Assalto alla casa del dottor Pallaoro: ecco il piano dei banditi che stava per scattare
Una vedetta con binocolo avrebbe dato il via agli altri grazie a ricetrasmittenti. Il chirurgo plastico racconta i giorni della paura: «Mesi difficili, voglio dimenticare»
alice ferretti
Una vedetta, appostata con un cannocchiale su una roccia, con un’ampia visione della villa e dei suoi accessi, doveva tenere sotto controllo l’area e soprattutto indicare agli altri quando il dottore stava per uscire di casa e quindi quando entrare in azione. Per comunicare avrebbero utilizzato delle ricetrasmittenti.

È uno dei dettagli emersi nel corso delle indagini della Squadra Mobile riguardo alla pianificazione della rapina nella villa di Teolo del noto chirurgo estetico Carlo Alberto Pallaoro. Paicu, insieme ad un 30enne suo connazionale, arrivato appositamente dalla Moldavia e da lui ospitato nella sua casa di via Tito Strati, laterale di via Sorio, tenevano sotto controllo la villa ormai da settimane.
Facevano continui sopralluoghi, studiavano gli orari del professionista e della moglie, lo pedinavano addirittura fino al posto di lavoro. Sapevano quando era presente la vigilanza e quando nella lussuosa dimora non c’era nessuno.
Conoscevano le persone che frequentavano la casa e la famiglia Pallaoro, le riconoscevano perfino dall’automobile quando arrivavano davanti al grande cancello della villa.
L’arresto di Paicu insieme ad alcune perquisizioni, hanno permesso di sventare una rapina che era programmata proprio per questi giorni e che, visti i precedenti, avrebbe potuto essere anche molto violenta.
E tra l’altro non sarebbe stata la prima volta che alcuni malviventi vanno a far visita alla villa del noto chirurgo estetico. A novembre dell’anno scorso avevano provato a eludere i sistemi di allarme dell’abitazione e avevano così cercato di entrare in casa.
Non c’erano riusciti ma la cosa aveva impaurito non poco Pallaoro, che all’indomani si era messo subito in contatto con alcune società di vigilanza privata.
Al momento questo tentativo di furto non è ancora stato ufficialmente attribuito a Vladic Paicu e alla sua banda, ma molti elementi di indagine porterebbero proprio in questa direzione.
«Non si sa ancora se sono gli stessi», dice il dottor Pallaoro, che commenta l’arresto del 33enne moldavo che aveva intenzione di rapinarlo: «Sono sollevato da un punto di vista mentale. Questa storia andava avanti ormai dallo scorso novembre», dice Pallaoro.
«Sicuramente sono contento che l’abbiano preso, anche perché si parla di soggetti particolarmente aggressivi, ma adesso meno ne parlo meglio è, voglio solo dimenticare».
In tutti questi mesi il medico non ha mai pensato di trasferirsi altrove, neppure momentaneamente: «Questa è la nostra casa, non abbiamo voluto andarcene. In ogni caso non è stato facile. Siamo stati tre mesi con i poliziotti che ci hanno seguito dappertutto».
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