tra cui Sokol Hoxha ritenuto il capo della cosca albanese. Tra misure cautelari e arresti domiciliari, indagati anche parecchi cittadini italiani (sequestro di contanti nell’operazione). I locali suddetti venivano riforniti ciascuno di 1 etto di cocaina a settimana. In Tribunale di Rovigo, il 16 settembre 2022, l’udienza di convalida di 3 misure cautelari. (Corriere del Veneto del 17 settembre 2022).

6.7. Trovato con 10 chili di cocaina in casa, patteggia a Vicenza 5 anni di carcere.

Bloccato in auto con 24.000 euro in contanti dalla Guardia di Finanza, non è riuscito a giustificare la provenienza della somma. Disposta la perquisizione domiciliare, sono stati scoperti, al cittadino albanese Jorlando Lamaj, residente a Lonigo (VI), 10 chili di cocaina. Il GUP Nicolò Gianesini, nell’udienza del 14 settembre 2022, ha disposto - su richiesta di patteggiamento del legale difensore - 5 anni di carcere e la confisca di 119.000 euro di somme già sequestrate nella disponibilità dell’imputato, il pagamento della sanzione di 20.000 euro. (Il Giornale di Vicenza del 16 settembre 2022).

6.8. La banda delle rapine e della droga finisce in manette a Padova.

La pista, dopo una rapina nella città del Santo, portava a 3 nomi di pregiudicati, tra cui un componente della mala del Brenta. La squadra mobile, dopo numerosi pedinamenti, ha compiuto il blitz e gli arresti il 23 settembre 2022. Trovati in tre garage insospettabili, alla Guizza e all’Arcella: armi, munizioni e droga. Trovata, nell’abitazione di uno degli arrestati, una serra per la coltivazione di marijuana, oltre a cocaina ed eroina (100 grammi) (Il Corriere del Veneto del 24 settembre 2022).

6.9. Processo per droga a Verona per operazione “Fortino”, chiusa con 4 condanne e 3 patteggiamenti.

L’organizzazione operava tra la città e la Valpolicella, con al centro del traffico e spaccio un bar di Fumane (VR), dove sono stati accertati almeno 7.000 scambi di cocaina per un valore di mezzo milione di euro. La maxinchiesta della Procura Veronese (PM Alberto Sergi) si è chiusa con 22 anni complessivi di carcere in Tribunale a Verona il 21 settembre 2022 (GUP Maria Cecilia Vitolla) per i 7 imputati (L’Arena del 22 settembre 2022).

6.10. Un chilo di droga in casa a Vicenza. Arrestato giovane cittadino albanese.

Il giovane, irregolare in Italia, è stato trovato con un chilo di droga tra marjuana e cocaina durante una perquisizione dei Carabinieri, che avevano ricevuto una segnalazione. Sequestrati oltre alla droga, anche 210 euro provento di spaccio (Il Giornale di Vicenza del 23 settembre 2022).

6.11. Nascosti in casa a Mestrino (PD) 25 chili di marjuana, arrestato operaio.

La perquisizione domiciliare dei Carabinieri ha fatto trovare 25 chili di “erba” nascosta in vari punti dell’abitazione e documenti d’identità rubati. Arrestato l’operaio incensurato e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 29 settembre 2022).

6.12. Fiumi di droga in arrivo a Vicenza da Belgio e Olanda. In manette un grossista su disposizione della Procura di Trento.

Vasta operazione, denominata indagine “Aquila Bianca”, della Procura di Trento con la collaborazione sia italiana sia estera per grossi quantitativi di cocaina ed altro stupefacente. 38 persone arrestate, tra cui un giovane cittadino marocchino residente a Lonigo (VI). Gli indagati devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere e traffico e spaccio. Sequestrati nell’operazione quasi 30 chili di sostanze, 32.000 euro in contanti e un orologio di lusso. La droga veniva piazzata soprattutto nei mercati dell’Alto Garda e del Basso Sarca. (Il Giornale di Vicenza del 29 settembre 2022).

***

7) Evasione fiscale e frodi fiscali (solo casi rilevanti!)

7.1. Il caso dei 100 milioni di euro in criptovalute spariti della New Financial Tecnology tra Veneto e Dubai.

Al centro della frode 3 uomini (Christian Visentin di San Fior (TV), l’avvocato romano Emanuele Giulini e Mauro Rizzato) e un algoritmo che consentiva, a detta dei proponenti, rendimenti mensili certi del 10%. Migliaia di persone (soprattutto veneti) hanno affidato al trio, a quanto si dice, non meno di 100 MLN di euro.

In questo mese, come sovente capita in casi simili, la comunicazione che non sarà pagata la cedola di luglio 2022, cosa che ha fatto emergere anomalie e sospetti sulla destinazione del denaro raccolto e investito in bitcoin. Che si tratti di investimenti sbagliati o denaro sparito, il succo non cambia: sulle criptovalute i soldi degli investitori non ci sono più.

La Guardia di Finanza, dopo le prime denunce, ha aperto un dossier di indagini. Sono spariti i soldi di almeno 4.000 clienti della Finanziaria NFT. Le procure di Pordenone e Treviso, che hanno raccolto le prime denunce, hanno dato il via alle perquisizioni nelle abitazioni dei 3 indagati, ed ipotizzano i reati di truffa aggravata e di esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria. I clienti erano attirati millantando affari con star e ricchi arabi e ostentando tutti i simboli della ricchezza.

Altri veneti (promotori finanziari) entrano nell’inchiesta in qualità di indagati, dopo le denunce delle vittime, e sempre più lo schema appare un colossale modello Ponzi con oltre 6.000 truffati tra privati e imprese del nord Italia e Svizzera, con cifre della truffa comprese tra 100 e 400 milioni di euro. (Il Corriere del Veneto del 12, 13, 18 e 20 agosto 2022).

7.2. Cittadinanza in Antartico, ovvero la truffa per 700 creduloni che volevano evadere le tasse.

La Digos di Catanzaro, con l’operazione “L’isola che non c’è”, ha eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari per altrettante persone per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio e riciclaggio. A capo dell’organizzazione un ex generale della Guardia di Finanza, presunto ideatore della truffa del “Sovrano Stato Antartico di San Giorgio”. Il gruppo dei presunti truffatori aveva al vertice dell’organizzazione il pregiudicato padovano Giuliano Santaron di Borgoricco. Per l’acquisto della cittadinanza di questo stato il costo era tra i 700 e i 1.000 euro. Uno stato dove si paga “solo” il 5% di tasse e non esiste l’obbligo di vaccinazione. Tra gli arrestati, un altro veneto: Manuel Casara di Malo (VI). Le vittime, molti veneti, venivano reclutati in ambienti no vax, no mask, complottisti in generale (Il Corriere del Veneto del 19 agosto 2022).

7.3. Il finto broker Gaiatto, la Cassazione conferma la condanna a 10 anni di carcere.

Il finto broker aveva convinto tremila persone a investire nel Forex (truffa della Venice Investiment Group), raccogliendo in soli 2 anni oltre 72 ML di euro. Prometteva un 10% di interessi ogni 3 mesi e per la prima fase (classico sistema Ponzi) le cose erano andate bene. Poi i soldi delle vittime sono spariti. Arrestato a settembre 2018 Fabio Gaiatto, attivo tra Portogruaro e la Slovenia, implicato anche in una vicenda di recupero violento dei soldi della camorra, ha visto il crollo del castello messo in piedi. La Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa dopo la discussione e ha decretato l’atto finale del processo (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 31 agosto 2022).

7.4. Crac Velo di Altivole (TV), il PM chiede 16 anni di reclusione.

In aula, il 6 settembre 2022, il PM ha chiesto 13 anni per i Velo, 6 anni e 6 mesi di carcere ciascuno per padre Antonio e la figlia Loretta, e 3 anni e 4 mesi per il loro presunto braccio destro Luca Bacchiega. Le accuse: evasione fiscale, truffa, estorsione. Parte civile Marco Rossini, ex compagno della Velo. Vicenda assai complessa e ricca di colpi di scena, culminata con il fallimento della società che si occupava di macchinari per il settore vinicolo. Il sistema si è alimentato con fatture false per operazioni inesistenti per 26 milioni di euro. Il nucleo PEF della Guardia di Finanza avviò indagini nel 2012 sulla veridicità di 11 contratti di leasing per l’acquisto di macchinari per 5,5, MLN di euro. Ne risultò l’accusa di frode e reati fiscali. Bacchiega accusato di essere “l’esattore” che minacciò il manager Rossini per ottenere 2,8 MLN di euro. Sentenza attesa per il 15 novembre 2022 (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 7 settembre 2022).

7.5. Bancarotta fraudolenta alla GIRAT Costruzioni di Nervesa. Il titolare condannato a 2 anni.

Il 6 settembre 2022 è stata emessa la sentenza nei confronti di Michele Vallese di Nervesa della Battaglia (TV), titolare dell’impresa di costruzioni Girat, azienda fallita nel 2013. Il buco all’epoca stimato in 2 MLN di euro. I reati contestati e oggetto della condanna sono: bancarotta fraudolenta e bancarotta per distrazione. Il buco con l’erario ammontava a 3 MLN di euro (La Tribuna di Treviso del 7 settembre 2022).

7.6. Frode con i metalli ferrosi a Chiampo (VI). Titolare impresa arrestato.

La Guardia di Finanza e i Carabinieri hanno eseguito 27 misure cautelari in tutta Italia per associazione a delinquere finalizzata a evasione e riciclaggio. Si tratta di una maxi frode fiscale compiuta con fatture false per operazioni inesistenti, che servivano a nascondere gli acquisti in nero di materiale ferroso e la successiva restituzione in contanti. L’indagine della Procura di Brescia, avviata nel 2019, ha messo in moto sequestri per 93 MLN di euro. Agli arresti domiciliari Federico Boschetto di Chiampo e altri due indagati a Vicenza fra Montecchio e Montebello. Il centro dell’associazione a delinquere nel bresciano, con operazioni home banking su conti correnti esteri in particolare Cina e Hong Kong. Per la procura sono stati trasferiti all’estero non meno di 230 MLN di euro. Ora i soggetti arrestati e indagati potranno farsi interrogare per chiarire la loro posizione (Il Giornale di Vicenza del 8 settembre 2022).

7.7. Frode all’erario con crediti IVA fasulli a Cassola (VI).

La Guardia di Finanza ha scoperto una pesante frode all’erario con false fatture per operazioni inesistenti. Nel mirino i vertici di una società (ATS elettroforniture srl), che avrebbe simulato l’acquisto di ingenti quantità di elettrodomestici senza però pagare le imposte. Oltre 2 MLN di euro di acquisti, subito fatti figurare come rivenduti in Slovenia. Il PM Corno ha chiesto ed ottenuto dal giudice Venditti del Tribunale di Vicenza un decreto di sequestro per mezzo milione di euro. I 3 indagati titolari dell’impresa, Giovanni Pasini, Massimo Padrin e Vincenzo Gentile, avranno modo di presentare ricorso al Tribunale del Riesame per chiarire la propria posizione e tentare il recupero dei beni sequestrati.

7.8. Frode carosello da 260 milioni di euro, manager padovano indagato.

Il manager padovano è coinvolto nella maxi inchiesta della Guardia di Finanza di Milano sulla frode carosello da 260 MLN di euro nel settore della Grande Distribuzione Organizzata (GDO).

La sua società di trading raggiunta da un provvedimento di sequestro per 2 MLN di euro, corrispondente alle imposte evase. Inoltre, emessa un’interdittiva che vieta al soggetto di esercitare attività d’impresa. Nella stessa inchiesta, indagato a piede libero un vicentino con un sequestro di 6 MLN di euro della sua società. L’inchiesta riguarda 13 soggetti raggiunti da provvedimenti cautelari, 9 arresti domiciliari, 7 società giuridiche. L’accusa: associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale tramite dichiarazioni fraudolente, uso di fatture false per operazioni inesistenti per 1,8 MLD di euro, omesse dichiarazioni e produzione documentazione per operazioni fantasma. Le 15 società gestite dagli indagati, tra cui figurano i gruppi Auchan e Carrefour, si sarebbero resi protagonisti di tali operazioni coinvolgendo sino a 12 paesi europei. Implicati i nomi di vertice della GDO nei sequestri preventivi di 260 ML di euro per imposte evase. In corso perquisizioni in tante province del nord Italia, tra cui Padova e Vicenza (Il Gazzettino e il Sole 24 ore dell’8 settembre 2022).

7.9. Dieci milioni di euro di fatture false nel settore dell’abbigliamento a Lusia (RO). Disposto maxi-sequestro.

Frode fiscale da parte di un’azienda di abbigliamento a Lusia porta al sequestro di beni per 1,3 MLN di euro. Coinvolti 2 polesani e un cittadino cinese. Al centro un carosello di fatture false per operazioni inesistenti, tramite società cartiere presenti in Polesine e nel ferrarese. Le indagini coordinate dal procuratore capo di Rovigo Sabrina Duò e dal sostituto Valera Motta sono partite nel 2020 e hanno portato ai 3 indagati e al sequestro attuale (Il Corriere del Veneto del 9 settembre 2022).

7.10. Bancarotta per il terreno dell’impianto GPL a Chioggia (VE), i due titolari davanti al GIP.

Indagini chiuse sui fratelli Giorgio e Roberto Costa, titolari della Costa petroli: processo fissato per il 6 dicembre 2022. Il crac della Costa petroli, società di commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, dichiarata fallita nel 2015 con un passivo di oltre 6,5 MLN di euro, al centro dell’udienza in Tribunale a Venezia il 14 settembre 2022. La Procura (PM Stefano Buccini) ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio dei fratelli Costa per bancarotta fraudolenta per distrazione, sulla base della relazione del curatore fallimentare mestrino Andrea Martin. Il procedimento riguarda la cessione dell’area per 200.000 euro su cui era stato progettato il deposito costiero di gas, al centro di vivaci contestazioni della cittadinanza chioggiotta. L’accusa ai Costa: avrebbero svenduto l’area a un’azienda di famiglia (Costa bioenergie) per cederla a Socogas Spa ad un valore monstre (oltre 3 ML di euro) sottraendo in tale modo beni e soldi ai creditori del fallimento. L’Unesco chiede nel frattempo lo smantellamento del deposito di GPL nella laguna di Venezia entro il 1° dicembre 2022 (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 15 settembre 2022).

7.11. Maxi evasione per 600 milioni di euro su IVA dei carburanti a Vicenza. Nove misure cautelari.

Iva evasa attraverso un giro di fatture false per operazioni inesistenti per circa 600 MLN di euro, grazie alle solite società cartiere. Il sistema, con epicentro nel vicentino con due depositi a Sossano (VI) e Villadose (RO), permetteva lauti guadagni a tutta la filiera criminale composta da 9 sodali. Disposto dalla Procura berica un sequestro per 100 ML di euro di beni (32 immobili intestati anche a società estere, 3 auto, 350.000 euro). Presunto capo della cricca: il padovano con residenza in Croazia Murphy Sabounjian, amministratore della società Almi Srl di Sossano.

La tecnica sempre la stessa: triangolazioni estere per far perdere le tracce dei soldi evasi al fisco italiano. Il carburante esente IVA era venduto tramite le cosiddette pompe bianche compiacenti e interessate alla scontistica dovuta alla frode (Il Gazzettino, Il Giornale di Vicenza, Il Mattino di Padova e La Nuova di Venezia del 23 settembre 2022; Il Corriere del Veneto del 25 settembre 2022).

7.12. Truffa e speculazioni sulle mascherine anticovid 19. Confiscati a Verona 3 milioni di euro.

Nei guai per false fatture per operazioni inesistenti sono finite cinque società operanti in Veneto e in Lombardia. La Guardia di Finanza ha effettuato un maxi sequestro nel 2020 di DPI venduti illecitamente, con ricarichi anche del 400% grazie all’ondata pandemica. Ora, dopo gli accertamenti, su richiesta della Procura di Verona è stato scovato il complesso sistema di evasione fiscale di imprenditori veneti e lombardi operanti nel settore commerciale dei materiali ferrosi. Tra le attività a fini di lucro, dunque, anche i DPI anticovid e le varie attività di riciclaggio e autoriciclaggio. La Procura veronese ha disposto un sequestro preventivo per 3 milioni di euro (L’Arena del 27 settembre 2022).

7.13. Tre condanne in Tribunale a Vicenza per una maxi evasione fiscale.

Sono finiti a processo gli amministratori di società che producevano false fatture per operazioni inesistenti nella zona scledense. 12 soggetti in aula rinviati a giudizio e 3 condanne (rito abbreviato), confisca di beni per quasi 1,4 MLN di euro con al centro dell’inchiesta la ditta ALMA srl con sede a Piovene Rocchette (VI), attiva nel settore meccanico. L’udienza preliminare davanti al giudice Mantovani (PM Hans Blattner) si è avvalsa dell’indagine della Guardia di Finanza di Schio (VI) (Il Giornale di Vicenza del 27 settembre 2022).

7.14. Frode fiscale da 80 milioni di euro a Rovigo. La Procura chiede il giudizio per 13 soggetti, di cui 9 veneti.

La Procura di Rovigo (PM Sabrina Duò) accusa il sodalizio di associazione a delinquere per evasione dell’IVA, fatture false e autoriciclaggio. Le 3 presunte menti della truffa tutti del Delta del Po (RO), con attività nel commercio delle automobili e delle bevande. I fatti contestati tra il 2016 e il 2019, con società cartiere esistenti solo ai fini di far perdere le tracce dei soldi dovuti all’erario. Una delle presunte menti: il commerciante adriese Paolo Zanellato, che ha scelto il rito abbreviato con udienza a novembre 2022 (Il Corriere del Veneto del 27 settembre 2022).

7.15. Processo a Vicenza per evasione fiscale, terminato con 2 condanne e confisca di beni per oltre 1 milione di euro.

Erano accusati di aver emesso fatture false per operazioni inesistenti per alcuni milioni di euro tra il 2010 e il 2012. In Tribunale a Vicenza il 28 settembre 2022 (PM Silvia Golin, GIP Massimo Gerace) sono stati condannati Umberto Martini, titolare della MP Pellami Srl di Trissino (VI), a 3 anni di reclusione e Haripal Suman, titolare delle società Costa del Sol Srl e Nuova Delhi, a 1 anno e 8 mesi di reclusione. Disposta una maxi confisca sui beni dei due condannati per oltre 1 milione di euro (Il Giornale di Vicenza del 30 settembre 2022).

I commenti dei lettori